Il Diavolo Veste Alfa
Testo di Alessandro Marrone
Foto di Ilario / The Looking Glass
Poche, pochissime automobili possono indossare il vestito rosso e vantarsi a tal punto da far voltare la testa di ogni singola persona in città. Tutte (quasi) le Ferrari e la Alfa Romeo 4C, la piccola coupé italiana che vuole essere l’arma del riscatto del Biscione, da troppo tempo a secco in quanto a vetture sportive. Tagliamo subito la testa al toro, poiché a mio modesto avviso, la 147 e la 156 GTA non sono mai state all’altezza del compito assegnato e la ipervalutata 8C non risveglia in me alcun tipo di emozione positiva. Nel 2013, dopo una lunga gestazione e notevoli sforzi di marketing, la 4C vede la luce e qualcosa succede. La formula è quella tanto cara a Lotus: poco peso ed unico obiettivo: il piacere di guida più intimo, che soltanto con vetture nude e crude potete vivere. Quel sapore racing dettato da un telaio leggerissimo, composto da una vasca in fibra di carbonio (una factory è stata appositamente aperta, proprio per la produzione dell’anima della 4C), nessun filtro tra il guidatore e la strada, grazie all’assenza del servosterzo, ad una seduta rasente al suolo ed alla mancanza di qualsiasi forma di insonorizzazione. Essere al volante della piccola di Arese, fa sentire piloti e non semplici conducenti. Dicono che nella botte piccola ci sia il vino buono, e mai affermazione fu più azzeccata come in questo caso. La 4C Coupé è la supercar alla portata di molti o una sportiva costosa? La chiave di questa diametralmente opposta affermazione va attentamente girata in un ingranaggio fatto di numeri, rumori, ma soprattutto emozioni, e la 4C ne offre davvero tante. Ho passato una decina di giorni con lei, dopo aver avuto modo di provarla in altre occasioni, ma sempre per troppo poco tempo. Mai come in questo periodo, mi sono praticamente sempre trovato alla guida: la voglia di sentirla urlare era più forte di ogni altra cosa e ne è valsa la pena, nonostante i suoi difetti ed i suoi limiti, perché mi sono trovato di fronte alla migliore Alfa Romeo degli ultimi 30 anni, senza “se” e senza “ma”. Che vi piaccia o che vogliate a tutti i costi mettervi le fette di prosciutto sugli occhi, siamo di fronte ad una delle migliori sportive in circolazione.
Precisamente, non bisogna essere alfisti per apprezzare la 4C e questo la dice lunga sulle qualità e sul coinvolgimento che la piccola due posti italiana offre a coloro che se ne metteranno una in garage. Non sarà certo la prima ed unica auto, dato che il comfort è minimal, dettato da un livello di rigidità e rumorosità davvero estremi, ma la doppia natura che quest’Alfa riesce ad offrire, sono tra gli episodi migliori che ho potuto toccare con mano durante i giorni di test. Il difficile è proprio cercare di capire da dove cominciare a parlarne: potrei iniziare dalla sua linea? Dalla meccanica? O forse, come sarebbe giusto fare in questo caso, lasciare che sia la penna a correre libera, raccontando di getto una profonda esperienza sensoriale vissuta con un’automobile che mai e poi mai avrei pensato di lodare così spudoratamente? Non lo so, non importa, non è così rilevante come vengono raccontate le cose: alle volte, tutto ciò che conta è che vengano trasmesse per quello che realmente sono ed anche se a tratti potrò sembrare noioso e ripetitivo, so che coloro che sanno di quel che parlo, non potranno far altro che annuire. Ritirata in una piovosa mattinata di dicembre, non faccio quasi nemmeno in tempo a regolare il sedile, che imbocco l’autostrada. In “Natural” tutto è apparentemente tranquillo, il cambio automatico gestisce i 6 rapporti a disposizione pensando ad un’ottimizzazione dei consumi, senza far mai salire l’indicatore digitale vicino alla linea rossa, mentre il pedale del gas è decisamente meno sensibile che in “Dynamic”. Ma oggi piove, c’è nebbia ed un fastidiosissimo traffico che, visto ad altezza formica, soprattutto sorpassando i camion, non incita certo a manovre azzardate. Guidando a codice, sul filo dei 130 orari (giusto per tenere il passo della vettura di supporto che mi ha accompagnato a ritirare l’auto), sembra di viaggiare a 200 all’ora: l’impugnatura sul volante deve essere forte e decisa ed il rumore che invade l’abitacolo è più forte di una qualsiasi altra vettura analoga. Non parliamo poi di quanto sia difficile gestire le bocchette dell’aria (si, prese pari pari dalla Fiat 600): non ci sono vie di mezzo, o congeli dal freddo o soffochi dal caldo, soprattutto quando anche il 4 cilindri dietro la schiena comincia a scaldarsi e scaldare tutto attorno. Non importa, è un’auto spartana e non vedo nemmeno molto sensato criticare alcune componenti prese da vetture economiche del gruppo (del resto, anche Lotus non monta manopole laccate oro, o sbaglio?); una cosa che invece avrei preferito era proprio un display analogico, sicuramente più consono ad una sportiva così cruda, ma forse, un po’ per richiamare la scelta moderna di ficcare un robotizzato, è stato montato un display digitale che fornisce tutte le indicazioni necessarie. Come tutti ben sapete, il punto chiave della 4C è il suo telaio, una vasca in carbonio visibile non appena si apre la portiera (tocco di classe), nella quale ci si siede senza eccessivi contorsionismi. I sedili sono sportivi e garantiscono un’ottima seduta, ma alla lunga, la schiena chiede pietà e sarete costretti a fare qualche sosta di più, soprattutto nei noiosi viaggi autostradali. Poco male, dato che il serbatoio è minuscolo e l’apparente consumo di benzina, non è altro che il risultato di poterne mettere poca ad ogni rabbocco.
Meno di una tonnellata di peso, ecco perché non c’è bisogno di stivare un 6 cilindri qui sotto. Situato in posizione posteriore centrale, il 4 cilindri 1750 turbo tanto caro agli adepti di Arese, è qui in grado di erogare 240cv e 350Nm di coppia, e lo fa sulle sole ruote posteriori. Lo stesso motore è a vista, sotto ad un pannello vetrato che ingloba anche il piccolo vano bagagli. In questo caso, oltre a scaldare la piccola porzione dedicata ai bagagli, dovrete prima bloccare il portellone manualmente, altrimenti accedere al vano posteriore, vi richiederà una terza mano, che solitamente, nessun essere umano ha. Infine, rimanendo sempre in zona “sedere”, il doppio scarico, ovvero lo strumento musicale artefice di uno dei sound migliori tra tutti i 4 cilindri in circolazione. Fatelo borbottare al minimo o fatelo gridare a limitatore, saprà rendere speciale anche un apparentemente innocuo giretto al supermercato, a patto che vogliate recarvi al supermercato con la 4C. Già, poiché non importa se vi trovate in centro a Milano, nella zona residenziale di Genova, o a spasso per il Principato: questa piccola Alfa farà voltare un migliaio di teste, indecise se affermare che siate al volante di un imprecisato modello di Ferrari, o di una vettura mai vista prima. È vero non capita spesso di vederne in giro, ma trovo sia impossibile non distinguere il classico muso Alfa, qui accentuato, ma soprattutto azzeccato più che mai. Le sensazioni che si provano al primo approccio sono quelle che si vivono quando si ha a che fare con una qualsiasi supercar: la si guarda da ogni angolazione e si muove su e giù la testa, in costante segno di approvazione. Si diventa amici con benzinaio, passanti, perfetti sconosciuti che non possono fare a meno che notarvi e chiedervi le solite cose: – Che auto è? Quanto fa? Quanto costa? – Bisogna avere una faccia buona e non stufarsi mai di essere al centro dell’attenzione, proprio come vuole la piccola Alfa, che a differenza di una Elise o una Exige, ha però tutto da dimostrare. Ecco perché, in quei fantastici 10 giorni, l’ho presa e portata un po’ ovunque, in modo da capire realmente se c’è anche sostanza sotto ad un vestito così bello. Ho pensato che per parlare di un’auto speciale, fosse giusto fermarsi e tornare indietro nel tempo, non solo presentandole una anziana parente (la Giulietta SS che vedete in foto), ma analizzando quell’insieme di emozioni che la piccola rossa ha saputo regalarmi, quasi come se volesse convincermi che è un modello a sé, che attende che Alfa Romeo continui su questa strada, lasciando per un attimo perdere le esigenze aziendali che costringono a produrre noiose utilitarie. Ho pensato che sarebbe stato meglio prendere la cara e vecchia carta e penna e lasciare che l’inchiostro riprendesse in mano il potere di trasmettere quanto di più puro e vero la 4C mi ha regalato. Soltanto dopo aver riletto quanto avessi scritto, mi sono accorto che avevo ampiamente sforato gli spazi a me dedicati per questa recensione ed ho così capito due cose: c’è tanta sostanza ed amo questa macchina.
- 4C è un nome che ha le radici ben piantate nel passato di Alfa Romeo […], un’eredità che era importante richiamare, in modo da attirare un’attenzione che mancava da troppo tempo e che la 8C ha soltanto in parte messo su di sé. La 4C doveva e vuole essere la supercar alla portata di tutti, con un prezzo che parte da 65.000€ e prestazioni che possono appagare i guidatori meno esperti, ma anche i più esigenti. Lo sterzo, senza servo assistenza, è gioia e dolore di una scelta utile a mantenere fede alle promesse fatte dalla Casa, pesante in manovra e in città, dove si è lontani dall’habitat naturale della coupé italiana, preciso ed impegnativo, alle alte velocità ed in pista. Proprio questo aspetto è ciò che rende meglio l’idea di quanto si abbia a che fare con un animale, un oggetto vivente per il quale voi siete la mente. In che senso? Buttatela in curva e cercate il suo limite con una violenza ignorante e patirete un sorprendente sottosterzo, spremetela come Dio comanda e lei allargherà il posteriore. Sta a voi scegliere dal menu. In “Dynamic” disponete del settaggio ideale, mentre “Alfa Romeo Race” è quello che disabilità il controllo trazione e che ti tiene informato su quante G stai esercitando in fase di curva. È la modalità che volevi ed è quella che devi utilizzare in pista, per sfruttare al meglio un rapporto peso/potenza che non si sentiva dai tempi dei nostri nonni, perlomeno in casa Alfa. Il 6 marce robotizzato è veloce e preciso, e nonostante i paddle dietro al volante siano piccoli e brutti alla vista ed al tatto, saranno tra i migliori amici che avrete una volta calati nell’abitacolo. Pizzicateli con fermezza, mentre i piedi pesteranno come dei dannati su quella pedaliera che fa quasi un angolo di 90° rispetto al pavimento (in carbonio). Lo sterzo, una volta in movimento, diventa morbido e facilmente gestibile, ma accuserà ogni cambiamento del terreno, trasmettendovi input infami che potrebbero facilmente essere causa di cambi di direzione a volte non voluti. È qui che vi chiede il rispetto che molti vorrebbero non darle, ed è qui che i suoi detrattori devono accettare che fa sul serio, sotto ogni aspetto. Un 4 cilindri che suona heavy metal marchiato Iron Maiden, che se solo avesse una manciata di cavalli in più, sarebbe un’arma letale per chiunque gli si pari davanti. Sempre ammesso che per voi 4,5 secondi per lo 0-100 e top speed di circa 258 orari, non siano abbastanza; non abbastanza quando seduti a terra e con le orecchie e la spina dorsale a stretto contatto con ogni cambiamento che avviene sotto di voi. Mi piace sentire come le pietroline rimbalzano sul fondo dell’auto e piace come non si possa fare a meno di guidare, senza meta, senza radio accesa (intanto l’infotainment è pessimo), senza voglia di tornare a casa, perché l’attesa di tornare a bordo, per breve che sia, sarà sempre troppo lunga. Senza stare troppo a pensare a numeri, consumi, schede tecniche e vendite medie, quando un’auto ti cattura il cuore, significa che è speciale; se riesce a catturare cuore e testa, aiuto … non potete più farne a meno. Questo è uno di quei casi, di quei rarissimi casi, in cui mi sono innamorato, in cui ho trovato un nuovo wallpaper, una nuova immagine di copertina. E pensare che non sono nemmeno Alfista. È proprio vero che le cose più belle, accadono quando e dove meno te lo aspetti, e l’Alfa Romeo 4C, in tutto e per tutto, è una cosa bella. Anzi, bellissima. –
ALFA ROMEO 4C (2013-)
Layout – Motore centrale, trazione posteriore
Motore – 4 cilindri 1750cc – turbo
Trasmissione – cambio automatico a 6 rapporti
Potenza – 240 cv @ 6000 rpm
350 Nm @ 2100-3750 rpm
Peso – 995 kg
Accelerazione – 4,5 sec.
Velocità massima – 258 km/h
Prezzo – da 65.000 €