Comprare Un’Auto D’Epoca … Nel Modo Giusto (Parte II)
È il giorno di vederne una in vendita. Ottima cosa sarebbe farsi accompagnare da un vero conoscitore del veicolo in questione, meglio però evitare il classico “so-tutto”, che potrebbe mandare all’aria un possibile buon affare. Anche da soli, dopotutto, possiamo affrontare la cosa, pur prendendoci sempre del tempo per decidere a freddo. È meglio arrivare sul posto riposati (specie se dovete fare molti Km) e come detto nella puntata precedente, prima ancora di guardare l’auto, valutate la persona ed il luogo. Se l’auto vi piace immensamente, non lasciatelo trasparire, non fatevi il problema di passare come noioso, fate tutte le domande che volete, guardate ogni cosa, anche quello che sembra in un modo, potrebbe non essere tale. Esempio – Chiedete se l’olio è a posto, ma in un secondo momento, controllate voi stessi il livello, la consistenza e lo stato. Vi sarete informati in precedenza sui punti critici, visitateli tutti alternandoli ad altri, per non apparire come quello che ha letto il libricino dei difetti. Anche i documenti vanno guardati attentamente. La cosa che si guarda per prima è chiaramente la carrozzeria, si parte valutando se il colore è originale, se è stata riverniciata mantenendo lo stesso colore o uno previsto all’epoca (ed in tal caso se il lavoro è stato fatto totalmente, cioè interno dei cofani e delle portiere, ecc.), poi si guarda controluce la qualità della vernice e che non ci siano stuccature visibili (esistono piccoli attrezzi per verificare la presenza dello stucco, ma a volte basta un buon occhio ed è anche meno antipatico). Vicino alle cornici ed alle guarnizioni in gomma, controllate eventuali sbavature, indice di lavori fatti male ed in fretta. Controllate le cromature, i paraurti, i rostri ed altro, di cui ci saremo documentati in precedenza per capire se si tratta di parti corrette o no. Stessa cosa per quanto riguarda i fari. Provate la chiusura degli sportelli, poi date un’occhiata sotto al rivestimento del baule per eventuali segni di riparazioni, stessa cosa nel vano motore, anche per scovare temibili tracce di ruggine. Verificati i sottoporta, sarebbe necessario vederla poi accuratamente anche sotto (un ponte è la soluzione ideale e si farà se la trattativa andrà avanti). Anche gli interni, sembra una cosa banale, ma a volte si tralascia la verifica di parti corrette, funzionanti ed appartenenti alla versione in esame, tessuti, pelli esenti da strappi o eccessiva usura (su certe vetture costa più rifare i sedili che il motore) ed infine altre parti come eventuali legni o profili – anche il volante è importante, soprattutto che sia quello corretto ed in buone condizioni.
Ora è il momento della prova, lasciate prima guidare il proprietario, così vi renderete conto anche di come la guida. Una volta tornati alla base, non spegnete il motore, verificate il raffreddamento, ricontrollate il vano motore, odori, fumo, ecc. Poi, se siete contenti del prodotto, dovete guidarla un po’, verificando un eventuale gioco della scatola guida, rumorini, cigolii, che la frizione non slitti, che i freni siano bilanciati e così via. Al ritorno spegnete il motore, attendete pochi secondi e riaccendetelo. Se il venditore tenta di mettervi fretta, lasciate perdere, se invece vi ispira fiducia e non vi stressa, continuate sia nelle prove, sia nella trattativa. Sarebbero molte altre le cose, ma se siete appassionati, certamente non siete sprovveduti. Un altro consiglio, se arrivate a concludere l’affare, è valutare la distanza da percorrere con l’auto d’epoca per ritornare a casa, al momento del ritiro. Se il chilometraggio è elevato (da valutare in proporzione al tipo di vettura), sarebbe meglio utilizzare un carro attrezzi, questo per evitare di forzare da subito una vettura che poco conosciamo ed anche annullare la possibilità di rimanere in panne al primo viaggio, sarebbe fastidiosissimo e si incomincerebbe male la convivenza con essa. Infine, sarebbe meglio, anche se avete deciso per il “Si”, di tornare il giorno successivo – dormirci su fa sempre bene e l’indomani, o nei giorni successivi, potrete portare a termine con calma l’acquisto. Se vi viene chiesto un acconto per bloccarla, dovete valutare voi, certo il venditore in quel momento teme di aver perso del tempo ed è anche comprensibile, ma se cercherà di convincervi con la classica frase: “Oggi viene un’altra persona a vederla e …”, drizzate le antenne. A quel punto, sempre valutando il quadro nel complesso, ovvero persona, auto, prezzo, se siete convinti che possa essere un bluff, potreste anche dirgli, che se allora il tizio in questione non la acquisterà, la vostra offerta sarà ritoccata (ma qui è come il poker). L’alternativa ovvia è lasciare una piccola caparra, se non volete rischiare di perderla, ma se nei vostri programmi ci fossero altre vetture da visionare, tutto cambierebbe.
Ora penserete che dopo tanti consigli su come rompere le scatole ai venditori, se io dovessi andare a comprare un’auto d’epoca, mi caccerebbero subito vero? Si, ma è perché io il percorso l’ho fatto da solo, commettendo tutti gli errori che sto cercando di farvi evitare. Ho voluto l’auto che fin da bambino mi aveva “folgorato” anche se dal vero non ne vidi una per parecchi anni, è stato anche il mio modellino preferito. Quelle vere le ammiravo solo nei film o nei fumetti. E quindi ricordi, emozioni e nessuna prova. Quando da adulto e dopo tantissime altre auto avute, la “scimmia” tornò con prepotenza sulla spalla (anzi forse non scese mai) ero solo io che cercavo di ignorarla, ma visto che non si stancava, non mi restò scelta ed iniziai a cercare l’auto. La scelta cadde su un esemplare da restaurare, sembrava solo parzialmente e facilmente. Rimasi incantato dallo specialista con il mega salone stracolmo di pezzi pregiati, dove la professionalità sembrava brillare da ogni angolo. Non feci prove meccaniche, dato che il motore mi era stato detto che andava e bene – come non fidarsi di professionisti? Tornai a casa, faticai a trovare meccanici e carrozzieri che volessero intraprendere il lavoro (certo erano altri tempi, ora ce ne sono diversi ed anche molto bravi) e finii così nelle mani di un altro “specializzato” che una volta smontata la vettura (a costi anche elevati) continuava ogni settimana a fare lievitare i preventivi verso l’alto, ma senza nemmeno concludere nulla. Cercai ancora, da uno all’altro e poi, quando finalmente aprimmo il motore, nemmeno bielle e pistoni erano recuperabili. Anche il carrozziere mi fece dannare dovendo costantemente seguire i lenti progressi e facendo la spola per procurarmi tutti i ricambi necessari. Una volta terminata scoprimmo alcune cose errate, a causa dell’incompetenza di chi si improvvisa a lavorare su auto che non conosce minimamente, ma che è convinto di saper fare tutto (con il libro davanti si, ma chiuso), quindi altri interventi supplementari. Tutti splendidi, tutti professionisti, ma chi paga è chi ci finisce in mezzo e ho conosciuto moltissimi appassionati che hanno avuto simili vicissitudini. Nell’arco di questo lungo calvario, tante volte sono stato tentato di rinunciare, ma era diventata ormai una questione di principio, specialmente verso quel venditore che un anno dopo, sapendo delle difficoltà da me incontrate tentò (e penso sia la prassi) di ricomprarla dandomi in permuta una vettura marciante differente, che però non valeva nemmeno un quinto di quello che io pagai a lui in precedenza. Sono passati parecchi anni, ora la “scimmia” dorme tranquilla, anche se devo dire che “scimmiette” più giovani mi stanno disturbando già da tempo … Non si può mai stare tranquilli!
Testo di Roberto Marrone