Alpi, Crepuscolo, Porsche GT1 e Mercedes AMG CLK GTR
Alcuni affermano che il Paradiso non esista. Certo, anche io lo pensavo prima dello scorso settembre. Pensate alle 60 auto più esclusive degli ultimi decenni. E pensatele pure tutte insieme per un weekend in un paesino Svizzero di montagna. Fatto? Ecco, questo è stato il Supercar Owners Circle Weekend ad Andermatt, ed io ho avuto il privilegio di viverlo e fotografarlo.
Già mi era stato dato un assaggio di ciò che avrebbero poi organizzato in occasione dell’evento definitivo con un piccolo “prologo” a Milano e dintorni, ma questa volta era tutta un’altra cosa.
Non ero mai stato ad Andermatt, paesino svizzero ai piedi del Passo del San Gottardo, e sono stato accolto nel migliore dei modi: neve, cielo grigio e temperature vicine allo zero.
Non ho avuto nessuna difficoltà nel trovare le auto; centinaia di “fotografi”, “spotters” e “youtuber” scalpitanti in strada al di fuori di uno chalet di dimensioni irreali, lo “Chedi”, uno degli hotel più lussuosi d’Europa.
Surreale era il parcheggio. Voi pensate ad una macchina, lei c’era. Pagani Zonda, Koenigsegg, Ferrari 250 SWB, Enzo, LaFerrari, Speciale, Dino, TRS, Maserati MC12, Porsche da GT1 a GT3 RS passando per Carrera GT e 993 GT2. Ed infine un Mercedes CLK GTR targata italiana e guidata da uno dei proprietari più gentili e disponibili (nonché pazzo) che conosca, Eugenio di Automobili Amos.
Nemmeno lontanamente immaginavo ciò che sarebbe successo.
Nel garage gira una voce: “Sta nevicando in cima al passo, la strada è innevata”. Eugenio non ci pensa due volte. E così, nel giro di dieci minuti mi ritrovo seduto in un’auto con degli sconosciuti, a fianco di “spotters” famosi nel mondo, ad inseguire un CLK GTR e un Mercedes SLS AMG E-Cell in cerca della neve sul Passo del Gottardo. La ricerca non va però come voluto, della neve non c’era traccia – peccato. Ci fermiamo comunque per fare un paio di scatti sotto una debole nevicata.
Il freddo è però troppo, tanto da arrivare a lasciare quasi a secco la E-Cell. (ahhh, le auto elettriche!). Tempo per altri due scatti e siamo già in discesa verso il campo base. Ripartiamo tutti insieme, ma neanche centro metri e veniamo seminati. Un classico.
Il resto del pomeriggio procede tranquillo tra bellissime auto, chiacchiere e buon cibo. Tranquillo almeno sino a poco prima del tramonto, quando trovandomi per caso nel garage, sento vociferare che qualcuno vuole uscire a fotografare la CLK GTR insieme ad una Porsche GT1, cosa mai vista se non in qualche rivista dello scorso decennio. Non posso perdere un’occasione del genere, preparo tutta l’attrezzatura e mi metto alla ricerca di un passaggio per salire sul Passo del San Gottardo. Ma proprio mentre sto uscendo dal parcheggio, ormai senza speranze, mi sento chiamare “Hey Pietro, se ci stai in macchina puoi fare un giro con me.” Sì, Eugenio mi ha appena offerto un passaggio a bordo della sua CLK GTR. Da quel momento non ho capito più nulla – “Certo che ci sto, piuttosto mi taglio una gamba!” Ero consapevole della difficoltà nell’entrare nel’abitacolo della CLK, ma l’avevo totalmente sottovalutata, soprattutto per qualcuno alto un metro e novanta.
Mi libero di tutta l’attrezzatura e cerco di calarmi nell’abitacolo. Non ci sto. Allora chiedo aiuto, e mi viene spigata la complicata procedura per entrarci. Dopo un paio di minuti di stretching, in non so quale modo, sono finalmente dentro. Non ho letteralmente un centimetro per muovermi, le gambe sono incastrate in un sottile buco stile Formula 1 e non ho la minima possibilità di movimento con spalle e schiena, e come se non bastasse il sedile è fisso (o meglio inesistente). Mi dimentico persino delle cinture da tanto che è stretto là dentro. Traendo le conclusioni: CLK GTR non utilizzabile da persone più altre di un metro e novanta ed a cui piace mangiare più di un biscotto per colazione. Ricapitolando: sono in una CLK GTR, bloccato ma pronto per fotografare due auto incredibili, senza cavalletto o altra attrezzatura. Fortunatamente mi viene passata almeno la fotocamera, ma il resto no, non c’è bagagliaio.
Ma che importa. Finalmente partiamo. Le parole finiscono. Siamo seduti praticamente per terra in un’auto che sembra più un’astronave. Il rumore è parecchio forte, non assordante, ma forte. Davanti a noi c’è una Porsche GT1 blu, ma il rumore del cambio è così intenso che qualsiasi altro suono viene cancellato. Il V12 non si sente quasi!
Iniziamo a salire, il cambio, un meccanico sequenziale, è secco e rumorosissimo. Il motore spinge, tanto, quasi troppo, l’auto è diretta e trasmette qualsiasi vibrazione e sassolino sulla strada, altro che sospensioni “comfort”. Per non parlare dei freni che ad ogni pressione ti incastrano ancora di più nell’abitacolo. Non pensatela come una supercar attuale uscita da un videogioco, ad ogni cambiata sembra tirarti un calcio alla schiena, di quelli forti. La tenuta è incredibile, sembra di essere incollati all’asfalto, forse perché è larghissima, o forse perché dà la sensazione di essere su un’auto da corsa, di quelle vere, senza elettronica, inutili modalità di guida e insonorizzazione.
Proseguiamo e ci fermiamo sul porfido del vecchio passo del San Gottardo che continua per chilometri nelle montagne.
Non voglio scendere. Vorrei stare seduto (o meglio, incastrato) lì per sempre.
Che spettacolo. Alpi, crepuscolo, Porsche GT1 e Mercedes AMG CLK GTR.
Dieci minuti, poi il freddo ha avuto la meglio. Per il ritorno alla base decido di cedere il posto in auto ad un altro fotografo per permettergli di realizzare il medesimo sogno ad occhi aperti.
Ma è mentre torniamo che succede l’impossibile. Sulla corsia opposta vediamo salire una dozzina di macchine a passo molto spedito. Maserati MC12, Ferrari Enzo, Koenigsegg ed una AMG SLS GT3 da pista (sì, da pista ma su strada). Non ci pensiamo due volte, giriamo e cerchiamo di inseguirle: inutile specificare che il nostro inseguimento è durato meno di dieci secondi. Una volta arrivati in cima le troviamo tutte ferme in sosta pronte per tornare indietro. Ma è proprio qui che succede l’inaspettato: “se vuoi puoi tornare con la CLK GTR”.
Beh, potete immaginare come sia andata a finire. INCREDIBILE. E veloce. Così veloce che non sono nemmeno riuscito a scattare una fotografia, e questo dovrebbe dire tutto.
La domenica è poi stata un successo, settanta auto a tutta velocità sul passo del Gottardo chiuso per l’occasione, una foto davanti alla spettacolare caserma militare Bedrina di Airolo e gare di accelerazione sulla pista di atterraggio di Airolo, riservata interamente all’evento tra auto che mai si sono confrontate prima di quel momento.
Se tutto questo non è il Paradiso, beh, non so proprio cosa possa esserlo!
Testo e foto di Pietro Martelletti.