Le 4 Lotus Più Folli Mai Realizzate
Il marchio fondato dal grande Colin Chapman, oltre alle monoposto della massima formula sempre alla ricerca di innovazioni e idee geniali, ha sempre trasferito sulla produzione di vetture stradali il suo intuito, creando auto anche particolari nelle soluzioni e nelle forme. In occasione del settantesimo compleanno del marchio inglese ne analizziamo alcune davvero particolari e che non possono assolutamente essere trascurate.
ELEVEN
La Eleven, sinuosa aerodinamica, corsaiola e con un motore piccolissimo, nasce nel 1956 da un’idea di Colin Champan, mentre la forma così strabiliante e aerodinamica è opera di Frank Costin. Monta un motore da 1.100cc all’anteriore, un Coventry Climax affiancato ad un telaio tubolare ed un impianto freni a disco che avevano il compito di opporsi a soli 450 Kg di peso. Facile immaginare come non ebbe difficoltà ad imporsi nelle gare di categoria. Altre versioni furono approntate per gareggiare in altri gruppi, con cilindrate di poco più elevate e con carrozzeria chiusa. La Eleven ha al suo attivo numerosi record tra cui quello ottenuto sul giro da Stirling Moss a Monza, con una media di 229 Km/h. Nel 1957 arriva la serie 2 che presenta sostanziali differenze estetiche. Dal ‘56 al ‘58 vengono prodotti circa 260-270 esemplari. Estrema come poche altre, oggi la 3-Eleven può darci quelle stesse sensazioni di auto da corsa dura e cruda. Tutto quello che non è necessario, non c’è – così voleva il capo e come dargli torto.
ECLAT
Tra le meno diffuse, c’è senza dubbio la Eclat, una coupé 2+2 nata nel 1975 e dalla linea a cuneo molto filante e coda fastback. La meccanica, così come tutta la parte anteriore, era stata ereditata dalla famosa Elite di cui era stata costruita una versione hatchback, ma che non ebbe il successo sperato. Il telaio era a trave centrale, sospensioni indipendenti con quadrilateri deformabili, motore bilabero da 1.973cc a 16 valvole, anteriore longitudinale capace di erogare 155cv. C’erano poi due carburatori Dell’Orto, cambio Ford e freni a disco sulle quattro ruote. La Eclat andava in una direzione diversa rispetto alla filosofia Lotus tutta improntata su leggerezza e semplicità, infatti spiccava per la grande cura dedicata agli interni a cui aveva contribuito persino Giorgetto Giugiaro. Nel 1980 la S2 dispone di un motore da 2.174cc (160cv). cambio manuale 5 marce Getrag e alcune modifiche estetiche, oltre all’aria condizionata e servosterzo. Uscì di produzione nel 1982. Non si può parlare della Eclat senza un cenno a chi ne ha raccolto il testimone, ovvero la Excel che è in pratica una Eclat più evoluta e moderna, mantenendo la stessa meccanica. Questa resta in produzione dal 1982 al 1992, il cambio è Toyota oppure British Leyland, i freni sono autoventilati e raggiunge la velocità di 210 Km/h. Nel 1985, grazie ad un aumento del rapporto di compressione, raggiunge i 180cv e nel 1988 subisce un restyling estetico.
SEVEN
Non si può certo non citare la sua “opera” più famosa, la Seven. Voleva una vettura sportiva, ma economica e semplicissima. Utilizzava il telaio della Eleven, con ruote scoperte sormontate solo da piccoli parafanghi e da molti fu definita come l’auto più vicina ad una motocicletta. A parte il muso, era costituita tutta da pannelli piatti perché meno costosi ed era possibile perfino acquistarla in scatola di montaggio, una vera palestra per aspiranti piloti, ma anche meccanici, elaboratori ed appassionati in genere. Anche il motore lo si poteva scegliere tra il 4 cilindri Ford da 1.172cc con albero a camme laterale, il BMC da 948cc ed il Coventry Climax bialbero da 1.980cc (quest’ultima venne chiamata Super Seven). Commercializzata a partire dal 1957 rimase in produzione sino al 1973, subendo nell’arco degli anni diverse migliorie: nel 1960 adottò il muso in vetroresina ed il motore Ford più evoluto, nel 1968 montò il motore della Escort Mexico da 1.600cc, poi fu allargata la carreggiata con una carrozzeria completamente in vetroresina e più lunga, oltre che più larga, e fu possibile dotarla di parabrezza e tetto rigido. Quest’ultima serie non ebbe grande successo commerciale, forse le troppe comodità scontentavano alcuni clienti, mentre per quelli che cercavano una sportiva lussuosa, risultava ancora troppo spartana. Fu così che la Caterham (distributore ufficiale fin dal 1967) acquisì i diritti di produzione per continuare a costruire in varie versioni e motorizzazioni, anche più elevate, questo tipo di auto e ancora oggi rimane un’icona tra gli appassionati. Un’esperienza da provare.
EUROPA
Il modello Europa, nonostante la competitività dimostrata, non ebbe grande successo commerciale. Forse per colpa della sua linea ritenuta troppo strana, ma ultimamente si sta riprendendo una rivincita tra le auto sportive d’epoca, dove anche per lei vale la legge della leggerezza e guidabilità, sempre con una cilindrata ridotta. Nata nel 1966, anche se il progetto era di tre anni prima, vanta un coefficiente aerodinamico notevole ancora ai giorni nostri (0,29). Il telaio era in acciaio portante con all’interno sospensioni e motore centrale (Renault) di quasi 1.500cc che sviluppava 82cv, con il peso ridottissimo che le permetteva ottime prestazioni. La carrozzeria era costituita da pannelli in fibra di vetro incollati al telaio e in effetti avrebbe dovuto sostituire la Seven, che però rimase nel listino Lotus sino al 1973. Della Europa ne furono prodotte varie serie sino al 1975. Solo 296 furono gli esemplari della prima serie, la seconda offrì più comfort e rivestimenti all’interno, alzacristalli elettrici, sedili regolabili, plancia con inserti in legno e poi le giunzioni del telaio, lasciarono il collante in favore di più solidi bulloni ed altre modifiche seguirono per poter essere commercializzata anche negli States. Nel 1971 la versione Twin-Cam adotta il motore Ford, 1.558cc per 115cv e successivamente utilizzando i carburatori Dell’Orto-Weber con cambio 5 marce, raggiunge i 198 Km/h (con un peso di soli 740 Kg). Non mancarono anche esemplari con livree commemorative per festeggiare i trionfi nella massima formula.
A cura di Roberto Marrone