SUBARU WRX STI
Testo di Alessandro Marrone
Foto di Jay Tomei
Blu Mica? C’è. Immancabile spoiler al posteriore? C’è. 4 cilindri boxer? C’è.
La nuova WRX STI non si chiama più Impreza, ma mantiene i tratti salienti che hanno reso grande la mitica Subaru nel mondo dei rally e su strada. L’abbiamo amata e odiata, ma pur sempre rispettata. Personalmente mi ha accompagnato per una bella fetta della mia vita, con EJ20 prima ed EJ25 dopo, e in rare occasioni mi ha fatto desiderare l’auto d’altri.
All’alba del 2015 è arrivato un nuovo modello, quello che non conosce più la concorrenza dell’ormai defunta Lancer Evo, acerrima e storica rivale, estinta dopo la Final Edition della decima serie. Ecco perché il mio test al volante della WRX STI è delicato come un intervento cardiochirurgico. Non c’è spazio per errori, quando hai il pesante fardello di rispondere alle aspettative di antenati che hanno scritto la storia, e la WRX STI non può e non deve sbagliare. Il test che le ho riservato è stato durissimo e non lascia spazio a dubbi: Col de Turini Tour, Moncenisio ed alcune strade montane che conosco come le mie tasche, sono state il terreno di gioco ideale per mettere sotto torchio il Subarone e c’è tanto, tantissimo da dire.
Hai presente quella sensazione che hai tenuto a freno per diversi mesi e che finalmente, nel momento della resa dei conti torna a bussare allo stomaco, pretenziosa, insistente e fermamente convinta che tutto finirà, in un modo o nell’altro? Non sai ancora se la spasmodica attesa si tradurrà in un consenso o in una disdetta che ti farebbe quasi venir voglia di tornare indietro nel tempo, proprio quando non sapevi ancora come sarebbe stata quest’auto. Già, quest’auto, la nuova STI, una nuova generazione che deve saper strizzare l’occhio alla quotidianità, ma che non deve assolutamente perdere quell’indomito lato del suo carattere che ha voglia di sporcare i parafanghi ed impolverare le ruote, facendovi sentire assi del volante in grado di impensierire vetture ben più blasonate. I modelli precedenti erano perfettamente in grado di farlo, e se (come succedeva nel 90% dei casi) aveste messo mano dentro al motore, le cose si sarebbero fatte ancora più serie. WRX STI è il codice che bisogna stamparsi bene in testa, non esiste più la Impreza, ma speriamo che non resti soltanto un ricordo, bensì una conferma. Dal punto di vista estetico la nuova Subaru è decisamente maturata, i pannelli sono più belli e nel complesso il look è moderno, con una linea di cintura più alta, un posteriore estremamente aggressivo, sovrastato dal grosso spoiler e con un diffusore che ospita i due terminali di scarico sdoppiati. Là davanti c’è invece qualcosa che mi lascia perplesso, dato che la mascherina non è male, ma il muso sembra stringere troppo e l’impressione definitiva è quella che sia troppo alta da terra. Un’auto del genere non va però guidata con i polsini abbottonati, ma con il coltello tra i denti e con la voglia di punzecchiare il limite di sopportazione della trazione integrale permanente, uno dei punti di forza di Subaru, da sempre. Se l’esterno è maturato parecchio, possiamo constatare che anche all’interno, nonostante non ci si trovi di fronte ad un capolavoro di arte moderna, le cose continuano a dirigersi nella direzione giusta, con un ottimo assemblaggio dei pannelli, plastiche più rigide che si alternano ad alcune più morbide ed un’ottima seduta, complici anche i comodi sedili in pelle, sì contenitivi ma adatti a qualsiasi fondoschiena ed utilizzatore. Insomma, per farla breve, accomodarsi nell’abitacolo non vi farà sentire alla partenza di una P.S. e forse ciò è anche dovuto al fatto che la presa d’aria sopra all’intercooler non sporge più, ma è ricavata nel cofano stesso! Il volante è dotato di comandi ed il display centrale offre anche il sistema di navigazione, ma … smettiamola di imbambolarci con questi discorsi da femminucce e mettiamola in moto!
L’avviamento è keyless e basta pigiare su “Start” premendo il pedale del freno per dar vita al cuore di questa STI. Il borbottio classico del propulsore boxer c’è, anche se molto filtrato e muovendo immediatamente l’SI drive su “Sport Sharp” scopro le mie carte, quelle di un ex Subarista che vuole subito capire di che pasta sia fatta questa nuova generazione. C’è anche la possibilità di delineare a piacimento la trazione tra l’asse posteriore e quello anteriore, non rendendo autonoma la risposta dei differenziali, a seconda di come l’elettronica dell’auto reputi sia meglio. Questo significa che caricando maggiore trazione sul posteriore possiamo trovarci per le mani una vettura più sovrasterzante, mentre mandando più trazione all’anteriore avremo un comportamento più sottosterzante, sicuramente più semplice da gestire per un guidatore meno esperto. La frizione è morbida, troppo morbida ed il lavoro dei piedi è quindi differente rispetto a quello che siete abituati ad impostare con la vostra vecchia Impreza. Che sia un punto a sfavore oppure no è una questione soggettiva, ma sinceramente avrei preferito un feedback più sportivo, mentre invece, nonostante abbia selezionato tutto verso uno stile di guida più duro e comunicativo, i pedali restano quelli che erano in “Sport” e lo sterzo pure. Quest’ultimo però ha il vantaggio di essere finalmente più diretto e preciso, una pecca che i modelli precedenti faticavano a scrollarsi di dosso. Basterà mezzo giro di volante per raddrizzare il muso ed anche se l’angolo di sterzata non è pazzesco, nella guida veloce risulta più comodo e comunicativo. È ora di alzare l’asticella dell’esame e passare alle domande più serie: l’abbiamo fatto portandola sul Col de Turini, in occasione del nostro “Col de Turini Tour”, l’ho fatto lungo le pittoresche curve del Moncenisio, in una fredda giornata di mezza estate e l’ho fatto su e giù per le strade che si inerpicano verso i monti, subito dietro al nostro ufficio. Ho pensato che conoscere una strada a memoria potesse essere il campo prova ideale per portare al suo vero limite un’auto dalla quale mi aspetto così tanto. La STI si dimostra precisa, vuole che scali marcia per andare a chiamare in causa i quasi 400Nm di coppia, ma la risposta del motore non è sempre in sintonia con quello che ho in mente. Non c’è grande ritardo del turbo, il 2.0 spinge bene ed eroga 305cv a 6000giri, ma tralasciando l’assenza della colonna sonora ideale (per quello basterà un semplice lavoro sui terminali o sul silenziatore centrale), quello che mi stupisce è che invece che evolvere i modelli precedenti, ci si trovi di fronte ad un’idea di sportiva completamente differente. Un palestrato muscoloso e che mette in mostra i bicipiti, ma che alla prova dei fatti riesce a sollevare a fatica la sacca con la biancheria. Cosa c’è che non va?
Le curve continuano, la strada è generosa oggi con me. Zero traffico, un manto stradale asciutto e gli occhi che puntano alle migliori traiettorie che i migliori anni di patente mi abbiano mai offerto. Spingo e non la risparmio, quasi come ad aspettare quel lampo di gloria che spero arrivi da un momento all’altro. I freni sono eccezionali, potenti, precisi e non sembrano stancarsi, nemmeno alle andature più sostenute – chi sembra soffrire è invece il cambio, che dopo qualche tirata tende ad impuntarsi e ad essere meno sicuro nel comunicare la via verso l’innesto successivo. La coppia in basso fatica ed il tutto si traduce in una reazione nervosa, non appena l’ago del contagiri raggiunge i circa 4000giri: devi spingerti ben oltre per mantenere un passo accettabile. Cosa diavolo succede? Che mai penseranno i suoi antenati? Se quasi in vetta al Moncenisio, soffrendo anche un pizzico per l’altitudine, la STI è riuscita a regalare qualche traverso, facilmente controllabile grazie alla sempre ineccepibile trazione ed all’ottimo telaio, l’asfalto bagnato ha anche sottolineato un fastidioso sottosterzo nel momento in cui sono arrivato più lungo del previsto. Non sono un pilota del resto, e lei lo sa. Vorrebbe correggermi, ma preferisce restare intuitiva e lasciare che sia io a lavorare di mani e piedi, quasi come a volermi mostrare che ho sbagliato ma che comunque mi perdona. Questo vuol forse dire che devo anch’io perdonare lei per le sue mancanze?
Il rapporto con la nuova STI è conflittuale come quello che potrebbe subire il vostro matrimonio nel momento in cui vostra moglie scopre che avete una tresca con sua sorella. Non aspettatevi che tutto vada liscio, soprattutto se avete delle pretese e delle esigenze con radici che vanno a confrontarsi con i modelli dal 2002 al 2007. È più civile, più matura, un serpente che cambia pelle e che diventa irriconoscibile, ma non per questo da buttar via. La voglia di capire è un fuoco che non ti fa respirare e così fai un altro pieno di benzina e macini centinaia di chilometri nel nome della scienza, nel nome della scoperta – perché bisogna capire se quando tutto finirà, sarà amore oppure odio. Mi verrebbe quasi da dire che come auto per tutti i giorni sia la migliore, ma avrei preferito reputarla scomoda, scorbutica, nervosa e difficile da sopportare una volta bloccati nel traffico. Si, perché elogiandone la morbidezza e la civiltà vado a deludere quegli antenati che hanno costruito il loro status a suon di vittorie nei rally e di scarichi che scoppiettavano e sfiammavano come l’orizzonte l’ultimo giorno dell’anno.
Mi aspettavo tante cose e ne ho ricevute tante, mi sono divertito dall’inizio alla fine e l’ho spronata come fareste alla prima corsa campestre di vostro figlio, ma sfortunatamente la ragazza non è arrivata al primo posto. È migliorata sotto diversi aspetti, ma qualcosa si è perso per strada, quel coinvolgimento che ti fa venir voglia di arrivare a cena puzzando di benzina e gomma bruciata non c’è più ed ha lasciato spazio ad un abito convincente a metà, ma che nel momento di fare la voce grossa preferisce quasi defilarsi. Non è questione di cavalli – ce ne sono pur sempre 305 – ma di nervo. È come sentire il vostro cantante preferito cantare alle prime luci dell’alba dopo una notte di eccessi, non certo come avreste voluto. Tempo di riconsegnarla e già mi manca, avrei voluto fare altro, avrei voluto fare di più, ma probabilmente non avrei comunque scoperto se fosse amore oppure odio. Mi ha spiazzato, devo ammetterlo, anche perché vivo nella consapevolezza che chiunque ne porti a casa una, dopo un paio di mesi sarebbe già da un preparatore (magari uno bravo eh) per risvoltarla come un calzino, mantenendo quel telaio e quei freni fantastici e donandole quel brio di cui ha bisogno. A quel punto sarebbe vero amore, a quel punto sarebbe di nuovo quell’auto da rally che fa battere i cuori ai bambini come agli adulti. Ecco come l’avrei voluta – l’avrei voluta per molti, ma non per tutti.
SUBARU WRX STI (2015-)
Layout – Motore anteriore, trazione integrale
Motore – 4 cilindri boxer 2.457cc turbo
Trasmissione – cambio manuale a 6 rapporti
Potenza – 305 cv @ 6000 rpm
393 Nm @ 4000rpm
Peso – 1582 kg
Accelerazione – 5,2 sec.
Velocità massima – 254 km/h
Prezzo – da 44.500 €