Concorso d’Eleganza Villa d’Este 2019
CONCORSO D’ELEGANZA VILLA D’ESTE
SINFONIA DI MOTORI
Testo di Richi Makie
Foto di S. Lomax
Dal 1929, le splendide dimore di Villa d’Este e Villa Erba diventano palcoscenico del concorso d’eleganza più esclusivo e atteso d’Europa. Ogni anno, i più superbi esemplari di auto storiche si radunano per dare vita ad un evento indescrivibile, che riesce a far tuffare partecipanti e visitatori nel glorioso passato dell’automobile, in quegli anni in cui l’estro e le visioni di designer e ingegneri hanno scritto pagine fondamentali, cambiando per sempre il mondo dell’auto per come lo conosciamo oggi. A distanza di 90 anni, il fascino del Concorso d’eleganza di Villa d’Este non è soltanto rimasto intatto, ma ha acquisito quel inequivocabile valore di una finestra su un mondo sempre più lontano e sempre più importante da custodire. Almeno una volta l’anno abbiamo la possibilità di immergerci in questo piccolo angolo ai confini del tempo, dove il denominatore comune è la bellezza.
Sulle sponde del lago di Como, il weekend trascorso a Cernobbio ci ha regalato tantissime emozioni, implementando una importante novità, ovvero una parte dinamica che ha visto sfilare le vetture del Concorso fino a Menaggio. Nemmeno la forte pioggia improvvisa del sabato pomeriggio ha impedito che lo svolgersi della manifestazione offrisse divertimento nell’ammirare le vetture partecipanti al primo dei due giorni effettivi di evento, dove abbiamo potuto rifarci gli occhi sulle immortali linee di modelli vintage iconici, ma anche di esemplari prodotti in serie estremamente limitata se non addirittura in esemplare unico, lampi di genio di carrozzieri e designer che hanno lasciato in eredità al mondo pura arte su ruote. Ma gli ingredienti del Concorso di Villa d’Este sono molteplici e se da un lato abbiamo anche apprezzato lo spazio dedicato alle motociclette d’epoca, restando sulle nostre amate quattro ruote non è possibile trascurare la scenografica Bugatti La Voiture Noire, presentata a Ginevra e prodotta in un solo esemplare. La vettura nera ha tra l’altro il vanto di essere l’auto nuova più costosa mai realizzata (11 milioni di Euro), ma grazie alle sue linee stravaganti ha ottenuto il premio come Design Award for Concept cars and Prototypes. Al suo pari, ma viaggiando indietro di diversi anni, – sino al 1970 per essere precisi – la Ferrari 512 S Modulo, resa perfettamente marciante dal proprietario James Glickenhaus, la quale si è accaparrata il premio come Auto & Design.
Tornando alla manifestazione, il premio assoluto come Best of show spetta all’Alfa Romeo 8C 2900 B Berlinetta Touring del 1937, che ha addirittura ottenuto anche la preferenza dal pubblico. Il Trofeo BMW Group Italia è andato all’altrettanto maestosa Lancia Astura Serie IV Cabriolet del 1938, disegnata da Pininfarina, mentre la Lamborghini Marzal disegnata nel 1967 da Bertone ha avuto le preferenze dei giovani, aggiudicandosi il premio BMW Group Ragazzi. Infine, come per ogni edizione, i riflettori vengono anche puntati su un prototipo, che in questo caso potrebbe sembrare una normale BMW di inizio anni ’70, ma si tratta in realtà di un progetto ambizioso sia per l’epoca che per i nostri giorni, dove la casa dell’elica ha riportato in vita una one-off presentata al salone di Ginevra del 1970, disegnata da Marcello Gandini per Bertone. Si chiama Garmisch ed è una coupé caratterizzata dagli stilemi BMW dell’epoca, ma fortemente rivolta al futuro, mettendo in mostra tratti distintivi di Gandini, come per la copertura del lunotto a nido d’ape. Nessun dettaglio è stato trascurato, nonostante le notevoli difficoltà per la ricostruzione dovute alla mancanza dei documenti originali del progetto. All’interno troviamo l’autoradio montata nell’insolita posizione verticale e un bellissimo abbinamento di colori e materiali di qualità, i quali impreziosiscono un modello nato per impressionare 50 anni fa, come oggi. Il nome Garmisch fu scelto per evocare gli sport invernali, molto popolari in quel periodo in Italia e mai come oggi risvegliano in noi un senso di affetto e malinconia verso quegli anni di innovazione e ispirazione. Menzione d’onore per due vetture dal pedigree ancora più esclusivo – se mai fosse possibile – mi riferisco alla Ferrari 250 GT California Spyder recentemente ritrovata e completamente restaurata, un tempo appartenuta all’attore Alain Delon, per non parlare della BMW 507 di Elvis Presley.
Esploso l’ultimo fuoco artificiale e calato il sipario sulla 90° edizione, Villa d’Este si conferma ancora una volta il punto di riferimento per il mondo delle auto classiche in Europa, baluardo di stile, eleganza e della massima espressione di libertà in ambito automobilistico, dove una vettura non rappresenta soltanto un mezzo per sfuggire alla quotidianità, ma l’incarnazione dei desideri e delle visioni di menti che lasciano la propria firma attraverso il melodioso suono di un motore. 365 giorni di attesa per la prossima edizione, rivivere questa magia e tornare a sognare ad occhi aperti.