Suzuki Jimny: Lontano Da Strade Discrete
SUZUKI JIMNY
LONTANO DA STRADE DISCRETE
Testo di Tommaso Mogge / Foto di Daniél Rikkard
E’ un giorno come tanti e al mio arrivo in ufficio la trovo parcheggiata accanto all’ingresso, in tutto il suo splendore. Interrompo bruscamente il discorso che stavo tenendo con un collega e comincio a osservarla in un misto di stupore, curiosità e gioia nel poter finalmente mettere le mani su uno dei modelli più anticipati e attesi degli ultimi anni. Non è l’ultima supersportiva pronta a divorare i cordoli di qualche tracciato, ma la nuova Suzuki Jimny, l’ultima erede di quel piccolo e leggendario fuoristrada giapponese che insieme al Land Rover Defender rappresenta il modo più efficace per affrontare sentieri off-road degni di essere chiamati tali.
Prima di saltarmi addosso cominciando a dirmene di tutti i colori, lasciate che vi spieghi il perché la reputo una delle prove più interessanti dell’anno. Per Suzuki, la Jimny è un vero e proprio simbolo, tanto che in molti non hanno ancora capito che non si chiami Jimmy e venga spesso semplicemente indicata come La Suzuki! Non starò a fare una lezione di storia, a oggi ve l’avranno propinata a tal punto che passerebbe come dose extra di Xanax, ma la nuova generazione del 4X4 della casa giapponese va a sostituire il modello immesso sul mercato nel 1998 e più generalmente dall’ancor più lontano antenato del 1970, dove in seguito fu affiancata dalla Samurai, per poi essere sostituita a tutti gli effetti. Questa è una versione per alcuni aspetti completamente nuova, ma per coloro che temono che la Jimny possa aver lasciato per strada le sue innate abilità fuoristradistiche non c’è da perdere il sonno, la voglia di sporcarsi di fango è rimasta intatta. Questo grazie al telaio a longheroni e alle sospensioni a ponte rigido, il tutto abbinato a una trazione che in fase di marcia ordinaria distribuisce potenza sul solo asse al posteriore, con l’apposita leva che consente di azionare la trazione integrale e le marce ridotte.
Altro punto fondamentale per essere a proprio agio quando le strade per come le conosciamo noi sono soltanto un lontano ricordo è il corpo vettura stesso, con un’altezza da terra minima di 210 cm e sbalzi praticamente inesistenti grazie al posizionamento delle ruote alle estremità della carrozzeria, per un passo di 2.250 mm e una lunghezza complessiva di appena 3.645 mm (ruota di scorta appesa al portellone posteriore inclusa). Sulla Jimny tutto è pensato per affrontare sentieri impervi, per cui non troverei giusto criticarne uno sterzo abbondantemente demoltiplicato che, se in città richiede più movimento in fase di manovra, risulta penalizzare la guidabilità in autostrada. Del resto, sia l’aerodinamica che il piccolo motore, un quattro cilindri aspirato da 1.5 cc e 102 cavalli non sono assolutamente pensati per le lunghe distanze, quanto invece per raggiungere la fine di una strada asfaltata e immergersi nella natura, raggiungendo zone che con il 95% dei vari SUV e altri fuoristrada sarebbero soltanto un miraggio.
Nell’abitacolo c’è più spazio per guidatore e passeggero, mentre al posteriore la piccola panchetta può ospitare qualche amico, non rendendo vita facile per salire e scendere, ma soprattutto facendo rinunciare alla possibilità di caricare qualche bagaglio. Infatti, con i sedili reclinati (reclinabili individualmente), la Jimny arriva a 377 litri di carico, mentre in caso contrario avrete appena 85 litri di carico, quasi interamente in verticale e quindi a malapena per un paio di piccoli zaini. Per quanto riguarda la plancia, abbiamo plastiche abbastanza rigide – come è giusto che sia – ma Suzuki è riuscita a far convivere elementi che richiamano i modelli del passato, come per esempio la strumentazione analogica dietro al volante, con la tecnologia alla quale molto spesso è difficile rinunciare al giorno d’oggi. In questo ambito, il display touch da 7 pollici al centro del cruscotto mette a disposizione un sistema di infotainment con navigatore satellitare che non intacca la vera essenza di un fuoristrada duro e puro. Trovare la seduta ideale è semplice anche grazie all’ottima visibilità offerta dai cristalli, praticamente in posizione verticale, e dall’ottima luminosità dell’abitacolo sui quattro lati.
Finalmente giunge il momento di prendere la chiave, salire a bordo e andare dove nessun altro collega potrà seguirmi. Il 1.5 è rumoroso – anche per una insonorizzazione dell’abitacolo limitata – e su strade secondarie ti trovi spesso nella parte alta del tachimetro, il che aumenta sensibilmente i consumi benzina, al momento l’unica opzione disponibile per la nuova Jimny. L’esemplare in prova è equipaggiato con un cambio manuale a 5 rapporti (è disponibile anche un automatico a 4 rapporti), dagli innesti precisi e perfettamente in grado di mettermi a mio agio quando abbandono l’asfalto e comincio ad addentrarmi nella vegetazione. Su fondo scivoloso e con la sola trazione posteriore, la Jimny sembra volersi comportare come farebbe una Mustang da 500 cavalli, ma basta inserire la trazione integrale e si ottiene tutta la sicurezza e la motricità che stavate cercando. Le ridotte le permettono di arrampicarsi su qualsiasi mulattiera come non avrei mai immaginato, mentre tra i numerosi dispositivi in dotazione per la sicurezza e l’ausilio alla guida, l’Hill Descent agevola nel caso vi troviate a dover affrontare ripide discese e sia necessario evitare il bloccaggio delle ruote.
La Jimny ti mette di buon umore, è una vettura alla quale non importa assolutamente delle prestazioni e nonostante abbia trovato ottimistico il consumo medio dichiarato dalla casa (6,8 l/100km), mi sono goduto ogni chilometro e ogni giorno trascorso in sua compagnia. Suscita curiosità nelle persone e quando capita di incrociare una Suzuki nella corsia opposta, il lampeggio di saluto è assicurato. Ho anche avuto modo di scambiare due chiacchiere con possessori del modello precedente, di quelli che di originale non hanno neanche più il portachiavi. Mostri alti da terra più del doppio, con pneumatici da guerra e spogliati di ogni pannello superfluo all’interno, gente per cui l’unico optional che conti è un verricello per venire fuori da buche profonde cinque metri. Come se fossi stato parte della loro grande famiglia, l’hanno passata ai raggi X, guardando quei dettagli strutturali che hanno reso Suzuki regina del fuoristrada e che hanno confermato come la nuova Jimny non abbia perso la capacità di divorare sentieri impervi, il tutto diventando anche un’ottima compagna di viaggio per quando vi troverete in quella che ormai è la vera giungla, la città. In questo caso, al posto delle marce ridotte, basterà accendere l’aria condizionata, la radio e attendere che il traffico si dilegui, per tornare là dove nessuno potrà seguirvi. Nessuno, eccetto la grande famiglia Suzuki.
SUZUKI JIMNY
Layout – Motore anteriore, trazione posteriore/integrale
Motore – 4 cilindri 1.462cc
Trasmissione – cambio manuale a 5 rapporti
Potenza – 102 cv @ 6.000 rpm
130 Nm @ 4.000 rpm
Peso – 1.165 kg
Accelerazione – 13,5 sec.
Velocità massima – 145 km/h
Prezzo – da 22.900 €