Performance Tour: Lotus Exige Sport 350 – Ancora Una Volta sul Turini
PERFORMANCE TOUR: EPISODIO II
LOTUS EXIGE SPORT 350
ANCORA UN GIRO SUL TURINI
Testo: Alessandro Marrone
Fotografie: Andy Williams
La magia – quella che riesci a vedere soltanto se stai realmente guardando, quella che ti fa sobbalzare con un brivido che percorre tutta la schiena e che, anche dopo qualche giorno, continua a lasciare quel sapore in bocca, quasi a volerti far aggrappare agli ultimi brandelli di una sensazione che assume sempre più le sembianze di un ricordo. Ogni essere umano vive di magia, di chimica, di quelle inspiegabili attrazioni verso qualcuno o qualcosa e, in men che non si dica, tutta la nostra vita si trasforma ed il percorso che ci apprestiamo a seguire ci rende unici in mezzo a oltre sette miliardi di altri esseri umani. Ogni giorno, alzandoci da letto al mattino, ci apprestiamo ad affrontare quella che sarà una giornata diversa dalle altre, senza avere un libretto di istruzioni, senza sapere cosa sarebbe meglio fare e quei bivi che dovremmo evitare – poi ci sono quei giorni che riempiamo di una fortissima emozione chiamata adrenalina, un po’ come quando si tratta di prendere le chiavi dell’auto giusta e portarla là, dove osano le aquile.
Il Col de Turini è diventato ormai una sorta di seconda casa per noi di Auto Class, tanto che non rappresenta soltanto la tappa principale di uno degli eventi che teniamo annualmente e che porta decine e decine di supercars ed auto sportive a condividere con noi questa scarica di passione, ma si è imposto come il miglior banco di prova per quelle auto che promettono di avere qualcosa in più. Tornante dopo tornante riesci a immergerti e sentire quelle emozioni che hanno reso questa strada poco sopra Mentone, uno dei tratti più iconici della storia del motorsport – il Rally di Montecarlo ha dato il proprio verdetto, catapultando piloti nell’Olimpo delle leggende e mettendo a dura prova le abilità di ogni partente, aumentando la difficoltà degli stages con neve, ghiaccio e le tenebre della notte. Per questo secondo episodio del Performance Tour, abbiamo portato una delle Lotus Exige della Gino Luxury & Motorsport proprio qui, per capire se una delle vetture più prestazionali di Hethel fosse in grado di superare la prova che reputiamo più ardua di tutte, fatta di resistenza meccanica e di una fondamentale capacità di adattamento nel percorrere una strada in continua trasformazione – prima larga e scorrevole, poi stretta e tortuosa, per terminare in una serie di tornanti e strettoie che vengono spremute tra una parete di roccia perfettamente verticale ed un precipizio che non lascia spazio ai dubbi.
La Exige Sport 350 prende tutto ciò che di buono rappresenta la Exige S, e quindi un corpo vettura più largo e massiccio, in grado di ospitare due occupanti ed un grosso (soprattutto per gli standard di Lotus sino a pochi anni fa) motore da 6 cilindri a V, dotato di un sovralimentatore Harrop da 345 cavalli – porta il tutto ad uno step successivo. Come? Attraverso una dieta che ferma l’ago della bilancia a 1.125kg ed alcuni accorgimenti che rendono non soltanto il look più aggressivo e dinamico, ma gli stessi feedback al volante più diretti e precisi. Facile distinguerla grazie allo splitter anteriore, al nuovo spoiler al posteriore e soprattutto alla copertura del vano motore con profili orizzontali, in questo caso c’è un cambio manuale a 6 marce, che è proprio ciò che avremmo voluto. Trattandosi di una Lotus, state pur certi che vorrete trascorrere la maggior parte del tempo seduti al volante, sfruttando ogni singolo briciolo dell’energia che è in grado di trasmettere. Infatti, usciti dall’autostrada, non indugio oltre e comincio a percorrere i primi chilometri verso Sospel, assaporando ciò che da lì a poco avrebbe reso questa giornata “in ufficio” più speciale di tante altre.
La prima volta che ti cali nell’abitacolo, dopo aver maledetto tutte le scuse che hai sempre trovato per non metterti a dieta, ti senti un po’ spaesato: la seduta è rasente al suolo ed il piccolo volante con la pedaliera disassata sembrano volerti confondere ancora di più. Ma poi, una volta messo in moto il V6 dietro le tue spalle, ti rendi conto che in realtà c’è tutto quello che ci deve essere: sedile, tre pedali, una leva del cambio ed un volante che ospita soltanto i due piccoli comandi del clacson. Ecco come deve essere un’auto sportiva ed ecco che aperte le valvole dello scarico, il ruggito baritonale entra nell’abitacolo in maniera ancora più insistente. I finestrini sono già abbassati ed i raggi del sole sembrano essersi messi d’accordo con le vampate di calore che arrivano da dietro; in questi casi la soluzione migliore è quella di pestare l’acceleratore e focalizzare la propria attenzione sulla strada. Dopo i primi chilometri mi sento già in confidenza con la Sport 350 e così decido che sia giunto il momento di ritardare le frenate, notando come gli AP Racing abbiano probabilmente stretto un patto col diavolo – precisi, potenti e senza alcun tipo di fading, nonostante un utilizzo a dir poco intenso. Le case a bordo strada diventano sempre meno e come se si fosse aperto un passaggio segreto, il paesaggio si apre e le maestose pareti rocciose sembrano abbracciare un serpente d’asfalto che sinuosamente si muove verso l’alto, ogni tanto scomparendo dietro una curva, per poi inseguire la propria coda con pazzeschi tornanti e curve di ogni raggio possibile. Sembra incredibile che la mente umana sia stata in grado di disegnare un capolavoro del genere, ma tutto ciò che intendo fare in questo momento è cavalcare l’onda perfetta, con la Sport 350 che ha preso un ritmo indiavolato e si lancia da un tornante all’altro come un proiettile che rimbalza sulle pareti di una stanza blindata. Il piccolo volante è il mio collegamento con la strada sotto di me, ogni minimo movimento si traduce in una reazione immediata del telaio ed ogni ordine che impartisco ritorna al mio cervello con le indicazioni utili per impostare meglio la curva successiva. Sembra di essere nel bel mezzo di un flipper, a guidare una pallina bianca lanciata a folle velocità, che senza la minima fatica, ha lasciato indietro due motociclisti che pensavano di poter fare la voce grossa. No, oggi no.
La Exige Sport 350 non passa inosservata – il rombo del motore è un indizio che mette in guardia sul fatto che non si tratti di qualcosa da femminucce, ma le dimensioni tutto sommato contenute (4 metri di lunghezza e 1,80 di larghezza) e quello sguardo amichevole delineato dai fari anteriori a goccia, traggono in inganno quelli che non hanno idea di cosa si trovino di fronte. In realtà, nonostante il suo look “allegro”, affilato da quei piccoli dettagli aerodinamici che caratterizzano la Sport 350, questa Exige è sorprendente come trovare qualcosa di eccitante nell’uovo di Pasqua. E mentre intorno a me tutto si muove freneticamente, resto concentrato e con le mani ben salde sul volante, senza patire l’assenza del servosterzo, né alle andature più sostenute, né quando rallento ed ingrano la prima per affrontare i tornanti più lenti. In quel momento, buttare giù il gas è d’obbligo, la coda si allarga verso l’esterno ma con una naturalezza impressionante punti il volante verso la direzione opposta rispetto alla curva, appena mezzo giro e senza aver alleggerito il piede destro dall’acceleratore, il muso della Exige è perfettamente dritto, ad un paio di centimetri dal muretto che corre verso il tornante successivo. Lo faccio una, due, tre volte – poi comincio a pensare che sia l’auto che sta giocando con me e che vuole farmi credere di essere diventato un “Texas Ranger” del Turini. Nel dubbio le chiedo di più e lei, impassibile, risponde con reazioni sempre prevedibili, un grip pressoché infinito ed un’energia disarmante. Anche il divertimento è un continuo crescendo, quella spensieratezza che ha spostato la nostra personale lancetta delle performance ben oltre quanto ci saremmo aspettati. Ovvio che rallentando il passo e godendoci il paesaggio, la giornata lavorativa resterebbe comunque di alto livello, ma voi lo fareste davvero? Voglio dire – con un’auto del genere, su una delle strade più magiche al mondo – davvero pensereste di accendere l’autoradio?
Tutto è ridotto all’essenziale, i sedili sono anche comodi, e nonostante siano regolabili soltanto in profondità, trovare la posizione di guida ideale è un attimo. Capire come salire e soprattutto scendere è stato invece un po’ più complicato, sino a quando ho ascoltato i consigli del fotografo, cominciando a mettere per terra prima entrambi i piedi, evitando così di contorcere la schiena in modi indicibili. Dietro al volante, un display semplicissimo, con indicatore di benzina digitale e tachimetro e contagiri analogici. Poi, affianco alla gamba destra, esattamente dove l’avreste voluta, c’è la leva del cambio con meccanismo a vista (optional). Gli innesti sono precisi, l’impugnatura è fantastica e ti invita ad usare dei guanti, ma sentire il freddo pomello ad ogni cambio marcia aumenta la sensazione di essere un tutt’uno con questo oggetto meccanico in grado di esaudire i nostri desideri di guida più sconci. E proprio mentre credi di aver già chiesto il massimo a te stesso ed alla Lotus, arrivo in cima al Col de Turini e senza fermarmi mi fiondo giù, verso La Bollène-Vésubie, per i 12 chilometri più caldi che possiate trascorrere al volante di un’auto. Qui non si scherza più, la discesa aumenta involontariamente l’andatura e sollecita maggiormente freni e riflessi, altri tornanti ti mettono alla prova ed un tratto più guidato e veloce sembra volerti catapultare nella gola di una creatura infernale. Senza rendertene conto, hai oltrepassato il tuo limite e nonostante ti renda conto che si debba mollare il gas, ti senti come posseduto e prosegui verso il fondo, sfruttando ogni centimetro della strada in entrata ed in uscita di curva, spaccandoti i timpani nel momento in cui vieni ingoiato nei bui tunnel di roccia e tirando un sospiro di sollievo quando questa discesa nell’abisso termina senza danni.
Fermo l’auto non appena la strada me lo consente, scendo e mi allontano di qualche metro, con lo sguardo che rimbalza tra il paesaggio mozzafiato e la piccola Lotus che grande e forte di un V6 sovralimentato, riesce a farti provare emozioni da supercar con un prezzo da auto sportiva. Se avessi potuto scegliere una sola vettura per percorrere ancora una volta questa incredibile striscia d’asfalto, non avrei potuto chiedere di meglio – e come un portale segreto nascosto dietro ad un muro che tutti vedono, ma oltre il quale soltanto pochi riescono ad addentrarsi, il Col del Turini mi ha accolto dandomi tutti gli strumenti necessari per mescolare il sangue con adrenalina, chiuso in una sportiva bollente e rigida ma mai traditrice, che mi ha accompagnato attraverso un vortice di emozioni tanto crude quanto pure. Sarebbe potuta finire male, molto male, se soltanto avessi pensato di essere migliore di lei, o se anche avessi sottovalutato il terreno di gioco, ma fortunatamente tutto è andato come doveva e durante il viaggio di ritorno, con il motore che ha potuto rilassarsi insieme a me, ho provato quell’appagamento che sanciva inequivocabilmente che non ci sono mai limiti nella vita, a meno che non siamo noi stessi a imporceli. Ancora una volta sul Turini ed ancora una volta è stata magia, quella che riesci a vedere soltanto se stai realmente guardando, quella che su un foglio si traduce in uno 0-100 di appena 3,9 secondi, ma che tu comprendi provando sulla tua pelle traducendo il tutto in compressioni degli organi interni, quando schizzi da una curva all’altra, sentendo il posteriore che alleggerisce – ed in quel momento apri il passaggio segreto, ma soltanto se hai abbastanza fegato per tenere giù il gas. Per asciugarti il sudore dalla fronte, ci sarà tempo dopo.
LOTUS EXIGE SPORT 350 (2017-)
Layout – Motore centrale, trazione posteriore
Motore – 6 cilindri a V 3.5cc – supercharged
Trasmissione – cambio manuale a 6 rapporti
Potenza – 345 cv @ 7.000 rpm
400 Nm @ 4.500 rpm
Peso – 1.125 kg
Accelerazione – 3,9 sec.
Velocità massima – 274 km/h
Prezzo di listino – da 78.230 €