Salon International de l’Automobile
ECO-Show à ciel ouvert
Testo: Tommaso Mogge
Fotografie: Giorgia Rossi
I primi raggi di sole di questo Febbraio hanno portato una importante novità per gli appassionati di auto, una novità che risponde al nome di “Salone Internazionale dell’automobile”. Alla sua prima edizione, la kermesse monegasca ha attirato curiosi e media da tutto il mondo ed il tutto nel nome dell’ecologia, dell’innovazione e del prestigio. Si sa che nel Principato di Monaco, il discorso elettrico e ibrido è molto sentito ed è comunque una strada che sempre più brand si sentono di percorrere, offrendo a chi ha necessità di muoversi senza inquinare e consumare, scelte sempre più ampie e sempre più sfruttabili nel mondo reale. L’elettrico non è più un miraggio ma piuttosto una consapevolezza ed un salone che sia in grado di far toccare con mano e provare molte delle proposte presenti sul mercato è sicuramente una boccata di aria fresca.
Noi di Auto Class abbiamo seguito l’evolversi dell’evento sin dalla mattina del primo giorno, giovedì 16 e lungo le quattro giornate di fiera abbiamo potuto constatare che l’offerta sia davvero variegata e che il pubblico non è stato affatto indifferente a questa nuova iniziativa sposata dallo stesso Principe Alberto, presente all’inaugurazione. Il Salone a cielo aperto ha spalancato le proprie porte in perfetto orario ed erano già molte le persone pronte a fare ingresso in quella che era l’area principale (Quai Albert Ier), dove erano esposti la maggior parte dei brand come Lexus, Suzuki, Mercedes, Nissan, ma anche Lamborghini (con la rarissima Centenario) e Renault, seppure non tutti in forma ufficiale. C’erano anche gli amici della Montecarlo Automobile con una Tecno F1 ed alcuni club, rivenditori ed aziende che hanno alternato il filone principale dell’ecosostenibilità a quello delle supercars più classiche. Simpatica l’area dedicata ai più piccoli con un nutrito parco auto di modelli elettrici che potevano essere provate dai bambini presenti, proprio di fronte al tendone che esponeva la concept Tresor insieme a tre vetture scelte dalla collezione principesca. Muovendosi di qualche centinaio di metri e raggiungendo la sempre raggiante Place du Casino, abbiamo dato un’occhiata alle proposte di Porsche, che ha esposto una 718 Boxster S, un Macan Turbo e la nuova Panamera hybrid. In questo caso non è stato molto chiaro il senso di optare per una seconda area, non essendoci più di tre sole vetture e praticamente zero personale ad accogliere quelli che più che visitatori erano passanti. Ultima tappa, decisamente la più scomoda da raggiungere, quella di fronte al Palazzo del Principe, dove però i ragazzi di Tesla sono stati in grado di allestire un’area decisamente allettante, con Model S e Model X in bella mostra e, soprattutto, del personale preparato e pronto ad accogliere i curiosi e guidarli alla scoperta dell’auto elettrica per antonomasia.
La prima edizione del SIAM è così andata in archivio dopo quattro giorni graziati dal meteo, con numeri che possono soddisfare ma che non devono assolutamente fare in modo che l’organizzazione ripresenti lo stesso format il prossimo anno. A partire dalla dislocazione delle aree, di cui soltanto una rappresentava realmente un’area fiera chiusa al pubblico, sino agli espositori (c’erano addirittura degli hot rod) ed al tipo di presentazione delle vetture stesse. Essendo a Montecarlo, il visitatore medio (e noi in primis) si sarebbe aspettato un occhio di riguardo verso quelle auto che fanno sognare, a prescindere dalla loro appartenenza al progetto eco su cui si è voluto puntare. Mancava un adeguato supporto stampa ed in meno di mezz’ora avreste girato in lungo ed in largo tutto l’evento, fatta eccezione per la strada da percorrere da una zona all’altra e per il terribile traffico dovuto alla disumana quantità di lavori in corso lungo le strade del Principato. Unica nota positiva è stato lo stand ufficiale Tesla che ci ha anche permesso di effettuare un test drive con la nuova Model X – per il resto, confidiamo che questa esperienza serva a far crescere l’organizzazione e rendere la seconda edizione una valida alternativa agli altri saloni, ma restando pur sempre interessanti per i veri appassionati di auto, anche se intende puntare su un tipo di automobili alternative.