Lussuosa E Inarrestabile
Mercedes-Benz Classe G
La leggenda del fuoristrada è in produzione dal 1979, apprezzata da eserciti di tutto il mondo, ma anche da privati grazie alle sue doti tecniche che le consentono di affrontare qualsiasi percorso, oggi è un oggetto di culto: uno stile inconfondibile che segue alla lettera la celebre frase di Coco Chanel: “La moda passa, ma lo stile resta”.
Può sembrare un controsenso affiancare un veicolo di derivazione militare ad un baluardo della moda come Chanel, ma oggi
Auto Class Magazine vuole presentare la Gelandenwagen dal suo lato più glamour e scanzonato e ce lo raccontano i fondatori del G Club Italia.
L’idea nasce dall’amicizia nata tra Antonio Marchesi e Niccolò Fallani, un Bergamasco ed un Fiorentino possessori rispettivamente di un G500 V8 Cabrio (2011) e di un 200GE Cabrio (1990), che nel solstizio d’estate del 2013 decidono di aprire questo club per tutti gli appassionati della Classe G, non soltanto per le sue indiscusse doti fuoristradistiche, ma anche per lo stile, l’esclusività ed il suo essere fuori dagli schemi: infatti i raduni del G Club Italia vertono su belle passeggiate in Riviera e appuntamenti enogastronomici in buona compagnia.
ll presidente del G Club Italia, Antonio Marchesi, guida una straordinaria W463 G500 V8 Cabrio Rosso Thulit; le motorizzazioni V8 rappresentano il massimo dell’ esclusività e partono con una dotazione di serie molto ricca, questo esemplare monta optional come sedili Multicontour e riscaldabili, frangivento, gancio traino e soglie di ingresso illuminate.
Passare inosservati con un mezzo del genere è impossibile: la G Cabrio è di per sé un’auto poco diffusa sulle strade italiane, in questa colorazione è più unica che rara…
Niccolò Fallani, vicepresidente del Club, è proprietario di un GE200 Cabrio del 1990, si tratta di uno degli ultimi esemplari della serie W460, il modello originale della Classe G ed anche in questo caso si tratta di un modello full optional unico in Italia, infatti monta interni in pelle grigia con piping a contrasto nero, aria condizionata, fendinebbia, inserti in radica, mascherina frontale in tinta con la carrozzeria e impianto audio Blaupunkt.
“L’affidabilità è proverbiale, ora ha circa 200 mila chilometri e ho cambiato solo pastiglie freni, cavi candele e catalizzatore. Cambierei ovviamente il motore perché con soli 109 cv è chiaramente sottodimensionato per il peso della Classe G e per muoverlo “allegramente” va tenuto sopra i 2800 giri con consumi altissimi (circa 5 km/l, più del 500 V8 che a fronte di 388 cv offre ben altre prestazioni)”. Tuttavia si tratta di un modello raro: la 200GE è stata venduta solo in Italia, per far fronte al superbollo per le vetture con cilindrata superiore ai 2 litri, si calcola una produzione di appena 610 esemplari tra il 1986 ed il 1990, di cui solo 64 cabriolet.
Che si parli della 200GE o della G500, l’indole è la medesima, certo gli esemplari più recenti offrono i controlli elettronici e sempre più accessori che coccolano guidatore e passeggeri; quest’auto è probabilmente l’unica della gamma Mercedes-Benz a seguire il concetto progettuale dell’overengineering, ovvero l’ingegnerizzazione sovradimensionata di tutte le componenti che ha reso proverbiale l’affidabilità delle vecchie auto con la Stella a tre punte.
Nonostante gli interni lussuosi, c è da dire che entrambi i modelli mantengono caratteristiche un po’ rustiche che rimandano alle origini militari della Classe G Cabrio, in quanto non offrono un gran confort in autostrada a causa della capote che sventola come la vela di Luna Rossa.
Una Classe G si compra per amore, a conti fatti è un acquisto folle: costa come un appartamento, consuma come una petroliera, ha l’handling di un autocarro, ma è rifinita come una ammiraglia. La Cabrio? 4 posti e capote in tela come una lussuosa convertibile da passeggio, indistruttibile come un carro armato e inarrestabile come uno stambecco.
Qualunque sia la destinazione da raggiungere, la G consente di arrivarci in grande stile e non sfigura in nessun contesto.
“Nonostante i 21 anni che li separano, il G è sempre lo stesso, pronto a portarti dalla Costa Azzurra a Cortina, senza fermarsi mai”.
Giancarlo Gnepo Kla