Cosa Rende La Ferrari 458 Speciale Così Speciale? – Parte II
Ricordo ancora quando l’ho portata a casa per la prima volta. Non era nuova, ma i suoi 850km circa, la rendevano ugualmente fresca. Dentro, quell’inconfondibile odore di alcantara e pelle ancora tutta da vivere, senza nessun segno, piega o usura di alcun tipo. Il volante perfettamente poroso ed un motore ancora in fase di rodaggio. Ma sono bastate un paio di gallerie e l’ago del contagiri che arriva appena a 3000rpm per capire che la colonna sonora della mia vita avrebbe avuto una canzone nuova nella Top Ten, firmata Ferrari V8. L’ultimo aspirato che esce da Maranello e che fa sentire la 488 GTB come un modello tutto nuovo e tutto differente.
Sono passati mesi ed anni e soprattutto tanti chilometri, forse troppi per il tipo di auto. Ma tenerla in garage a prendere polvere sarebbe una bestemmia verso quei ragazzi che con passione e dedizione hanno assemblato una delle migliori supercar della storia moderna, e non soltanto. Quel pedale dell’acceleratore così teso e quel cambio fulmineo vogliono urlare e se in pista è perfettamente a suo agio, non puoi far altro che cercare strade di montagna e di campagna, per apprezzare al meglio un bilanciamento oltre ogni più rosea aspettativa. È tra una curva e l’altra, dove magari l’asfalto non è perfetto, che la Speciale da il meglio di sé, tenendoti al sicuro da errori che anche con i controlli disinseriti riesci a gestire di potenza. Si, la potenza è la chiave di tutto. Per andare forte bisogna pestare il gas, per rimettere in carreggiata il posteriore anche. Sta tutto nel momento in cui capisci che non ti vuole uccidere, ma che ti vuole far crescere. Con una 458 Speciale diventi uomo e se non battezzi il retrotreno addosso a qualche muretto, spegni il motore, facendo raffreddare a dovere i carboceramici, in attesa di scannarla al più presto, perché ormai hai una nuova dipendenza.
Ci vediamo il prossimo mese, per raccontarvi un giorno che non dimenticherò mai.
Testo di Christian Parodi