Classica Vs Moderna: Guidando Gli Opposti
Testo di Roberto Marrone
A confrontare due auto simili per categoria, cilindrata, prestazioni e prezzo, sono capaci tutti e comunque: il risultato sarebbe solamente soggettivo, condizionato da simpatie, idee o impressioni non necessariamente veritiere. Quindi provando una vettura estremamente moderna, ho fatto un accostamento con una vettura analoga di oltre cinquanta anni prima. In comune hanno il fatto di rappresentare un’auto sportiva, sia nell’aspetto, che nelle prestazioni. Le cilindrate possono essere anche differenti, come anche il tipo di motorizzazione, ma con una potenza sviluppata equivalente. Quali sono le auto? Questo è il bello di questo test – non lo dirò perché non è importante, saranno le sensazioni a mettere in parallelo le due tipologie di guida e di utilizzo. Quella datata la identificheremo come “A”, mentre quella attuale la chiameremo “B” (della prima, la “A” ne descriverò passo passo le sensazioni tra le parentesi). Pronti?
La prima cosa che noto salendo, anzi scendendo a bordo della “B”, è la quantità di bottoni, sembra un videogioco ed in parte lo è, una miriade di impostazioni sul cambio, sull’assetto, su tutto! Il volante, anch’esso ricco di comandi, mette quasi soggezione, ma è di comoda impugnatura (A – Strumenti analogici, levette classiche, volante di grande diametro con corona in legno). La chiave di avviamento non bisogna infilarla da nessuna parte, basta tenerla in tasca, ma prima troviamo la posizione perfetta con la regolazione del sedile elettrico (la piccola chiave qui va inserita e girata con delicatezza, il sedile lo spingo indietro al massimo, di più non va, mi devo adattare io). Per mettere in moto bisogna schiacciare il freno e premere start, mille luci si accendono e nel silenzio assoluto strumenti multicolore ti avvisano che è in moto, sembra una slot-machine (premi start, dopo che la pompa meccanica ha riempito i carburatori, fai attenzione a non ingolfarla per non dover aspettare l’autobus, poi tra qualche sussulto, un rombo ti rassicura e ti riempie le orecchie, mentre anche il vapore di benzina si fa sentire). Selezioni l’assetto e la modalità confort, sport o altro, lo schermo rettangolare del navigatore ti permette di impostare la destinazione e di avere una miriade di altre informazioni (dai dei colpi di acceleratore per scaldarla gradatamente dando un’occhiata se tutti gli strumenti funzionano e segnano quello che dovrebbero).
Indossi la cintura che raggiungi comodamente (cerchi la cintura, sai che è meglio metterla, anche se è scomoda e ti passa solo sulla pancia). Pulsante sul cambio automatico e palette dietro al volante, scegli cosa preferisci ed inserisci il rapporto, il piede è addormentato sul freno, come lo togli si muove (premi a fondo la frizione ed inserisci la prima cercando di muoverti senza strappi). Se fai la manovra in retromarcia la telecamera ti mostra quanto spazio hai a disposizione (se devi andare indietro, nemmeno i piccoli specchi ti possono aiutare e a volte non resta che fare qualche contorsione se non persino aprire la porta per aver una miglior visuale). Il servosterzo ti permette di muoverti senza nessuna fatica (l’assenza del servosterzo ti costringerà a fare qualche manovra in più). Esci dal box con i sensori che ti avvisano se sei troppo vicino agli ostacoli, inevitabile pensare di essere trattato un pò da cretino, ma è pur sempre un aiuto (nessuno ti avverte, ti devi affidare alla tua esperienza per le misure di ingombro, inoltre dal lato destro non hai lo specchio, complimenti!). Sei sulla strada, acceleri e l’auto risponde fluida e rilassante ad ogni tuo comando (Parti, tiri la prima e la seconda e dai una controllata allo specchio sperando che non fumi d’olio). la strada è libera dai un’accelerata, poi la solita Panda, ti costringe a rallentare bruscamente (anche tu trovi la Panda, è verde e con il porta tutto, le più temibili, la guida un anziano con il cappello, cerchi di suonare il clacson e ti accorgi che non funziona, pensi di passarlo, ma poi ti appare come in una visione il tuo carrozziere che ti guarda … ed allora freni). Procedi rilassato ad andatura ridotta nel silenzio assoluto, il navigatore ti indica strade e stradine, i dati di velocità e limiti appaiono anche sul parabrezza (la terza è troppo, devi scalare in seconda cercando di non grattare, il regime di giri ora è alto). Il guidatore della Panda è giunto all’osteria del paese e si ferma ovviamente senza freccia, ma sei talmente tranquillo che acceleri a vai (quando la Panda si ferma, tiri rabbiosamente la seconda e quando hai appena inserito la terza, una curva ti impegna più del dovuto, sei uscito largo, hai rischiato di perderla, ma è andata bene, ti guardi nello specchio sei tutto sudato). Fa caldo ma il condizionatore di permette una guida fresca e rilassata (il caldo si fa sentire, anche con il piccolo finestrino aperto ci fai poco, anzi così entra il vapore della benzina, fai qualche contorsione per aprire il finestrino di destra). Stai per arrivare in una galleria poco illuminata, accendi gli anabbaglianti, anche l’abitacolo si riempie di luci, sembra di essere in una discoteca, i fari allo xeno ti danno una visione ottimale (accendi le luci, poi anche gli strumenti che vedi appena, ma il problema è che i fari fanno una luce quasi soffusa, meglio rallentare un pochino). Finalmente un bel tratto di strada libera e puoi scatenare i cavalli, sorridi quasi inebetito per la felicità (acceleri, tiri le marce, seconda, terza e finalmente senti che il suono sopra ai 4.000/4.500 giri cambia, il motore urla e ti appaga). Arrivi in prossimità di un bar dove solitamente ti fermi per un caffè, freccia a destra, basta un tocco, poi accosti lentamente per evitare che il piccolo dosso faccia dei danni all’auto che è molto bassa da terra (freccia a destra, spostando sempre il ginocchio dunque la levetta non passa, rallenti per non fare danni e posteggi). Premi Stop, dopo aver messo il cambio su “P” e l’auto si spegne ed esci (spegni girando la chiave e la estrai, poi esci). Il caffè lo servono sia ad uno fresco e riposato, che ad uno un pò accaldato – al limite quest’ultimo chiederà pure un bicchiere di acqua minerale.
Poi ambedue torneranno alla vettura, il guidatore dell’auto “B” la aprirà con il telecomando, il guidatore della vettura “A” userà la chiave, i tempi sono simili, ma “A” si soffermerà a dare un’occhiatina sotto se c’è qualche lacrima d’olio. Qui va detto che “B” non potrà mai fare questa operazione, dato che sotto è tutta carenata e sigillata. Altra messa in moto, per “B” fotocopia della precedente, per “A” con qualche apprensione in più, per un eventuale vapor look o per la batteria che ogni tanto fa i capricci, ma oggi è tutto ok – si riparte. In un attimo si è in viaggio al fresco (sin da subito inizi a sudare) e la strada si fa trafficata: iniziano i rallentamenti, poi è coda ferma, saranno i soliti lavori stradali con semaforo chissà dove. Non c’è apprensione per “B”, le temperature sono sotto controllo, l’attesa e i passi avanti non sono faticosi (Inizi a guardare preoccupato la temperatura dell’acqua, partirà la ventola aggiunta? Vedi il calore uscire dalle prese d’aria del cofano, cerchi di convincerti che andrà tutto bene, ma sai che rischi). La sosta diventa sempre più lunga, non resta che attendere (pensi se accostare e spegnere un pò il motore, ma forse tra poco si riparte). Finalmente arrivi in vista del semaforo, sei felice di poter riprendere un’andatura quasi normale (aspetti il verde come un assetato attende l’acqua in mezzo al deserto, sei tesissimo). Nessuna anomalia, la vettura viaggia liscia come in precedenza (vedi finalmente che le temperature iniziano a tornare su valori più umani, anche se qualche fumatina in più indica che forse la carburazione non è perfetta). Avvicinandoti verso casa ricevi una telefonata e rispondi tranquillamente con il viva voce (ricevi la telefonata sul cellulare, difficile sentire la suoneria, meglio così, tanto stai guidando). Giungi a destinazione, entri nel box, qualche manovra facilitata dalle telecamere di bordo, in un attimo chiudi e sali in casa (ti resta una faticosa manovra, devi stare attento se non vuoi fare danni, una volta parcheggiato, apri il cofano, dai una controllatina, chissà se partirà la ventola? Ti soffermi un attimo di più, uno sguardo sotto e quando sei tranquillo, sali in casa).
Il giro è terminato, la strada è stata la stessa – sicuramente “A” avrà anche consumato più benzina ed ora sta facendo una doccia, mentre “B” è già sul divano che legge il giornale. Quali sono quindi le conclusioni? La logica direbbe – ma perché? Un appassionato non ragiona con la logica e forse è anche un pò masochista. Tutto sta al singolo individuo e all’amore che prova per la propria vettura. E poi la soluzione c’è davvero, comprarle entrambe. Già, ma non ho detto quali!