London Taxi: Quanto Lo Conosciamo Davvero?
Tutti la conoscono perché ha popolato le strade inglesi per molti decenni, soprattutto le grandi città, subendo pochi cambiamenti estetici che l’hanno resa popolare in tutto il mondo ed anche per chi non ha visitato Londra, impossibile non riconoscerla in migliaia di film. Pochi però sanno realmente come si chiama questa vettura, conosciuta semplicemente come: “Taxi inglese”. Il modello del servizio è del 1996, anche se la sua linea ricalca esattamente quella della precedente Austin FX4 (negli anni 50 fu prodotta dalla British Motor Corporation, poi dal 1968 sino al 1982 dalla British Leyland; poche le differenze a parte i paraurti che precedentemente erano arrotondati e cromati, così come le maniglie delle portiere, le borchie ruote e poco altro. Torniamo a questo esemplare che si chiama Carbodies Taxi FX4 Fairway, con motore diesel Nissan da 2.664cc aspirato (prima del 1989 il motore era quello della Land Rover) e prodotta appunto dalla ditta Carbodies tra il 1985 e il 1996. Essa lascerà l’eredità al modello TX1, rimodernato anche nell’estetica, sempre però mantenendo una stretta somiglianza.
Per prima cosa va detto che è ovviamente difficile trovarne con guida a sinistra, anche se non impossibile, ma dato che è dotata di cambio automatico, la guida non crea nessun problema. Le portiere ad armadio si aprono a 180°, sono previste anche pedane per far salire agevolmente una persona con la carrozzina, i posti posteriori offrono un ampio divano con due seggiolini pieghevoli da usare in caso di salita di 5 passeggeri. Alla sinistra del guidatore normalmente non esiste sedile, infatti lo spazio è dedicato al carico bagaglio ed una lunga maniglia con catenella che permette all’autista di poter chiudere la portiera agevolmente. Va però detto che è prevista come optional la possibilità di montare un sedile ribaltabile come quelli posteriori. Tra abitacolo e passeggeri c’è un divisorio totale che nella parte centrale dispone uno sportello scorrevole apribile. La vettura è dotata di servosterzo e proprio il raggio di sterzata è una delle qualità di questo Taxi, che riesce a fare inversione di marcia in uno spazio ridottissimo. La manovrabilità è ottima, così come risulta fluida la guida. Certamente lo scatto non è il suo forte, appare molto lenta e se si deve affrontare una strada di montagna … beh, ci vuole tempo e pazienza, ma dopotutto è nata per un uso cittadino.
Tornando al volante, si hanno sottomano tutti gli strumenti necessari, vicino alla leva del cambio automatico c’è il tasto dell’overdrive, al centro un ampio e profondo cassetto sotto al bracciolo, alzacristalli elettrici anche al posteriore, tetto apribile nel vano guida ed il sedile ha una regolazione davvero completa che permette di trovare la posizione ideale. Esteticamente si presenta con la sua linea inconfondibile, tetto rivestito in vinile, con il “periscopio” per la scritta Taxi che si illumina. Il grosso cofano anteriore bombato con la sua alta griglia frontale che la fa sembrare molto più datata di quello che è in realtà, ma è appunto un classico; i fari posteriori tipicamente British, la targhetta bianca al centro del baule serve per riportare il numero di licenza del taxi, la maniglia del bagagliaio si apre tipo “vecchia Mini”. Ci sono poi paraurti cromati e rivestiti di gomma, più gli angolari, le ruote sono ornate da grosse borchie cromate che mimetizzano la carreggiata stretta. Il motore robusto permette chilometraggi fuori dal comune e come detto non bisogna avere premura, può capitare di usare la FX4 anche come furgone, dato che la sua capacità di carico interno è estremamente generosa. Certo che viaggiare con una vettura così al di fuori dal suo habitat naturale farà girare la testa a molti, un po’ come se andaste in giro con una Lamborghini, ma incontrerete solo sorrisi e non invidia come accade con le supercars moderne, ed anche questa dopotutto è una caratteristica unica.
Testo e Foto di Roberto Marrone