ALPS ATTACK
MAZDA MX-5 100th ANNIVERSARY
Dobbiamo fermarci ancora, anzi vorrei fermarmi qui per tutto il giorno e immergermi in questo silenzio a tal punto da dimenticare che uno dei motivi per i quali siamo qui sia invece lo stridere delle gomme in curva e la corsa dei 132 cavalli fino alla soglia dei 7.000 giri.
Testo Alessandro Marrone / Foto Bruno Serra
Improvvisamente, senza che niente e nessuno ti prepari a ciò che sta per delinearsi di fronte ai tuoi occhi, l’asfalto lascia spazio ad una perfetta distesa di porfido che forma in maniera ordinata e quasi maniacale un susseguirsi di curve più morbide, appena prima di puntare verso la parete di roccia ed erba e aggiungere dei tornanti dalla forma perfetta e dall’aspetto che non potrai mai dimenticare. Nello stesso istante, il cielo ancora buio del mattino si fa severo e lasciando scontrare le nuvole accumulate nelle ore notturne, comincia a lasciar cadere qualche insidiosa goccia di pioggia. Neppure il tempo di realizzare appieno l’incredibile bellezza della strada che un’orda di mucche ci obbliga a una sosta forzata.
Restiamo in mezzo alla strada, con i finestrini già chiusi a causa del meteo avverso e non possiamo far altro che osservare come i bovini, che ci hanno ormai raggiunto e circondato, osservino la piccola Mazda e le passino accanto, sfiorandone la carrozzeria con un’educazione e una delicatezza che non penseresti potesse appartenere ad animali di questa mole. Mentre le osserviamo lasciare il pascolo precedente o forse rientrare nella stalla a causa del maltempo, la mandria termina il suo passaggio e oltre il cofano torna a stagliarsi la sagoma di una delle strade più belle e uniche al mondo, la Strada della Tremola, conosciuta anche come la via del vecchio San Gottardo, il modo più scenografico e coinvolgente di raggiungere il Passo, situato a quota 2.106 metri. Si tratta di un vero e proprio monumento a cielo aperto, un’opera realizzata agli inizi del 1800 (tra il 1827 e il 1832) che racchiude 24 tornanti e la più classica serpentina alpina, realizzata però con un pavimento in piastrelle che raccomanda prudenza, soprattutto con strada bagnata.
La sveglia è tornata a suonare alle 4 del mattino e quando scendi dal letto ben prima dell’alba è bene che ci sia un valido motivo. L’Alps Attack è il nostro appuntamento annuale che riguarda una maratona di chilometri alle prese con una risma di passi di montagna: quest’anno tocca alle Alpi svizzere. Per completare il tutto ci vuole però l’auto giusta, non necessariamente una supersportiva, quanto piuttosto una vettura che incarni il più puro piacere di guida. Nel momento in cui ho cominciato a immaginare le strade che avremmo percorso quest’anno, la sagoma della Mazda MX-5 ha subito cominciato a prendere forma. La 100th Anniversary Edition rende il tutto ancora più speciale, festeggiando il centenario del brand andando a riprendere i colori Snowflakes White Pearl (bianco micalizzato) per la carrozzeria e Burgundy Red per gli interni, resi leggendari dalla R360 Coupé degli anni 60. La sveglia insiste, è ora di andare.
Dopo aver stivato soltanto lo stretto indispensabile nel piccolo ma capiente baule, ci troviamo in autostrada, superando gli innumerevoli cantieri che ormai tempestano la tratta che collega la Liguria con Piemonte e quindi Lombardia. Qualche ora e qualche caffè dopo superiamo il confine svizzero e ci dirigiamo verso Airolo, l’ultimo paese prima del Tunnel del San Gottardo, un mastodonte di 17 chilometri che permette di oltrepassare il valico nella maniera più rapida ma noiosa possibile. Non oggi, noi siamo qui per un’indigestione di curve. Ed è così che senza che nessun segnale particolare ci avvisasse, ad un certo punto l’asfalto diventa porfido e la strada si trasforma in un autentico paradiso per la guida. I tornanti della Tremola sono di una perfezione assoluta, ma vanno affrontati con cautela. Essendo poi qui per un reportage fotografico, le soste sono numerose. Sembra incredibile, ma non riusciamo a percorrere cinquanta metri senza accostare e scattare foto. Questo posto è magnifico. In realtà non ci sono parole capaci di descrivere quanto sia magico trovarci in questo preciso punto, completamente soli. Nemmeno i campanacci delle mucche in lontananza riescono a rompere l’assoluto silenzio del mattino, con una sottile nebbiolina che nasconde i contorni della strada sopra di noi e le pietre chilometriche che ci guidano verso l’Ospizio poco più avanti.
Il tettuccio resta inesorabilmente chiuso, se non per qualche sporadico attimo utile per fini fotografici. Il piccolo abitacolo della Mazda è un riparo sicuro e nonostante la temperatura resti stabile attorno agli 8 gradi, un filo di vento promette almeno di spazzare via le nuvole e regalarci qualche attimo senza pioggia. La strada davanti a noi è ancora lunga, i valichi da attraversare ancora quattro, ma anche solo il San Gottardo vale il biglietto del viaggio, giustifica la levataccia ed entra di diritto nella mia top 5 personale. Non che ce ne fosse bisogno, ma la MX-5 mette in mostra la sua proverbiale capacità di leggere la strada, con quel suo sterzo diretto, la seduta rasente al suolo e una perfetta visibilità sulle curve davanti a me. Il 4 cilindri a mia disposizione è il più tranquillo 1.5 da 132 cavalli, che messo sotto un peso che sfiora la tonnellata, rendono la piccola perla bianca agile in qualsiasi situazione che non richieda pura potenza. Trazione posteriore – ovviamente – e cambio manuale a 6 rapporti, non potrei desiderare altro.
Con più che un pizzico di malinconia è tempo di proseguire e lasciarsi la Strada della Tremola alle spalle, puntando lo sguardo verso Nord-Ovest e ripercorrere le tracce lasciate da un certo Sean Connery. La strada del Passo Furka è più tradizionale e dopo qualche chilometro trascorso rispettando alla lettera i limiti di velocità locali, l’inclinazione punta nuovamente verso l’alto. Inizialmente abbastanza stretto, il Furka è caratterizzato da muretti in pietra e un asfalto in condizioni impeccabili. Come in tutti i passi montani della zona, ci sono numerose piazzole che consentono una breve sosta per ammirare il paesaggio, come per esempio quello ricavato in prossimità dell’esatto punto in cui James Bond ha accostato la sua Aston Martin nel celebre film “Goldfinger”. Non solo c’è un cartello che battezza il punto come James Bond Strasse, ma una lavagnetta è pronta a ripercorrere gli attimi salienti di quell’inseguimento.
Un timido accenno di traffico riflette un netto miglioramento della situazione meteorologica, con un sole che adesso si fa spazio tra le nuvole e ci accompagna sino allo spot fotografico Grand Tour, dal quale è possibile incorniciare i tornanti del Grimsel Pass. La montagna sembra viva, i colori sono perfetti e la pulizia del cielo rende possibile avvistare anche le vette più distanti. Arrivati fin qui sappiamo bene che da qui a poco toccherà ad uno dei tornanti più famosi del mondo e di Instagram, quello del vecchio Hotel Belvedere. Sfortunatamente, un numero consistente di persone ferme proprio a ridosso della curva, non ci consente di prolungare la sosta oltre lo stretto indispensabile per la foto di rito, così decidiamo di scendere in direzione Gletsch. C’è però ancora tempo per godersi lo spettacolo del versante Ovest del Furka, ancora più scenografico e questa volta più incline a un numero superiore di giri motore.
Nessun’altra sosta e si torna su, verso il Grimsel Pass, dove dopo esserci salutati con una mezza dozzina di altre MX-5, abbiamo conferma che il sole ha finalmente deciso di tenerci compagnia. Tettuccio obbligatoriamente aperto e con i finestrini completamente su, l’abitacolo è il posto ideale in cui vorrete trascorrere del tempo. Il sound del piccolo ma esuberante motore è sempre presente e il perfetto dialogo tra cambio e frizione invoglia a giocare tra le curve come dei bambini. Ecco una delle tante magie di questa piccola splendida automobile. Dopo qualche marmotta e cenni di approvazione verso un gruppetto di vetture storiche che procedevano spedite nella direzione opposta, raggiungiamo la vetta del Grimsel Pass (2.164 m) e ci godiamo la raggiante immagine del lago, approfittando anche di una sosta per un pranzo a base di sandwich e cornetti. Seduti accanto alla Mazda cogliamo l’occasione per guardarci attorno con maggiore calma, apprezzando le condizioni della strada e delle strutture, ma soprattutto la dedizione di motociclisti e automobilisti giunti qui da tutta Europa per un semplice motivo: godersi una giornata di guida.
Il nostro Grand Tour dei passi svizzeri è poco oltre la metà e proprio quando credi di aver visto paesaggi maestosi come non vedevi da tempo – fatta eccezione della Tremola che è in una categoria a parte – il Sustenpass torna a farti strofinare gli occhi. L’inseguimento con una BMW M2 dura poco, perché quando il tratto più ricco di curve volge al termine, la superiorità di motore entra inesorabilmente in gioco e dobbiamo per forza di cose mangiare la polvere. Poco male, perché il Susten è un altro ventaglio di emozioni, un caleidoscopio di roccia che a pochi chilometri dalla vetta intreccia tunnel di roccia, tornanti e un balcone affacciato nel vuoto e che sovrasta la strada percorsa poco prima, talmente in lontananza che non consente quasi di definirne i contorni. Dobbiamo fermarci ancora, anzi vorrei fermarmi qui per tutto il giorno e immergermi in questo silenzio a tal punto da dimenticare che uno dei motivi per i quali siamo qui sia invece lo stridere delle gomme in curva e la corsa dei 132 cavalli fino alla soglia dei 7.000 giri.
Ancora un passo, l’Oberalppass (2.044 m) e dopo tutta la magnificenza appena vissuta, mi lascio quasi trasportare dalla 100th Anniversary e da quei suoi piccoli dettagli come i badge sulle fiancate, il coprimozzo celebrativo e i loghi su tappetini e poggiatesta. In realtà, la MX-5 non ha bisogno di edizioni speciali per richiamare la propria attenzione, perché resta pur sempre l’auto migliore in assoluto e rappresenta il definitivo punto d’incontro di tutte le necessità che un automobilista appassionato possa avere. Divertimento alla guida, purezza delle forme, dimensioni contenute e un prezzo alla portata di tutte le tasche. La Mazda MX-5 è il modo migliore per condividere certe emozioni con una persona, ma soprattutto con l’io più profondo di sé, andando a solleticare l’immaginazione per il prossimo giro tra i monti, al mare, oppure rendere meno frustrante il rientro verso casa, bloccati nel traffico.
Mai come quest’anno la scelta è stata dettata da un insieme di immagini che hanno dimostrato di incastrarsi alla perfezione nel disegno delle Alpi svizzere. Creando un nuovo standard di questo calibro sarà davvero difficile pensare come spostare l’asticella ancora più in alto il prossimo anno, ma del resto è merito di un incastro perfetto che attraversa generazioni di automobilisti e che mette d’accordo una concezione di guida ormai snobbata dai cervelloni di molte case automobilistiche. Con la MX-5 si pensa ancora a quel semplice e primitivo desiderio di guidare per il puro piacere di stringere un volante, tendere l’orecchio verso il suono emesso dallo scarico e lasciarsi scompigliare i capelli dal vento, aspetto che nel mio caso è quasi fantascienza. Ciò che è reale è che di auto come lei ne abbiamo maledettamente bisogno.
MAZDA MX-5 100TH ANNIVERSARY
Motore 4 cilindri, 1.496cc Potenza 132 hp @ 7.000 rpm Coppia 152 Nm @ 4.500 rpm
Trazione Posteriore Trasmissione Cambio Manuale a 6 rapporti Peso 1.071 kg
0-100 km/h 8,3 sec Velocità massima 204 km/h Prezzo da €33.700