Testo Alessandro Marrone / Foto Jay Tomei
A due anni esatti di distanza torno al volante del SUV ad alte prestazioni più sorprendente di Audi. Se infatti le potenzialità scaricate a terra dalla corpulenta RS Q8 sono indiscusse, le qualità dinamiche di qualche centinaio di chili e centimetri in meno sono quel tanto amato “less is more” che da sempre accompagna la tanto ricercata rappresentazione del piacere di guida. Con la RS Q3 – soprattutto se in versione Sportback – non c’è però motivo di rinunciare alla praticità di un piccolo SUV compatto con cinque porte e cinque posti, perfettamente in grado di far convivere comportamenti apparentemente agli antipodi.
Niente colori sgargianti questa volta (due anni fa ho guidato una vistosissima Verde Kyalami), ma la medesima sostanza di un modello che ha riscosso successo a tal punto da terminare le scorte del mercato domestico, mica roba da tutti i giorni. Mi sono così chiesto cosa mai avrei potuto fare di più di quanto avessi fatto 730 giorni fa per approfondire la mia conoscenza con la RS Q3 Sportback e la risposta è stata tra le più ovvie che potessi darmi: portarla su una strada in grado di mettere alla prova il suo lato prestazionale e farlo proprio dove conosco ogni centimetro e imperfezione dell’asfalto, là dove la più impercettibile sbavatura viene inesorabilmente fuori. Insomma, quando ti trovi di fronte a qualcosa di maledettamente divertente, è bene provare a metterla in crisi, prima di gridare al miracolo. Non è cattiveria, bisogna farlo, nel nome della scienza – o almeno è ciò che mi ripeto per giustificare qualche pieno di benzina in più del solito.
Con tutte le prove e le trasferte degli ultimi mesi, era da tempo che non mi davo appuntamento con il buon Jay di fronte all’ufficio alle prime luci dell’alba. Svegliarsi di buon’ora, anche se il sole fa capolino prima rispetto anche solo che a due o tre mesi fa, permette di evitare traffico e raggiungere i piedi delle montagne quando ancora nessuna ruota le ha calcate dal giorno prima. Un valico non eccessivamente alto e per nulla inflazionato, che nelle prime ore del mattino di un lunedì qualsiasi appare come deserto, una specie di terreno di gioco riservato per la nostra ricerca scientifica. Dopo aver guidato per diversi chilometri con il cambio in modalità automatica e la vettura in Comfort, è infine giunto il momento di darci dentro e mettere a ferro e fuoco il cinque cilindri trasversale là davanti, fiore all’occhiello della gamma Audi, d’altro canto perfettamente sul pezzo anche in quanto a innovazione ibrida e full-electric.
RS mode numero 1 – ce ne sono ben due totalmente personalizzabili e richiamabili dal pulsante sulla razza destra del volante – cambio in modalità manuale/sequenziale e giù tutto. La trazione integrale di tipo Haldex è la massima evoluzione del concetto “quattro”, con una presa totale sul ruvido asfalto sotto di noi. Un battito di ciglia dopo siamo lanciati lungo l’ultimo rettifilo che porta verso i primi veri e propri tornanti e nonostante la modalità Dynamic (o RS, appunto) lasci aprire le valvole di scarico, i due terminali ovali sono sempre troppo tappati, tarpando il melodioso grido del 5 cilindri da 2.5-cc, che dalla sua dimostra di essere un piccolo gioiello ingegneristico, destinato in tutto e per tutto a ricoprire un ruolo di importanza vitale per il brand, soprattutto ora che il suo addio si fa sempre più vicino.
È un visibilio di emozioni, soprattutto perché una volta entrato in curva posso tenere giù, impostando un raggio di sterzata come se corressi su un binario dell’alta velocità. I 1.700 kg che si portano appresso non vengono mai percepiti, proprio perché le dimensioni della RS Q3 sono molto contenute e accentuate da una seduta vicina a terra. L’assetto, pur senza diventare estremo in quanto a rigidità, trasmette le variazioni del manto stradale che prendono forma esattamente dove le aspettavo, divorando una curva dopo l’altra e sfruttando la potenza del turbo nel preciso istante in cui il motore entra in coppia, a circa 1.950 giri. La spinta dei 480 Nm è poderosa e costante, ma la parte più bella è che nonostante un contagiri piuttosto ampio per un motore turbocompresso, la RS Q3 adora lasciarti pizzicare la linea rossa, invitandoti a scalare una marcia l’attimo prima di entrare nelle curve più lente, sfruttando così il pieno dei suoi 400 cavalli per lanciarti verso quella successiva, il tutto con un bilanciamento delle masse quasi surreale per un SUV perfettamente adatto alla quotidianità di una famiglia qualsiasi.
Il 5 cilindri prende velocità in scioltezza, i freni con dischi in acciaio svolgono il loro compito e il cambio è rapido e veloce quando si agisce con una certa vigorosità, ma sa anche essere docile e discreto, quando per esempio si guida in Comfort. Non questa volta e approfittando di una strada interamente devota a continui cambi di direzione e curve che si arrampicano sul fianco di una montagna che dal versante opposto regala una vista mozzafiato sulla città sottostante bagnata dal mare, l’assedio ai limiti della RS Q3 Sportback prosegue senza sosta e senza esclusione di colpi. Sarebbe troppo facile farlo in pista, sarebbe inutile parlare dell’ottimo infotainment o di quanti bagagli potete sistemare nell’ampio vano di carico. Tutto ciò che interessa a chi compra quest’auto per ciò che rappresenta davvero è se si tratti di una RS a tutti gli effetti. Ma questo l’avevamo detto a suo tempo, due anni fa. Quello che voglio capire oggi è se questo eccezionale baby super-SUV è davvero l’auto sportiva che mi aveva stupito tempo fa, oppure se portarla su questo campo di battaglia possa aver messo in mostra qualche limite che non avevo saputo cogliere altrove.
È sicuro che andando avanti con questo ritmo, la benzina scorre via che è una meraviglia – almeno per il benzinaio. Ma ci sono giorni in cui sacrificare qualche centone ha più senso del solito e oggi è uno di quelli. L’avantreno si inserisce con precisione chirurgica e se per un momento stento ad arrivare ai piccoli paddle al volante, riesco a buttar dentro la marcia giusta agendo sulla leva tradizionale. Il motore è sempre nel regime ideale e lo percepisco da come il cinque cilindri prova in tutti i modi a fare entrare in abitacolo quel grido di battaglia che si scaraventa contro la montagna. Non ti rendi conto dei centimetri extra da terra, non puoi neanche immaginare di avere tre posti e bagagli dietro le spalle. Ci sono attimi in cui se potessi chiudere gli occhi potresti quasi pensare di essere al volante di quello che sarebbe potuta essere una TT RS che invece non vedremo mai più. In questo battito di ciglia che fa passare un numero indefinito di immagini mescolate con sogni, speranze e paure verso un futuro sempre meno coinvolgente, un SUV/Crossover ha senso di esistere perché prende e porta con sé quel divertimento alla guida che noi appassionati non possiamo e non vogliamo perdere.
Mi getto in un tornante come se fosse l’ultimo minuto rimasto a questo mondo, arrivo quasi a incrociare le braccia e mentre il cambio a 7 rapporti in modalità Auto dimostra di essere perfettamente in grado di gestire le scalate in autonomia, pesto sul gas e tengo giù, forse anche più di quanto avrei pensato di fare. Arrivo nel tratto sconnesso e gli avvallamenti provano in tutti i modi a mettere in crisi l’assetto della RS Q3. Niente da fare, resto aggrappato al volante e avanzo come se fossi io stesso l’inerzia di un corpo lanciato a grande velocità. Questo si ripete per svariate volte, in alcuni casi cercando di spingere i limiti ben oltre quello che chiunque ipotizzerebbe mai di fare su una strada priva di cordoli, ma la parte del gioco in cui ti rendi conto che il limite è oltre, è lì che rallento e con un sorriso d’approvazione misto alla soddisfazione di chi ha spuntato tutti gli obiettivi della missione odierna, muovo ancora una volta la leva del cambio in Auto e imposto in Comfort mode.
In due anni accadono moltissime cose. Succede proprio di tutto, la vita attorno cambia e noi con essa. I ricordi tendono a sbiadire, mentre in altri casi – per chissà quale motivo – un’idea o un’impressione può trasformarsi sino a mutare completamente. Ecco perché ho reputato molto importante la possibilità di tornare al volante della RS Q3 Sportback: avevo bisogno di sapere se quell’oggetto incredibilmente divertente che ho consigliato ad amici e parenti (3 dei quali – che io sappia – l’hanno poi addirittura comprata) meritava davvero un posto nella mia personale classifica. Per fugare ogni dubbio ho esagerato, non soltanto saggiandone una convivenza per le svariate settimane di test, ma portandola con me al primo evento della stagione in occasione della 150 KM Rally e infine mettendola alle strette su una strada che conosco come il palmo della mia mano, strumento definitivo per smascherare ogni difetto possibile. Escluso un sound troppo addomesticato e la mancanza dei sedili sportivi sull’esemplare in prova, la RS Q3 Sportback si riconferma una tra le migliori Audi Sport in circolazione. Seppure con un’erogazione meno intensa e con una gestione della trazione differente rispetto alla RS3 – che al momento reputo superiore, almeno in termini di guida, ma non di estetica – ci troviamo al cospetto di un gioiellino che sa esattamente cosa occorre per saziare anche i palati più esigenti. Se poi avessi la possibilità di un terzo round, mi farò trovare pronto con una sfida all’altezza della resa dei conti.
NOTA: a scanso di equivoci teniamo a specificare che il tratto di strada utilizzato per tutta la durata del test in oggetto e del relativo shooting fotografico era chiusa e interdetta al traffico.
AUDI RS Q3 SPORTBACK
Motore 5 cilindri Turbo, 2.480 cc Potenza 400 hp @ 5.850-7.000 rpm Coppia 480 Nm @ 1.950-5.850 rpm
Trazione Integrale Trasmissione Cambio Automatico a 7 rapporti Peso 1.700 kg
0-100 km/h 4,5 sec Velocità massima 280 km/h Prezzo da€75.666