Bentley Continental GT & Bentayga: Just Luxuriously
MOTHERSHIPS
NUOVA CONTINENTAL GT & BENTAYGA
Testo e foto di Alessandro Marrone
Grazie ad Auto Class Magazine ho avuto la possibilità di vivere alcune tra le esperienze più belle della mia vita intera. Ho visitato luoghi meravigliosi, conosciuto persone e cercato di imparare qualcosa da ognuna di esse, ma soprattutto ho potuto coltivare la mia grande passione per le automobili, di trasformare quella che era la mia grande aspirazione nel mio lavoro quotidiano. A bordo di vetture da sogno ho guidato su strade dal panorama mozzafiato e non esagero quanto sostengo che gli ultimi tre o quattro anni siano stati più intensi di tutti gli altri trenta. Ma basta parlare di me, il volo verso la Sardegna è quasi terminato e ad aspettarmi ci saranno due attesissimi modelli che rappresentano due diversi modi di unire il lusso al mondo dell’auto; ciliegina sulla torta, il fatto che queste giornate stampa sono ben più che riservate ed infatti saremo appena in quattro giornalisti, di cui soltanto un altro rappresentante della nostra penisola.
Stiamo parlando di Bentley, uno tra i marchi che rappresenta al meglio quella eleganza e tipica classe inglese mai perduta, nonostante il gruppo sia di proprietà di VW dal 1998. Dal 1919, anno in cui fu fondata, ha da sempre rispecchiato quel gusto nobile che non intendeva soltanto fermarsi ad una carrozzeria ricercata, ma quella costante ricerca del perfezionamento e della prestazione ha fatto in modo che Bentley desse alla luce alcuni tra i modelli più ambiti, sino ad arrivare agli inizi del XXI secolo, con la nascita di una grossa coupé, spinta da un enorme motore con 12 cilindri disposti a W – nel 2003 nacque la Continental GT ed il mondo Bentley si stravolse ancora una volta, un po’ come con l’arrivo del recentissimo Bentayga, il primo SUV della casa britannica, un colosso che vuole sgranocchiare Range Rover a colazione e che costa come un appartamento. Ma non si tratta di follia, poiché il Bentayga è anche la prima Bentley ad essere spinta da un propulsore diesel, ma di questo ne parleremo in un’altra occasione, perché il mio viaggio in Sardegna risuona grazie al verbo dell’ormai comprovato W12.
Nonostante abbia la fortuna di vivere letteralmente a pochi metri dal mare, nella mia bella Liguria, l’azzurro cristallino dell’acqua che bagna Porto Cervo e Poltu Quatu è uno spettacolo della natura. La stessa acqua sembra diversa, quasi trasparente, ed ogni colore che mi si para davanti è più vivido ed acceso del solito. C’è un forte caldo e il sole è abbandonato là in alto, senza nemmeno una nuvola all’orizzonte, ma le correnti ci lasciano una piacevole brezza che non ci costringe a rintanarci dentro la hall dell’albergo. In queste situazioni capita di trovarsi combattuti tra l’ammirare il paesaggio ed il vero motivo per cui sono qui, in primis la nuova Continental GT, che finalmente rinnova l’eccezionale modello aggiornato nel 2010 e pronta per un test esclusivo. Mi porgono la pesante chiave e avvicinandomi verso la sua inconfondibile sagoma comincio a catturarne le linee con gli occhi.
CONTINENTAL GT
Tutta nuova, stiamo parlando di un’auto che del modello precedente mantiene soltanto il nome ed alcune peculiarità, come le dimensioni del motore, un più che generoso W12 da 6 litri, spostato di 150mm più indietro rispetto a prima. Sicuramente arriverà una versione V8 – interessante e più votata verso un’ottimizzazione dei consumi – ma parlando di una coupé da oltre 200.000€, tanto vale esagerare. Le dimensioni esterne sono sempre uno dei punti chiave e un aspetto fondamentale che rende i due posti dietro quasi sempre realmente utilizzabili, a differenza di quanto succede con molte altre 2+2, ma il design della nuova Conti GT non è soltanto un’evoluzione del modello precedente. Certo, ci sono sempre i caratteristici quattro fari all’anteriore, con quello più grande posto all’interno proprio ai lati della mastodontica griglia a nido d’ape, che mai come stavolta sembra voler divorare la strada di fronte a sé. La linea laterale è sinuosa e più spiovente rispetto a prima, a tutto vantaggio di un’aerodinamica che non implica utilizzo di vistose prese d’aria, eccezion fatta che le grandi aperture del paraurti anteriore e quella più piccola, posta subito dietro il passaruota, in prossimità di un dettaglio cromato che vi ricorda di essere al volante di una 12 cilindri. Il posteriore, nonostante possa sembrare più semplice, è altrettanto elaborato e gioca simmetricamente con le figure ovali dei gruppi ottici e dei due terminali di scarico.
Se a livello estetico siamo al massimo della sensualità metallica, l’abitacolo è senza dubbio uno degli ambienti più belli in cui possiate mai trovarvi. Non c’è hotel a cinque stelle o ristorante di lusso che sia in grado di farvi accomodare su poltrone in pelle così comode e rifinite. Ci sono circa un milione e mezzo di regolazioni, inclusi massaggi, riscaldamento e ventilazione e lo spessore degli stessi sedili è l’ennesimo motivo per cui non vorrete più scendere, una volta partiti. Ogni pannello, da quelli delle portiere, al cielo, sino anche al bracciolo centrale o ai profili attorno al tunnel, è curato con la massima attenzione e contrasta elegantemente la fitta strumentazione che culmina nel nuovo schermo touch da 12,3 pollici, quartier generale dal quale comandare navigatore satellitare, aria condizionata, impianto audio e connettività. Non c’è il minimo accenno al risparmio, nemmeno in termini di peso, ma tant’è che pesa 76kg in meno del modello uscente, fermando la bilancia a 2.244kg – non male per una nobile signora che ha seguito la propria dieta senza rinunciare a nulla. In questi giorni, l’aria condizionata è d’obbligo e comunque non credo che le prestazioni ne risentiranno, basterebbe vedere la mia espressione quando immettendomi su una delle tante stradine deserte della zona a Sud di Palau, mi trovo a combattere a metà tra lo stupore e la voglia di vedere sin dove potrei spingermi.
La nuova Conti GT è un’auto completamente diversa da prima, a partire dal suo comportamento che seppur non rinunciando al massimo comfort – una volta settato il telaio in “Sport” ti permette di tenere giù il gas, infischiandotene se una curva sia troppo stretta o se quella successiva richieda uno spostamento improvviso del peso. Cose impensabili, consci del fatto che mi trovo a bordo di una tra le coupé più imponenti in listino oggi. Ma questa Bentley non sa far bene soltanto una cosa, non è solo sexy oppure in grado di sparare una marcia dopo l’altra come la più tradizionale delle supersportive, è prima di tutto una gran turismo e come tale è la scimmia sulla spalla che predilige la strada più lunga, tanto da farmi scegliere una deviazione non programmata, allontanandomi così dal ristretto gruppo che apriva la strada a me ed al mio compagno di viaggio. Lo sfondo della raggiante Sardegna è ormai passato in secondo piano e senza neanche accorgermene i miei occhi sono solo per il grosso cofano, sempre pronto ad alzarsi verso l’alto, quasi come un gorilla pronto a battersi per il controllo del suo territorio. Ho dimenticato a casa le buone maniere che si converrebbero a una signora del genere e sto guidando come se fossi inseguito da una mandria di cavalli imbizzarriti. In realtà, i 626 cavalli che stanno scalpitando sono là davanti e si fanno sentire ogni volta che vengono chiamati in causa, instancabili e sorprendenti.
La trazione integrale rispecchia uno degli aspetti fondamentali che rendono la Continental GT una vettura tutto sommato semplice da guidare, anche ad andature sostenute, anche in “Sport” mode, dove l’asse anteriore gestisce soltanto il 17% della trazione. Il suo cambio è un automatico, un doppia frizione a 8 rapporti, liscio e preciso, ovviamente controllabile anche tra i (mezzi)-paddle posti dietro al volante. Ma se la potenza massima è erogata quando vi starete facendo passare metà della vostra davanti ai vostri occhi, a circa 5000 giri, la coppia interviene ad appena 1350 giri e non vi lascia sino ai 4500. Sono 900Nm e fidatevi se vi dico che si sentono sino all’ultimo e che permettono a questo appartamento su ruote di muoversi veloce come un siluro e senza la minima incertezza. Lo stesso vale per la frenata, poiché ci troviamo ad avere a che fare con il più grande impianto frenante che sia mai finito su un’auto di serie, con dischi autoventilati da 420mm all’anteriore e da 380mm al posteriore.
Il W12 è inebriante e quando finalmente capisco che il mondo non finirà il giorno dopo, rallento, apro il finestrino e mi godo un’auto fenomenale immersa in uno dei paesaggi più incontaminati che ci siano, perché del resto una gran turismo è proprio il connubio tra il viaggio e quella voglia di non farlo terminare. Avere poi a disposizione una potenza del genere ed un telaio sviluppato su quello della Panamera e quindi in grado di assecondare le sue scorribande è un modo per aggiungere del peperoncino in pentola, mescolare il tutto e rendere ancora più sfizioso il piatto.
BENTLEY CONTINENTAL GT W12
Layout – Motore anteriore, trazione integrale
Motore – 12 cilindri a W 5.950cc – twin-turbo
Trasmissione – cambio automatico a 8 rapporti
Potenza – 626 cv @ 5.000-6.000 rpm
900 Nm @ 1.350-4.500 rpm
Peso – 2.244 kg
Accelerazione – 3,7 sec.
Velocità massima – 333 km/h
Prezzo – da € 207.300
BENTAYGA
Lasciata l’intramontabile classe della Continental GT, mi avvicino all’enorme Bentayga, una di quelle creazioni che ti fa sembrare piccolo e non teme di farti domandare realmente in che contesto un bestione del genere sarebbe necessario. La risposta è però proprio insita nella domanda, dato che nessuno ha bisogno di simili potenze, ma se l’uomo è riuscito ad arrivare a 300 cavalli, perché non raddoppiare e metterne 600? Il Bentayga è la rappresentazione della massima ostentazione – un percorso poi seguito anche da Lamborghini con la Urus ed in parte introdotto da Maserati con la Levante. Non stiamo parlando semplicemente di SUV, ma di un livello superiore e se da una parte la moda e le richieste di mercato ci stanno riempiendo le strade di crossover e mini-SUV, l’esatto opposto è quel qualcosa di apparentemente superfluo che vorrete assolutamente, soprattutto se non si parla della variante con l’8 cilindri diesel (nonostante tutto in grado di offrire prestazioni strabilianti e di unirle a consumi più ragionevoli), ma del colossale W12, lo stesso che monta la GT.
Sedere al volante del Bentayga ti fa quasi sentire in un’altra dimensione. Non solo osservi il mondo da una prospettiva rialzata – come con ogni altro SUV – ma l’insonorizzazione dell’ambiente e la guida quasi ovattata ti fanno scivolare su qualsiasi strada, quasi come se non fossi realmente lì. Gli sguardi della gente e la cautela che devi impiegare nei passaggi più stretti ti catapultano di nuovo nel mondo reale ed è lì che resti ancora una volta spiazzato. Sì, perché si tratta di un fuoristrada da quasi due tonnellate e mezzo e con la capacità di muovere la lancetta dell’indicatore di carburante verso il fondo, con la stessa rapidità con cui quella del contagiri sale verso l’alto. La loro sarà una costante battaglia ed a chi guida l’arduo compito di porsi un freno, perlomeno quando la spia della riserva si fa minacciosa. Lo stesso 12 cilindri a W da 6 litri della Conti GT è sistemato sotto al cofano di questo Bentayga, c’è una manciata di cavalli in meno (qui sono 600), ma la coppia di 900Nm e il suo picco di erogazione massima è sempre fisso a 1350 giri. L’impressione, almeno nei primi chilometri di guida, è però quella che il Bentayga sia ancora più selvaggio. Mettendo in “Sport” e tralasciando le altre varie modalità come quelle perfezionate per sabbia, neve o terra, quella personalizzata o la stessa modalità intelligente Bentley, l’autotelaio interviene come da copione, irrigidendo le sospensioni, abbassando l’altezza da terra ed affilando risposta di cambio e sterzo: il tutto svolge con estrema dedizione il compito assegnatoli e anche nel misto stretto l’enorme SUV si muove senza la minima incertezza. L’accelerazione è accompagnata dal suono del 12 cilindri, forse un po’ più claustrofobico di quanto sia sulla coupé, ma vi occorrono la bellezza di soli 4 secondi per scattare da 0 a 100 km/h, con una velocità massima di 301 all’ora.
La consapevolezza di avere per le mani qualcosa di superiore rispetto alla media è un punto a favore per il colosso anglotedesco e poco importa se capiterà raramente di vedere un Bentayga impegnato a stridere le gomme che calzano gli enormi cerchi in lega; all’occorrenza può fare davvero qualsiasi cosa gli chiediate. La trazione è logicamente integrale, ripartita sugli assi al 40% davanti e 60% dietro, abbinata ad un cambio automatico a doppia frizione con 8 rapporti, il quale non richiede mai l’intervento del guidatore, comportandosi egregiamente anche con l’auto in “Sport”. Consumi a parte, dove sia il SUV che la GT si sono rivelati assetati, non è facile identificare l’aspetto più sorprendente del Bentayga: potrebbe essere la sua capacità di farvi attraversare il globo intero senza nemmeno rendervene conto, complice un abitacolo rifinito ed elegante, arricchito da un display touch da 8 pollici, pelle e dettagli cromati, ma potrebbe essere anche quella continua voglia di esagerare, di esasperare ogni aspetto che caratterizza una categoria già di per sé controversa come quella degli Sport Utility Vehicle. Bentley ha fatto la voce grossa in un segmento nel quale non aveva neanche lontanamente messo piede e state pur certi che il Bentayga è già diventato un autentico simbolo di lusso definitivo.
Non c’è motivo per cui fermarsi e riesco a malapena a scattare qualche foto a bordo strada, soltanto dopo aver scaricato un po’ di cavalli a terra, inseguendo l’altro Bentayga del gruppo. In più di un’occasione ho dovuto alleggerire perché troppo vicino a chi ci precedeva, ma è stato un modo utile per interpretare la strada con maggiore sicurezza. Sapere che c’era ancora una più che discreta riserva di performance ancora da utilizzare non può far altro che farci riflettere su quanto l’ingegneria abbia raggiunto con una vettura simile.
BENTLEY BENTAYGA W12
Layout – Motore anteriore, trazione integrale
Motore – 12 cilindri a W 5.950cc – twin-turbo
Trasmissione – cambio automatico a 8 rapporti
Potenza – 600 cv @ 5.000-6.000 rpm
900 Nm @ 1.350 rpm
Peso – 2.440 kg
Accelerazione – 4 sec.
Velocità massima – 301 km/h
Prezzo – da € 195.200
IN CONCLUSIONE
Non si trattava di un test comparativo, non ci sono vinti, ma solo vincitori. E se il Bentayga è stata la sorpresa inaspettata e che ha stravolto ogni più rosea aspettativa, la nuova Continental GT dimostra che Bentley ha concretizzato l’enorme potenziale accumulato con 15 anni di esperienza, reinventando un modello fortunato e fiondandolo in un mercato sempre più agguerrito, ma al tempo stesso sempre più consapevole di quel che cerca in un’auto, soprattutto in una fascia di prezzo così elitaria. La nuova CGT mantiene l’impostazione ed i principali richiami estetici dei modelli precedenti, ma si erige su tutto un altro livello dinamico e dispensa un piacere di guida tipico delle migliori gran turismo della storia. Il W12 è e resterà la scelta per chi non intende nemmeno ascoltare la parola “compromesso”, ma se l’arrivo della versione V8 porterà l’esperienza di guida che ha saputo offrire con il modello uscente e sarà in grado di aggiungerlo all’anima della nuova, ci troveremo di fronte a qualcosa di incredibilmente vicino alla perfezione.