MINI COOPER S CABRIO
Con un futuro 100% elettrico in arrivo entro il 2030, è tempo di goderci l’inconfondibile esperienza di guida firmata MINI. La nuova Cabrio Cooper S ha un look fantastico e non chiede altro che essere guidata.
Testo Andrea Balti / Foto Richard Montagner
Alzi la mano chi sa cosa occorra per rendere magica un’estate. Su di un piano più ampio, l’accoppiata bibita ghiacciata e la giusta compagnia non ha eguali, ma in campo automobilistico c’è una sola risposta che mette tutti d’accordo: una cabriolet. Se poi si tratta di una delle auto più amate dai giovani di diverse generazioni, la nuova MINI Cabrio promette di essere ancora una volta l’auto ideale per rendere più piacevole la convivenza negli spostamenti quotidiani, ma soprattutto di rendere coinvolgenti quei momenti in cui – magari ripiegando appunto la capote in tela – sfrutterete la potenza del motore di cui è provvista la versione Cooper S.
Se infatti è stato recentemente dichiarato che l’intero brand MINI si concentrerà sulla sola produzione di modelli 100% elettrici entro il 2030, è tempo di godersi appieno – finché siamo in tempo – la scoppiettante esperienza di guida garantita da uno dei propulsori più interessanti ed efficaci al momento in listino. Senza chiamare in causa la più potente variante JCW da 231 cavalli, abbiamo preso la nuova Cabrio Cooper S e, con il tettuccio rigorosamente aperto, ci siamo goduti la straordinaria bellezza di guidare un (sempre più grande) go-kart in grado di scombinarti l’acconciatura non appena decidi di sfruttare uno dei suoi lati migliori, quello prestazionale. Nel corso degli anni il go-kart feeling si è affievolito, i feedback nervosi della R53 appaiono come un lontano ricordo, sostanzialmente a causa di un considerevole aumento di dimensioni, peso, ma anche di quella tecnologia e di quella morbidezza che rendono la vita a bordo al passo coi tempi e soprattutto in grado di rendere le MINI di ultima generazione perfettamente in grado di rappresentare un’alternativa a modelli anche più “maturi”.
Tornando a parlare del restyling introdotto negli scorsi mesi, il look della MINI resta ovviamente inconfondibile. Guai a toccarlo. Ci sono però una serie di accorgimenti estetici che lo rendono più aggressivo, anche senza andare a pescare nel kit JCW, prima un must per quella clientela che non voleva rinunciare a sbandierare le proprie intenzioni bellicose. Abbiamo quindi una calandra anteriore più ampia che grazie ad un elemento orizzontale in tinta con la carrozzeria viene divisa e resa ancora più imponente. A lato scompaiono i fendinebbia che lasciano spazio ad una superficie pulita e che viene marcata da due feritoie verticali, utili a fini di raffreddamento, ma soprattutto stilistici. Gli stessi fendinebbia sono adesso integrati nei gruppi ottici circolari con tecnologia LED, autentico marchio di fabbrica del brand.
Per il resto, fatta eccezione di qualche altro piccolo accorgimento come l’integrazione degli indicatori laterali di direzione insieme al badge sul passaruota, tutto resta giustamente e inconfondibilmente MINI. La versione in prova è una Cooper S ed è quindi equipaggiata con un 4 cilindri in linea da 2-litri e 178 cavalli. Molti potranno storcere il naso scoprendo che la potenza continua a non aumentare e anzi resta inferiore a quella di qualche anno fa, ma l’intero listino del marchio anglotedesco non va per questo preso sottogamba, infatti l’erogazione è corposa e il turbo spinge bene sin da 1.350 giri, quando entrano in gioco i 280 Nm di coppia a disposizione. Disponibile sia con cambio manuale che con automatico a 7 rapporti, la Cabrio Cooper S non è tanto concentrata a strappare l’asfalto sotto di voi, quanto piuttosto a farvi essere un tutt’uno con la strada e godere di un’esperienza di guida impossibile da trovare altrove, soprattutto in questo segmento.
Nell’abitacolo abbiamo altre novità interessanti, a partire dal volante ridisegnato e modernizzato grazie a pulsanti ben integrati sulle razze laterali. Il display del quadro strumenti semi-digitale (visto sulla GP) è optional, ma dona quel bonus di contemporaneità al quale l’ipotetico cliente non può e non deve rinunciare. Al centro resta invece la “pizza”, con un sistema telematico aggiornato e migliorato, qualcosa da far invidia anche a modelli dal doppio del prezzo. I posti a sedere, nonostante la crescita che le MINI hanno abbracciato nel corso degli anni, restano 2 anteriori comodi e 2 posteriori che dovranno sacrificarsi per via del ridotto spazio per gambe e piedi, ma una tratta non eccessivamente lunga si affronta senza grossi problemi. Lo stesso vale per il vano di carico, che nella variante Cabrio può essere aperto in due maniere differenti, a seconda che dobbiate sistemare bagagli più voluminosi.
Il colore Zesty Yellow è senza dubbio una scelta originale, ma rappresenta un valore aggiunto per un’auto giovane, non per questo esclusivamente destinata a chi ha ancora tutti i capelli in testa. Tettuccio aperto, Sport inserito e cambio in modalità sequenziale tramite i paddle al volante. Non mi serve altro che una strada tutta curve per godermi una calda giornata estiva e scoprire quanto una Cooper S sia ancora goduriosa tra le curve. Il 2-litri non è mai troppo rumoroso e nonostante il doppio scarico cromato al centro del paraurti posteriore, gli scoppiettii sono filtrati. Quel che è certo è che i 178 cavalli ci sono tutti e che una volta entrati in sintonia con la curva di giri, pizzicare quota 5.000 sarà il modo ideale per sfruttare appieno una vettura poliedrica e capace di rivestire i panni di morbida city car l’attimo prima e di piccola bomba affamata di curve quello successivo.
L’esperienza di guida si fa più frenetica a seconda di come attacco il misto stretto, di come butto il gas a tavoletta nei rettilinei e di come affondo sui freni quando mi rendo conto che l’aumento di peso e la ridotta rigidità rispetto a vent’anni fa non fanno assolutamente perdere quel tasso d’adrenalina che si pretende nel momento in cui leggi la “S” accanto a “Cooper”. È certo che per tirare fuori il dottor Jekyll si debba spingere più di prima, ma questo per il semplice fatto che la MINI di ultima generazione è in primis un’auto destinata ad un utilizzo più ampio (rispetto alla mitica R53 o R56) e che grazie a tutto ciò che ha fatto crescere e maturare – motore e telaio in primis – sa trovarsi a suo agio su strade divertenti, come su noiose tratte autostradali. Ecco perché si parla di automobile completa.
La MINI Cabrio ha un listino che parte da €25.850, con la One equipaggiata con un 3 cilindri da 102 cavalli, per salire ai €28.450 della Cooper da 136 cv. Per la Cooper S occorrono almeno €32.850, ma si passa ad un 4 cilindri da 2.0 cc e 178 cavalli che soprattutto quando si intende sfruttare l’indole più sportiva, sono perfettamente in grado di soddisfare. L’ultimo step è dedicato alla John Cooper Works da 231 cavalli, con prezzi a partire da €41.300. Come è facile intuire è una gamma prezzi davvero ampia – sono oltre 15.000 euro di differenza tra la entry level e il top di gamma – ma si parla di automobili completamente diverse, non solo come destinazione di utilizzo, ma come percezione stessa, una volta alla guida. Ancora una volta la magica lettera “S” è quella che rappresenta il perfetto punto d’incontro tra la fruibilità di una compatta e la sportività di una piccola bomba. Se poi è anche cabrio e fischietta aria d’estate ad ogni giretto che vorrete dedicarvi nel tempo libero, il fattore wow è rimasto intatto come speravamo.
MINI COOPER S CABRIO
Motore 4 cilindri Turbo, 1.998 cc Potenza 178 hp @ 5.000 rpm Coppia 280 Nm @ 1.350 rpm
Trazione Anteriore Trasmissione Cambio Automatico a 7 rapporti Peso 1.380 kg
0-100 km/h 6,9 sec Velocità massima 230 km/h Prezzo da €32.850