Che sia la prima o l’ennesima volta, poggiare le gomme sull’asfalto del Col de Turini trasmette quel suo inequivocabile brivido che contraddistingue un momento magico. La benzina si trasforma in divertimento e ogni curva scrive la storia di un’arrampicata di emozioni che in quelle curve fa riecheggiare il sound delle leggendarie imprese di grandi piloti. L’ottava edizione del Col de Turini Tour ha radunato appassionati pronti a lasciare la propria firma su questo sacro terreno. Ci siamo abbuffati di curve, abbiamo riso e trascorso una giornata speciale.
Testo Andrea Balti / Foto Luca Riva
Dopo essersi fatto attendere per quasi due anni, il Col de Turini Tour torna con un’ottava edizione pronta a offrire a nuovi e fedelissimi equipaggi una sempre coinvolgente arrampicata su quella che a onor del vero viene considerata La Mecca per ogni appassionato di motori che si rispetti. Turini vuol dire rally, tornanti – molti tornanti – ma quest’anno mescoliamo le carte anticipando la data sul calendario e scegliendo la metà di maggio per il nostro appuntamento di inizio stagione. Un weekend strategico che si insinua precisamente tra il Grand Prix Historique e il Grand Prix di Formula 1 di Monaco. Il Principato è lì sotto a una manciata di chilometri dalla location scelta per il ritrovo, accrediti e colazione: l’hotel Hermitage di Èze.
Alle prime luci dell’alba facciamo ingresso nella grande area parcheggio che il Comune ci ha gentilmente concesso in uso, l’unico spot dove poter sistemare i circa 50 equipaggi iscritti a questa edizione. Appena il tempo per un caffè e il silenzio della mattina viene interrotto dall’arrivo delle vetture. Impossibile quanto ingiusto menzionarne solo alcune, con una rappresentanza dei più prestigiosi marchi affiancati da sportive che profumano di rally e qualche rinuncia dell’ultimo minuto, in alcuni casi ovviata tirando fuori dal garage un’auto reputata più pratica per le curve odierne.
Una delle vetture dell’organizzazione è la GR Yaris preparata da Romeo Ferraris, la stessa con la quale abbiamo attaccato questi tornanti lo scorso anno durante un test in cui abbiamo constatato come sia l’auto perfetta per questo tipo di strada. Romeo Ferraris – main partner dell’evento – prende parte al tour con altre due vetture: una Caterham Seven 485 CSR e una Morgan Plus Six. Alle 8.45 è il momento del briefing, un quarto d’ora più tardi si accendono i motori e si parte. È una festa di suoni e sgasate e le vetture partono in direzione Èze, prima di puntare nuovamente verso l’alto e affrontare le curve della Route de La Turbie.
Rapido trasferimento sino a Mentone e dopo aver superato Sospel inizia l’avventura, quella vera. Il gruppo di auto è sorprendentemente compatto e il traffico è quasi del tutto assente, fatta eccezione per qualche ciclista, alcuni dei quali potrebbero non aver apprezzato il nostro rumoroso convoglio. Un tornante dopo l’altro il Col de Turini Tour fa esattamente ciò che sa fare meglio, ovvero lasciare sbalorditi coloro che non hanno mai messo piede qui. Il cielo è limpido e la temperatura è pressoché perfetta, tanto da consentire tranquillamente la guida con capote aperta a chi è venuto in cabrio. La benzina si trasforma in divertimento e ogni tornante viene affrontato con la medesima concentrazione e gioia con cui un bimbo spacchetta i regali la mattina di Natale.
Raggiungiamo il Col de Turini ed è il momento del coffee break presso l’Hotel Les 3 Vallées. Questo è un luogo magico nel quale entrare, dove le pareti sono letteralmente tappezzate di storia motoristica, plance di eventi e raduni passati, a dimostrazione di come un luogo possa davvero rappresentare il centro del mondo su misura di appassionato. A questo punto, gran parte degli equipaggi partono per lo stage verso La-Bollène-Vésubie, percorso in entrambi i versi in modo da far ritorno in vetta e recuperare il resto del gruppo, ripartendo così per Peira-Cava. Scegliere quale sia la tratta preferita è impossibile e dopo una dozzina di chilometri nel versante più coperto della valle, si devia per Lucerame, affrontando gli stretti ma panoramici tornanti che ci portano a L’Èscarene, il penultimo checkpoint di raggruppamento. Altro timbro, nuova ripartenza e stavolta si inanella quello che è il tratto più guidato (e veloce) dell’intero tour, ovvero la salita per il Col de Braus. L’asfalto è ancora una volta in condizioni impeccabili e il traffico totalmente assente. Fantastico. Si sale, si scende, si sale ancora e si scende di nuovo, passando per Sospel e tornando su per il Col de Brouis.
Ultimo stop e con un po’ di ritardo accumulato a causa di qualche sosta prolungata si rientra in Italia in direzione Ventimiglia, dove siamo attesi dall’amico Andrea di Pasta & Basta per un pranzo in grado di ricaricare tutte le energie spese lungo i circa 180 chilometri odierni. L’atmosfera è ancora una volta quella di una grande festa tra amici e siamo felici di assegnare i 6 premi speciali della giornata, tre dei quali sorteggiati e che si aggiungono a quelli fissi come “Il Velocista”, “Il Trasfertista” e “Il Veterano” che si portano rispettivamente a casa un disegno della propria auto realizzato a mano da Wallace Design, un borsone della collezione Molte Curve by Alpinist e un portachiavi con la sagoma del GP di Monaco realizzato da Circuiti Gioielli dell’eccezionale orafo novarese Gianfranco Quartaroli.
C’è chi non ha perso tempo e indossato subito le t-shirt, chi non vedeva l’ora di arrivare in garage e spostare lo sticker numerico (ancora una volta prodotti dai nostri preziosi partner di Wrapping Italy) sulla parete e chi ha scattato tante foto in ricordo di una giornata che vorremmo poter ripetere l’indomani. A noi non resta che dire grazie a tutti coloro che hanno reso anche quest’edizione straordinaria, con la speranza che possano custodire il bel ricordo in attesa di scriverne di nuovi ai nostri prossimi appuntamenti. Per quanto riguarda la fame di curve – ma anche quella di pasta – ci è stato assicurato che siano state entrambe ampiamente saziate.
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