Mercedes-Benz E-Class All-Terrain 4×4²: Off-Road Pioneer
MERCEDES-BENZ E-CLASS ALL-TERRAIN 4×4²
OFF-ROAD PIONEER
Testo di Richi Makie
Come nelle migliori favole, le avventure intraprese per caso sono quelle che si rivelano migliori, anche solo per il semplice fatto che siano in grado di farci restare aggrappati a quella voglia di sognare e lasciar perdere quei paletti razionali che ci obbligano a tenere ben saldi i piedi per terra. Mercedes è costantemente in prima linea per quanto riguarda la produzione di qualsiasi tipo di vettura, a partire dall’ideale compagna per la vita cittadina Smart ForTwo, sino ad arrivare a progetti avanguardistici che portano la tecnologia ibrida e anche soltanto elettrica a portata di un futuro sempre più vicino. In mezzo a loro ci sono un mezzo centinaio di modelli che spaziano tra ogni variante possibile – e poi c’è la E-Class All-Terrain 4×4². Prodotta – almeno per il momento – in un unico esemplare grazie alla vulcanica mente dell’ingegner Jürgen Eberle, il quale ha impegnato 6 mesi del proprio tempo nel perfezionare una meccanica in parte introdotta con un’altra follia marchiata Mercedes, la Classe G 4X4².
Basata sulla più razionale E-Class All-Terrain, si tratta di un prototipo perfettamente marciante e finito, tanto da disporre di un abitacolo completo e dotato di tutti gli ammennicoli che trovate sulla controparte acquistabile presso il vostro concessionario di fiducia. Quello che cambia radicalmente la natura di questa station wagon sotto anfetamine è la presenza di assali a portale, il vero ingrediente che le permette di affrontare terreni ben più che sconnessi, ma soprattutto di assumere un look unico e che non va certo per il sottile. In parole prove si traduce con una disposizione differente degli assali, ovvero il collegamento meccanico che unisce le ruote a sinistra con quelle a destra. In questo caso, il sostegno non è in asse con il centro della ruota, ma rialzato a tutto vantaggio dell’altezza da terra e della capacità di superare ostacoli che nel 99% dei casi non vi sognereste di affrontare nemmeno con un vero e proprio fuoristrada. In virtù di questa sostanziale modifica, l’altezza da terra della creazione di Eberle passa dai 16 centimetri della versione di partenza a ben 42 centimetri. Ovviamente per accogliere questo nuovo tipo di struttura e renderlo utilizzabile, troviamo nuove sospensioni (che mantengono la possibilità di regolarne la rigidità dall’abitacolo), nuovi cerchi e pneumatici da fuoristrada dedicati, i quali vanno a riempire i più ampi passaruota dotati di nuovi archi protettivi, più ampi e vistosi rispetto a prima.
Sicuro che questa singolare trovata ingegneristica stia suscitando il vostro interesse, sappiate che la capacità di guado passa da 28cm a 50cm, mentre la All-Terrain 4X4² – detta anche E-AT² – risulta essere perfettamente abile anche su strada asfaltata, complice dimensioni un pizzico meno mastodontiche della cugina G-Class. Il propulsore è un V6 da 3-litri e 330 cavalli, utile per muovere questo “veicolo” da 0 a 100 km/h in appena 7 secondi. Quello che cambia radicalmente è proprio l’approccio alla guida, anche se per il momento non è un problema che dovremo porci, dato che Mercedes sta ancora valutando (o forse no) un’eventuale produzione limitata. L’altezza non è infatti l’unica dimensione aumentata, ma la larghezza raggiunge adesso i 2 metri e 10, rendendo i movimenti più impegnativi rispetto a prima. C’è il cambio automatico a 9 rapporti e tutto ciò che occorre per una perfetta convivenza 365 giorni l’anno, come detto, la E-AT² è perfettamente funzionante e completa in ogni sua parte, dimostrando come in un periodo in cui bisogna necessariamente guardare all’evoluzione ed al miglioramento relativo a propulsioni meno inquinanti, sia ancora possibile mettere in gioco il proprio estro e la propria voglia di affrontare nuove sfide, alle volte anche fini a se stesse.
Tirando le somme la E-Class All-Terrain 4×4² è un puro esercizio di ingegneria, un altro traguardo tagliato dalla stella a tre punte, ma nessuno di noi potrà comprarsela. A cosa serve allora? In primis, come anche dichiarato dal buon ingegner Eberle, è un manifesto in grado di attirare nuovi professionisti verso un marchio che dimostra come abbia la possibilità e soprattutto la voglia di sviluppare idee e soluzioni che in un modo o nell’altro potrebbero comunque vedere applicazione su modelli più tradizionali. E poi diciamocela tutta, sono proprio queste auto esagerate, ben più che superflue, che riescono a risvegliarci da quel torpore a cui l’industria automobilistica troppo spesso sembra abituarci. Sinché ci saranno progetti del genere, ci sarà la voglia di sorprendere, di far sentire la propria voce fuori dal coro. E se mai dovessero produrla – anche se in serie limitata – sarei uno di quelli che sarebbero lì a sbavare immaginando di abbandonare la strada principale, alla ricerca di qualche folle avventura.