Maserati Quattroporte SQ4 GranSport: Non E’ Un’Auto Per Vecchi
MASERATI QUATTROPORTE SQ4 GRANSPORT
NON E’ UN’AUTO PER VECCHI
Testo di Alessandro Marrone
Foto di Jay Tomei
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Certo che ritrovarsi in Via Ferruccio Lamborghini, nemmeno cinque minuti dopo aver ritirato la nuova Maserati Quattroporte, non può far altro che farmi sorridere. Una stupidissima foto per condividere il momento con gli amici di Instagram – ecco come si è scatenata la sfida lanciatami dai colleghi rimasti in ufficio. Mi arriva un messaggio che recita “Vediamo se, entro il tramonto, riesci a portare la regina del lusso in almeno tre luoghi differenti e che sposino la sua filosofia (fatta eccezione per hotel e ristoranti, mete troppo scontate e facili)”. Diciamocelo chiaramente, avendo una misera manciata di ore a mia disposizione e dovendo ancora affrontare oltre 300km per tornare a casa, la sfida mi è sembrata davvero “infame”, ma tirarsi indietro di fronte agli amici è qualcosa che assolutamente non va fatto, e comunque avrei dato tutto me stesso, anche a costo di dilapidare il mio conto in banca a forza di rifornire l’assetato 6 cilindri, pur di non uscire sconfitto da questo conflitto bellico da scrivania.
Per fortuna, fotografo avvisato mezzo salvato e così mi assicuro che Jay sia puntuale per dirigerci verso la mia prima meta. Ma se la voglia di sghignazzare di fronte ai colleghi è diabolicamente a mille, quella di assaporare ogni singolo dettaglio della nuova Quattroporte GranSport è altrettanta. La versione affidatami dai ragazzi di Maserati è la SQ4, ovvero quella più indicata per accompagnarvi in baita con gli sci legati sul tetto. Sfortunatamente siamo ancora a metà Settembre e di neve neanche traccia. I tratti salienti che differenziano la GranSport dalle altre versioni sono tutta una serie di dettagli che enfatizzano la sua natura sportiva, come i paraurti specifici sportivi, rifiniti da cornici e prese d’aria in Black Gloss. Ci sono le minigonne in tinta con la carrozzeria ed enormi cerchi Titano da 21” che abbracciano le pinze freno rosse. Infine, i tridenti disseminati qua e là sono attraversati da linee blu – una piccolezza direte voi, una finezza dicono in Maserati. Tutti d’accordo. Grossa e pesante chiave in tasca e si preme il pulsante d’avvio, con il V6 biturbo da 3.0cc che prende vita e le temperature che lentamente raggiungono il livello ideale per cominciare a muovere la grossa berlina.
Era il 1963 quando Maserati presentò la prima Quattroporte, che come il nome stesso suggerisce era una berlina dalle generose dimensioni con due obiettivi ben impressi: offrire il massimo lusso affiancato alle massime prestazioni, cosa che all’epoca le riuscì in pieno, risultando una delle berline più veloci, sbaragliando la concorrenza e ritagliandosi un posto speciale nel corso degli anni, con i diversi restyling ed aggiornamenti che portano fino ad oggi, alla sesta generazione. In circa 50 anni la situazione attorno è cambiata e ad insidiarne lo status di berlina di lusso per eccellenza non ci sono soltanto i top brands, ma anche le sempre più efficaci tedesche. Una gara contro il tempo, una ricerca spasmodica verso un’eccellenza che le consentirà di mantenere il suo primato, che almeno in quanto ad immagine è difficile da insidiare realmente. Ecco perché la sfida che mi è stata lanciata ha un qualcosa di saldamente radicato nel rapporto tra lusso e tempo. A me il compito di rendere Maserati ancora una volta vittoriosa, proprio come se il destino del mondo dipendesse da un gesto eroico: due eroi a cavallo del loro destriero nero (“Nero Ribelle”, dice la casa) alla ricerca della salvazione divina.
Esco da una trafficata Modena e faccio ingresso in autostrada, sorprendendomi per essere ancora nella modalità più confortevole, quella che gestisce al meglio le nuove sospensioni Skyhook ed il cambio automatico ZF a 8 rapporti, finalmente preciso, veloce e sicuro in ogni situazione. Con le mani ben salde al bellissimo volante, non posso far altro che ammirare la profusione di carbonio tutta attorno a me, mentre l’interno in pelle rossa che contrasta le superfici piano black del cruscotto, sono esattamente l’accoppiamento che chiederei se mi trovassi nella fortunata posizione di configurare una Quattroporte nuova tutta per me. Premo il bottone “Sport” e noto come il cambiamento sia percepibile all’istante, con lo sterzo che si fa più diretto e preciso, le sospensioni più decise ed il cambio che tende a tenere il rapporto inferiore, al fine di assecondare la vostra natura più corsaiola, o la vostra voglia di sorpassare chi vi precede. Certo che le 2 tonnellate di peso e gli oltre 5 metri di lunghezza non la rendono l’auto ideale per una sparata tra i tornanti di qualche passo alpino, ma nessun’autostrada sarà troppo piccola per farla correre come la sua antenata era in grado di fare, circa mezzo secolo fa. Il listino Maserati offre un’ampia scelta, passando per i più parchi motori a gasolio ed i 6 cilindri da 250 e 275cv, mentre questo V6 da 410 cavalli è forte di tutta una serie di avanguardie ingegneristiche. Cominciamo? Per prima cosa, sotto al possente cofano ci sono due turbo, uno lavora ai bassi e l’altro agli alti, rendendo così disponibile una coppia di 550Nm a soli 1750giri ed erogando la massima potenza a circa 5500giri. La curva di coppia è lineare, non c’è quasi ritardo di erogazione ed ogni volta che buttate giù il pedale del gas, verrete letteralmente eccitati dal tipico boato Maserati, che fuoriesce dai doppi terminali di scarico. Se volevo avvisare del mio arrivo, prima ancora di far comparire la sagoma della 4porte, ci sono riuscito eccome. Tendo quasi a dimenticarmi della massima priorità rappresentata dalla sfida in corso, a furia di rallentare prima di entrare in galleria, per poi seppellire l’acceleratore con i finestrini completamente aperti – e poi dicono che le berline sono auto noiose …
Ovviamente, dopo aver selezionato la modalità “Sport”, che da quando ha fatto il suo ingresso in scena, non se n’è più andata, ho sempre preferito utilizzare il cambio in manuale, consapevole che in ben poche occasioni mi son trovato per le mani dei paddle così pornografici – bilanciati a meraviglia, fissi al piantone e perfettamente a portata di mano anche quando lo sterzo puntava in una direzione piuttosto che nell’altra. In quelle fasi, quasi concitate e dove non mi facevo dire due volte di pestare pesante sull’acceleratore, il sistema di trazione Q4 mi ha dimostrato di quanto fosse capace. Premettiamo subito che si tratta di una trazione integrale “on demand”, ovvero che distribuisce trazione all’asse anteriore soltanto quando necessario, altrimenti in fase di marcia normale, le ruote posteriori sono quelle che hanno il compito di farvi muovere, lentamente o velocemente. Con il controllo trazione inserito, come del resto succederà nella maggior parte dei casi, avendo a che fare con un pachiderma di questo genere, l’elettronica gioca un ruolo importante non mettendovi mai in situazioni pericolose o impegnative, tagliando potenza alle ruote che faticano a trovare il giusto grip e rendendo l’esperienza di guida piacevole anche quando siete in ritardo per la riunione del lunedì mattina. Superato il tratto autostradale raggiungo la Riviera ligure e dopo aver fatto salire a bordo il fotografo con la rispettiva attrezzatura nel minor tempo possibile, decido di dirigermi verso il Golf Club di Garlenda, location ideale per la 4porte. Abbandonare i tratti veloci e dover affrontare il lungomare significa anche incappare in strade trafficate e piene di incroci, ma il sistema di navigazione è preciso, chiaro ed il display è di dimensioni generose come ogni cosa qui dentro. Inoltre, il menu è completamente personalizzabile a piacimento del driver, mettendo a portata di mano, anzi di dita, ogni minima diavoleria, dal clima quadri-zona, ai sedili riscaldati e ventilati, passando per le tendine posteriori e chi più ne ha più ne metta. Unico appunto sul touch screen, non abbastanza sensibile o rapido come quello degli smartphone a cui ormai siamo tutti abituati e che ritroviamo spesso su altre vetture.
Voi come entrereste in una via chiamata Via del Golf, dove ad osservarvi c’è pieno di persone “elegantemente sportive” che vi osservano come se non aveste l’età adeguata per entrare in un sacrario del relax sensoriale? Tenendo il motore sopra i 3000 giri ovvio, così che il boato della Maserati metta tutti d’accordo che delle regole ce ne infischiamo. Abbiamo bisogno di documentare il nostro passaggio qui però, ne va della nostra sfida, del nostro onore e così scendo e mi dirigo verso la Club House dove il gentilissimo segretario mi conferma la possibilità di fare tutto quel che vogliamo. No, vi fermo subito – non ho potuto disegnare tondi sul prato (anche se per un attimo mi è passato per la testa). Dopo circa 5 ore dal mio primo approccio con la nuova 4porte GranSport, scendo dall’abitacolo e colgo l’occasione per osservarla da ogni angolo. Quell’innata eleganza è rimasta intatta e si sposa alla perfezione con la voglia di sportività che traspare ampiamente dagli enormi cerchi e dai profili neri di quest’allestimento. Mi intrattengo a chiacchierare con alcuni golfisti che mi illustrano le peculiarità di quello che parrebbe essere uno dei pochissimi golf kart “Roadster” in circolazione in Italia e già fremo al pensiero della tappa successiva. Un ghigno diabolico mi si disegna in volto, quando mi rendo conto che per definizione, magari un po’ stiracchiata, la tappa all’ippodromo sarà quella seguente e chissà che la strada non sia più libera dal traffico e mi consenta di far sfogare questi due turbo. Jay è veloce e si fionda nell’abitacolo, così imposto il navigatore per la prossima destinazione e ci dirigiamo là dove avremo sicuramente un futuro lavorativo, qualora perdessimo questa sfida. Pochi chilometri dopo arriviamo alla meta. L’ippodromo è chiuso e non c’è anima viva intorno, così sfruttiamo la location per spuntare la seconda tappa sulla nostra personale lista delle “cose da fare alla svelta” e decidiamo di scatenare non una mezza dozzina di cavalli, ma ben 410. Finalmente cominciamo ad assaporare le capacità della Quattroporte di ultima generazione, con uno scatto sorprendente che la vede bruciare lo 0-100 km/h in appena 4,9 secondi, mentre grazie ad un cambio sempre pronto e veloce, la coppia motore fa sentire tutto il suo vigore, facendovi quasi dimenticare di portarvi a spasso un abitacolo ricco di pelle, carbonio e più lusso di quello che c’è nel salotto di casa vostra. Proprio il carbonio la fa da padrone con un tunnel centrale letteralmente inondato di fibra, tanto da rendere sexy anche un banalissimo posacenere.
La terza ed ultima tappa ci attende ed il sole sta per tramontare. Meglio chiamare in causa il lato più aggressivo di questo Tridente – come se sinora non lo avessimo fatto – e dirigerci verso l’aeroporto di Villanova d’Albenga, luogo ideale per portare il vostro superleggero e decollare verso una strada ben più libera di traffico rispetto a quella che stiamo affrontando. Un incrocio, un altro, una rotonda, una Panda da superare, una rotonda affrontata come se la nostra vita dipendesse da quella benedetta sfida ed eccoci varcare i cancelli del’aeroporto. Il piazzale è completamente vuoto e devo fare di tutto per reprimere il mio istinto più infantile e sistemare invece la berlinona accanto a quello che ha tutte le fattezze di un caccia ormai in pensione. I giochi di luce sono splendidi, il contrasto tra un salotto da oltre 400 cavalli ed un bombardiere mimetico sono la ciliegina sulla torta che sanciscono la nostra vittoria e l’approssimarsi della fine di una giornata lavorativa estenuante ma dannatamente ricca di emozioni. Jay spara una foto dopo l’altra e già so che saranno le immagini più belle che potrebbero raccontare un tour de force simile, ma il mio sguardo continua ad altalenare verso quel piazzale deserto, niente di più adatto per mettere alla prova il sistema di trazione SQ4 in massima sicurezza. Questo non succede, perché il destino ha avuto altri piani ed ha trasformato quello slargo sino a quel momento privo di vita, in un ritrovo per gente che voleva godersi un aperitivo con vista su aeroplani ed una grossa Maserati, che a quel punto non avrebbe potuto fare la cattiva come avrebbe voluto. Stanco ed accaldato dalle elevate temperature di fine estate, torno al comando di questa elegantissima signora, senza indugio seleziono la modalità “Sport” e decido di tornare a casa percorrendo gli ultimi 40/50km di statale lungo il Malpasso e la Baia dei Saraceni, strada panoramica che disegna tutta la costa tra Alassio e Savona. Con il braccio fuori dal finestrino ed il V6 che fa riecheggiare la propria voce contro i muri di roccia, credo di aver trovato una berlina perfettamente adulta e matura dall’animo giovane e che sa far divertire. Un po’ come un giovane nonno che porta al parco il proprio nipote e gioca a calcio con lui sinché non si fa sera ed il sole vuole andare a dormire. Le altre berline sanno fare le cose altrettanto bene, alcune anche meglio, ma non hanno un abito così elegante ed adatto a quelle situazioni che ti impongono un’etichetta. Già, perché l’eleganza è proprio come l’attitudine –o ce l’hai o non la compri ed in Maserati sanno di cosa si tratta, perché quest’etichetta l’hanno creata loro. Trovatemi una berlina di queste dimensioni e con uno stemma di questo calibro (magari la GTS con il V8 da oltre 500cv sarebbe stata anche meglio) che nel momento in cui la sistemate in garage, vi lancia un occhiolino come per dire – Sei già stanco? Quando si ricomincia? – La vostra compagna di vita che sa anche essere la vostra compagna di giochi. Fantastico, anzi eccezionale.
MASERATI QUATTROPORTE SQ4 (2016-)
Layout – Motore anteriore, trazione integrale
Motore – 6 cilindri a V 2.979cc – turbo
Trasmissione – cambio automatico a 8 rapporti
Potenza – 410 cv @ 5.500 rpm
550 Nm @ 1.750-5.000 rpm
Peso – 1.920 kg
Accelerazione – 4,9 sec.
Velocità massima – 286 km/h
Prezzo – da 126.000 €