Lancia Flaminia GTL 3C Touring Superleggera | Vintage
DI NOBILE STIRPE, ELEGANTEMENTE VESTITA SUPERLEGGERA
Testo di Remigio Camilla / Foto di Alessandro Marrone
Incontriamo la protagonista di questo servizio in una splenda giornata di inizio autunno ai piedi del maestoso ed elegante castello dei Principi Acaja, edificato verso la metà del 1300, nella città di Fossano.
Sulla piazza ad inizio estate si svolge il “Palio dei Borghi” con arcieri a cavallo, sbandieratori e nobili personaggi rigorosamente vestiti con costumi del 1500 e dove ormai da una decina di anni gli appassionati di Auto Storiche si danno appuntamento per il “Premio Castello degli Acaja”.
Lei, la protagonista, una Lancia Flaminia in versione GTL 3C si inserisce pienamente in questo ambiente in quanto di nobile origine “automobilistica”, elegantemente vestita dalla Touring Superleggera, 2.8 Litri di cilindrata con guida a sinistra, nella classica livrea Blu Lancia con interno in pelle rosso scuro.
La carrozzeria trae il suo grande fascino dalle linee tese del corpo vettura, dalle fiancate lisce e snelle, percorse solo nel sottoporta da una modanatura cromata che tende ad alleggerire e ad esaltare ancor più la linea orizzontale della fiancata stessa. L’abitacolo a torretta trasmette una sensazione di grande sportività, inserito quasi simmetricamente tra il generoso vano motore ed il volume di coda. Il frontale è caratterizzato dalla nuova calandra a sviluppo orizzontale, introdotto dalla Lancia proprio con il modello Flaminia, sul cofano motore in posizione centrale la dinamica presa d’aria, non solo bella esteticamente, ma anche funzionale al contenimento in altezza del voluminoso filtro dell’aria. L’elemento di maggiore spicco rispetto alle cugine coupé è l’utilizzo dei doppi fari, soluzione adottata, non solo innovativa e vantaggiosa per la guida notturna, ma che le conferisce grinta e sportività. La linea del parafango anteriore nel raccordarsi al cofano attraverso una inclinata, forma un vano quasi trapezoidale con inseriti i doppi fari, i quali non seguono tale inclinazione, ma sono perfettamente orizzontali e tendono ad allargare visivamente il frontale. I rostri dei paraurti seguono la stessa filosofia, non sono verticali, ma orizzontali. La coda è definita con altrettanta personalità ed eleganza, caratterizzata da grandi fari piatti di forma trapezoidale, ricollegandosi stilisticamente al frontale e sono suddivisi simmetricamente con al centro le luci di retromarcia, nella parte superiore gli indicatori di direzione e nella parte inferiore le luci notturne e gli stop. A fianco, nel rispetto del nuovo codice della strada, trovano posto i due catarifrangenti. La soluzione di utilizzare grandi fari piatti, tende a mitigare nella vista posteriore il residuo delle pinne ancora molto in voga in quel periodo e più percepibili con l’utilizzo di una fanaleria verticale e stretta, come ad esempio sull’Alfa 2000 / 2600 Spyder Superleggera dello stesso periodo.
Particolare interessante è notare come in genere i carrozzieri stilisticamente ponevano il logo sulle fiancate delle loro vetture, Touring posiziona lo splendido stemma formato da due ali spiegate (a ricordarci la tecnica costruttiva mutuata dagli aeroplani) con lo scudetto smaltato bianco e blu sul cofano posteriore, ma la firma Superleggera viene sapientemente e splendidamente posizionata sui due lati lunghi del cofano anteriore, caratteristica di tutte le Superleggera.
L’interno appare al contempo elegante e sportivo, coerente con l’esterno, soprattutto osservando l’andamento della plancia, al centro più bassa con una fascia cromata in cui è inserita l’autoradio Blaupunkt con tasti di preselezione, sotto di essa i vari pomelli dei comandi delle diverse funzioni e la classica chiave Lancia per la messa in moto. Ai lati la plancia forma due rialzi perfettamente uguali e simmetrici quasi a ricordare l’andamento frontale dei parafanghi, dove al posto dei fari trovano alloggiamento il contachilometri ed il contagiri di forma circolare, all’interno dei quali sono inseriti i manometri per la temperatura olio, acqua, pressione olio, orologio, livello benzina. La dotazione è veramente completa, come solo le auto di alto livello a quei tempi possedevano. Il volante è a tre razze piatte ed è leggermente a calice, di ampio diametro, con la corona in legno, il vano porta oggetti in posizione opposta ha le stesse dimensioni del quadro strumenti. Grazie a questa simmetria era possibile realizzare senza problemi il posizionamento della guida a destra o a sinistra. I sedili anteriori sono ampi e molto confortevoli, con una conformazione che esprime comodità, più da berlina che da sportiva. Nel modello GT a due posti i sedili hanno lo schienale sagomato a contenimento laterale, ma questo modello essendo una GT 2+2 doveva garantire sportività unita ad una buona abitabilità e confort . Anche il divano posteriore è ben sagomato e confortevole, purtroppo le dimensioni in lunghezza dello spazio posteriore sono più adatte ad un bambino o a persone non alte. I materiali utilizzati sono di grande qualità e raffinatezza, morbida la pelle per i sedili ed i rivestimenti laterali delle portiere e dei fianchi posteriori, moquette al pavimento, particolari in acciaio cromato.
Questo modello di Flaminia costituisce l’ultima versione prodotta dalla Touring, attraverso l’apporto di importanti accorgimenti al motore e soprattutto alla carrozzeria. La Lancia ama definirla GT 3C 2+2, ma tra i collezionisti e gli appassionati è senza dubbio più conosciuta come GTL, dove la “L” sta per Lungo, cioè passo lungo rispetto al modello GT. Il passo viene infatti aumentato di 8 cm e contestualmente viene modificato l’andamento del padiglione posteriore, ora meno inclinato e proteso in avanti. Inoltre il montante stesso del padiglione posteriore viene allargato e leggermente verticalizzato. Attraverso questi accorgimenti la Touring ottiene una coupé nella formula molto richiesta a metà anni 60, la GT 2+2. Il motore e la meccanica rimangono gli stessi della GT 2.8 a due posti, stessa sigla numerica 828.100, la potenza erogata è sempre di 150 cv, la velocità risulta essere leggermente inferiore: 191 km/h rispetto ai 194 della due posti.
La ricerca della Flaminia Superleggera da parte dell’attuale proprietario, non è stata affatto facile, molte sono state le auto prese in esame, di anni e versioni diverse, in ogni parte d’Italia da Nord a Sud, sino ad incontrare questa GTL nel 2010, messa in vendita dall’allora Presidente di Confindustria di Avellino. Tenuto conto dello stato generale dell’auto, della presenza degli adesivi originali sul filtro aria motore, delle targhette in alluminio riportanti i vari codici sull’impianto elettrico e posizionate in altre parti del vano motore e della meccanica, della moquette originale dell’abitacolo, dello stato della selleria dei rivestimenti interni, era stata giudica dall’attuale proprietario un buon “conservato” e quindi rispondente ai parametri di ricerca che si era prefissato. A tutt’oggi l’auto non ha ricevuto alcun intervento di restauro alla carrozzeria o alla meccanica, ma la sola manutenzione ordinaria unita a tutto l’amore che con piacere si concede ad un’auto d’epoca soprattutto se di tale rango e rarità.
Interessante è notare l’errata trascrizione, sul libretto di circolazione, del modello dell’auto, che compariva come “Flaminia GT 4 3C”, corrispondente come dicitura a GT 2+2 3C (carburatori), l’attuale proprietario si è personalmente curato di fare correggere tale discrepanza. (l’errore, pare dovuto al fatto che “in quei tempi” i libretti compilati a mano dagli impiegati della motorizzazione, spesso anche a casa, dove partecipavano occasionalmente a tale lavoro componenti della famiglia).
Ma continuiamo a esaminare la nostra protagonista, alziamo il cofano motore e troviamo il compatto 6 cilindri con l’enorme filtro dell’aria sotto il quale respirano i tre maestosi carburatori doppio corpo Weber da 35, sui due lati il radiatore dell’olio in posizione verticale ed il servofreno. Bellissimi i due tappi dell’olio in acciaio cromato, uno per bancata, con la targhetta in alluminio azzurra a ricordarci che ogni 6-7.000 Km occorre cambiare olio e cartuccia. Il vano motore è ampio, tutto è sistemato in modo ordinato, chiaro dove è facilmente individuabile e raggiungibile ogni componente negli interventi di normale manutenzione .
Il cambio che siamo abituati a vedere direttamente collegato al gruppo propulsore, ovviamente non è visibile in quanto posizionato posteriormente in blocco unico con il differenziale ed i freni posteriori, raffinato accorgimento tecnico per una migliore distribuzione dei pesi, tenuta di strada e frenata. Infatti osservando all’interno il posto guida, non si può non notare come la leva del cambio non abbia la consueta posizione sul tunnel, ma sia verticale quasi a lato del sedile di guida e nella parte bassa verso il pavimento formi una S per ottenere una posizione quasi centrale.
Le impressioni di guida sono molto piacevoli come confermato dal proprietario.
“Il motore è potente con un sound caldo e pieno tipico di questo 6 cilindri, d’altra parte i 150 cavalli erogati con i tre carburatori Weber doppio corpo si fanno sentire. Il cambio è preciso, innesta bene, agli alti regimi si sente addirittura la mancanza di una quinta marcia. La ripresa è brillante, anche in salita. Molto buone le prestazioni dei freni a disco, gli anteriori sulle ruote, i posteriori sui semiassi in uscita dal gruppo cambio/differenziale. La tenuta di strada è ottima, anche se non paragonabile alle auto moderne. Il comfort di guida è accentuato da un’ottima abitabilità, specie in altezza. (la scelta della GTL è stata fatta proprio in virtù di questa caratteristica). La visibilità è buona sia anteriormente che posteriormente con una chiara definizione degli ingombri in larghezza e lunghezza, i sedili con la loro forma sembrano poltrone, ben diversi da quelli della GT con schienale più dalla conformazione sportiva. Lo sterzo è preciso nell’affrontare le curve, ma un po’ pesante alle basse andature, nelle manovre da fermo il peso della Flaminia (quasi 14 quintali in ordine di marcia) si fa sentire, così come si fa sentire la mancanza del servosterzo. Non è sicuramente un’auto da usare per le gare in montagna, ma una vera granturismo che ti fa macinare chilometri in tutta comodità.”
Molto giusta quest’ultima osservazione, infatti la Flaminia Superleggera è stata scarsamente utilizzata nelle corse, rispetto alle altre versioni coupé ed addirittura della berlina. Nel 1961 nella Trieste Opicina, gara in salita, il pilota Bertoia ben si difende con la sua GT, ma nulla può nei confronti delle Flaminia Zagato e nel 1964 nella Avezzano Monte Salviano, gara in salita, i cronisti dell’epoca citano come “opaca prestazione” del pilota Pica con la sua GT. La Flaminia della Touring, in effetti era una coupé più esclusiva, di lusso, che si diversificava proprio per queste caratteristiche dal modello Zagato concepito per correre e dalla coupé di Pininfarina, molto elegante e comoda, ma che appare più come una riduzione in lunghezza della berlina.
Come riconoscere le differenze tra i due modelli Superleggera? Non è difficile, nella GT l’interno si presenta con due soli posti privi del divanetto posteriore e da una osservazione esterna laterale dell’abitacolo, si può notare come il lunotto posteriore sia più inclinato ed il montante più stretto, inoltre i fari posteriori dei primi modelli hanno al centro il catarifrangente, poi sostituito con le luci di retromarcia. Il modello GTL, molto raro, è stato costruito in soli 300 esemplari con motore 2.8 e 2 o 3 esemplari con motorizzazione 2.5 da 140 cv, probabilmente per giacenze e smaltimento dei motori rimasti in magazzino. Questo modello viene prodotto dal 1963 al 1965, ma continua a rimanere nel listino prezzi Lancia sino al 1968. Il modello GT viene costruito ad iniziare dal 1959 con motore 6 cilindri a V stretto di 2500 cc con un solo carburatore invertito a doppio corpo, nel 1962 il motore adotterà una alimentazione composta da 3 carburatori invertiti doppio corpo e dall’autunno 1963 come su tutte le Flaminia viene montato il nuovo motore 6 Cilindri a V stretto di 2800 cc alimentato da 3 carburatori invertiti doppio a corpo.