L’Alfista
L’ALFISTA
A cura di Paolo Ghia ed Alessandro Marrone
Fotografie: Photos Lisbeth
Certi hanno una marcia in più. Sono quelli che hanno la benzina nelle vene, quelli che al posto della ninna-nanna preferivano il rombo di un motore e che non vedevano l’ora di diventare grandi esclusivamente per poter davvero sedere al sedile del guidatore e dare forma ai propri sogni. Che poi questa passione sia nata per caso o tramandata di generazione in generazione, poco importa – quella scintilla segna l’infanzia di un bambino, rappresenta l’obiettivo di un adolescente e l’ambizione di un uomo adulto. Bisogna vivere il proprio sogno e non dobbiamo mai smettere di inseguire il desiderio di assaporare quelle emozioni forti che ti stringono lo stomaco, che ti fanno tremare le ginocchia e che ogni volta è come se fosse la prima. Guidare certe automobili è come sognare ad occhi aperti, o forse meglio, dato che l’odore della benzina ti invade le narici proprio come il ruggito di un motore senza filtri ti chiede di tenere giù il piede destro, osare di più e vestire i panni dell’eroe ideale, te stesso. Il rapporto meccanico uomo-macchina era diverso, alle volte dovevi scendere a patti ed in certe occasioni ne saresti uscito sconfitto, ma oltre ad aver imparato una nuova lezione tornavi a casa con ciò che nel corso degli anni sarebbe diventata esperienza – un bagaglio di storie che basterebbe a riempire un libro e non un semplice articolo. Paolo, amico, gentleman driver, vero Alfista, custodisce una collezione di auto con tanta storia ed una vera e propria anima. Tra le tante ed interessanti cose da raccontarci, gli abbiamo posto una domanda che l’ha catapultato indietro nel tempo, proprio dove tutto ebbe inizio, e nel giro di pochi minuti ci è sembrato di vivere le sue stesse sensazioni, come fossimo tornati accanto a lui, a bordo di automobili che hanno scritto capitoli importanti del Bel Paese e non solo. Automobili che hanno scritto i capitoli più belli della vita di Paolo e della sua famiglia.
Quando è nata la passione.
“Per trovare le origini della mia passione per le automobili ed in particolare per le Alfa Romeo degli anni 60/70 bisogna andare indietro di quasi cinquant’anni !!
Era la primavera del 1965, quando Giovanni Negri, un caro amico di famiglia (così intimo da essere chiamato Zio Giovanni), si presentò con una fiammante Giulia Super color amaranto ed interni in pelle bianco panna – mi prese sulle ginocchia facendomi azionare il volante mentre la macchina procedeva nel cortile di casa. Fu un’emozione folgorante, mai dimenticata, e da allora il germe della passione attecchì indelebilmente dentro di me.
Andare in macchina, sentire il rombo del motore, guardare le oscillazioni degli strumenti, l’azionamento dei comandi – era un’attrazione fatale che faceva sembrare brevi anche i viaggi più lunghi e straordinari i movimenti che papà o mamma facevano alla guida. Tanto è vero che alla domenica, quando la macchina non veniva usata, passavo ore seduto al posto del guidatore a simulare la guida: acceleratore, freno, frizione, cambio, frecce, volante … che bei viaggi sognati! E quante automobiline collezionate, smontate, messe in fila nel corridoio di casa aspettando il rientro di papà dall’ufficio per mostrargliele e descrivergli marca, modello, caratteristiche e tutto il resto. Finalmente arrivano i 18 anni ed esattamente 2 giorni dopo averli compiuti, eccomi pronto a sostenere l’esame di guida per la patente e trasformare finalmente i sogni in realtà.
Che felicità! Meno per mia madre, la quale praticamente perse da quel giorno la possibilità di guidare la sua 500 prima, e la sua A112 poi, in quanto sempre utilizzate da me! Terminati gli studi fu il momento del primo stipendio e, poco dopo, della mia prima Alfa Romeo. Una fiammante Alfa Romeo Duetto 2000 – risultato: conto in banca a secco e macchina ferma in garage poiché mancavano i soldi per assicurazione e benzina. Ma intanto il tesoro era a casa.
Quando la famiglia, dopo qualche anno, si ingrandì con l’arrivo del primo figlio la Duetto era diventata troppo stretta ed allora fu sostituita da una berlina 2000 color beige metallizzato, con ben 17 anni di età ma con solo 21.000 km percorsi. Non si poteva rinunciare a quello splendido bialbero. Proprio no. La gioia per la nascita di Matteo era enorme, ma il dispiacere di rinunciare alla mia amata spider si faceva sentire. Un cocktail di emozioni che si sfogò in un febbrone a 39 il giorno che consegnai al nuovo proprietario la “non più mia” Duetto. Come mai, vi chiederete, la Duetto marrone è ancora nella collezione? Semplice, perché dopo poco tempo un mio caro amico se la comprò e la tenne gelosamente per oltre 20 anni. Esattamente il tempo che ci ho messo a convincerlo a rivendermela nuovamente. Ora la Duetto mi regala nuovamente le forti emozioni di un tempo e, bellissimo a dirsi, le regala anche ai miei figli per i quali dovetti anni fa rinunciare a lei.
Stessa sorte è capitata alla berlina di cui vi ho detto sopra. Dopo un po’ fu sostituita da una più moderna 33 1.5cc e prese altre strade che la portarono a percorrere oltre 200.000 km in varie parti d’Italia, a subire l’oltraggio di un impianto a metano ed a vedere il carrozziere tamponare la ruggine svariate volte negli anni. Fino al 2002, quando la vidi in vendita in Toscana per soli 350 €! Come resistere all’idea di riportarla a casa, restaurarla ed averla nuovamente in garage? Mai idea fu più economicamente disgraziata e l’operazione si rilevò un bagno di sangue per il mio portafogli. Ora però, la berlina è rinata a nuova vita e riposa anche lei nel mio garage, ancora più bella di allora. Insomma quanti appassionati possono vantare di aver comprato due volte le stesse macchine, credo pochi – forse perché per farlo, oltre che appassionati, bisogna essere anche un po’ matti.
L’ evoluzione della passione.
Con il tempo, intorno alla prima Duetto ed alla berlina, si sono succedute tante auto, alcune per brevi periodi altre per più tempo, spaziando dalla Balilla alla Ferrari ed alimentando quella che da passione si è trasformata a poco a poco in una vera e propria “malattia”, ma nello stesso tempo in “cura” grazie ai bei momenti che mi ha regalato. Cercare una macchina, trattarne l’acquisto, sistemarla, usarla, mostrarla agli amici appassionati – è un gran piacere e mi mantiene un po’ bambino anche a quasi 60 anni.
Ma tornando al tema centrale di questo articolo, un’Alfa 2000 non poteva mancare per completare il trittico ed i miei occhi si posarono sulla versione GTV. Per la verità, negli anni qualche GTV aveva soggiornato in garage, ma per brevi periodi o perché non abbastanza perfetta o perché sostituita con qualcosa di più accattivante al momento fino a che, circa un anno fa, la grigia coupé che vedete in foto con solo 49.000 km all’attivo ed un solo proprietario precedente si è affiancata alle sorelle berlina e spider, creando un terzetto perfetto ed oramai indissolubile!
Il bialbero 2000 e le corse
Ah, quei nomi indimenticabili quali Giulia GTA, Giulia TI Super, GTam, Autodelta, Monzeglio. Già Monzeglio! Chi ricorda quelle velocissime GT gialle con tetto a scacchi marrone che tante volte davano filo da torcere alle Autodelta ufficiali o a vetture ben più potenti? Preparate da un gruppo di meccanici competenti e smaliziati capitanati da un signore robusto quanto la sua passione per i motori: Renato Monzeglio appunto. Si da il caso che Renato sia nato tra le dolci colline del Monferrato, in provincia di Alessandria, proprio dove vivo io e dove ancora vive una sua nipote che, ironia della sorte, è cugina di mia moglie (a proposito di destino, ndr). Quante serate abbiamo passato a sentirlo parlare di motori, gare, prove, delusioni e vittorie. E quante meravigliose macchine ci portava al paese quando ritornava per il fine settimana da Torino dove gestiva la concessionaria Alfa Romeo di allora. E che dire di quelle bisarche piene di GT gialle e marroni che partivano per i circuiti di tutta Europa e tornavano quasi sempre vittoriose? Quante foto mi ritraevano, ancora ragazzino, vicino a quei gioielli.
Pian piano è nata in me ed in un mio carissimo amico fraterno, la voglia di non accontentarsi più delle fotografie ma di avere tutta per noi una di quelle meravigliose GTam. Ma dove trovarne una? Ed a che prezzo? E soprattutto, ne esisteranno ancora? Nell’impossibilità di dare una risposta a tutte queste domande, un bel giorno prendemmo una pazza decisione (una delle tante della nostra relazione con i motori). Costruiamoci una replica identica all’originale e così prese vita proprio quella che vedete in questo servizio.
Potrei proseguire per ore, per realizzarlo ci sono voluti tanti anni, tanta pazienza e competenza, messa a disposizione dall’Officina F.lli Ottone di Occimiano (AL), e perché nasconderlo, anche tanti soldi, ma alla fine il risultato ci ha ripagato di tutto ed è una vera gioia girare per le colline di Renato Monzeglio con una copia identica delle sue vittoriose vetture.
La passione di Paolo è contagiosa, dalle sue parole traspare una irrefrenabile voglia di trasmetterci quelle sensazionali emozioni che ha coltivato e vissuto sin da bambino. Ed ora, proprio come un tempo, basta osservarlo sedersi nell’abitacolo, mettere in moto, dare una controllata ai livello di acqua e olio e vederlo immergersi nelle verdi colline del Monferrato, scorazzando come un bambino che ha appena preso la patente, quando invece lui stesso è diventato un autentico custode di una piccola ma eccezionale collezione. Un vero Alfista dei tempi d’oro.