Rivoluzionaria Peso Piuma
Il progetto nacque dall’impegno e dalla caparbietà del suo ideatore, Colin Chapman che, appenda riuscì a svincolarsi dagli impegni con la British Aluminium Company, poté finalmente dedicarsi a tempo pieno alle ricerche e allo sviluppo, sia delle vetture da competizione, come la Formula 2, sia alle stradali. L’auto era stabile anche alle alte velocità e non soffriva nemmeno per il vento laterale. Lo studio della linee era stato fatto utilizzando i principi degli aerei e quindi, alcune curvature, provocavano disagi in termini di praticità, come ad esempio i finestrini che, data la forma convessa, non potevano essere abbassati, ma solo rimossi. Inizialmente venivano riposti nel bagagliaio ed in un secondo tempo furono ricavati vani nell’interno delle portiere. I rinforzi erano presenti solo dove erano necessari, per cui risultò un peso complessivo di soli 643 Kg. Anche il motore era molto leggero, ma purtroppo alcune componenti secondarie, non sempre reggevano le sollecitazioni a cui la vettura veniva sottoposta, e certamente l’estrema leggerezza poteva anche tradursi in altri piccoli guai di resistenza. Ovviamente bassa, leggera e filante, l’Elite consentiva prestazioni notevoli: 185 km/h di velocità massima che con una piccolissima elaborazione diventavano 205 km/h. Certamente la rumorosità era molto elevata, anche per via delle scelte fatte (ma veramente a qualcuno dispiace se fa rumore?) . Il problema, in realtà, fu quello commerciale, infatti il prezzo non era abbordabilissimo e Lotus cercò in tutti i modi di ovviare a questo imprevisto, pensando anche di venderla in scatola di montaggio, per beneficiare degli sgravi fiscali, ma il rovescio della medaglia era quello di affidare il lavoro a meccanici improvvisati che avrebbero potuto rovinare così la reputazione della casa stessa. In ogni caso, questa piccola coupé fu uno dei tanti esempi della filosofia vincente di un pioniere, fondatore del “less is more”.