Ford Focus ST | Test Drive
L’ultima incarnazione di Focus ST ha l’arduo compito di riempire il vuoto lasciato dalla RS, facendo affidamento su 280 cavalli e la sola trazione anteriore. Missione impossibile?
Testo di Marco Mancino / Foto di Bruno Serra
In un mondo dove tutto ha un prezzo, la domanda è “Quanto costa il divertimento?”. La risposta più sbrigativa prevede una semplice azione come identificare il proprio oggetto del piacere e scoprire subito a quanto ammonti la somma di denaro dalla quale vi dovrete separare e questo vale per una console di ultima generazione, quanto per un viaggio ai Caraibi e ovviamente per un’auto sportiva. In questo stesso mondo di cui sopra l’avvento dell’elettrificazione si fa sempre più forte, poggiandosi sulle spalle dell’inflazionato politically correct e facendo l’occhiolino a tutti coloro che identificano da sempre le automobili come una della maggiori cause del surriscaldamento terrestre. In maniera molto romanzata è un po’ quello che deve aver pensato Ford tagliando le gambe alla straordinaria Focus RS e lasciando che la ingiustamente snobbata Focus ST si ritrovi al timone nel bel mezzo di una furiosa tempesta, con tutti gli occhi degli appassionati addosso. In questi casi sappiamo bene che i più saranno subito pronti a puntare il dito e accusare, piuttosto che doversi ricredere e volgere il pollicione verso l’alto.
La quarta generazione di Focus, disponibile in millemila versioni, è una tra le auto da famiglia per eccellenza e questo non tanto per il fatto che rappresenti l’immagine definitiva della più tipica vettura pronta a caricare bagagli e bambini – per quello ci sono le riesumate monovolume, o le più attuali crossover – ma perché trattasi di una compatta adatta a tutto, pratica, affidabile, non troppo costosa e che bada al sodo. Non ci importa, almeno per il momento, perché siamo ancora in lutto per il prematuro addio alla versione RS e dato che molto probabilmente il cliente Focus tipo non prende in considerazione l’acquisto di una Ford GT, il punto più vicino verso il quale puntate lo sguardo è chiamato Focus ST.
La ST è ora disponibile sia in versione compatta a 5 porte che wagon, ma in Italia è distribuita soltanto la prima delle due, con la variante di poterla anche scegliere spinta dal 2.0 EcoBlue da 190 cavalli, un propulsore diesel che le dona un certo brio grazie a una coppia di ben 400 Nm, ma che nonostante garantisca anche la capacità di muoversi in velocità, non possiamo considerare compatta sportiva nel senso più tradizionale del termine. La Focus ST che interessa a noi dispone di un 4 cilindri in linea da 2.3-litri, un EcoBoost che eroga 280 cavalli (+30 rispetto al modello precedente) e 420 Nm di coppia, dialogando con la sola trazione anteriore mediante un cambio automatico a 7 rapporti, oppure manuale a 6. Questo in parole e numeri poveri, ma per la prova dei fatti sappiamo fin troppo bene che non c’è niente di meglio che gettarla in pasto alle curve, campo di battaglia nel quale le compatte bollenti si distinguono da automobili normali.
Trattandosi di una vettura che può essere serenamente utilizzata dal 1 Gennaio al 31 Dicembre, la Focus ST mantiene opportunamente un look adatto per essere lasciata in qualsiasi parcheggio della vostra città, senza necessariamente strillare ai quattro venti la propria indole sportiva, sempre a patto che non la compriate nel meraviglioso colore Orange Fury, un’autentica botta di vita nel traffico cittadino. L’esemplare in prova è quello che mi permetterà di capire se la nuova Focus ST sarà in grado di colmare il vuoto lasciato dalla RS, indipendentemente dai cavalli in meno, del resto abbiamo comunque a che fare con una potenza tale che per sfruttarla a dovere fino in fondo necessiterebbe di una pista e non di una strada di montagna. Certo, ci sono più muscoli, il frontale sul nuovo modello è più affilato e la coda più armoniosa, con lo spoiler che ne accentua la voglia di farsi accarezzare dall’aria, una volta in velocità. C’è anche una bella coppia di terminali di scarico – uno per lato – a borbottare non appena dai vita al 2.3, un motore che non vi farà trascorrere troppo tempo alla pompa di benzina, nonostante una cubatura che sembra andare controcorrente rispetto alla norma.
Anche l’abitacolo è finalmente al passo coi tempi, con una connettività tra le migliori di categoria, un bel display touch al centro, uno di fronte al guidatore in mezzo ai quadranti analogici e anche un head-up display che riepiloga le informazioni desiderate. Altra chicca introdotta con questo modello è il tasto Sport sulla razza destra del volante, una scorciatoia per trasformare una morbida e sorniona compatta nella attaccabrighe che speravate di trovare risvegliando il suo animo più sportivo. Passare da Normal a Sport conferisce maggiore precisione agli inserimenti in curva, con un conseguente irrigidimento di sterzo e assetto, lo scarico emette scoppiettii in accelerazione, decelerazione e cambiata, c’è tutto quel che serve per darci dentro sino alla fine della strada.
Mentre apprezzo come il servosterzo elettronico legga al meglio l’asfalto sotto di noi, noto che il Torque Vectoring Control e il differenziale autobloccante di tipo elettronico cercano in tutti i modi di non far disperdere la potenza scaricata a terra sul solo asse anteriore, operazione peraltro perfettamente riuscita in percorrenza di curva, dove la Focus ST resta sempre molto stabile, mentre almeno in partenza o comunque in prima marcia sarà meglio tenere ben salde le mani sul volante e cercare di mantenere il muso puntato verso la direzione desiderata. Frenetica, la guida si fa davvero intensa e subito dimentichi del fattore RS, con 280 scalpitanti cavalli che non sono semplicemente abbastanza, ma si avvicinano ad essere addirittura troppi. In realtà si tratta di affinare ancora un po’ la mira e prendere la giusta confidenza con un assetto per nulla estremo e che una volta dimostrato quanto tenga premuto a terra il corpo vettura nel momento che si arriva a velocità che un’ora prima non avreste reputato fattibili, regala una guida molto, molto divertente.
Divertente e anche tanto veloce, non tanto per uno scatto di 5,7 secondi sullo 0-100, quanto per la progressione della curva di coppia – ben 420 Nm – che sale costante da 3.000 giri, lasciando che la linea rossa posta a 6.500 sia la direttrice d’orchestra che implica quel movimento sempre più raro sulle sportive moderne. La mano destra lascia il volante per un attimo, i piedi danzano nel disinnesco/innesco della frizione a pedale, e giù con un altro calcio nella schiena. Al pari della più piccola ma altrettanto efficace Fiesta ST, la Focus ST premia il guidatore in maniera proporzionale all’impegno profuso al volante e questo non va solo imputato all’esistenza di una trasmissione manuale, per quanto renda comunque più coinvolgente una guida spiccatamente sportiva, quanto invece per i molti feedback che vengono trasmessi dal telaio al guidatore.
La nuova Focus ST è una sportiva autentica e seppur orfana di qualche cavallo rispetto alla diretta concorrenza non sembra farci caso e anzi sottolinea i suoi punti di forza, che sono la grande guidabilità, le vivide prestazioni offerte dal matrimonio motore-telaio e il fatto di non aver dimenticato l’identità della vettura che le ha dato i natali, la Focus. Non va certo vista come una tappabuchi, tantomeno come la sostituta della RS, ma presa piuttosto per quello che rappresenta, ovvero un’ottima auto sportiva. Che poi si ritrovi – chissà, magari ancora per poco – sul gradino più alto del podio di famiglia, è più una situazione fortuita, ma anche un’onorificenza pienamente meritata. Vedete solo di non toglierci anche lei!
FORD FOCUS ST
Layout – Motore anteriore, trazione anteriore
Motore – 4 cilindri 2.264cc – turbo
Trasmissione – cambio manuale a 6 rapporti
Potenza – 280 cv @ 5.500 rpm
420 Nm @ 3.000-4.000 rpm
Peso – 1.433 kg
Accelerazione – 5,7 sec.
Velocità massima – 250 km/h
Prezzo – da € 38.950