Audi S4 Avant: Land Of (S)QUATTRO
AUDI S4 AVANT
LAND OF (S)QUATTRO
Testo di Alessandro Marrone
Fotografie di Gian Romero
Alcuni giorni sono più singolari di altri, un po’ come la mattina in cui ho ritirato la S4 Avant. In realtà sarebbe dovuta essere una RS6, ma al primo appuntamento ero all’estero io per un’altra prova stampa ed al secondo mancava l’auto. Per sfatare il mito del “non c’è due senza tre” abbiamo organizzato un test con i ragazzi di Audi Italia, in attesa che la indiscussa regina delle super familiari sia di nuovo disponibile. La mia scelta è ricaduta sulla nuova S4 Avant, quella che possiamo definire la sorella più piccola, dato che la S3 (e quindi anche la RS3) fanno parte del segmento delle compatte. Ho due cilindri e 200 cavalli di meno, ma l’ago della bilancia è in nostro favore. Cosa c’entra tutto questo con il fatto che il giorno del ritiro sia stato così particolare? Poco e niente a dire il vero, oppure vedetela come una questione di testardaggine, un po’ come il fatto di infischiarmene dell’allerta meteo e ritrovarmi in autostrada tra neve e ghiaccio, un numero imprecisato di deviazioni e raccordi chiusi che ci hanno portato nel cuore del peggiore giorno di quest’intero inverno ormai alle spalle. Sarei potuto tornare indietro, posticipare il ritiro, ma non toccatemi la mia programmazione o potrei finire fuori di testa. Ormai avevo già pianificato una serie di cose e non sarei tornato a mani vuote per niente al mondo, la S4 Avant aveva preso le sembianze del Sacro Graal e sarebbe tornata a casa con me la sera stessa.
A proposito di dedizione verso il proprio lavoro, sappiate che nonostante abbia trascorso l’intera giornata in autostrada e sfidando la bufera di neve e l’ormai famoso gelicidio 2018, poco prima delle ore 23.00, ho posteggiato l’Audi nel cortile di casa, anch’esso pieno di neve. Una soddisfazione personale fortissima, quando spunti mentalmente ogni voce del tuo programma giornaliero – mai rimandare nulla, per nessun motivo. La stessa precisione e compattezza la trovo nella stessa S4, che ho avuto modo di osservare con calma solo a partire dalla mattina seguente, dove incurante dei centimetri di neve che invadevano il cortile e una decina di chilometri di strada per raggiungere l’ufficio, ho finalmente focalizzato la mia attenzione su un modello spesso dimenticato da chi aguzza la vista partendo soltanto dal badge RS. La nuova S4 Avant ha un look sobrio, ricalcato sulle linee della A4 Avant che abbiamo provato un paio di anni fa, con l’aggiunta del pacchetto S-line, in questo caso sia per l’esterno che l’interno, ma soprattutto per il reparto meccanico. A suggerirne la natura sportiva ci sono un paio di dettagli che ad un occhio distratto potrebbero anche passare inosservati, come la scritta V6 T sul passaruota anteriore o le due coppie di terminali di scarico al posteriore. Anche il più classico colore argento metallizzato contribuisce a rendere questa S4 la compagna ideale per una convivenza che possa durare tutto l’anno, a prescindere da come e dove potreste impiegarla. Quello che conta davvero c’è eccome però, come il 6 cilindri turbo da 3 litri che è in grado di scaricare a terra 354 cavalli e ben 500Nm di coppia. La trazione viene gestita tramite l’ormai conosciuto ed impeccabile sistema Quattro, che ripartisce la potenza in maniera ottimale, rendendo la guida su terreni scivolosi un vero e proprio gioco da ragazzi. Allo stesso modo non interferisce con il coinvolgimento di guida, sempre elevato grazie alla reattività del motore ed un’elasticità che la rende affilata su strade di montagna, ma in grado di macinare chilometri in autostrada senza prosciugare il serbatoio.
Come detto, rispetto alla RS6 c’è meno potenza, ma anche meno peso, idem per la più agguerrita RS4, la quale non ha timore di esprimere delle linee molto più muscolose ed un carattere più nervoso. Il 6 cilindri della S4 riesce però a fare bene tutto, il che potrebbe sembrare un azzardo, dato che tra comfort e prestazioni c’è un divario emozionale piuttosto evidente, ma la realtà dei fatti è proprio quella che gestendo il pedale del gas ed impostando assetto, cambio e sensibilità dello sterzo in maniera più sportiva, la S4 affila gli artigli e comincia a dimostrarvi come sia in grado di guadagnare velocità a ritmi che non pensavate possibili, perlomeno a questo primo step della gamma di super-wagon. Non è il momento di andare a fare shopping e testare la capacità di carico del bagagliaio, tantomeno intendo verificare l’accuratezza dei sensori di parcheggio o la (ottima) connettività dell’infotainment. Dopo aver rischiato più vite di un gatto per andare a prenderla, voglio sfruttarla a dovere in quell’ambito che interessa di più a me quanto a voi. Fatto il pieno, imposto il navigatore e sistemiamo l’attrezzatura per lo shooting fotografico, dirigendoci verso quelle cime innevate che vediamo all’orizzonte. Il meteo di ieri sembra essersi placato, ma la temperatura è rigida e le strade non sono certo in ottime condizioni. È qui che la S4 dimostra uno dei propri assi nella manica, un perfetto bilanciamento tra un telaio che è in grado di comunicarti con precisione quel che succede sotto di te, ma una facilità nel gestire ogni situazione con estrema calma, mantenendo andature sostenute senza curarsi troppo di quanto l’asfalto sia invece insidioso. Quando c’è spazio affondo l’acceleratore ed in un attimo veniamo premuti al sedile accompagnati dall’inconfondibile urlo del 6 cilindri. Non è mai troppo invasivo, tantomeno artefatto come capita con certi 8 cilindri – ci sono anche degli scoppiettii che accompagnano le cambiate vicine al limitatore e durante qualche rilascio. Una vera goduria, adesso capite perché non intendevo rimandare tutto questo?
Ad un tratto giungiamo a quel tipico incrocio in cui solitamente facciamo marcia indietro, ma stavolta non siamo ancora sazi di curve e soprattutto, la sicurezza trasmessa dalla nostra Audi ci spinge a proseguire oltre, facendoci imboccare una strada che è stata pulita appena poche ore prima – ai lati due muri di neve, niente spazio per errori, ma quel che disegna un ghigno diabolico sul mio volto è che si tratti di una strada a senso unico di marcia. Nessun pericolo di incrociare qualcuno dalla direzione opposta e la piena possibilità di farci prendere a calci dal V6 di Ingolstadt. Giusto un attimo per non farci insultare dal contadino di turno che ci sta fissando dalla finestra di casa sua e pesto sul gas come un forsennato. Non un cenno di titubanza, la S4 non si scompone e parte in picchiata lungo un tratto in discesa, devo alleggerire e nonostante sia entrato in qualche curva con un po’ troppo agio, il telaio segue perfettamente i miei input, mostrando come non ci sia praticamente rollio e come il sottosterzo sia quasi del tutto assente, o comunque non percepibile su questo tipo di strade. Il cambio è veloce e nonostante continui a non amare i piccoli paddle di plastica dietro al volante, sono esattamente dove dovrebbero essere e sparano una marcia dopo l’altra con la precisione di un cardiochirurgo sotto anfetamine. Poco mi importa in questo momento di quanto l’abitacolo sia un luogo accogliente e ideale manifesto hi-tech per i posteri, di come il navigatore sia preciso e veloce da utilizzare o del virtual cockpit (bellissimo) che permette di configurare tutto ciò che potete desiderare di fronte al vostro sguardo. In questo preciso momento devo assolutamente tenere fissi gli occhi sullo stretto serpente di asfalto scuro che si insinua in un tappeto di neve ormai quasi del tutto irrigidita dalle severe temperature.
Boom, passare dalla terza alla quarta diventa una vera e propria ossessione, il motore da il meglio di sé appena sopra i 5000 giri e puoi tenere giù quasi come se fossi su un aspirato. In realtà la curva di coppia parte in basso e così ti trovi a disporre di una micidiale colonna sonora da quando schiacci a quando devi per forza gettarti sul freno. La strada si allarga ed ormai è troppo tardi per controllare se abbiamo frantumato il treppiede o qualche obiettivo vagante per il baule – c’è il vuoto davanti a noi e bisogna spalancare senza ritegno. Dovrebbero provarla tutti quelli che sostengono che esista soltanto la RS6, l’S4 è micidiale, costa meno, consuma meno e su strade del genere è infinitamente più agile. Peccato soltanto che passi troppo inosservata, lo scarico al posteriore non basta a mettere le cose in chiaro con chi vi tallona invano in attesa di essere lasciato a mangiare la polvere. Avrei voluto qualche muscolo in più, magari non necessariamente come la RS4, ma che la differenziasse da una normale A4 con pacchetto S-Line. Pazienza, del resto sono cose sulle quali potete comunque intervenire dopo l’acquisto, mentre a livello dinamico sarebbe stato ben più difficile, lungo e costoso ed invece ci troviamo per le mani una famigliare dal carattere pacato e tranquillo, ma che sa emulare le sorelle maggiori senza patire di nessun complesso di inferiorità. Ogni tanto bisogna pur fermarsi, per qualche foto e per qualche commento a caldo (si fa per dire, a 1° centigrado) ed è una buona occasione per osservare come presenti un design pulito e morbido, nonostante la moltitudine di linee rette e spigoli. La griglia anteriore le dona un tono aggressivo non da poco, mentre il posteriore ha aggiornato quello del modello precedente, migliorandolo. Su questo esemplare non ci sono sedili in pelle, ma il comfort non manca, molto bello il volante sportivo con fondo squadrato e gli inserti in fibra di carbonio presenti sulla plancia. Infine i gruppi ottici a LED consentono una maggiore visibilità la sera ed attirano sguardi incuriositi quando utilizzate gli indicatori di direzione sequenziali.
Adesso, speriamo che i pianeti si allineino nel modo giusto e mi portino tra le mani l’RS6, perché ce l’ho segnata lì in agenda e potrei impazzire se non potessi metterci la spunta accanto al più presto!
AUDI S4 AVANT
Layout – Motore anteriore, trazione integrale
Motore – V6 cilindri 2.995cc – turbo
Trasmissione – cambio automatico a 8 rapporti
Potenza – 354 cv @ 5.400-6.400 rpm
500 Nm @ 1.370-4.500 rpm
Peso – 1.675 kg
Accelerazione – 4,9 sec.
Velocità massima – 250 km/h
Prezzo – da € 67.200