Il sole bacia le sue curve e il suo muso fa altrettanto con le curve che si addentrano tra le vigne attorno a Barolo, lasciando che gli odori di una natura fertile e pronta a offrire i frutti di una coltura dalle illustri tradizioni entrino nell’abitacolo fatto di pelle e Alcantara
Testo di Alessandro Marrone / Foto di S. Lomax
Nel 2013, il giaguaro di Coventry ha dato alla luce il modello del riscatto. La F-Type, sia coupé che cabrio – oppure convertibile come piace chiamarla oltremanica – raccoglieva alcuni tratti distintivi di un modello di fondamentale importanza per Jaguar (la mitica E-Type) e li cuciva addosso a una due posti dall’immagine forte e dalle spiccate doti stradistiche, di quelle che ti permettono di attraversare continenti grazie ad un notevole comfort di marcia, ma senza lasciare a casa la voglia di divertirsi. Sono state diverse le motorizzazioni che hanno preso posto sotto al cofano della legittima erede della leggenda, battezzata con la lettera immediatamente successiva a quella della nobile antenata, e con le recenti motorizzazioni si perde definitivamente il 6 cilindri volumetrico, lasciando la possibilità di scegliere tra le potenti V8 da 450 e 575 cavalli, oppure le piccole unità 4 cilindri 2-litri da 300 cavalli, disponibili per ora con la sola trazione posteriore.
Sono trascorsi 7 anni e dopo un appena accennato restyling, la F-Type è pronta a cambiare pelle. In realtà lo fa in maniera molto sottile, con interventi estetici che fortunatamente non snaturano la sensuale immagine della sportiva britannica, la quale mantiene non soltanto dimensioni praticamente analoghe, ma la caratteristica che dall’alba dei tempi definisce una gran turismo di razza: seduta arretrata e lungo cofano anteriore, che in questo caso ospita un propulsore turbocompresso da appena 1.997 centimetri cubici. Se nell’abitacolo non si respira aria di cambiamento, fatta eccezione per il cockpit digitale e per un doveroso aggiornamento al sistema multimediale, esteriormente troviamo una coda più affilata e un paio di gruppi ottici molto più sottili che a differenza di quelli della generazione precedente si sviluppano orizzontalmente, dando un’immagine più slanciata anche grazie alla nuova e più schiacciata griglia anteriore.
E così me la trovo davanti e dopo aver percorso i primi chilometri che mi consentono di lasciarmi alle spalle il traffico di Milano e gli incroci intasati da noiose utilitarie e sguardi che cercano in tutti i modi di capire di che auto si tratti, noto come la sobrietà di questa vettura sia infatti una delle tante qualità che se soltanto ci fosse un pizzico in più di fantasia nelle strade, le consentirebbero di passare quasi inosservata. Superato un tratto autostradale che conferma l’ottima insonorizzazione dell’abitacolo, è finalmente tempo di ripiegare il tettuccio nel sacrificantissimo vano bagagli – operazione attuabile anche con la vettura in movimento – e godermi i raggi di una splendida giornata estiva che illumina i balconi coltivati delle Langhe piemontesi. Istintivamente aziono subito il selettore che gestisce la dinamica dell’auto, spostandolo in Dynamic, notando come lo sterzo aumenti la propria resistenza e il cambio sia più incline a mantenere i rapporti, nel caso abbia bisogno di più giri motore per un eventuale sorpasso. Allo stesso modo, le valvole dello scarico cercano di far guadagnare qualche decibel, ma la resa finale è piuttosto sommessa. Sposto la leva del cambio in manuale e sono io a decidere i rapporti da utilizzare mediante i paddle in alluminio, un altro aspetto positivo che le sue dirette rivali spesso non hanno, accontentandosi di piccole levette in plastica.
Il cambio, una volta in modalità manuale, permette realmente di decidere come impostare l’esperienza di guida, senza intervenire prevaricando il conducente e salire o scendere di marcia, a meno che non siate voi a richiederlo. Ci sono soltanto due posti, un bellissimo cielo azzurro sopra la testa e 300 cavalli messi a terra sull’asse posteriore: più che abbastanza per rendere coinvolgenti i giorni al volante della nuova F-Type, ma stavolta non bisogna lasciare che i nostri pregiudizi sui motori turbo ci facciano pensare che quindi basterà mettere giù il piede destro e lasciare che la chiocciola là davanti vi tiri fuori dai guai. 300 cavalli sono una potenza di tutto rispetto, soprattutto sotto un corpo vettura largo (192 cm), ma tutto sommato dal passo corto (262 cm). La F-Type pesa però 1.615 kg, che aggiungendo poi il peso dei due occupanti, un pieno di benzina e i pochi bagagli che potrete stivare nello stretto vano posteriore, appesantiscono non poco la dinamica della vettura. Il 4 cilindri ha un’ottima riserva di coppia, sono infatti 400 i Newton-metri disponibili praticamente non appena piantate l’acceleratore a pavimento, ma la potenza massima di 300 cavalli viene sostanzialmente erogata quando la lancetta del contagiri arriva a 5.500 giri. È per questo motivo che le prime volte che aspetterete una zampata graffiante, potreste restare quasi delusi, complice anche una colonna sonora davvero troppo timida. Se però entrate nell’ottica del funzionamento di questo propulsore, e soprattutto con il cambio in modalità manuale, la storia cambia e allora avrete modo di trovarvi per le mani una cabrio divertente e ancora più reattiva dei modelli entry-level del listino della generazione precedente.
Nel misto stretto riesci infatti a infilarla con più facilità ed anche se la visibilità sulla tre quarti anteriore viene alle volte compromessa dai montanti, alle volte dallo specchietto retrovisore centrale, si imparano a prendere le misure dopo appena pochi chilometri. Se poi il peso non viene più percepito come un handicap, perlomeno in quanto al dialogo con una linea rossa che arriva a 6.400 giri, è nei cambi di direzione più repentini che noto come l’assetto resti pur sempre maggiormente votato al comfort, non trasformando mai la F-Type con il 2-litri nella sportiva che invece avrete a disposizione con le motorizzazioni superiori. Per nulla nervosa, quasi sorniona, ma capace di elevare il piacere di guida sin dal momento in cui metti le ruote anteriori fuori dal cortile di casa. Il sole bacia le sue curve e il suo muso fa altrettanto con le curve che si addentrano tra le vigne attorno a Barolo, lasciando che gli odori di una natura fertile e pronta a offrire i frutti di una coltura dalle illustri tradizioni entrino nell’abitacolo fatto di pelle e Alcantara e che presenta due sedili comodi e dalla perfetta ritenuta laterale.
Non è mai nervosa, mai scorbutica (neppure sul bagnato, dove consiglio l’utilizzo dell’apposita modalità per fondi scivolosi) e dopo qualche giorno riesco finalmente a capire l’errore che stavo commettendo nell’approcciarmi a lei. Prendo il fedele blocchetto degli appunti e comincio a barrare alcuni input che avevo messo da parte in vista della stesura di questo articolo. Il fulcro di questa 2-litri non è infatti quello di rappresentare una sportiva ossessionata dalle prestazioni e poco importa se una 718 Cayman di pari potenza impiega circa 1 secondo di meno sullo 0-100. Il punto è proprio questo, la F-Type con il 4 cilindri è un dolce gattone addomesticato, del resto credo che se il vostro obiettivo sia quello di violentare le gomme, la versione R da 575 cavalli sia abbastanza. Non si viaggia arpionati al volante, ma piuttosto appoggiati, si sterza con leggerezza, il braccio fuori dal finestrino e lo sguardo che riesce a distinguere ciò che c’è attorno e non deve invece sacrificarsi fissando affannosamente di fronte a sé in una concitata corsa contro il proprio spirito di autoconservazione.
C’è però quel momento in cui avrei davvero avuto bisogno di qualche cavallo in più, di un pizzico di arroganza ai bassi regimi che fosse in grado di muoverla con prepotenza. D’altro canto avrei potuto rinunciare a quei 30/50 cavalli che avrei trovato ideale trovare sotto al cofano, per un settaggio che rendesse più rigido il telaio e più nervoso il comportamento della F-Type tra le curve. E se solitamente questa cavalleria ti concede di essere spinta sino al limite, anche se non sei un pilota professionista, nel momento in cui siamo arrivati alle strette, il controllo trazione è intervenuto in parecchie occasioni. Disattivandolo, il peso ridotto del 4 cilindri consente una migliore, o dovrei dire una più facile manovrabilità in fase di controllo quando il retrotreno dava libero sfogo alle gomme, dimostrando come in Jaguar siano in realtà riusciti a trovare un punto a favore per ogni obiezione possa venir mossa verso la scelta di un motore dalle dimensioni così contenute.
Mentre nella mia testa cominciano a delinearsi alcuni scenari e idee su dove svolgere i successivi giorni a mia disposizione con questo morbido felino, inizio a tirare le somme, qualcosa di doveroso soprattutto viste le numerose richieste e domande che mi sono state rivolte nel periodo di prova. La F-Type è riuscita nella difficile impresa di aggiornare il proprio look, restando però fedele all’iconico stile della generazione precedente e quindi restando in contatto con la celebre antenata E-Type. Motoristicamente parlando non siamo più impreparati e infatti ci siamo abituati a trovare unità 2 litri anche su modelli blasonati, notando come le prestazioni e i consumi giovino del downsizing almeno quanto il nostro portafogli. In questo caso, il 2.0 da 300 cavalli non è una fornace pronta a spingere la convertibile inglese a rotta di collo per qualche strada di montagna, ma piuttosto una soluzione più ragionata per chi vuole sfruttare realmente la bellissima immagine di un’auto matura sotto ogni aspetto e che a prescindere dalla carrozzeria con tetto rigido o capote in tela, offre un’esperienza di guida rilassante e abbastanza brillante da soddisfare la maggior parte dei propri clienti.
Al pari di come preferirete guidarla con il tetto abbassato, perdonando un vano bagagli che a stento soddisferà le necessità per un weekend fuori porta, il 4 cilindri turbo si dimostra addomesticato e addolcito e dialoga bene con un telaio e delle sospensioni che a fine giornata vi avranno accompagnato in una scampagnata panoramica. Non è la nuova F-Type, è questa particolare F-Type, quella che al posto dei muscoli e degli artigli predilige un comportamento più pacato e rilassato, accentuando lo spirito da gran turismo che apprezziamo in Jaguar da decenni, questa volta senza dover trascorrere troppo tempo in fase di rifornimento. I suoi 300 cavalli la muovono da 0-100 km/h in circa 5,7 secondi, mentre la top speed è di 250 orari, ma sono i 400 Nm di coppia il numero più importante, quello che limiterà l’attesa in fase di erogazione e non tanto per il fatto di avere una turbina sotto al cofano, ma per il peso che vi portate appresso. Con un costo che parte da €73.500 e sale almeno a €76.270 per l’allestimento R-Dynamic che quindi aggiunge paraurti e altri dettagli più sportiveggianti, la versione Convertible costa quindi quasi 8.000€ in più rispetto alla versione Coupé.
Ed ecco infine la fatidica domanda, quella alla quale non avrei mai pensato di dover trovare una risposta. Con 450 o 575 cavalli non servono giri di parole, anzi è forse meglio che la bocca si spalanchi in un misto di stupore isterico, ma con 300 e un assetto così docile mi son spesso trovato a rimescolare le idee, apprezzando come finalmente, dopo tantissime prove, un’automobile sia stata in grado di tenermi sveglio la notte. Sì, perché dopotutto ogni scusa è stata buona per uscire di casa e guidare, macinare chilometri, prosciugare il serbatoio e cercare di capire quanto amassi oppure odiassi questo 2-litri. Non ho voluto lasciare nulla al caso, le meravigliose Langhe mi hanno concesso giorni memorabili immerso in un angolo di Italia incontaminato e dove il tempo sembra fermarsi, dove le ore sono scandite da uno stile di vita così distante da quello cittadino e al contempo dissimile da quello in cui ho deciso di portare la F-Type il giorno successivo. Avevo bisogno della strada giusta, di curve alle quali non importa dei golf club o dell’ora dell’aperitivo in centro. In quel luogo avrei lasciato che questo gattone sfoderasse i suoi artigli e mi dimostrasse che oltre ad essere una sensuale baby gran turismo è anche capace di attaccare e lasciare il segno, esattamente come le sorelle maggiori.
NON PERDERTI LA SECONDA PARTE DELLA NOSTRA PROVA.
IN ESCLUSIVA SUL NOSTRO LIBRO “ALPINIST” IN USCITA A DICEMBRE 2020!
JAGUAR F-TYPE CONVERTIBLE
Layout – Motore anteriore, trazione posteriore
Motore – 4 cilindri 1.997 cc – turbo
Trasmissione – cambio automatico a 8 rapporti
Potenza – 300 cv @ 5.500 rpm
400 Nm @ 1.500 rpm
Peso – 1.615 kg
Accelerazione – 5,7 sec.
Velocità massima – 250 km/h
Prezzo – da € 73.500