BMW M135i xDrive | Test Drive
L’EFFETTO FARFALLA
La M135i scatta come un proiettile che viene sparato fuori dalla canna della propria pistola, si insinua nelle curve e ne esce premuta a terra come un segugio che sta inseguendo la lepre in fuga.
Testo di Alessandro Marrone / Foto di Bartolomeo Lazzarini
Avevo già scritto, controllato, modificato e confermato il mio pezzo su questa vettura, ma poi le cose sono drasticamente cambiate. Il mondo è cambiato. La percezione di ogni cosa ha assunto un valore differente e che lo si voglia o no, l’arrivo del coronavirus ha stravolto le carte in tavola per tutti quelli abbastanza fortunati da non dover addirittura piangere un parente o un amico. È lì che ho deciso di cestinare l’articolo e scriverlo da zero, anche se le mie opinioni sul soggetto non cambiano, ho voluto mettere una grossa croce e partire da un foglio bianco e mettere di getto tutto ciò che la M135i è stata in grado di offrirmi durante i miei giorni di prova. In questo momento, a distanza di quasi due mesi dall’ultima volta in cui l’ho guidata è ancora con me, sistemata nel vialetto di casa. La posso toccare perché questa volta non sono seduto alla scrivania del mio ufficio, ma su una normalissima sedia di plastica a due passi da lei. Mi basta alzare leggermente lo sguardo e in quei momenti le mie mani sembrano quasi prendere fiato e ripartire nello scrivere ciò che state leggendo.
La nuova generazione della BMW Serie 1 ha essa stessa stravolto la situazione, passando dalla trazione posteriore a quella anteriore, andando a scontrarsi con quei puristi che hanno sempre preferito un comportamento su strada più vivo, ma che stando ai numeri forniti dai cervelloni del marketing rappresentano soltanto una minima parte della clientela della piccola compatta bavarese. E così, come il battito di ali di una farfalla, una catena di eventi s’è scatenata trasformando radicalmente una divertente vettura per tutti i giorni, in un’efficace vettura per tutti i giorni. La differenza sembra sottile, ma in realtà i cambiamenti sono più profondi di quanto si possa immaginare. Prendete per esempio il motore, anche il 6 cilindri in linea è sparito e lascia posto ad un più piccolo 4 cilindri Twin-Power turbo, un blocco motore che su carta sembra un ulteriore passo verso una maggiore fruibilità, ma che accentua lo shock da cambiamento che l’aficionado dell’elica si trova ad affrontare. Esteticamente sembra abbia preso qualche chilo, appare più alta e massiccia, con un posteriore molto piacevole e un anteriore dominato dall’ampia griglia con doppio rene, il tratto distintivo del marchio che aumenta in centimetri con il passare degli anni. L’ago della bilancia si ferma di poco oltre i 1.600 kg, un aumento dovuto principalmente al rinnovamento del comparto meccanico e ad un sistema di trazione più complesso.
All’alba di quei giorni in cui tutto si sarebbe inesorabilmente fermato, sono riuscito a percorrere abbastanza chilometri da avere modo di dare una forma ben definita a tutti i quesiti che mi ronzavano in testa sino a poche settimane prima. Non trattandosi della tradizionale Serie 1 che preferirebbe vostra sorella fresca di patente, la M135i deve assolutamente riuscire a far passare in secondo piano la sua metamorfosi e dimostrare che le sue prestazioni non siano soltanto in grado di tenere fronte alle sue principali avversarie – su due piedi mi vengono in mente la VW Golf R e la AMG A35 – ma di non lasciare per strada quel fattore divertimento che finora l’ha sempre tenuta ben salda davanti all’acerrima nemica della stella a tre punte. Stiamo parlando di un 2-litri trasversale turbo da 306 cavalli del resto e bisogna sottolineare che la trazione non è esclusivamente anteriore, perché infatti nel momento in cui l’auto lo reputa necessario consente a alle ruote posteriori di intervenire così da gestire coppia e potenza nel migliore dei modi e garantire trazione e limitare al tempo stesso quel sottosterzo che parlando di certe cavallerie all’anteriore sembra inevitabile, anche se in questo caso abbiamo pure un differenziale autobloccante meccanico Torsen e l’ausilio di sospensioni attive.
Ammetto di aver trascorso in Comfort giusto il tempo indispensabile per rendermi conto che in Sport sia tutto un altro paio tipo di guida. Il volante aumenta la resistenza e di conseguenza offre un’impostazione più precisa, soprattutto quando si aumenta l’andatura. Il cambio, un automatico Steptronic a ben 8 rapporti, lavora bene sempre, ma intervenire sui paddle al volante rende la guida frenetica ancora più coinvolgente, mentre i freni si dimostrano molto pronti e anzi, nell’utilizzo cittadino richiedono un pizzico di abitudine, onde evitare brusche frenate. Seppur differenti rispetto a quanto ci ha abituato BMW con le precedenti Serie 1 pepate, la M135i ha tutti gli ingredienti per rendere entusiasmante una giornata di guida tra le curve di una delle mie location preferite. Con il fotografo e parte della troupe a seguirmi su una seconda auto, noto ben presto che gli pneumatici invernali non giocheranno a favore dell’handling, così decido di aumentare leggermente la pressione delle gomme e rendere la M più nervosa, ma più precisa per quando affronteremo una serie di curve nelle quali sei pronto a tutti fuorché un’improvvisa perdita del giusto dialogo tra pesi e grip.
La turbina sibila ed è come se mi dicesse – Guarda che sono pronta, cosa stai aspettando? – Trascorrono pochi attimi e poi decido di gettarmi nel vuoto creato da tutte quelle insicurezze inevitabilmente amplificate da un quantitativo infinito di chiacchiere da bar. La M135i scatta come un proiettile che viene sparato fuori dalla canna della propria pistola, si insinua nelle curve e ne esce premuta a terra come un segugio che sta inseguendo la lepre in fuga. Posso sentire l’incredibile sforzo operato dalle gomme forzatamente meno performanti e dalle sospensioni che insieme al cervellone dell’auto stessa gestiscono i 450 Nm di coppia a disposizione, smistandoli su entrambi gli assi quando necessario. L’intervento dell’asse posteriore non è mai invasivo a tal punto da farti accorgere che non stai più guidando facendo affidamento sulla sola trazione anteriore e al tempo stesso la percezione è quella di trovarti al volante di una integrale a tutti gli effetti.
I 306 cavalli si sentono quasi subito, entrando in forza da 1.750 giri e spingendo verso l’alto l’ago del contagiri, ma non sono mai brutali e per questo motivo riescono a rendere l’esperienza di guida totale. Su una strada di montagna, dove ci sono curve, punti più stretti e nessuna possibilità di andare oltre i limiti del buonsenso, la M135i con sistema xDrive è l’auto che non riusciresti a scrollarti di dosso nemmeno se ti trovassi al volante di una qualsiasi supercar con il triplo dei cavalli. È questa la soglia di potenza ideale per essere spremuta da mattino a sera, è questo il modo più concreto di raggiungere il limite meccanico di una vettura, conoscerla a fondo e rendersi conto che c’è ancora molto margine per andare oltre e frustare delle curve che conosci bene e che non avresti mai pensato di poter divorare con tale scioltezza.
Una hot-hatch nel vero senso del termine quindi, soprattutto adesso che non appartiene più a quella nicchia che lei stessa aveva creato e che abitava in solitaria, ovvero con la trazione dietro. E come ogni compatta che si rispetti, alla M135i basta un secondo appena per ricomporsi ed entrare in città mescolandosi nel traffico e offrendo i vantaggi di un corpo vettura medio piccolo, senza dimenticare lo spazio per tre occupanti sui sedili posteriori e un ampio vano di carico dietro. È completa, ecco vi ho rovinato la sorpresa finale, ma secondo me lo avevate giù intuito e udite udite, è divertente da guidare anche piano. Sì, perché la sua comodità è davvero elevata e la cura per i materiali e il design dell’abitacolo è di un gradino superiore alla diretta concorrenza, non me ne vogliate. L’Alcantara dei sedili sportivi aggiunge altri punti in suo favore, ma nel traffico cittadino è consigliabile utilizzare la modalità Comfort, o addirittura la Eco Pro, più morbide sia per il cambio che per lo sterzo.
Giusto il tempo per un caffè e per scambiare due pareri a caldo e torniamo di nuovo in un ambito più intimo, dove mettere sotto torchio la BMW, quasi a voler a tutti i costi trovare un difetto che non siamo riusciti a trovare in queste prime ore di push selvaggio. Con la confidenza acquisita, c’è a malapena modo di additare un sound troppo sommesso dal doppio terminale di scarico, perché per il resto si hanno prestazioni davvero sorprendenti. La M135i xDrive scatta da 0 a 100 km/h in 4,8 secondi e raggiunge una velocità massima di 253 all’ora, ma è ciò che sta in mezzo che sorprende e appaga una volta alla guida. È la facilità con cui puoi inanellare curve, tornanti e ingurgitare rettilinei l’attimo prima, attraversare città o lunghe tratte autostradali quello successivo. È ovviamente diversa rispetto alla M140 che va a sostituire, perché richiede un approccio diametralmente opposto e dove non finirete un treno di gomme al mese con il sorriso stampato in volto, ma avrete di chi divertirvi in quanto alla precisione in impostazione di curva grazie all’ottimo sterzo (elettrico) e a un corpo vettura premuto verso il centro della terra come se attirato da un enorme magnete. Anche la risposta del motore implica un tipo di guida differente, guadagnare velocità è un’operazione più semplice e anche in questo caso si va incontro a una fetta più ampia di clienti.
La nuova Serie 1 ha cambiato il proprio mondo, ma nel suo caso non è affatto una brutta notizia, perché dove quella maggioranza di clienti che ha condotto a questa mutazione non si accorgerà neppure delle differenze meccaniche e dinamiche, coloro che cercano il brivido delle prestazioni avranno di che divertirsi con la sorella cattiva M135i, che con già un’ottima dotazione di serie parte da 47.000€. Se poi non potete proprio fare a meno di intraversare ad ogni tornante, resta l’opzione M2, che vestendo il corpo di una coupé tre volumi rispecchia anche meglio l’ideale di performance car e nella versione Competition da 410 cavalli e costa poco più di 67.000€. Ma oggi stiamo parlando d’altro, di quella che ha mescolato le carte e tagliato il mazzo dove forse nessuno se lo sarebbe aspettato. Non pensate nemmeno per un momento di vederla come una piccola BMW con la trazione nel posto sbagliato e accettatela per quello che è: una compatta che nonostante abbia dovuto ascoltare le necessità del 90% dei propri clienti, sa ancora come far emozionare quelli che adorano il matrimonio tra guida e divertimento.
Ah, per chi fosse curioso sulla prima versione della recensione, sappiate che anche in quel caso ho volutamente tralasciato i particolari relativi all’infotainment o quelli legati a quei numeri che ormai si trovano anche sui cartocci del latte. In un momento come questo, ciò di cui abbiamo bisogno sono più emozioni e meno razionalismo. Ci vogliono più brividi e meno lezioncine copiate e incollate a memoria, perché so bene che il pane dobbiamo portarlo a casa tutti, ma proprio perché facciamo una cosa, perlomeno facciamola bene.
BMW M135i xDrive
Layout – Motore anteriore, trazione integrale (non permanente)
Motore – 4 cilindri 1.998cc – turbo
Trasmissione – cambio automatico a 8 rapporti
Potenza – 306 cv @ 5.000-6.250 rpm
450 Nm @ 1.750-4.500 rpm
Peso – 1.677 kg
Accelerazione – 4,8 sec.
Velocità massima – 253 km/h
Prezzo – da € 47.000