Seat Leon ST Cupra 290
SEAT LEON ST CUPRA 290
Amore, Piacere di Guida e …
Testo di Alessandro Marrone
Foto di Ilario Villani
Io la amo! Fermi, non sono impazzito o almeno non per il momento e comunque non dopo aver preso l’obbligatorio caffè mattutino. Giunto però alla fine di questo estenuante quanto pazzesco 2016, mi trovo a scrivere un pezzo su quella vettura che zitta zitta è stata forse la mia preferita. Non è una supercar, non ha 700 cavalli o enormi appendici aerodinamiche, anzi è pure una famigliare ed è pure a trazione anteriore. Adesso sarete fermamente convinti che abbia perso la brocca, ma vi assicuro che quando ho lasciato la chiave di questa Cupra in sede VW, è stata l’unica volta in cui mi sono voltato ad osservarla, mentre mi allontanavo mestamente. La prima ed unica volta in cui un’auto è stata in grado di toccarmi nel profondo e non grazie alla forza della paura, grazie a velocità degne di un incrociatore interstellare, ma per la sua capacità di fare tutto ciò che le chiedessi e nel modo migliore possibile. Durante le settimane di test non ha mai deluso sotto nessun aspetto ed anche se i suoi 290 cavalli sono stati motivo di un discreto numero di “buste verdi” nella cassetta delle lettere, non rimpiango neppure un momento di quelli trascorsi insieme. Non pensavo avesse un’anima, invece ce l’ha eccome.
Proprio nel 2016, Cupra festeggia i suoi primi 20 anni di attività e lo fa dando alla luce una serie di modelli che sono stati in grado di sbaragliare non solo la concorrenza, ma anche la sorella maggiore Golf R. Infatti, la versione berlina della Leon Cupra pare essere più veloce della VW, nonostante disponga della sola trazione anteriore, invece che dell’integrale che monta la Golf più potente in listino. Questione di peso, questione di dinamica, ma un anteriore con un buon autobloccante meccanico sa fare grandi cose. Felice di mettere le mani sulla versione ST di questa CUP-RAcing da 290cv, noto subito come mantenendo la classica sobrietà della proprietà tedesca, Seat metta in chiaro che c’è qualcosa di speciale e di volutamente incline alla sportività – è merito degli enormi cerchi in lega che celano un impianto frenante in grado di affrontare un passo di montagna in picchiata ed un assetto che si irrigidisce a seconda dei vostri desideri. Non c’è spazio per fronzoli o vezzi estetici, c’è soltanto posto per ciò che serve e tutto funziona a meraviglia. La mattina precedente al giorno deputato per lo shooting principale mi siedo alla scrivania con Ilario (Villani, il fotografo) e gli espongo come avrei voluto portare la Leon ST Cupra lungo qualche strada tortuosa ed in grado di metterla alla prova, per capire davvero di che pasta fosse fatta. Abbiamo studiato a lungo la cartina e zoomato là dove le curve si facevano più insidiose e che viste dall’alto parevano quasi budella di qualche immensa creatura. Poi, una volta trovato il luogo giusto e che ci consentisse di avere anche un paesaggio abbastanza aperto per poter scatenare tutta la cavalleria, è stato il momento di cominciare a preparare l’attrezzatura. Si è fatta sera, poi notte e la Cupra era in garage a dormire, inconsapevole di quanto sarebbe accaduto il giorno seguente (e quelli dopo ancora).
Le prime luci dell’alba ci accompagnano mentre ci dirigiamo verso un luogo apparentemente sperduto ma che unisce il Piemonte con la Liguria – dove le colline stanno cominciando ad imbiondirsi e dove le strade profumano di montagna, con tornanti stretti e curve che non sono state certo disegnate per una trazione anteriore con quasi 300 cavalli. Su questo terreno di battaglia, una posteriore con passo ridotto sarebbe stata la scelta più consona, la più facile per poter vedere se sarebbero finite prima le gomme oppure la benzina, ma oggi ci troviamo alle prese con una station wagon da circa 35.000€, pensata per una famiglia normale, con il papà che ha quella voglia di pestare pesante subito dopo aver lasciato i figli a scuola. Lo spazio non manca, i sedili anteriori sono contenitivi ma comodi, quelli posteriori idem ed il vano bagagli ospita abbondantemente l’attrezzatura fotografica. La cura dei dettagli è quella alla quale ci ha abituati Volkswagen, con tutto a portata di mano, un navigatore satellitare veloce e preciso, un sistema di infotainment all’altezza dei tempi ed il DSG a doppia frizione e 6 rapporti (disponibile anche la versione con il manuale a 6 marce). Infilo la chiave e metto in moto, con il motore già caldo vado subito a richiamare la modalità CUPRA, quella che prepara sospensioni, sterzo e pedale del gas per una guida più sportiva, sposto la leva del cambio in manuale, disinserisco il controllo trazione DCC e metto le mani sul volante. Butto giù l’acceleratore e le ruote anteriori provano in tutti i modi a darmi quel grip necessario per non restare fermo in una inutile nuvola di fumo – alleggerisco quel tanto che basta e lei schizza in avanti con la lancetta del contagiri che pizzica il limitatore appena prima che io sfiori il paddle di destra per salire di marcia. Seconda, terza ed il tratto rettilineo finisce già, mi fiondo in curva prendendo quasi la rincorsa, come a voler provare a scomporre quel precisissimo assetto, ma lei non ci pensa nemmeno. Conosco bene queste strade e le chiedo più di quanto abbia mai fatto con altre vetture, lei risponde e ti trasmette sempre quella fiducia che ti consente di tenere giù il gas, da una curva all’altra e soprattutto nel bel mezzo di esse.
Gli pneumatici Michelin Pilot Sport Cup 2 sono tra i migliori in circolazione e nonostante la ridotta spalla e la larghezza del battistrada che si traduce in un leggero beccheggio quando il manto stradale non è in perfette condizioni, compensano alla perfezione nel momento in cui arrivi in curva e chiedi grip all’anteriore. Scivolando leggermente verso l’esterno con la ruota interna che riceve l’erogazione di potenza ideale, il tempo perso è minimo ed il piacere di guida non viene quasi mai intaccato, risultando nella conferma che cercavamo, quella che sancisce che questa Cupra è fenomenale. Il DSG è veloce e preciso, ma la scala di giri e la generosità del turbo ti consentono di non dover sempre scalare per poter disporre di quella spinta necessaria a fiondarsi verso il target successivo. Oltrepassiamo un ponte e ci buttiamo a capofitto lungo una serpentina molto guidata, poi svoltiamo a destra alla seconda e dopo aver fatto attenzione a non grattare con il basso paraurti anteriore, ci inerpichiamo su per una strada poco battuta. Stranamente l’asfalto è regolare, ma l’andatura è inferiore poiché la carreggiata è stretta e non vorremmo finire nei fossi a lato. Saliamo come se niente fosse ed in men che non si dica siamo a circa 1000 metri di altezza, con il 2.0cc che non vuole assolutamente mollare. Peccato per il doppio scarico, che nonostante le dimensioni emette un sound troppo timido, indipendentemente dalla modalità scelta. E poi arriva quel tornante, si proprio lui – c’è sempre un tornante particolare che risveglia in noi l’istinto più primordiale, quello che ci fa subito andare a cercare la leva del freno a mano (che in questo caso è ancora vecchia maniera). Scalo una marcia, affondo l’acceleratore, allargo, tiro la leva e sterzo tutto a destra – l’attimo dopo mollo la leva, pesto sul gas e controsterzo come se non ci fosse un domani. Come un proiettile color ghiaccio, la Leon si spara verso l’orizzonte, alla spasmodica ricerca di un’altra prova per dimostrare la sua capacità. Accostiamo, è il momento di scattare qualche altra fotografia ed intanto mi accomodo sul ciglio della strada, ad osservare la vallata, così apparentemente lontana e silenziosa, poi il mio sguardo si avvicina, percorre la strada che porta sino alla nostra Seat, posteggiata a lato ed in attesa che Ilario finisca il suo lavoro, sempre desiderosa di farci capire che lo spirito racing è presente quanto il lato pratico che è in grado di offrire.
I circa 15 giorni successivi sono trascorsi più o meno così, a confermare che i soldi spesi in benzina non sono sempre gettati al vento, ma investiti nel nostro benessere psicofisico. Tolto il fatto che offre consumi tutto sommato accettabili e che se la guidate con il cambio in automatico ed in Comfort, non vi accorgerete neanche lontanamente del potenziale che avete sotto al sedere, non nascondo il fatto che la Cupra sia stata una delle migliori auto che io abbia mai guidato. Bisogna analizzare il quadro generale, partendo da lontano e chiamando in causa alcuni importanti fattori come il prezzo, la componentistica e la praticità, aspetti che alle volte, soprattutto parlando sempre di supercars da centinaia di migliaia di Euro, diamo per scontati o non affrontiamo neppure, perché del resto che vi importa se nella vostra McLaren non potrete ficcare le valigie per il weekend? Per quello c’è altro. Esatto, stavolta c’è tutto invece. Ecco perché il giorno prima di riconsegnarla in ditta, ho guidato accompagnato da un bellissimo tramonto, proprio là dove abbiamo cominciato a conoscerci. L’ho posteggiata nello stesso identico punto e l’ho osservata in modo diverso, con la consapevolezza che sia un’auto matura in tutto e per tutto e non più una VW di serie B. Le ho parlato, le ho girato attorno osservandola come se fosse una berlinetta con motore posteriore ed un cavallino sul cofano, ma in realtà è una Seat, anzi una Cupra – e tenete bene a mente che quando vedrete scritto Cupra 290 sul portellone dell’auto di fronte a voi, sarà meglio non farla arrabbiare, o potreste ferire il vostro ego con una brutta figura. Il Sole si posa dietro le colline e tutto si fa buio, salgo a bordo, giro la chiave e faccio inversione – inutile dire che non resisto ed ancora un’ultima volta sia io che la Leon siamo d’accordo, disinseriamo il controllo trazione e scendiamo da quel piccolo angolo di intimo Paradiso come se corressimo contro il tempo. Quel tempo che giorno dopo giorno diventa sempre meno e che grazie ad auto intelligenti come queste può essere vissuto col sorriso sulle labbra, senza rinunciare alla praticità che la vita quotidiana ci impone. Ciao baby e grazie per avermi permesso di incontrarti.
SEAT LEON ST CUPRA 290 (2015-)
Layout – Motore anteriore, trazione anteriore
Motore – 4 cilindri 1984cc – turbo
Trasmissione – cambio automatico a 6 rapporti
Potenza – 290 cv @ 5600-6500 rpm
350 Nm @ 1750-5600 rpm
Peso – 1466 kg
Accelerazione – 6 sec.
Velocità massima – 249 km/h
Prezzo – da 35.000 €