Techart GTstreet R: Vuoi Fare un Giro sulla Luna?
TECHART GTstreet R
VUOI FARE UN GIRO SULLA LUNA?
Testo: Alessandro Marrone
Fotografie: Giorgia Rossi
Penso di aver rovinato circa una mezza dozzina di Natali, a causa del fatto di non essere in grado di mantenere i segreti – quindi pensateci bene prima di confidarmi i vostri scheletri nell’armadio. In realtà questa volta non faccio nulla di così catastrofico ed anzi approfitto di aver incontrato gli amici di Techart al Cars and Coffee di Brescia per scambiare due chiacchiere con loro e pianificare il nostro appuntamento estivo (ecco, l’ho detto!), che mi vedrà alle prese con ben quattro delle loro specialissime Porsche. Nome che si è ormai imposto da 30 anni nel firmamento del tuning di alto livello per tutti i modelli della casa di Stoccarda, Techart è facilmente distinguibile dai competitors per essere in grado di unire una forte connotazione estetica fatta di colori iridescenti e carbonio a profusione, ad un upgrade motoristico che sfiora la razionalità. La GTstreet R, una delle ultime creazioni, ha creato molto scalpore in ufficio, merito anche delle strepitose foto di rassegna stampa che l’hanno accompagnata, ma vederla in carne ed ossa e poterci salire a bordo ha assunto un sapore ancora più delizioso, facendomi pregustare i giorni che passerò a Leonberg in loro compagnia.
Seppure provi a mimetizzarsi nel verde prato di Corte Francesco (a Montichiari), la GTstreet R non riesce nel suo intento di non catturare gli sguardi sbigottiti dei partecipanti all’evento odierno. Sistemata affianco ad una 911 Carrera Cabrio – sempre preparata dal tuner tedesco – spicca per un look estremo, ricco di dettagli che vengono scoperti soltanto dopo aver calcato lo sguardo per ogni suo centimetro. Cominciamo col dire che è basata sulla 911 Turbo S di seconda generazione e dotata della trazione integrale accoppiata ad un 3.8cc twin-turbo posizionato a sbalzo dopo l’asse posteriore. Ad un occhio distratto potrebbe quasi sembrare una GT3 RS – del resto la Turbo condivide con lei il corpo vettura più largo – anche grazie alle prese d’aria sul passaruota anteriore, che però sono di dimensioni maggiori. Siede su grossi cerchi monodado da 20 pollici che calzano Michelin Pilot Sport Cup 2 (da 265 all’anteriore e 325 al posteriore) e posteggiata sul manto erboso, sembra essere ancora più premuta a terra, quasi come un serpente velenoso pronto a sferrare il suo attacco mortale. Ma più che una serpe assassina, la GTstreet R sembra un vero e proprio razzo pronto al decollo ed il tuning meccanico non fa altro che confermare le impressioni che un look così minaccioso vogliono trasmettere. Da 580cv si passa a 720, con una coppia massima che da 750Nm arriva a 920Nm – sono cifre incredibili, che hanno un pizzico di irrazionale che rende il tipico pragmatismo di Porsche un lontano ricordo. Non è una semplice cavallina elaborata, questo è un ibrido a metà strada tra un unicorno ed il diavolo stesso. Proprio lo scarico con i quattro terminali in fibra di carbonio è lo strumento che da voce a tutti quei cavalli desiderosi di essere scatenati su qualche strada di montagna o in pista, consapevoli che poche strade al mondo permetteranno di scaricare a terra tutta quella furia cieca e di lasciare un incontrastato solco di pneumatici su un asfalto che di opporre resistenza non ne ha la minima possibilità.
Ma quello che sorprende è invece la natura di una delle Porsche più performanti di sempre, la quale viene mantenuta intatta, nonostante sia portata ad un livello superiore. La GTstreet R, avendo anche scambiato due parole con lo YouTuber Shmee150 (che ha guidato questo primo esemplare per svariati chilometri sino alla kermesse bresciana) ha una doppia natura che la rende una quasi mansueta compagna di viaggio, pronta a scatenare l’Armageddon non appena decidete di mettere alla prova il lavoro svolto da Techart. L’assetto è più rigido ed ottimizzato per una maggiore violenza in accelerazione, il kit aerodinamico è il risultato di un lavoro certosino che non ha lasciato nulla al caso, come l’aerodinamica attiva e la possibilità di posizionare lo spoiler posteriore per creare la downforce ideale. Proprio questa apparentemente scontata appendice è testimone chiave di uno sviluppo ingegneristico e di un design degno di essere mostrato ai posteri come opera d’arte meccanica. Ci sono badge sparsi un po’ ovunque, dal posteriore, allargato e reso ancora più aggressivo grazie ai pannelli in carbonio, i quali peraltro ricoprono l’intera vettura, fatta eccezione che per le portiere e qualche altro centimetro quadrato. Le prese d’aria sono più grosse, i radiatori più inclinati, appendici che non sono lì solo per esigenze estetiche ma per una funzione ben precisa e poi, una volta giunto il momento di aprire gli sportelli, continuiamo ad apprezzare la cura per il dettaglio. Il cofano anteriore è un sottilissimo foglio di carbonio, con inciso internamente il marchio Techart. Il tetto panoramico è la conferma che un’arma da oltre 700 cavalli è comunque in grado di regalare anche un altro tipo di emozioni, se ci si trova a guidare nel luogo ideale. E proprio all’interno dell’abitacolo si respira un’atmosfera speciale, grazie ad alcantara e tanto altro carbonio a vista. I sedili sportivi finemente cuciti offrono un’ottima ritenuta – indispensabile quando si mette alla prova uno 0-100 di appena 2,7 secondi ed una top speed di 340 km/h, mentre il volante, la leva del PDK a 7 rapporti ed altri dettagli sulla plancia ripercorrono il pattern cromatico di quel Daphnegreen che rende così distinguibile ed unica la GTstreet R.
Niente spazio per i passeggeri dietro, ma una gabbia che irrigidisce ulteriormente un assetto affilato come una lama e lascia giusto spazio – in questo allestimento Clubsport – per qualche oggetto, come per esempio il bellissimo casco integrale, sempre in Daphnegreen. Non voglio assolutamente sostenere che sia l’auto ideale per la convivenza quotidiana, ma a conti fatti mantiene il DNA di una Porsche e lo abbina a prestazioni da hypercar, con un look che non passa di certo inosservato e con la guidabilità di una “normalissima” 911.2 Turbo. Se prima il motore era degno di un cacciabombardiere, ora si avvicina a quello di un’astronave, pronto a portarvi sulla Luna in un battito di ciglia. Non tutta Europa ha le Autobahn, dove poter sfruttare realmente tutta questa riserva di potenza, ma la trazione integrale e la perfetta sincronia di un motore biturbo di ultima generazione, saranno in grado di rendere ogni giornata trascorsa al volante in un’occasione speciale. Aggiungete circa €170.000 al salvadanaio per la nuova Turbo S ed avrete un pezzo esclusivo, completo sia sotto il punto di vista estetico che quello meccanico – in alternativa spulciate il catalogo Techart e spuntate le opzioni alle quali non intendete rinunciare. Una creazione coraggiosa, estrema e che ha dimenticato come si parla sottovoce, ma del resto se vuoi realizzare un progetto ambizioso, tanto vale farlo in grande.
Il nostro appuntamento con i ragazzi di Techart è per quest’estate. Non perdete i nostri prossimi numeri dove ripercorreremo la storia dei primi 30 anni dell’azienda e proveremo i più interessanti nuovi modelli.
TECHART GTSTREET R (2017-)
Layout – Motore posteriore, trazione integrale
Motore – 6 cilindri 3.8cc – twin-turbo
Trasmissione – cambio automatico a 7 rapporti
Potenza – 720 cv @ 920Nm
Accelerazione – 2,7 sec.
Velocità massima – 340 km/h
Prezzo – circa 372.000 €