6 Gran Turismo Ideali Per Il Tuo Prossimo Road Trip | Supercars Shopping
VOGLIA DI PARTIRE
6 Gran Turismo Ideali Per Il Tuo Prossimo Road Trip
A cura di Tommaso Mogge
Sin dall’arrivo delle primissime automobili, l’uomo ha pensato di aggiungere sempre più cose che rendessero gli spostamenti più sicuri, più confortevoli e in seguito anche più divertenti. A dire il vero, questa storia del divertimento su ruote ha radici ben profonde nell’animo umano, meravigliosa e contraddittoria creatura che ha spesso dimenticato quanto fosse facile perdere il raziocinio nella sfrenata corsa verso la velocità. Noi pronipoti ringraziamo, perché se oggi una comune berlina familiare può toccare in sicurezza i 250 km/h, è in parte grazie a folli geni che inseguivano un sogno che avrebbe cambiato il mondo per sempre. Ben presto, accorciando le distanze sulla mappa e creando una sempre più fitta rete stradale, viaggiare non ha più unicamente rappresentato l’esigenza di spostarsi da un luogo a un altro, ma è divenuto un modo per assaporare quel desiderio di libertà che rende l’essere umano uno degli animali più curiosi e costantemente alla ricerca di stimoli che possiate trovare in natura. Lo sviluppo ingegneristico ha portato i notevoli miglioramenti che hanno fatto storia e l’automobile non ha più ricoperto il ruolo di mezzo di trasporto, ma di vero e proprio bene per il soddisfacimento dei più intimi bisogni personali. Possiamo dire che le cosiddette “Gran Turismo” siano nate proprio così, in seno a quella voglia di uscire di casa e partire: GRAN turismo appunto, perché il denominatore comune sarebbe stato un motore capace di emozionare a dovere qualora fosse venuta fame di curve lungo il tragitto. Questa volta abbiamo scelto 6 gran turismo che si tendono spesso a dimenticare, guardando più indietro nel tempo. Queste 6 condividono poco tra loro, come per esempio la disposizione anteriore di un generoso motore, ma potete star certi che se avrete la fortuna di condividere un viaggio sopra una di esse, non potrete più farne a meno e allora ogni scusa sarà buona per chiudere bene la porta di casa e partire.
ASTON MARTIN DB7
Parlando di Gran Turismo non può che venire subito in mente il brand di Gaydon. Sono invece sicuro che non avrete immediatamente pensato alla DB7, coupé basata sulla piattaforma della Jaguar XJ-S e presentata al salone di Ginevra del 1992, per rubare la scena ed essere così messa in produzione con straordinarie aspettative. Gran parte del merito è da tributare a nomi del calibro di Tom Walkinshaw Racing (TWR) e al design di Ian Callum e Keith Helfet, ma ciò che fece la DB7 non fu soltanto di spalancare le porte a un’Aston Martin eccellente per le lunghe distanze e con una linea esaltante, essa salvò proprio la compagnia, che grazie all’impegno di Ford (all’epoca proprietaria dal 1988) riuscì a combattere per un settore in parte oscurato dalla nascita di numerose supersportive a motore posteriore centrale.
Inizialmente dotata dello stesso 6 cilindri della XJ-S – un 3.2 da 340 cavalli – la DB7 viene esteticamente aggiornata nel 1999, accogliendo anche un maestoso V12 da 5.9cc e 420 cavalli. Indubbie le sue doti da autentica gran turismo anche grazie a un elegante abitacolo affogato nella pelle, mentre a cavallo degli ultimi anni di produzione, ovvero tra il 2003 e il 2004, nasce la DB7 GT. L’ultima incarnazione della gloriosa coupé mantiene la stessa cubatura sotto al cofano, ma eroga 435cv, mentre aggiorna l’aerodinamica e le linee, le quali definiscono il trampolino di lancio ideale per il futuro del marchio. Disponibile anche in versione cabrio, detta Volante, la DB7 mantiene intatto un fascino invidiabile e che fa di lei una della GT più iconiche ma al tempo stesso meno scontate che possiate trovare.
JAGUAR XJ-S
L’ingrato compito della XJ-S era di raccogliere il testimone dall’auto più bella al mondo, la E-Type. Vide la luce nel 1975 e non ebbe mai vita facile, situazione tipica in circostanze del genere. Il fatto è che la XJ-S è ugualmente riuscita a portare con sé un design avanguardistico per l’epoca, con una lunga serie di motorizzazioni e varianti per un totale di oltre 115.000 unità vendute. Nata sopra una versione accorciata del telaio della XJ6, la XJ-S riuscì a superare ogni aspettativa. Sino al 1983 era disponibile soltanto con un 5.3 V12 che con l’update della seconda serie erogava 295 cavalli, poi affiancata da una versione con 6 cilindri in grado di tenere maggiormente a bada i consumi, mantenendo comunque quel piacere di guida conferito a una vettura dalle dimensioni generose e capace di unire al meglio comfort di marcia a prestazioni davvero interessanti.
Come detto, ne furono rese disponibili svariate versioni, le quali offrivano cambio automatico o manuale, variante Spider, la potente XJR-S con un motore da 318cv prima e da 334cv dopo, o quella messa a punto da Lister, con un’aerodinamica allargata e un 7 litri da 496 cavalli. Nel caso vi fosse venuto un solletico in gola, mi sento di consigliarvi la terza generazione, quella introdotta nel 1991 e disponibile con un 6 cilindri da 4 litri o un V12 da 6 litri, una linea più pulita e una migliore affidabilità per il comparto meccanico.
BENTLEY CONTINENTAL R
Restiamo in UK e continuiamo a parlare di modelli che non sono soltanto grandiosi da guidare oggi come un tempo, ma che hanno anche rappresentato un passo importante per il marchio. La Continental R è infatti stato il primo modello marchiato Bentley che non aveva una controparte marchiata Rolls-Royce. Introdotta in listino nel 1991 come coupé a due porte, condivideva il V8 turbo da 6.750cc con la Turbo R, ma disponeva di un nuovo cambio automatico a 4 velocità in grado di gestire l’enorme riserva di potenza che consisteva in 320 cavalli che divennero i 385 della Continental S. Infine, fu disponibile anche sotto il nome di Continental T, il modello più prestazionale grazie a un peso inferiore, ad un passo ridotto di 10 centimetri e ben 420 cavalli.
La Continental di inizio anni 90 era una vettura completamente diversa rispetto alla Conti GT che fu introdotta nel 2003. Perfettamente in grado di ospitare quattro persone a bordo in un abitacolo ricco di pelle e radica, si tratta di una vettura ancora rivolta ad appassionati vero e che ancora oggi la preferiscono a decine di altre valide alternative per quell’imponenza sfoggiata da un design subito riconoscibile e che non lascia spazio a dubbi riguardo all’eredità che si porta appresso.
ROLLS-ROYCE CORNICHE V
Giusto per creare un po’ di confusione, abbiamo deciso di gettare nella mischia anche una Rolls. La Corniche V, prodotta soltanto dal 2000 al 2003, in realtà la controparte della Bentley Continental in versione cabriolet, chiamata Azure. Avete letto bene, la versione con capote in tela esisteva per ambo i marchi e per quanto riguarda la RR si trattava di proseguire l’esclusiva dinastia del modello introdotto nel lontano 1971 e aggiornato attraverso quattro generazioni sino al 1996. La Corniche V non è certo una vettura facile da trovare sul mercato dell’usato, poiché ne furono prodotti soltanto 374 esemplari a circa 360.000 dollari, ma per quanto riguarda la qualità è davvero semplice sostenere che fosse il massimo sotto ogni aspetto. Abitacolo ricco di pelle Connolly, legni pregiati e spazio per quattro persone, ma con un cuore grintoso, grazie al famigerato V8 da 6.750cc, qui pronto a erogare 325 cavalli. Il peso e le dimensioni non ne fanno certo una gran turismo pura nel più tipico senso del termine, ma fidatevi che viaggiare a bordo di una Corniche offre un sapore tutt’altro che scontato.
FERRARI 612 SCAGLIETTI
Spostandoci oltre Manica, facciamo un obbligatorio stop nella motor valley italiana e nonostante non fosse affatto facile scegliere un’unica proposta di casa Ferrari, abbiamo optato per un modello che proprio recentemente sta raccogliendo parte dei meriti che spesso non le sono stati riconosciuti a suo tempo. La Ferrari 612 Scaglietti è una GT dalle dimensioni generose, una 2+2 con un enorme V12 da 5.7 là davanti, sempre pronto a scatenare i suoi 540 cavalli attraverso una trasmissione a 6 rapporti, manuale o automatica. Prendendo il nome dalla stessa Carrozzeria Scaglietti, la 612 riesce a elevare il discorso intrapreso con la 456 GT e la 550/575 Maranello, ponendosi come una delle migliori sportive in circolazione a metà anni 2000, riuscendo infatti a mantenere un feeling di guida puro e in stretto contatto con una generazione di GT che da lì a poco sarebbe mutata per sempre.
MASERATI GRANSPORT
Ultima, ma non per importanza, la progenitrice della Maserati GranTurismo (troppo recente e scontata per essere inserita qui), ovvero la GranSport. Conosciuta come la naturale evoluzione della 3200 GT, riesce a sfoderare un design molto più convincente grazie a una linea più massiccia, soprattutto al posteriore con i nuovi gruppi ottici. Anche l’interno è aggiornato e focalizzato sul guidatore, mentre a dare potenza alle ruote posteriori troviamo un V8 da 4.2 e 400 cavalli, uno strumento musicale capace di urlare sino a 7.000 giri e trasformare l’esperienza di guida in un’apoteosi della pelle d’oca. Agile tra le curve, ma anche confortevole per i lunghi viaggi, è l’incarnazione definitiva della gran turismo per come la intendiamo noi, una sportiva capace di attaccare le curve per poi diventare una mansueta compagna di viaggio l’attimo dopo.