Maserati Ghibli Diesel: Alla Larga Dai Pregiudizi
MASERATI GHIBLI DIESEL
Alla Larga Dai Pregiudizi
Testo: Alessandro Marrone
Fotografie: Andy Williams
Ogni giorno, migliaia di appassionati litigano dividendosi in diverse fazioni secondo le quali ognuna di esse tiene la verità stretta in mano – o perlomeno lo crede. Non si accettano mezze misure, non si accettano ragionamenti di alcun tipo e sempre più spesso, soprattutto nel favoloso mondo di Internet, si degenera scendendo nel ridicolo più velocemente di come si precipita nel baratro dell’ignoranza. Facendo parte del mondo automotive, dal punto di vista giornalistico, diventa sempre più difficile far arrivare a tutti le sensazioni che si provano alla guida di una vettura, spesso minate da quell’alone di pregiudizi o false convinzioni che si è già insediato nella mente dei più ed, in men che non si dica, battute o sentenze fredde come una lapide diventano luoghi comuni nel quale far morire la voglia di confrontarsi con altri appassionati. Ne abbiamo sentite di tutti i colori, a partire dalla guerra tra cambio automatico e cambio manuale, passando per trazione integrale o trazione posteriore, sino a quella più classica, dove nessuna auto a gasolio meriti alcun tipo di attenzione. Porsche e Maserati sono state così letteralmente assalite nel momento in cui hanno “sporcato” i propri stemmi di tale disonore, senza però domandarsi sul reale interesso di un brand in termini di marketing, volume di vendite e compagnia bella. Non starò a fare un elenco di questi stessi motivi e tantomeno voglio convincere qualcuno che ci sia del buono anche in assenza di un portentoso V8 a benzina, magari aspirato, ma vorrei e spero di arrivare a chi ha davvero fame di conoscere la nuova Maserati Ghibli Diesel nel modo migliore, da appassionato ad appassionato, perché dopotutto non abbiamo sempre bisogno di 500 cavalli, ma alle volte ci basta sapere di poter contare su un buon compromesso, senza girarci intorno, senza giocare a nascondino dietro ad un dito. Poniamoci due domande, senza necessariamente pretendere di sapere le risposte.
Eccola, la Maserati Ghibli dei giorni nostri, aggiornata proprio nel 2017 e nella motorizzazione più insolita che avreste pensato di trovare, quella a gasolio. Diventa tutto più difficile e complicato – quasi contorto – ma avendo a che fare con un’automobile, in fin dei conti, si riduce tutto ad una semplice questione – sarà un’auto divertente da guidare? Nonostante non ci sia il classico motore a benzina a spingerla e ad emettere dagli scarichi una tra le colonne sonore migliori nel panorama automobilistico, e quindi ripeto: sarà divertente? L’esperienza con la Ghibli Diesel comincia in quel di Modena, dove in bella mostra di fronte alla factory, la nostra Ghibli sfoggia un colore elegante come il Blu Emozione, in perfetto contrasto con gli interni in pelle tan ed i grossi cerchi GTS forgiati da 20 pollici. Una configurazione che non lascia spazio a dubbi circa la qualità e l’amore per il gusto estetico, ma ovviamente lo sappiamo tutti. Le giri attorno e non noti nessun particolare che possa rimandare al fatto di non avere un motore a benzina sotto al grande cofano: non ci sono badge, gli scarichi sono le due classiche coppie di terminali sdoppiati ed il tutto è in perfetta armonia, a metà tra la sportività del prestigioso Tridente modenese e l’eleganza di un marchio che ha cent’anni di storia. Con la grossa e pesante chiave in mano, mi avvicino allo sportello del lato guida e mentre apro vengo letteralmente investito da un abitacolo che ti fa venire voglia di vendere casa e prendere la residenza su queste morbidissime e comodissime poltrone in pelle – l’allestimento di questo esemplare è qualcosa di pazzesco, con pedaliera in alluminio, cielo in alcantara, impianto stereo Harman Kardon e tanti altri ammennicoli che renderanno la convivenza dei prossimi giorni ancora più piacevole. In questo caso abbiamo anche le sospensioni Skyhook, un must per portare l’esperienza di guida su un altro livello, ma di questo ne parleremo a breve. Non attendo oltre e mi siedo al volante, accolto dal classico tre razze multifunzione che sovrasta quegli enormi paddle, tra i migliori in assoluto sul mercato. Il sistema di infotainment, al pari di quello provato lo scorso anno sulla Quattroporte, è più veloce ed intuitivo rispetto a prima, con un menu completamente personalizzabile secondo le preferenze del guidatore ed uno schermo grande e ben visibile anche sotto i raggi del sole. Per controllarlo si può utilizzare la rotella situata dietro la leva del cambio, oppure direttamente tramite il display touch.
Finalmente sono di nuovo al volante di una Maserati e durante i giorni di test ho avuto conferma di quanto ti faccia sentire speciale quel tridente sul volante, proprio come l’orologio analogico al centro del cruscotto. La seduta è perfetta, grazie anche alle molteplici regolazioni delle poltrone, e l’aspetto complessivo è molto vicino a quella della sorella maggiore Quattroporte, ma più omogeneo, soprattutto nel tre quarti posteriore, che sembra più aggraziato e con le giuste proporzioni. Vederla sfilare o ammirarla posteggiata è come fermarsi a bocca aperta di fronte ad un quadro al Louvre, l’ideale è sedersi e perdersi nella contemplazione dei dettagli, di quelle cromature e di quella calandra all’anteriore, una bocca che ha voglia di divorare chilometri e chilometri di strade, ma stavolta con una sensibilità diversa rispetto al solito, senza prosciugarvi il conto in banca e soprattutto, risultando davvero ideale per qualsiasi tipo di spostamento. Ho indugiato un poco, lo ammetto, ma del resto dopo essere bombardati di dati, informazioni ed al tempo stesso da impressioni e conclusioni di qualsiasi tipo, pochi test hanno richiesto così tanta delicatezza come questo. In rare occasioni mi sono seduto ed ho pensato, pensato ed ancora pensato, prima di capire, prima di costruire un’impressione che fosse il frutto di un’analisi che prendesse in considerazione fattori diversi da quello che solitamente ci occorre per divertirci su un’auto sportiva. Si, sportiva, perché Maserati, seppure rappresenti la quintessenza del lusso, va a braccetto anche con la sportività, ed è qui che entra in gioco quel miscuglio di sensazioni che ho provato per la prima volta, mettendo l’auto in modalità Sport. La risposta dello sterzo si fa più sensibile, anche l’acceleratore sembra trasmettere più brio, ma soprattutto ricevo tutta una serie di input sensoriali che non avevo mai provato su un’auto diesel. Sarà merito del perfetto matrimonio tra telaio e lo splendido cambio automatico a 8 rapporti, o magari delle valvole dello scarico che vanno ad eliminare quasi totalmente quel tipico rumore di un motore a gasolio e ricordano, seppur artificialmente, il sound di un benzina. Questo V6 è magia nera. Non ditemi che sia un errore, perché sarebbe da pazzi avere a disposizione (e capacità) tecnologie tali da poter rendere migliore l’esperienza di guida a bordo dell’auto che magari avete acquistato per utilizzarla 365 giorni l’anno, per andare al lavoro, in ferie e per attaccare qualche strada tortuosa, senza dover rimpiangere di aver lasciato la sportiva vera a casa.
I tornanti dell’ultimo minuto non saranno un problema quindi, il peso c’è – stiamo parlando di circa 1.800kg – ma il bilanciamento è impeccabile, i freni potenti e la coppia sempre disponibile e davvero generosa grazie ai suoi 600Nm, sfruttabili tra i 2000 ed i 2600 giri. La spinta non dura poco come sembrerebbe, i 275cv fanno un egregio lavoro e la velocità e la precisione del cambio contribuiscono a rendere progressiva e costante l’accelerazione, garantendo facilità in qualsiasi manovra di sorpasso. Il 3.0cc è un piccolo gioiello al quale piace essere trattato bruscamente, non vi tradirà e non vorrà nemmeno essere dissetato più del dovuto (5,9 l/100km nel ciclo misto), pronto a svolgere il ruolo che voi stessi gli imporrete. La Ghibli è una bellissima donna sulla quarantina, ha esperienza, sa il fatto suo e non teme il confronto con le giovanissime, ma al tempo stesso pretende il rispetto che merita, va capita per davvero e darà il massimo soltanto se dimostrerete di esserne all’altezza. Prendete qualche sua piccola sfumatura sottogamba e non la capirete, nella maniera più assoluta. La mia passione per le strade di montagna non vuole starsene da parte e così eccomi a sfidare qualche dozzina di regole logiche che non vedrebbero felice l’equazione berlina diesel + tornanti + controllo trazione disattivato + strada di montagna. In realtà non è così ed è in quel preciso momento che il mio apprezzamento verso quest’auto viene elevato ad un livello superiore. Nel momento in cui abbandono il caos cittadino o le veloci corsie autostradali, mi ritrovo realmente a tu per tu con la Ghibli e – tassativamente in modalità Sport – noto come l’anteriore comunichi in maniera intima con la strada. Ogni minimo comando che impartisco sulla corona del volante viene immediatamente trasmesso alle ruote anteriori, mentre quelle posteriori gestiscono la grande riserva di coppia e la trazione; in uscita di curva, dimenticandomi di dover indossare i panni di una persona seria, affondo l’acceleratore ed il posteriore allarga. Il movimento reso necessario è brusco, controsterzo con decisione e l’auto si raddrizza in un baleno, con il muso che punta nuovamente verso la curva successiva – non faccio altro, non tanto perché non sia il luogo ed il momento adatto, ma perché sono scioccato dalla precisione, dalla dinamicità, dalla motricità, da tutti quei feedback che mi sono arrivati, permettendomi di gestire con estrema facilità una manovra che non si addice certo ad una berlina di questo tipo. Straordinaria, proprio come la sensazione nell’appoggiare tre dita su quei grossi paddle e salire o scendere di marcia, o come accostarla ed ammirarla per ore, notando che nessuno in strada sappia resistere al suo fascino.
Arriva il momento di effettuare rifornimento ed è qui che vengo finalmente alla mia personale resa dei conti con la Ghibli Diesel. Le uniche tracce che rimandano al tipo di carburante sono nel vano motore, dal bocchettone per il rifornimento e sul contagiri, che a 4.750 giri ha la linea rossa. Non lasci altre tracce, se temi questo, ma il punto è proprio che non c’è niente di disonorevole, perché dopo averla provata su ogni tipo di strada ed averla davvero sfruttata come si addice ad una creatura del Tridente, ti rendi conto che ha tutte le carte in regola per sfoggiare quel simbolo di lusso, eleganza e sportività. Parliamoci chiaro, senza peli sulla lingua – con 68.000€ c’è la possibilità di portarsi a casa una Maserati (nuova di pacca) e la reale concretezza di poterla guidare ogni singolo giorno che Dio ci concede in terra. Pratica, versatile, comoda per quattro persone (ha 5 posti) e diversi bagagli – e poi è maledettamente sexy, a differenza delle sue principali concorrenti, altrettanto abili nell’essere delle ottime automobili, magari anche più performanti (a parità di motorizzazione), ma che esteticamente non fanno girare neppure la metà delle teste. Un’italiana che oltre ad uno splendido vestito ha tanta sostanza e la capacità di far divertire alla guida, ribattendo nel modo migliore le critiche ed i pregiudizi di quegli “appassionati” che aborriscono all’idea di una Maserati Diesel. Perché i fatti sono meglio di mille parole.
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MASERATI GHIBLI DIESEL (2017-)
Layout – Motore anteriore, trazione posteriore
Motore – 6 cilindri a V 2.987cc – turbodiesel
Trasmissione – cambio automatico a 8 rapporti
Potenza – 275 cv @ 4.000 rpm
600 Nm @ 2.000-2.600 rpm
Peso – 1.875 kg
Accelerazione – 6,3 sec.
Velocità massima – 250 km/h
Prezzo – da 68.803 €