Aston Martin DB11 V8: La Voce Dell’Anima
ASTON MARTIN DB11 V8
La voce dell’anima
Testo di Alessandro Marrone
Fotografie di Jay Tomei
Aspettavo questo momento da molto tempo e man mano che si avvicinava il gran giorno, trattenere l’ansia era sempre più difficile. Ormai non pensavo ad altro, tutto ciò che mi frullava nella testa erano le provocanti forme dell’Aston Martin DB11. E poi, per non rischiare un brutto torcicollo, a forza di stare piegato in posizioni improbabili scrutando la strada fuori dall’ufficio, decido di scendere e concedermi un lusso che da tempo non regalavo al mio corpo e al mio spirito: sedermi su una panchina e godermi i raggi del sole. Del resto devo aspettare ancora e non so quanto, dato che il trasporto proveniente da Francoforte potrebbe aver subito qualche ritardo sul confine svizzero. Ma non importa, oggi ho il sorriso stampato in faccia, pazienza da vendere e le mani che si attorcigliano nell’attesa che un enorme logo Aston si delinei all’incrocio dal lato opposto della strada. Oggi non riceverò infatti qualche accessorio per la fotocamera, una latta d’olio per l’auto o chissà che altra cosa inutile ma terribilmente sfiziosa trovata su Amazon. I ragazzi di Aston Martin UK mi stanno inviando la nuova DB11 V8 dalla sede di Francoforte e per i prossimi giorni terrò il cellulare rigorosamente spento. Questa volta non faremo i soliti ed immancabili accostamenti con la figura di James Bond, cosa che capita quasi d’obbligo parlando del brand inglese, ma ci concentreremo sugli aspetti fondamentali tra i quali scavare, ovvero la scoperta del nuovo modello top di gamma di Aston, del V8 biturbo di derivazione AMG Mercedes e delle capacità da gran turismo che ci si aspetta di trovare, una volta al volante di una coupé da quasi 200.000€. Dopo tutto questo, farò di tutto per giustificare a me stesso il fatto che non potrò comprarne una, ma questo già lo so.
Aston Martin è un marchio storico, ha scritto il proprio nome in grassetto nel mondo delle corse, in quello del cinema ed è diventato un autentico simbolo di lifestyle nel collettivo comune. Abbastanza rara da non concedersi ad una clientela che ne potesse snaturare l’aurea di eleganza, nonostante perfettamente in linea con i prezzi delle avversarie e dal look che mai come con la nuova DB11 riesce ad unire gli schemi classici della casa di Gaydon con soluzioni moderne e dettagli presi in prestito dalla concept DB10 (ecco che in un modo o nell’altro, 007 torna sempre nel discorso). Mentre l’attesa si fa quasi estenuante, comincio a riflettere sulla pericolosità dell’affrontare i propri miti, il rischio di veder deluse le proprie aspettative e rimpiangere quel rispetto innato che c’era prima di toccare con mano l’oggetto del desiderio. E’ in quel momento, quasi come ad esorcizzare un tale cattivo pensiero, che un camion nero spunta dietro ad una fila di auto, si accosta ed io comincio a sbracciarmi come un bambino che ha appena avvistato Babbo Natale dalla finestra. In meno di cinque minuti le immagini che impazzavano nella mia testa si concretizzano di fronte a me, mentre la DB11 viene scaricata e ci dedichiamo alle scartoffie di routine.
Neanche il tempo di girarle intorno stringendo la grossa chiave tra le mani che comincio a rendermi conto dell’esperienza che sto vivendo, condivisa ironicamente con un post Facebook come “un normalissimo giorno in ufficio”. In realtà sono al settimo cielo e la voglia di salire a bordo è troppa, così apro la portiera, che con un leggero movimento verso l’alto evita spiacevoli inconvenienti con i marciapiedi, do un veloce sguardo all’ambiente che mi accoglie e mi da il benvenuto nel mondo Aston Martin. Uno sguardo al design del nuovo cruscotto, ai sedili ed al cielo, anch’esso colmo di cuciture in contrasto con il colore scuro della pelle e della fibra di carbonio. Premo con riverenza il pulsante al centro della plancia ed il V8 entra prepotentemente all’interno dell’abitacolo, prima di assestare l’indicatore alla base del contagiri. Il tempo a mia disposizione non è affatto poco, soprattutto se teniamo conto di che tipo di auto stiamo parlando, ma non riesco proprio a trattenermi e così imposto l’auto in Sport +. GT lo lascerò per qualche trasferimento autostradale, Track preferisco evitarlo – almeno per il momento – e Sport è quel diavoletto sulla spalla che vi induce a premere ancora ed inserire Sport +. Il ruggito dello scarico si fa più forte e più profondo, temo di aver svegliato la creatura che dormiva nel ventre di una sinuosa coupé dalle più che generose dimensioni e non posso più tornare indietro. Non posso e non voglio.
TUTTO COMINCIA SEMPRE DA UN DISTRIBUTORE DI BENZINA…
… anche perché quando hai a che fare con un 8 cilindri da 510 cavalli, prosciugare il serbatoio è davvero un gioco da ragazzi. Devo però dire che nonostante la generosità del propulsore, il peso, le dimensioni della DB11 e la maniacale brama di sentire quella sinfonia provenire dai due scarichi, i consumi non sono neanche allucinanti, tutt’altro – i 9,9 l/100km dichiarati dalla casa sono abbastanza precisi. Quello che può trarre in inganno e farvi strabuzzare gli occhi osservando i vostri risparmi andare via come il vento al momento di fare il pieno, sono le notevoli dimensioni del serbatoio stesso. Neanche stavolta una banconota da 100 è bastata per dissetare il giocattolone in mia custodia, ma tra le facce incuriosite delle persone e le tipiche domande del ragazzo alla pompa di benzina, torno in auto e mi concedo un’occhiata d’intesa con il fotografo al mio fianco. Ogni avventura comincia sempre con la voglia di percorrere una strada lontana da incroci, semafori o pedoni che decidono di farsi i propri comodi in mezzo alla strada. Il sole è dalla nostra parte ed è abbastanza presto per raggiungere la prima tappa sicuri di non trovare ciclisti e motociclisti, motivo in più per darsi una mossa e divorare i primi chilometri che ci separano da quell’asfalto incontaminato e dedito alla massima esaltazione del piacere di guida.
Le doti della DB11 si riscontrano in qualsiasi situazione, la seduta è perfetta e trovare la posizione di guida ideale è davvero semplice, nonostante il cofano anteriore sia abbastanza grande da far atterrare un elicottero. I montanti non danno fastidio nemmeno quando le curve si susseguono e sei costretto a tenere alta la soglia di attenzione, quello che invece sembra voler giocare contro di voi è lo specchietto retrovisore del lato guida, grande e posizionato troppo in alto, nonché perfettamente in grado di oscurare un’intera vettura che può sopraggiungere dal senso opposto. Nulla in confronto a quel che conta davvero in una gran turismo di ultima generazione e spinta dal più “piccolo” motore disponibile. Il V8 è infatti di stretta derivazione AMG e nonostante Aston dichiari che sia stato svolto un grande lavoro rispetto a quello che equipaggia l’AMG GT, dall’erogazione alla grande riserva di potenza ai bassi, sembra davvero identico. Il biturbo da 5.2 litri eroga qui 510 cavalli e spinge sino a 6000 giri. Il punto è che per arrivare a 6000 giri bisogna avere una strada abbastanza lunga, perché tra i 675Nm di coppia – disponibili ad appena 2000 giri – ed un retrotreno che non disdegna aperture a metà curva, guidarla come farebbe Bond (eccolo, ancora lui!) non è affatto un gioco da ragazzi.
Il cambio è preciso, veloce e soltanto nei rapporti più bassi sembra volerti prendere a calci nella schiena, dimostrando come della GT sorniona che era la DB9 (una tra le migliori auto mai prodotte) sia rimasto poco. Il carattere della DB11 è totalmente differente, nonostante sia in grado di indossare i panni di una elegante coupé, nel momento che preferite sfruttare il suo lato più signorile. Di certo non è quel che voglio una volta entrato in questo labirinto di curve quasi ammassate addosso a delle pareti di roccia che non lasciano spazio ad errori e quindi pronte a rendere uno dei giorni più belli della mia vita, il peggiore di sempre. La precisione del telaio è enfatizzata dal servosterzo elettrico, che a sorpresa non toglie nulla al coinvolgimento alla guida. La benzina sembra scendere più veloce del solito, ma in compenso le gomme sono entrate in temperatura come se avessi premuto un pulsante grip attivo e così provo a spingermi un po’ oltre, notando che avvicinandomi timidamente a quel presunto limite, la DB11 mi assicura che non intende uccidermi. La sua carrozzeria scura crea un bellissimo contrasto con i montanti grigi, mentre la bocca anteriore divora curve e rettilinei come se oggi fosse l’ultimo giorno di questa terra. Fermarsi a bordo strada per osservarla è una violenza psicologica, perché nessuno dovrebbe essere allontanato da questo posto di guida, ma l’azzardo stilistico creato dal gruppo ottico al posteriore mi permette di perdonare l’attesa di mettere nuovamente in moto il V8, ammirando quanto la DB11 si trovi a suo agio ad oltre 1500 metri sul livello del mare, quanto per esempio nel cuore di qualche elegante city inglese.
Se però avessi voluto scrivervi di quanto il baule sia capiente o della precisione del navigatore satellitare, probabilmente lavorerei per un altro tipo di rivista. Detto tra noi, non ho neanche avuto tempo di provare l’assurdo impianto stereo, perché nella mia testa c’era, inesorabile, il ticchettio del ritorno alla base. Ho sfruttato ogni minuto in sua compagnia, ho guidato là, dove si può realmente comprendere la grandiosità di un telaio, la prontezza di un motore e la capacità di regalare sorrisi/kilometro, il miglior modo per valutare un’automobile che rappresenta uno sfizio, il raggiungimento di un traguardo personale e l’appagamento di quel traguardo emotivo chiamato felicità. La DB11 con l’8 cilindri è grandiosa quanto la V12, costa meno (circa 30.000€) ed è disponibile anche con in versione Volante. Inoltre, a detta di molti, il V8 – oltre ad essere più leggero ed elastico – si dimostra un motore più spendibile in situazioni ordinarie come quelle cittadine e addirittura su strade simili a quelle affrontate nei miei giorni di test.
La clientela Aston Martin sa esattamente cosa vuole, è una clientela abituata al meglio e non intende scendere a compromessi. La DB11 è davvero un’auto completa, a partire da un’estetica originale e che ha saputo reinventarsi senza snaturare i classici stilemi della firma di Gaydon, sino al fatto di offrire finalmente prestazioni al livello delle sempre più agguerrite competitors. La V8 impiega 3,9 secondi per scattare da 0 a 100 km/h e tocca i 300 orari, il tutto nel più completo comfort, sprofondati su sedili in pelle dal pattern unico e da un’atmosfera di compattezza e raffinatezza che brilla di luce propria. E giorni dopo, mentre l’ho osservata infilarsi nuovamente in quel camion nero, un pezzo di me è andato via con lei. Mi manca, mi manca ogni giorno e devo assolutamente rivederla. Se un’auto vi fa quest’effetto, significa che è davvero speciale. Ho guardato il mio eroe negli occhi e lui mi ha sorriso. Missione compiuta.
ASTON MARTIN DB11 V8
Layout – Motore anteriore, trazione posteriore
Motore – V8 cilindri 5.200cc – twin-turbo
Trasmissione – cambio automatico a 8 rapporti
Potenza – 510 cv @ 6.000 rpm
675 Nm @ 2.000 rpm
Peso – 1.770 kg
Accelerazione – 3,9 sec.
Velocità massima – 300 km/h
Prezzo – da €188.162