Alpine Grand Prix II: EPIC
ALPINE GRAND PRIX
EPIC
Testo di Alessandro Marrone
Fotografie di Giorgia Rossi
Dopo tutti questi giri in auto su e giù per le montagne, non ho ancora ben capito il motivo che mi porta ad arrivare a fine giornata con il portafogli molto più leggero di quanto avessi ipotizzato. Lo stesso vale per gli orari, dove quello della partenza viene sempre rispettato, ma quello dell’arrivo a destinazione anticipa sempre i calcoli del navigatore. Che queste due cose abbiano un collegamento è chiaro, ma del resto che colpa ne abbiamo se là fuori ci sono strade che sono pura istigazione alla violenza sul pedale dell’acceleratore? Ogni volta parti da casa con mille buoni propositi – stavolta facciamo un giretto in relax – ma spiegatemi voi come si fa a non “chiudere la vena” quando hai una GranTurismo MC Stradale che ti spolvera il paraurti posteriore e che in ogni galleria sbraita a tal punto da farti tappare le orecchie. No, sto scherzando, in realtà ho aperto tutti i finestrini per prendermi il suono di quel V8 e tenermelo conficcato in testa come colonna sonora ideale di una giornata di guida di quelle che non dimentichi facilmente.
Le previsioni meteo davano pioggia ed in effetti il cielo sopra Montecarlo non era nemmeno lontanamente limpido come al solito. Volgendo lo sguardo verso i monti, una coltre di nubi nere minacciava di farci percorrere i 290km di tour sotto un temporale che avrebbe senz’altro decapitato il divertimento e la buona riuscita dell’evento stesso. Insomma, per farla breve, quelli che si stavano godendo la colazione durante la fase degli accrediti erano i piccioni che sembravano preferire le brioche al cioccolato, rispetto ai cornetti con la marmellata. Per questo secondo appuntamento dell’Alpine Grand Prix abbiamo deciso di mantenere un numero di vetture adeguato al tipo di tragitto, alla durata del tour e idoneo per lo svolgimento delle varie tappe organizzate. Come sempre c’è stata qualche defezione dell’ultimo minuto, ma puntuali e pronti ad affrontare ciò che ci avrebbe aspettato al di là del confine, ci siamo allineati uno dietro l’altro, pronti per scaricare a terra la voglia di guidare in uno degli ultimi eventi della stagione – volente o nolente l’arrivo dell’autunno coincide con la chiusura di diversi passi alpini e dove non ci sono curve, non ci divertiamo. Un’equazione molto semplice che ci porta a preferire strade tortuose come budella, ripide scalate che fiancheggiano costoni di roccia e pronte a punire il minimo errore, quanto a premiare l’arrivo in vetta.
Dopo aver percorso una manciata di chilometri autostradali in direzione Nizza, mantenendo una velocità massima di 110 km/h a causa dei numerosi autovelox, ci addentriamo finalmente verso la Vallée du Var, non ancora nel cuore del tour, ma già attratti dal paesaggio che si staglia all’orizzonte. La strada, perlomeno nel primissimo tratto, è ancora trafficata (anche se meno del solito) e si procede con calma, quasi come se fossero tutti consapevoli del fatto che da lì a poco si sarebbe scatenata una bolgia infernale. Nel frattempo il cielo ha deciso di assisterci e le nuvole che ci hanno fatto impensierire qualche mezz’ora prima hanno definitivamente lasciato spazio ad un bel sole di fine estate. La strada sembra stringersi, ma in realtà è proprio qui che comincia il divertimento, un po’ come se qualcuno avesse dato il via – nessuno esita, il gioco comincia adesso. Perfettamente ordinati ed agevolando qualche sorpasso, le vetture si alternano in favore di macchina (fotografica) e dopo qualche chilometro ad andatura pseudo-moderata entriamo nel vivo della giornata.
Adesso il paesaggio sembra essere preso in prestito da una delle più belle cartoline partorite dalla vostra immaginazione, il manto stradale è perfetto ed anche se la carreggiata non è estremamente generosa, l’ottima visibilità sulla corsia opposta ci consente di sfruttare queste auto per quello che sono state concepite: divertire. Oggi ci sono rappresentanti di ogni filosofia, dalla superleggera Lotus Exige Sport 350, alla potente e rumorosa Maserati GranTurismo MC Stradale. Poi le immancabili Porsche, tra cui una 964 che ha regalato momenti di autentica goduria sonora grazie a quel suo flat-six raffreddato ad aria, ma ancora sportive più giovani come la Subaru WRX STI e la Peugeot 208 GTI, a loro agio su queste strade ricche di cambi di direzione e tornanti stretti. Nessuno si è perso, nessuno si è fatto aspettare, il serpente di pazzi scatenati che sembravano usciti dal più folle episodio del “Wacky Races” si è pure imbattuto in una carovana di Jaguar diesel, un treno a vapore in partenza per chissà dove e almeno un paio di convogli di porschisti francesi provenienti dalla direzione opposta. Nessun conflitto d’interesse, ma segni di approvazione e giù dentro le meravigliose Gorges de Daluis, dove abbiamo deciso di dedicare qualche minuto in più a quelle pazzesche gallerie, facendo avanti e indietro sino a riprendere la marcia in direzione Valberg.
Le gomme hanno morso anche l’asfalto delle Gorges du Cians, prima di tornare su strade più larghe e andature a dir poco irresponsabili. Tappa benzina a Isola e poi il momento tanto atteso della salita sulla strada asfaltata più alta d’Europa, quella del Col de la Bonette e dei suoi 2.715 metri di altezza, che toccano i 2.802 dal monolite, tappa obbligatoria prima della tirata finale. Se la salita è stata un susseguirsi di traversi, la discesa lungo il Col du Restefonde ha offerto uno degli scorci più indimenticabili che si possano mai trovare su questo pianeta. Le montagne ingiallite sotto nude vette di roccia che si erigono a perdita d’occhio verso vallate mastodontiche hanno reso questa tappa uno dei momenti più avvincenti dell’intera giornata, che ci ha visto guidare in qualsiasi location possibile, dalla fascinosa Montecarlo ai veloci rettilinei della Valle del Var, sino alla famigerata strada delle rocce rosse e ancora su questi tornanti, che hanno qualcosa di speciale che è davvero difficile spiegare a chi non ha i motori nel sangue. Scalare un paio di marce, impostare la curva ed aprire il gas portando in alto la lancetta del contagiri ha tutto un altro sapore se fatto con una combriccola del genere. Quassù la cavalleria viene tagliata dall’altitudine ed il margine di errore si riduce al minimo, ma è un po’ come se fossi ad un bivio, una volta presa la decisione di spingere forte non puoi tornare indietro.
Scesi verso Jausiers abbiamo poi puntato ancora una volta il muso verso i monti, stavolta in direzione del Colle della Maddalena (Col de Larche per i francesi), dove il manto stradale impeccabile ed il piede pesante ha prevalso su ogni calcolo, facendoci raggiungere il ristorante con quaranta minuti di anticipo rispetto alla tabella di marcia – questo la dice lunga. Un pranzo/merenda che si è rivelato una fantastica sorpresa, non soltanto per la cordialità dei proprietari del Bar del Lago, che torneremo sicuramente a trovare presto – ma per la qualità di un pasto che ha saziato alla grande un appetito reso ancora più insistente dall’adrenalina di un’avventura eccezionale. Quando si raggiunge l’epilogo della giornata hai tempo di rilassarti, di chiacchierare con più serenità e di notare come un gruppo di persone riescano a stringere amicizia grazie a quei pezzi di metallo posteggiati fuori, a due passi dal lago e che finalmente si godono un meritato riposo. L’Alpine Grand Prix dello scorso anno è stato uno dei momenti più epici in assoluto, ma questa edizione ha regalato ancora più emozioni. Sicuramente l’itinerario, studiato nel dettaglio per esaltare il piacere di guida come nessun altro driving tour avesse mai fatto, ha giocato un ruolo importante, ma gli ingredienti fondamentali sono state le persone presenti. Persone che dopo pochi minuti vedi come un gruppo di amici e non come dei partecipanti tradizionali, un gruppo di amici ai quali non da fastidio bruciare benzina come se non ci fosse un domani. E il bello è che durante il viaggio di ritorno – percorrendo il versante italiano del Colle della Maddalena, stavamo già pensando a cosa organizzare per il prossimo anno.
Auto Class desidera ringraziare gli sponsor Astoria, Capristo Exhaust, Euroimport Pneumatici, RacetrackArt e Peugeot Italia e Subaru Italia per aver messo a disposizione le safety car, compagne impeccabili per questa sfuriata ad alta quota.