La lotta per la supremazia a questi livelli non conosce attimi di tregua. La 296 GTB è un ulteriore step in avanti per Ferrari e dietro un V6 ibrido di ultima generazione dimostra che la tempesta su strada è ben più minacciosa di quella che minaccia il cielo sopra le nostre teste.
Testo Alessandro Marrone / Foto S. Lomax
Il cielo sopra la mia testa si fa sempre più plumbeo, l’aria si raffredda in maniera ben più che percepibile. Le previsioni meteo hanno tartassato durante tutta la giornata di ieri, mettendo in guardia per probabile pioggia e possibili grandinate. Troppo tardi per stravolgere i piani, soprattutto per il fatto che in questo preciso istante stringo il volante dell’ultima nata in quel di Maranello, la 296 GTB, la nuova berlinetta pronta a stravolgere il proprio listino e rappresentare il benchmark delle supercar ibride per i prossimi anni.
Scendiamo quindi di un gradino rispetto all’esotica SF90 Stradale e senza necessariamente andare a sostituire la F8 Tributo, stiamo parlando di un modello che – perlomeno a livello di prezzo – va a posizionarsi subito dopo quest’ultima. Il fatto è che lo fa con un motore più piccolo, anche se più potente, perdendo due cilindri e diventando così la prima Ferrari stradale equipaggiata con un V6, fatta eccezione della Dino, che a onor del vero non è mai stata considerata una vera e propria Ferrari. Ad affiancare il 2.9 twin-turbo abbiamo un piccolo motore elettrico posizionato tra quello termico e il cambio, il tutto collegato alla trazione posteriore e in grado di erogare una potenza di 166 cavalli, i quali sommati ai 663 del benzina risultano in una potenza complessiva di ben 830 cavalli.
Mentre proseguo il trasferimento in direzione della location stabilita per lo shooting fotografico, cerco di familiarizzare con questa Ferrari di ultima generazione, un modello che a suo modo porta con sé la medesima tempesta che ha separato la 458 Italia dalla 488 GTB. All’epoca si era passati da un aspirato ad un’unità turbocompressa, mentre adesso andiamo a perdere due cilindri e abbracciare la tecnologia ibrida. Plug-In Hybrid per essere corretti e questo significa che potete caricare le batterie posizionate dietro ai sedili in circa 2 ore e mezza (da casa), oppure ottimizzare in fase di rigenerazione anche durante la marcia. Il pacco batterie carico al 100% garantisce una percorrenza massima di appena 25 km, ma non è questo il punto, dato che il surplus elettrico entra in gioco in fase di accelerazione, coppia e motricità, rendendo la 296 GTB una delle Ferrari più sorprendenti che abbia mai guidato.
La strada comincia a liberarsi e mentre costeggio il Panaro colgo l’occasione per aumentare il ritmo e battagliare contro le minacciose nuvole che sfrecciano al di sopra dell’ampio cristallo anteriore. La 296 GTB prende vita in modalità Hybrid, lasciando che il cervellone elettronico gestisca al meglio i due propulsori. Sulla porzione sinistra del volante abbiamo quindi i tasti a sfioramento che ci consentono di ingaggiare la modalità 100% elettrica – detta eDrive – oppure Performance e Qualify, le quali differiscono principalmente per un intervento più blando del controllo trazione, andando a concedere al guidatore la massima espressione prestazionale della filosofia Ferrari. La trazione può poi essere ulteriormente gestita tramite il manettino situato a destra, selezionando tra Wet, Sport, Race, CT Off e ESC Off.
La fretta di arrivare al punto prestabilito prima della pioggia è stata la scusa migliore per saltare i convenevoli e prendere il discorso dove lo avevo lasciato un paio di anni fa in occasione della mia prova al volante della F8 Spider. Nonostante ricordi bene come fosse in grado di mordere l’asfalto e al contempo pizzicarti la pelle in uscita di curva, il comportamento della 296 GTB è totalmente diverso. I feedback trasmessi al volante, la facilità e chiarezza con cui la inserisci tra le curve sembra voler dimostrare che il peso extra portato dalle batterie e dal propulsore elettrico sia stato compensato da un motore termico più piccolo e che si posiziona a ridosso dell’abitacolo per un bilanciamento sostanzialmente perfetto. C’è poi qualcosa che sembra uscito fuori da un antico manuale di stregoneria a infondere una malsana sicurezza e lasciare che il V6 ululi ad un cielo sempre più scuro e che ormai ha inghiottito il sole dietro un muro di nuvole pronte a sfogarsi su di noi.
Finalmente raggiungiamo lo spot ideale, un tratto di strada che consideriamo il proving ground ideale per le nostre trasferte modenesi. 8.500 giri e dentro un’altra marcia del cambio robotizzato a doppia frizione da 8 rapporti. Non è facile raggiungere la linea rossa su strada, per una semplice mancanza di spazio. La velocità che la 296 GTB mette a disposizione è disarmante e tenere giù il pedale del gas significa essere premuti ai sedili contenitivi – tra i più belli in circolazione e tutto sommato abbastanza comodi per un’assidua convivenza in abitacolo – con il vigore che metterebbe Ercole durante una dimostrazione di forza. La GTB emette un urlo particolare, non è un ruggito tipicamente Ferrari eppure la rende subito riconoscibile quando deve ancora voltare le curva e sfrecciare di fronte agli smartphone di alcuni giovani festanti. Gli scoppiettii in rilascio sono pura devozione verso quel bambino troppo cresciuto che cerca in tutti i modi di raddrizzare in uscita dai tornanti più stretti, dove i ciclopici pneumatici da 305 scivolano intenzionalmente mentre il posteriore allarga e permette a quel muso basso e largo di puntare al punto di corda successivo.
In un fugace attimo lontano dal posto guida mi perdo nei suoi innumerevoli dettagli, in quel design che tributa omaggio alla 250 LM degli anni 60 e che fa di linee pulite e di una purezza stilistica ormai sempre più rara il proprio baluardo. Potete dire tutto, tranne che sia semplice. Lo si evince da un posteriore estremamente aggressivo, con lo scarico posizionato centralmente, gruppi ottici sottili e un enorme diffusore in fibra di carbonio. Ci sono spoiler, ma non si vedono facilmente: il primo è sistemato all’estremità del tettuccio, il secondo è un’ala attiva più tradizionale. Ma è all’anteriore che c’è altra magia, con l’introduzione del Tea-Tray, ovvero una presa d’aria che consente ai flussi di essere incanalati e gestire le turbolenze verso il sottoscocca. E poi i gruppi ottici, portati il più possibile verso l’esterno, non soltanto per un discorso estetico, ma per lasciare spazio a prese d’aria per l’impianto frenante carboceramico, un potentissimo e instancabile sistema con dischi autoventilati e forati da 398 mm al posteriore e 360 mm all’anteriore.
La 296 GTB è una Ferrari che non disdegna un utilizzo da gran turismo, complice un abitacolo che offre navigatore satellitare, impianto audio di ultima generazione e un sistema di infotainment che sfrutta l’enorme display digitale di fronte al guidatore e il cockpit ricavato – come optional – di fronte al passeggero. Adora la pista, soprattutto se scegliere per il pacchetto denominato Assetto Fiorano, ma non si riduce soltanto a quei suoi 830 cavalli di potenza o ai 900 Nm di coppia che sembrano tirarti fuori dalle curve come se ci fosse un’enorme molla sotto al sedile. Con un peso che supera di pochissimo la tonnellata e mezzo e un corpo vettura dalle dimensioni contenute, la 296 GTB si rivela una supercar rivoluzionaria sotto infiniti aspetti. Lo fa grazie al pacchetto ingegneristico di ultima generazione che risponde alla voce di Plug-In Hybrid, ma soprattutto per via di una dinamicità che solitamente si apprezza soltanto dopo molti più chilometri trascorsi stringendo il volante tra le proprie mani.
Sono trascorse diverse ore e le minacce di temporali da parte del cielo sono rimaste tali, mentre il tumulto scatenato dalla GTB è reale e tangibile, misurabile nel battito cardiaco che accelera quando metto giù tutto e provo ad avvicinarmi alla linea rossa, con la consapevolezza che il V6 stia riecheggiando nell’intera vallata e chissà fino a dove. Affondo sui freni e mentre soltanto penso a come impostare la curva, l’anteriore è già lì a disegnare una traiettoria troppo perfetta per essere vera. Con la punta delle dita pizzico le palette in carbonio ed è un continuo saliscendi di giri motore, con l’instancabile cavallino rampante che continua a correre, imbizzarrito e felice. È uno di quei momenti in cui i pianeti si sono probabilmente allineati, nel quale credi che hai forse trovato la supersportiva definitiva, eppure cerchi di andare più a fondo, perché c’è senza dubbio tanto altro da comprendere.
Ed è così che arrivano le prime timide goccioline di pioggia. Abbastanza da bagnare l’asfalto e rendere il gioco ancora più serio rispetto a prima, lasciando inizialmente scoprire il lato confortevole della 296 GTB e poi facendo prevalere quello bellicoso che divora le ultime curve prima del rientro alla base. La strada del ritorno viene solitamente affrontata nel più completo relax, offrendo attimi di riflessioni e permettendo alle idee di riordinarsi. Non questa volta, non con lei, dato che ogni momento è buono per dichiarare guerra al battistrada, ringraziandolo qualche chilometro dopo per mordere a dovere quando il contagiri sembra posseduto e il pattinamento è la conseguenza di un manto stradale che comincia a farsi insidioso.
Poco importa dove la 296 GTB andrà a posizionarsi. Con un prezzo di listino che parte da €273.430 e con quell’iconico badge in bella mostra aveva un compito e uno soltanto da portare a termine. Il coinvolgimento alla guida rimane intatto, anzi elevato per via di un piccolo motore elettrico che la lancia in alto, nell’Olimpo di potenze sino ad ora riservate all’ancor più elitario circolo delle hypercars. Dove la GTB stupisce maggiormente non è però nello 0-100 km/h di appena 2,9 secondi, o nello 0-200 di 7,3, ma nel modo in cui tutta questa assurda potenza viene resa sfruttabile nel mondo reale, sulle strade di tutti i giorni, dove una Gran Turismo Berlinetta centra perfettamente il suo ruolo nel mondo automobilistico: quello di essere l’auto sulla quale sconfiggi una tempesta creandone una tutta tua.
FERRARI 296 GTB
Motore V6 cilindri Hybrid, 2.992 cc Potenza 830 hp @ 8.000 rpm Coppia 900 Nm @ 6.250 rpm
Trazione Posteriore Trasmissione Cambio Automatico a 8 rapporti Peso 1.545 kg
0-100 km/h 2,9 sec Velocità massima 330 km/h Prezzo da €273.430