Testo Marco Rallo / Foto Velasor
Nessun bambino potrà mai scordare la magia vissuta ogni mattina di Natale, ma alcuni regali non si sono limitati a segnare la nostra infanzia, ma hanno letteralmente rappresentato una direzione ben precisa che ci ha portato fin qui, come quella fantastica mattina di due decine di anni fa in cui trovai sotto l’albero la mia prima autopista. Stiamo parlando di una semplice confezione della Polistil, con abbastanza pezzi per formare un “otto” e dare così vita a interminabili sfide tra una Lancia Beta Montecarlo e una BMW M1 interamente di plastica bianca. Adesso immagino quei bambini, soprattutto un po’ cresciuti, che spacchettano le slot cars di ultima generazione, analogiche o digitali, fedeli nei minimi dettagli e pronte a sfrecciare veloci su tracciati preconfezionati (per favore, lasciate perdere i magneti), oppure su circuiti realizzati a mano e che spesso includono veri e propri plastici che immergono i piloti dentro un mondo in miniatura che profuma di corse.
Con lo stesso stupore osservo l’incredibile lavoro svolto dagli spagnoli della Velasor, un vero e proprio atelier che ricrea artigianalmente e in maniera ben più che maniacale slot cars in scala 1:32, attingendo a quelle veterane da corsa che attribuivano ai propri piloti e navigatori lo status di leggende. La giovane ditta si è specializzata in modelli pre-guerra, andando a realizzare delle miniature da oltre 200 pezzi che una volta poggiate su pista o diorama, appaiono come un romantico viaggio nel tempo in cui il mondo delle corse era riservato a pionieri e visionari. Tra i modelli disponibili abbiamo l’Austro-Daimler “Sascha” del 1922, uno dei primissimi modelli disegnati da Ferdinand Porsche quando ancora lavorava per la Daimler, ma anche la Peugeot L45 del ’14 e la Bugatti T13 del ’21. Quale scegliere? In questo caso, dato che sono dei veri e propri capolavori su ruote e spazzole rame, è soltanto questione di cuore e di quale vi rimandi maggiormente alla competizione che entusiasma da oltre un secolo.
Modellismo di prestigio dinamico quindi, dato che le Velasor sono perfettamente funzionanti e non soltanto ideali per stare in bella mostra in vetrina o nell’apposito espositore. La ditta spagnola accentua il fattore wow con dei bellissimi diorami ai quali non manca nulla, dalla terra ai piloti e copiloti, ognuno caratterizzato nel minimo dettaglio come coloro che hanno condotto queste vetture nell’albo del motorismo agonistico dei tempi d’oro. Il team di Ramón Cubiró è un’assoluta e indiscussa eccellenza e viene da pensare che nella maggior parte dei casi i modellini Velasor saranno destinati ad una carriera prevalentemente statica, ma il semplice fatto di sapere che possono prendere vita e muoversi sui binari di qualche tracciato slot è una sensazione ben più che appagante. Del resto stiamo pur sempre parlando di un hobby ormai di nicchia e spesso ingiustamente snobbato in favore dei videogame, ma pur sempre capace di trasmettere emozioni e alta velocità, offrendo la possibilità di intervenire fisicamente e in prima persona nell’eventuale regolazione di assetto e delle parti meccaniche che compongono una slot car, senza contare il divertimento di condividere l’esperienza e l’agonismo con avversari in carne ed ossa, a pochi centimetri dal proprio naso.
Velasor incarna la quintessenza della passione per l’automobile e la scelta di dare vita al proprio brand concentrando la propria attenzione sulla massima espressione del motorismo analogico come nel caso delle veterane è la riprova che si tratti di un prodotto pensato per un fruitore colto e non casuale. I prezzi di queste opere d’arte da corsa in scala partono da circa €440 per singolo modello e possono arrivare a €1.750 per il set di quattro Sascha. Pronti, ai posti, via.