JAGUAR XJ50
E’ Sempre L’Ora Del Tè
Testo di Carlo Brema
Foto di Andy Williams
Con la sua linea, la XJ è sempre stata in grado di acquisire classe, mentre tutte le avversarie non potevano far altro che invecchiare.
Ci sono tre tipi di automobile: quelle eleganti, quelle che vorrebbero esserlo e poi c’è la Jaguar XJ, autentica rappresentazione di lusso e garbo da ormai 50 anni. Mezzo secolo in cui la berlina inglese ha mutato le sue forme, mantenendo però intatto quel mood che strizza l’occhio al tè delle cinque, uno dei pochissimi motivi per cui sarete disposti a fare uno strappo alla regola e abbandonare il mastodontico abitacolo di questa icona britannica. Attraverso le sue generazioni, la XJ è stata in grado di identificare l’intero brand, affiancandosi a nobili sportive e modelli prettamente contemporanei come SUV e il primo modello completamente elettrico di Jaguar, la I-Pace. Per celebrare un traguardo simile, il giaguaro di Coventry presenta la XJ50, un modello speciale che intende mettere il punto esclamativo sulla totale fruibilità della grossa berlina della casa, rendendo disponibile l’allestimento solo con il propulsore diesel da 3 litri. Abbiamo avuto modo di trascorrere qualche settimana in sua compagnia, ecco com’è andata.
Era il 1968 quando Jaguar presentò la prima XJ, una berlina dalle linee morbide, generosa per le sue dimensioni quanto per l’eccezionale abitabilità interna, fatta di pelle, radica e di quel tipico sapore British che ti entra dentro non appena chiudi la portiera e sei pronto a guidare. Esatto, guidare, perché la XJ è sempre stata un’auto che non richiedeva l’autista, anzi il suo punto forte era proprio quello di appagare con estrema dedizione il guidatore e non soltanto i passeggeri. Nel corso degli anni e dei rispettivi decenni, la XJ ha saputo aggiornarsi mantenendo sempre quale riferimento un corpo vettura affusolato, con quella linea subito identificabile in mezzo a mille e in grado di acquisire classe, mentre tutte le avversarie non potevano far altro che invecchiare. Pensate che la XJ è stata così forte da superare la crisi d’identità del 2003, anno in cui il modello e l’intera gamma sembravano volgere verso uno scontro frontale che stava allontanando i clienti più affezionati, senza riuscire a conquistarne di nuovi, ma il 2009 portò a una nuova rinascita, un design azzardato che è riuscito a mescolare le carte in tavola a tal punto da permettere di ricominciare a sperare. Grazie Ian Callum! Nel 2010 arriva così il nuovo modello e nel 2015 è tempo di facelift, con la nostra XJ50 che fa il suo ingresso in scena in tempo per soffiare su 50 candeline e ad offrirci altri chilometri di classe.
Come sempre, prima di mettermi al volante mi concedo qualche attimo in contemplazione. Non nascondo che se la zona anteriore può essere meno semplice da distinguere rispetto alle sorelle minori XF e XE, soprattutto per chi non è avvezzo agli stilemi delle Jaguar di oggi, è nel suo interminabile profilo e nella coda che la XJ è tutta un’altra macchina. Ci si trova quasi intimoriti pensando a come potrà essere difficile gestire una lunghezza di oltre 5 metri nel traffico, ma sappiate che una volta seduti comodamente a bordo, vi dimenticherete di portarvi appresso il lussuoso monolocale situato alle vostre spalle. La XJ50 è il tripudio del gusto, grazie a scelte raffinate che impreziosiscono il design e valorizzano la versione anniversario con badge affissi all’esterno e all’interno dell’abitacolo. A completare il tutto abbiamo il paraurti anteriore e posteriore in stile Autobiography, cerchi in lega da 20 pollici a 5 razze doppie e la possibilità di scegliere tra quattro diverse colorazioni: Fuji White, Santorini Black, Rosello Red e Loire Blue, come quella della nostra prova. In questo caso, il blu si rivela essere la scelta ideale per enfatizzare un maggiore contrasto tra le linee, le nervature della carrozzeria e le numerose cromature, uno dei tanti richiami che collegano la XJ del XXI secolo con quelle del passato. Anche all’interno c’è tanta, tantissima cura per i dettagli, grazie ad un ambiente impreziosito da bellissimi sedili in pelle goffrata, perforata e trapuntata a contrasto. Insomma, una delle tante scuse che la XJ vi offre per non voler più scendere.
La seconda buona scusa è rappresentata dal motore, perché il 6 cilindri a V – un 3 litri turbodiesel – è l’unica variante di cui potrete disporre se sceglierete di festeggiare il cinquantesimo compleanno del modello in questione. Ci sono 300 cavalli e ben 700 Nm di coppia, più che abbastanza per muovere i quasi 1.900 kg della XJ50 con disinvoltura. La sovralimentazione entra in gioco ad appena 1.500 giri e ben presto vi troverete a giocare “al gatto e al topo” dimenticandovi che state portando a spasso un’elegante signora. Colpa – se qualcuno volesse definirla così – dell’ottimo cambio automatico a 8 rapporti, veloce e preciso anche in modalità di cambiata autonoma, mentre se vorrete intervenire voi stessi sulla scelta delle marce, magari utilizzando la vettura in Dynamic, avrete a disposizione i paddle in alluminio dietro al volante. La doppia natura della XJ è costantemente a portata di mano e il fatto di vantare uno 0-100 km/h di appena 6,2 secondi è uno dei tanti punti a favore che il propulsore offre alla sua gattona. Lo stesso dicesi per il consumo di carburante, dichiarato dalla casa in 5,7 l/100 km, a patto che facciate prevalere quella voglia di rilassatezza che si conviene a una vettura di questo calibro.
Con le ultime due generazioni, la XJ avrà pure lasciato per strada quel po’ di understatement, senza dubbio non è facile passare inosservati quando sfoggi una griglia anteriore delle dimensioni di una piazza d’armi, o quando i gruppi ottici posteriori sono tuttora avanguardistici rispetto a tre quarti delle auto che incroci per strada, ma dietro a tutto questo c’è ancora quella sensazione di calma, quella voglia di guidare un’auto – una berlina – tipicamente pensata per i giorni noiosi, ma in grado di rendere ogni spostamento un momento di speciale intimità con la vettura stessa. E così mi ritrovo a uscire dall’ufficio, soltanto con lei, a prendere quel bivio improvviso al quale non ho mai dato importanza e preferire un tè caldo al solito caffè. Nessuna fretta oggi, neppure domani e il giorno seguente, almeno affinché non mi porteranno via la chiave della XJ, una fantastica amante. Non sarà di quelle che ti trascineranno in avventure che profumano di gomma bruciata, ma sarà quella di cui non ti stuferai mai, perché la sorpresa più grande è proprio quanto essa sappia essere l’auto giusta in ogni situazione.
La XJ50 costa 10.000€ in più rispetto a una XJ 3.0D, ma con questo speciale pacchetto avrete un allestimento completo e la consapevolezza di aver fatto parte del cinquantesimo compleanno di una compagna di viaggio che non sembra aver ancora perso la voglia di scoprire nuove strade e nuove avventure, restando in vetta alla gamma Jaguar con uno stile sempre più personale. Come sempre non si tratta della scelta più convenzionale, ma di una intrapresa col cuore e con la consapevolezza di ciò che il marchio di Coventry ha rappresentato nel corso della sua illustre storia. Perché anche se il mondo dell’automobile è mutato radicalmente rispetto a quando Sir William Lyons se ne andava in giro con una XJ color marrone, nessuno ci vieta di respirare l’aria di quei bei tempi andati, magari sorseggiando una tazza di tè caldo, osservando la nostra XJ posteggiata fuori dal bar di qualche paesino silenzioso. Se non possiamo sottrarci dall’attraversare certi ponti generazionali, assicuriamoci perlomeno di farlo nel modo giusto e al volante di una XJ non si può proprio sbagliare.
JAGUAR XJ50
Layout – Motore anteriore, trazione posteriore
Motore – 6 cilindri a V – 2.993 cc – turbodiesel
Trasmissione – cambio automatico a 8 rapporti
Potenza – 300 cv @ 4.000 rpm
700 Nm @ 1.500 rpm
Peso – 1.835 kg
Accelerazione – 6,2 sec.
Velocità massima – 250 km/h
Prezzo – € 99.130