I Frutti della Passione
Testo di Alessandro Marrone
Foto di Elisabetta Gilardenghi
Prendete un vero appassionato di auto e domandategli quale sia l’aspetto che più adora di questo mondo fatto di sensuali forme di metallo e benzina. Fatevi dire attorno a cosa ruota tutta questa passione, questo stile di vita, questa continua ricerca del momento e del luogo perfetto. Non è facile da spiegare, ma è semplicissimo da capire – si vive per quell’attimo in cui ti senti un tutt’uno con l’auto, mentre sotto di te le gomme stentano a reggere una percorrenza di curva al limite della loro sopportazione e ti fiondi nella curva successiva, per far sì che quel brivido ti salga di nuovo su per la schiena. È una sensazione, un’emozione che rende liberi, vivi, e ti fa dimenticare lo stress ed i problemi della vita quotidiana. Sono quei momenti che ti fanno capire che dopotutto la vita è una figata pazzesca e che tu sei al volante e puoi deciderne il viaggio e tutto ciò che v’è attorno.
Lo sanno bene Francesco e Luigi, così simili eppure così diversi tra loro, che hanno abbracciato in maniera identica questo spirito e lo incarnano alla perfezione, grazie a due vetture distanti sotto ogni punto di vista, ma che riescono a centrare il cuore del bersaglio, ogni volta che vengono scoccate da un infallibile arco. Si tratta di filosofia, di gusti e di primo impatto, dato che alcune automobili sono cucite addosso come un guanto. Prendete le Lotus per esempio: il padre fondatore, un certo Colin Chapman, non ha certo bisogno di presentazioni, uomo dalle spiccate capacità che è stato in grado di fondare la propria azienda senza mai scendere a compromessi, ottenendo anche ottimi risultati nel motorsport, grazie alla celebre frase “Less is more” (di meno, è di più). Le sue auto da corsa non erano certo famose per l’affidabilità e quando spaccavano al penultimo giro, egli sosteneva che avrebbero dovuto reggere ancora un giro – uno soltanto – due non sarebbero serviti, esattamente come sosteneva il Commendator Enzo Ferrari (“La macchina da corsa perfetta è quella che si rompe un attimo dopo il traguardo.”). Tutto era calcolato secondo una specifica necessità, quella di andare forte e vincere. Lo stesso viene applicato sulla mitica Elise, manifesto alla guida più pura e sportiva dei tempi moderni: una piccola due posti con motore in posizione posteriore centrale e due sedili ficcati dentro un incavo chiamato abitacolo, privo di qualsiasi comfort e di qualsiasi aiuto alla guida. Un’auto per coloro che vogliono provare l’emozione della velocità senza poter spendere mezzo milione di Euro, ma soprattutto un’auto per chi vuole davvero sentirsi capitano al timone di un’avventura speciale che comincia ogni volta che si mette in moto il piccolo ma brillante motore dietro la schiena. L’approccio di Luigi è diverso, dato che dopo aver posseduto ed amato una GT3 997, è di recente passato alla GT3 991, una delle nostre auto preferite. Perché? Se sostenete che la perfezione non esista, provatene una e ve ne farete un’idea. Un guanto di velluto che accoglie un pugno di ferro – ecco come la descriverei: l’iconica 911 è qui più larga, bassa e cattiva, grazie allo spoiler posteriore ed al paraurti anteriore più pronunciato, mentre il cambio PDK spara una marcia dopo l’altra, spremendo il 6 cilindri da 476cv sino a 9000 giri esatti. C’è più peso, tanta tecnologia in più ed ovviamente più potenza, ma il perfetto connubio tra telaio e freni è qualcosa di oscenamente godurioso, una droga della quale non vorrete più farne a meno. Adesso capite perché questi due prendono per buona ogni minima scusa, pur di fare chilometri alla guida?
A vederla, così minuta e con quel musetto quasi sorridente, la Elise S1 ti sembra uscita da un cartone animato. Ha una linea che definirei “instant classic” e nonostante quella di Francesco abbia compiuto 16 anni, non li sente minimante. Quello che si sente, sono i commenti dei passanti incuriositi e che cercano in tutti i modi di capire di che auto si tratti, oppure ogni minima imperfezione del manto stradale sotto alle ruote, che senza servosterzo non filtrano nemmeno la più piccola delle formiche e trasmettono tutti i feedback al guidatore ed al suo passeggero. Il sedere poggia praticamente rasente al suolo e grazie ad un assetto in stile “tavola di legno”, la sensazione di essere su un go-kart viene ancor più enfatizzata. 699 sono i kg di peso (a vuoto), ecco perché i 120 cavalli non sono pochi – ecco perché il 4 cilindri Rover da 1.8 fa il suo sporco lavoro ed ecco perché su una strada di montagna avreste serie difficoltà a scrollarvi di dosso Francesco e la sua Elise. Conscio della precaria affidabilità di alcune componentistiche del suo mezzo, ha sostituito il radiatore, ma anche i freni, lo scarico ed il filtro d’aspirazione. Modifiche intelligenti e mirate, al fine di poter raggiungere il limite preoccupandosi solo di fare accoppiare il cambio manuale a 5 rapporti con le ruote posteriori ed uscire di curva sfidando le leggi di gravità. Se al giorno d’oggi siamo praticamente vittime di sportive o berline esagerate con migliaia di cavalli che vengono il più delle volte tagliati dall’elettronica o sfruttati per metà, non ci sarà strada che non vi consenta di mettere alla frusta una Lotus come questa. Adora essere tenuta su di giri e va trattata bruscamente per potervi dare tutto ciò che può e confermare che il suo papà aveva ragione – ecco perché arrivati a casa sostituirete il poster di Playboy con quello di Colin Chapman e ringrazierete per aver realmente imparato cosa significa guidare.
Se solitamente è vostro figlio adolescente a spiegarvi come usare lo smartphone, oggi i ruoli si sono invertiti (a parte il fatto che qui si ha a che fare con due amici), e mentre il giovanissimo Francesco si gode la sua piccola inglesina nuda e cruda, Luigi resta fedele alla casa di Stoccarda, sfoggiando la sua seconda GT3, coupé ricca di tecnologia ed ingegneria d’avanguardia. Il modello di cui parliamo è del 2015, bianco e da bava alla bocca. Porsche sa dannatamente bene come fare ottime auto, adatte alla vita di tutti i giorni e senza temere minimamente una pista veloce, come una stradina tortuosa. La 991 GT3, che abbiamo provato in numerose occasioni, è una di quelle vetture che vi fanno realmente chiedere cosa diavolo inventeranno la prossima volta, per spostare oltre l’asticella delle prestazioni e del divertimento. Il 3.8 è dietro l’asse posteriore, il cambio è il fulmineo ed efficientissimo PDK a 7 rapporti e la lancetta della bilancia si ferma appena sopra i 1400kg. Contrastando la recente tendenza di ficcare turbine anche sotto al cofano delle supercars, la GT3 resta fedele all’aspirazione naturale e questo è uno degli aspetti che disegnano un enorme sorriso a Luigi quando la porta nel suo habitat preferito: la pista. Il ragazzo ha il piede pesante e non è contento sinché non tocca il limitatore, quella frazione di secondo prima di sfiorare il bilanciere dietro al volante e buttare un’altra marcia, facendo urlare quei 476cv e quella coppia da 439Nm. Entra in curva e si muove leggera come una ballerina di danza classica, ma non appena raggiunto il punto di corda e affondato l’acceleratore si trasforma in un pazzo omicida che sta fuggendo da un manicomio criminale. Sentila urlare – ancora di più – adesso che non ha i silenziatori originali (-19kg). Luigi ha anche migliorato l’assetto e montato dischi freno Brembo Race, ma dato che ha un’azienda che ne produce, ha anche provveduto ad alcuni particolari in fibra di carbonio – non male vero? Raccontare quanto la GT3 sia veloce e precisa sarebbe banale quanto ribadire che Megan Fox è una delle donne più belle al mondo – lo sapete tutti. Ed ecco perché nonostante quella linea così fedele alle sue antenate, una Porsche con un’enorme ala al posteriore non passerà mai inosservata. “Ok, ci risiamo, addio patente” – Luigi ci racconta come una sera, vedendosi sfanalare dall’auto dietro, ha cominciato a pensare alla migliore scusa per salvare qualche punticino – ma fortunatamente erano dei ragazzi con i telefonini in mano, pronti a immortalare la regina dei track day – pericolo scampato, almeno stavolta.
Che sia il ‘Ring, Spa, Monza, oppure i tornanti di qualche passo alpino, queste sono le due migliori protagoniste che una striscia d’asfalto possa desiderare, le due migliori armi che vorreste avere sotto mano per rendere un giorno di guida, una giornata meravigliosa, e capaci di trasformare un giro a cannone in un vero e proprio evento. Sta a voi decidere se preferite la leggerezza e la purezza della Elise, o la potenza e precisione della GT3, se siete tipi da presa stretta sul volante o da pelo sullo stomaco per staccare metri dopo tutti gli altri, affidandovi ad un pacchetto meccanico sopraffino. Probabilmente, proprio come me, le prendereste entrambe, perché seppur in modi diversi, sanno soddisfare appieno, senza farvi sentire la mancanza di nulla. Nel momento in cui scendi da una di queste due auto – e superato il fastidio nel doverla lasciare ferma per andare a lavorare, a cenare, a dormire – non vedi l’ora di tornare a bordo. Perché guidare diventa un vero e proprio desiderio, una necessità fisiologica che devi soddisfare, sentendoti finalmente vivo, finalmente libero.