Che Dio L’Abbia In Gloria
PORSCHE 991 CARRERA 4 S CABRIO
CHE DIO L’ABBIA IN GLORIA
Testo di Alessandro Marrone
Foto di Jay Tomei (The Looking Glass)
L’automobilista, quello che trova ogni scusa per allungare la strada del ritorno verso casa, è una creatura dolcemente … semplice. Dategli un’auto divertente, dalla linea accattivante e con un sound degno di affondare l’acceleratore ad ogni galleria e sarà felice come un bambino. Nel corso degli anni, però, questa specie così apparentemente facile da soddisfare, è mutata e grazie alla tecnologia, alla meccanica moderna ed alla “conoscenza alla portata di tutti” ha cominciato a pretendere sempre di più, sino ad essere meglio identificato come l’eterno insoddisfatto. Tutti noi lo siamo in fondo in fondo, figli di un mondo dove ci vengono proposte centinaia di possibilità – ed è proprio questo il problema. Forse, se avessimo meno scelta, saremmo meno noiosi e troveremmo del buono anche dove in realtà ci sono parecchie imperfezioni. Ecco perché all’alba del 2016, la notizia che Porsche avrebbe dato l’addio al 6 cilindri aspirato sulle proprie 911 (e non solo) ha scatenato un putiferio generale che ha colpito i gusti dei puristi come una meteora che vi atterra in giardino, ed ha creato scompiglio nel mondo degli appassionati che temono che la vera e propria Turbo possa perdere quell’aurea di magia che da sempre la circonda. Ma non commettete lo stesso errore di quelli che aberravano il passaggio dal raffreddamento ad aria a quello ad acqua: un’eredità importante va portata avanti nel tempo ed omaggiata con soluzioni che possano rendere l’utilizzo di queste auto sempre più polivalente. Se così non fosse ci troveremmo ancora a metter in moto girando la manovella – ed a quel punto mi domando come diavolo funzionerebbe lo Start&Stop.
La nuova 911 serie 991, amichevolmente definita 991.2 è una Porsche tutta nuova, e nonostante si tratti di un restyling porta con sé un importante bagaglio di novità, che ovviamente trovano il proprio fulcro nei nuovi motori: dei 3.0cc boxer coadiuvati da due turbine. Motore più piccolo, maggiore potenza e coppia – ed il piacere di guida? Sono qui per scoprirlo e così ritiro uno splendido esemplare di 991.2 in Blu Grafite Metalizzato in versione 4 S Cabriolet, ovvero con la trazione distribuita su entrambi gli assi e con la possibilità di aprire il tetto e godere del sound di questo nuovo 6 cilindri boxer turbo. Peccato non avere a disposizione l’impianto di scarico sportivo (quello con due terminali centrali), ma quello standard (due coppie di finali alle estremità della coda) è comunque appagante, soprattutto quando si cominciano a toccare i 5000 giri – proprio in quel momento notiamo che, forse forse, questi turbo proprio male non sono! È una Porsche, di che ti meravigli. Ormai lo sanno anche i muri. Giri la chiave sulla sinistra e selezioni la modalità “Sport +” attraverso il nuovo “manettino” (a qualcuno piaceva quello Ferrari) ed il motore aumenta subito il minimo, con lo scarico che emette un suono più pieno e corposo. Il cambio è l’ottimo PDK a 7 rapporti, uno dei pochi, anzi pochissimi automatici che possono sopperire alla mancanza del pedale della frizione: liscio e fluido in città, affilato e preciso quando metti alla prova il nuovo propulsore. Come un capitano di una nave assalita da una tempesta, avrei voluto tenere con tutto il cuore un diario dettagliato della mia esperienza al volante della 991.2, ma la voglia di viverla sino in fondo, mi ha fatto dimenticare di prendere i miei soliti appunti. Chi ne ha il tempo, quando ti ritrovi per le mani una sportiva con prestazioni degne di una supercar?
Con il tettuccio abbassato (azionabile anche con l’auto in movimento), pesto sul gas e lei schizza in avanti. Le gomme mordono l’asfalto alla perfezione e nonostante la progressione e la costante accelerazione, l’anteriore resta premuto a terra il più possibile. Sparo una marcia dopo l’altra con un occhio costantemente sul contagiri e cercando di capire come gira questo nuovo motore biturbo. Come ogni Porsche che si rispetti, arrivi a toccare i 5000 giri ed il sound dello scarico si trasforma in un boato (meglio ancora nelle gallerie, che ne amplificano la voce), le palette dietro al volante sono fantastiche, pesanti, veloci e nella posizione giusta. Devo alleggerire perché purtroppo la strada di fronte a me non è il rettilineo di Monza – mi fermo, lascio sfilare qualche auto e riprendo da dove ero rimasto, questa volta premendo anche il pulsante posto in mezzo al selettore delle modalità, il cosiddetto “Sport Response”, che per 20 secondi ti mette a disposizione ancora più brutalità – ideale in fase di accelerazione o ripresa e rigenerabile dopo poco, quasi come se si trattasse di un KERS. Arriva una curva lenta, vado sul freno col sinistro mentre il piede destro rimane ad accarezzare leggermente l’acceleratore, sto per raddrizzare e butto giù il gas. Lei non si scompone, la curva successiva anticipo l’apertura del gas e lei resta sempre dove deve essere. Per metterla di traverso devi davvero andarci giù pesante, giocare coi pesi e avvicinarti molto ai tuoi limiti, non per una sua mancanza, ma perché il grip degli pneumatici è esagerato e me ne rendo conto soprattutto nei curvoni veloci, dove le percorrenze si fanno ridicole. C’è del margine e allora provi, le chiedi di più – e lei? Lei risponde di si, che puoi farlo. Sarai tu a fermarti prima di lei, rallentando quell’andatura che mi fa tirare le prime conclusioni su questo nuovo motore.
Accosto a bordo strada, scendo e la osservo. Il suo abito è inconfondibile, elegante e sportivo allo stesso tempo, un instant classic che colpisce nel segno come un nuovo romanzo di Stephen King. Ed allo stesso modo non vi farà dormire, poiché non vedrete l’ora di tornare al volante e cercare qualche strada tortuosa per metterla (e mettervi) alla prova. I turbo hanno cambiato parecchie cose, ma l’hanno fatto con discrezione: il sound è differente certo, ma per essere un motore turbo ha una voce bella corposa. I 420cv della versione S (+20 rispetto alla Carrera standard) sono abbastanza per farti divertire su qualsiasi strada ed in qualsiasi circostanza, ma quello che stupisce di più sono i 500Nm di coppia, soprattutto per il fatto che siano disponibili già ad appena 1700 giri. Appena premi la 991.2 risponde e ti ficca nella testa la convinzione che non sempre il downsizing rappresenti il male – in questo caso abbiamo un’auto più efficiente (ottimi anche i consumi), prestazionale e soprattutto ugualmente divertente. Certo, la progressione e la sensibilità di un aspirato sono differenti, ma questo 3 litri è qualcosa di spettacolare, proprio perché va a emulare (in parte) il comportamento di un aspirato, essendo però più pronto a premervi al sedile, nel momento che schiacchiate a tavoletta. Il gap rispetto alla “Turbo” c’è, sia a livello di cavalleria, che a livello di erogazione, quindi se avete speso qualche decina di migliaia di euro in più, non temete – la Carrera non è una Turbo depotenziata, ma una 911 palestrata, la migliore evoluzione che non ci saremmo mai aspettati, ma del resto chi ci ha messo le mani sa fare il suo lavoro.
Visto che la patente di guida è una sola ed i punti sono limitati, decido che è il momento di rallentare e di approfittare dell’occasione per analizzare le altre principali novità, rappresentate dal nuovo sistema di navigazione, sempre preciso ed intuitivo, ma ora con la possibilità di avere le immagini del satellite (ed addirittura la Street View di Google Maps). La seduta è regolabile in qualsiasi maniera possibile ed è impossibile non trovare la posizione preferita – un po’ meno per gli occupanti posteriori, ai quali sarebbe meglio chiedere di lasciare le gambe a casa. Esteriormente, a parte alcune nuove prese d’aria sul paraurti anteriore e su quello posteriore, uno dei dettagli che differenzia immediatamente la 991.2 dalla 991.1 è la copertura in plastica del vano motore, qui con le alette poste in senso verticale e che ricordano molto un rasoio per capelli. Funzionale per dare più sfogo al nuovo 3.0cc turbo e sempre armonioso con uno dei lati B più sexy che possiate incontrare per strada, ammirabile e contemplabile senza che la vostra fidanzata cominci a prendervi a schiaffi. Mentre i miei occhi percorrono le mitiche linee della 911, sento l’adrenalina che sale dentro di me e decido di fiondarmi nuovamente nell’abitacolo. Ogni giorno è così – può essere guidata in qualsiasi maniera, ed anche nel traffico cittadino è comoda ed ha una buona visibilità, ma tutto ciò che voglio fare con il rasoio per capelli più veloce del mondo è di guidarla come se l’avessi rubata. Niente radio, navigatore impostato sulle destinazioni più impensabili, soltanto per poter percorrere qualche curva sfogando il piede destro e arrivo a quel fatidico limite che fa scivolare il posteriore verso l’esterno. Tengo giù, comincio a pregustare il triste sapore della brutta figura ed invece si raddrizza con la punta delle dita, con il muso che sembra tirare dietro tutto il resto ed io lì sopra, ancora indeciso su quanto abbia veramente fatto io e quanto questo fantastico telaio.
Una settimana così, letteralmente volata, non la ricordavo da tempo, ma le 911 sono queste. Che siano Turbo o le fenomenali GT3, o ancora una classicissima e pura Carrera con la sola trazione posteriore, la 911 è la sportiva definitiva. Lo era e lo è ancora, nonostante dietro l’asse posteriore non ci sia più il vecchio e caro boxer aspirato. Come nelle più belle storie d’amore, la compagna ideale è quella che ti offre la sua complicità, perché a quel punto sei davvero sicuro di poter ed essere in grado di condividere tutto. Che Dio abbia in gloria la 911, perché se prima era una sportiva pazzesca, adesso è una supercar alla portata di molti più portafogli rispetto a qualsiasi altra avversaria.
PORSCHE 911 CARRERA 4 S CABRIOLET (2016-)
Layout – Motore posteriore, trazione integrale
Motore – 6 cilindri 2981cc – twin-turbo
Trasmissione – cambio automatico a 7 rapporti
Potenza – 420 cv @ 6500 rpm
500 Nm @ 1700 rpm
Peso – 1580 kg
Accelerazione – 4,0 sec.
Velocità massima – 303 km/h
Prezzo – da 141.000 €