ABT RS4-R: My Sweet Nightmare
ABT RS4-R
MY SWEET NIGHTMARE
Testo e foto di Alessandro Marrone
Ogni mattina, una supercar si sveglia e sa che per mantenere il proprio posto in cima alla catena alimentare, dovrà correre più di qualche berlina o station wagon anabolizzata. Parafrasando quello che è divenuto un tormentone ripescato e adattato nelle più svariate salse, mi rendo conto di come sia un momento tremendamente difficile per essere una supercar. Appurato il fatto che le auto abbiano dei sentimenti e che provino sia gioia che tristezza, ci troviamo in un periodo di sviluppo meccanico e tecnologico tale che per toccare velocità da brivido non bisogna per forza avere due soli posti ed una carrozzeria rasente al suolo. Audi, insieme alle immancabili compagne tedesche ne ha fatto un vero e proprio mantra, ma se mi trovo a Kempten è per qualcosa di più particolare del solito.
Tappa obbligata per fare il pieno di 100 ottani e mentre i litri passano inesorabili dalla pompa di benzina al serbatoio – alleggerendo nel mentre il mio portafogli – noto il tremore delle mie gambe, uno sguardo che a fatica riesce a darsi pace, scorrendo avidamente tra gli innumerevoli dettagli dell’auto che da lì a poco avrei scatenato sull’Autobahn a pochi chilometri da me. Nemmeno una talpa la scambierebbe per una normalissima Audi, non una RS4 qualsiasi, ma quella che ABT ha ribattezzato RS4-R, una semplice lettera che non ruba spazio ed al tempo stesso permette di immaginare che l’improvement estetico è un modo per prepararvi all’enorme salto prestazionale ottenuto con le cure del tuner tedesco, firma storica che da anni si occupa di rendere Audi e VW (ed anche Seat e Skoda) i sopracitati incubi per le supercars di turno.
Se Audi, in collaborazione con Porsche, diede vita ad un nuovo modo di intendere un’auto per la famiglia, perfettamente adatta a caricare bambini e bagagli e portarli in ferie, magari nel minor tempo possibile, grazie alle modifiche che la rendevano a tutti gli effetti una station wagon con il cuore di una vera sportiva, ABT si è preoccupata di spostare puntualmente oltre l’asticella di ogni cosa che si era già in parte allontanata dall’essere qualcosa di razionale. Un’Audi station wagon, la prima RS4 del 1999, nascondeva sotto al cofano un V6 biturbo da 381cv, un sound da supersportiva e un look aggressivo fatto di parafanghi allargati ed appendici aerodinamiche che mettevano le cose in chiaro già al primo sguardo. È qui che ABT intervenne, inizialmente con l’aggiunta di circa 19cv (450cv in un’occasione particolare), mentre con il modello successivo, presentato nel 2005, Audi introdusse un motore V8, grazie al quale l’incremento di ABT consentiva di raggiungere quota 480cv. Oggi, giunti alla terza generazione di RS4 e tornati al V6 biturbo, ABT ha presentato la RS4-R che ho per le mani, la quale eroga 530cv invece dei 450cv del modello originale. Un incremento non da poco, che accoppiato a tutta la serie di upgrade meccanici la rendono un grande go-kart da corsa, ideale per la school run più folle che abbiate mai vissuto.
Adoro la RS6, ma sono sempre stato strenuo difensore della RS4, che nonostante paghi due cilindri e qualche cavallo di meno, ha dalla sua un peso inferiore e meno centimetri, tutto a favore di una maggiore maneggevolezza e di un dinamismo più vicino a quello di una sportiva tradizionale. Ma oggi tutto è come se fosse finito dentro a un frullatore impazzito, la RS4-R di ABT è larga, bassa e talmente affilata che hai paura di tagliarti soltanto passandole accanto. Il body kit salta immediatamente all’occhio da qualsiasi angolo la si osservi e gli innumerevoli badge ABT sparsi davvero ovunque rammendano che hai a che fare con qualcosa di molto particolare. Ne hanno prodotte 50 e sono state già vendute tutte. All’anteriore, la griglia Audi è resa ancora più aggressiva grazie al nuovo paraurti con blade inferiore e vortex in fibra di carbonio. I cerchi sono degli immensi 21 pollici con pneumatici Dunlop Sport Maxx GT da 295/25 e vanno a riempire ogni millimetro di spazio tra le ruote stesse ed i passaruota. Al posteriore c’è l’enorme diffusore in carbonio con alle estremità le due coppie di terminali, anch’esse rivestite in carbonio – in mezzo la scritta RS4-R in rosso, giusto per scoraggiare eventuali malintenzionati dietro di voi in corsia di sorpasso.
Ogni volta che mi trovo di fronte ad un’auto speciale, finisco in quel tipico conflitto interno tra la voglia di ammirarne tutti i dettagli e la necessità di salire a bordo e guidare, sfruttando ogni attimo di una giornata che fortunatamente sta scacciando le nuvole che sino al momento del ritiro promettevano pioggia. Aprendo la portiera e salendo a bordo noti ancora una volta che la cura adoperata dai ragazzi di ABT non è stata lesinata ed in aggiunta ai fantastici sedili in pelle ed alcantara con cuciture esagonali e loghi rossi, c’è tanta fibra di carbonio che valorizza un cruscotto già di suo eccezionale. Ovviamente non manca nulla e quindi c’è il Virtual Cockpit ed il pomo del cambio rivestito in carbonio, ma quello che mi convince a non indugiare oltre è il boato emesso dall’impianto di scarico, al momento dell’accensione. Imposto subito in “Dynamic” e seleziono la modalità manuale per intervenire sul cambio in prima persona, il motore è ormai in temperatura e l’immissione in autostrada sembra il rientro in pista dopo una sosta ai box, magari durante gli ultimi giri di un Gran Premio combattuto contro il più agguerrito dei rivali. Il pedale dell’acceleratore raggiunge il pavimento e la bolgia sonora invade l’abitacolo. Mentre vengo letteralmente premuto al sedile, vado a richiamare le marce successive le quali entrano più rapide di un battito di ciglia e sono accompagnate da una vera e propria esplosione proveniente dai quattro terminali di scarico. Se dovessi ricevere 1€ per ogni volta che ho intenzionalmente scalato per poi accelerare e salire di marcia di nuovo, potrei comprare un intero isolato in quel di Beverly Hills.
Ma California e miei problemi mentali a parte, identificare l’ingrediente principale della RS4-R non è un compito facile. Se l’accelerazione è prodigiosa e ti permette di bruciare lo 0-100 km/h in appena 3,8 secondi (0,3 in meno della RS4 standard), gli spazi di frenata sono altrettanto fenomenali grazie all’impianto carboceramico Audi. La sensazione di velocità non viene trasmessa come succede al volante di una piccola coupé e ti trovi ampiamente oltre i 250 orari senza rendertene conto. Il bello è che “viaggiando” a simili velocità, ti basta scalare una marcia ed affondare il piede sul gas che la RS4-R schizza in avanti come se volesse davvero decollare, il tutto senza mai scomporsi. Ed ecco un altro fattore a dir poco incredibile: l’assetto, che grazie ad un sistema di sospensioni con Sport Stabilizers rende questa station wagon da circa 1700kg rigida come una lastra di acciaio. Se inizialmente prendi le misure ed entri in curva a 80 all’ora, dopo un’ora di guida capisci che la stessa curva può essere affrontata a 120 km/h, senza che il corpo vettura si scomponga di un millimetro. I cambi di direzione avvengono in un lampo e non noti incertezza da parte di nessun apparato meccanico, l’unica cosa che alle volte ti frena è la ridotta altezza da terra del paraurti anteriore, la quale comporterà maggiore attenzione su alcune strade e soprattutto in fase di manovra.
Il Drehmoment, come indicato tramite una delle tante funzioni disponibili con il Virtual Cockpit, ti consente di scaricare a terra 690Nm (+90 rispetto all’originale) su entrambi gli assi, eliminando ogni benché minima sorta di dispersione di potenza. Il 2.9 V6, spinto da due turbo e accoppiato ad un doppia frizione a 8 rapporti è il cuore pulsante di quest’arma letale costruita sotto le vesti di una famigliare perfettamente in grado di ospitare 5 persone a bordo, rispettivi bagagli e, volendo, di viaggiare in modalità “Comfort” senza necessariamente violentare la strada sotto di voi. Ma sappiamo bene che sarebbe come costringere un serial killer a tenere i suoi coltelli sotto al cappotto e non è mai giusto reprimere la propria natura, ecco perché percorsi i primi chilometri di Autobahn, decido di addentrarmi lungo qualche strada meno trafficata e che valorizzi al meglio il perfetto matrimonio tra motore e telaio.
È qui che vengo definitivamente rapito dal suo comportamento animalesco, dalla sua innata capacità di appagare le mie più esigenti richieste e delle aspettative che in qualsiasi altro caso sarebbero fuori luogo parlando di una station wagon. Non qui, la RS4-R è tutto ciò che vi aspettereste da una supersportiva, ma sul corpo vettura di una famigliare lunga quasi cinque metri. Sembra più leggera di quanto sia realmente e proporzionalmente è più veloce di quanto mi sarei mai aspettato e con questo non mi riferisco affatto ai 280 km/h di velocità massima (come con l’RS Dynamic Pack), ma al modo in cui ti scaraventa da 60 all’ora a 160. Un salto di 100 km/h bruciato in un battito di ciglia in cui tieni lo sguardo concentrato tra il contagiri e la strada che si fa sempre più piccola e sfocata. Allo stesso modo e con l’identica scioltezza ti consente di frenare 50 metri dopo rispetto a quanto faresti di solito e di percorrere curve come se fossi aggrappato ad un binario.
Il biglietto di questo treno è quello di un’edizione limitata a soli 50 esemplari, tutti già venduti, ma ciò non significa che non sia possibile portare la propria RS4 e trasformarla secondo i propri gusti, sfogliando il ricco listino ABT, pronto a soddisfare ogni vostra esigenza. Parlando di cifre, una vettura completa partirebbe da circa 113.000€, con il costo del kit che si aggira attorno ai 30.000€ + 3.200€ per l’installazione, il tutto IVA 19% inclusa. Scendendo nel dettaglio, upgrade importanti come quello delle sospensioni costano circa 2.000€ (IVA esclusa), mentre per avere gli speciali sedili a guscio in fibra di carbonio occorrono almeno 2.240€. 1.000€ per lo spoiler anteriore in carbonio ed almeno 600€ per il passaruota con presa d’aria e pinna in carbonio. Non sono assolutamente cifre esagerate, soprattutto se tenete in considerazione l’esperienza di ABT nel settore, ma ciò che è realmente pazzesco è il fatto che un unico contenitore riesca davvero a far convivere il lato pratico di una famigliare con il lato animalesco di una supersportiva pronta a sculacciare qualsiasi supercar le si pari davanti. E poi c’è quell’incredibile ruggito dello scarico, un profondo urlo primitivo che sembra provenire dal più remoto angolo dell’universo. Questo mio dolce incubo mi tormenta la notte, ho bisogno di sentire ancora quel suo tuono sbaragliare le particelle dell’atmosfera, voltarsi e lanciare quell’occhiataccia che prova a nascondersi sotto l’abito di quella che in principio è una super station wagon. Questa è qualcosa che va oltre, un alieno proveniente da un luoho onirico fatto di fibra di carbonio, Autobahn e nuove soglie di decibel, ancora sconosciute al nostro misero mondo.
ABT RS4-R
Layout – Motore anteriore, trazione integrale
Motore – V6 cilindri 2.9cc – twin-turbo
Trasmissione – cambio automatico a 8 rapporti
Potenza – 530 cv / 690Nm
Peso – 1.700 kg ca.
Accelerazione – 3,8 sec.
Velocità massima – 280 km/h
Prezzo – da €113.790 (kit ABT da €29.900)
Produzione – 50 esemplari