Da oltre 70 anni, la Defender rappresenta la quintessenza dell’avventura secondo Land Rover. Oggi arriva una generazione tutta nuova e dovrà affrontare l’ingrato compito di sostituire un oggetto di culto intramontabile. Il re è tornato per riprendersi il trono.
Testo Alessandro Marrone / Foto Bruno Serra
Oramai è qualche anno che “scrivere di auto” è la mia professione. Che lo faccia bene o meno non sta a me deciderlo, ma quello che posso confermare è che questo mestiere, seppure con sacrifici e numerose ore piccole trascorse in ufficio, mi ha portato enormi soddisfazioni. E queste non vengono mai sole, perché sono spesso accompagnate da situazioni che restano scolpite nella memoria: parlo di quelle che posso rivivere ogni volta che osservo una fotografia, quel senso di pace nel quale ti avvolge un paesaggio di montagna, o ancora quelle lunghe giornate on the road alla ricerca dello scorcio perfetto, quello meritevole di rendere giustizia alla nostra compagna di viaggio di turno. Come ho già detto altre volte, la parte cruciale è ciò che avviene prima – la preparazione – è lì che il team creativo e quello editoriale si rinchiudono a discutere su scenario, mood e dettagli di quello che a molti potrebbe ingiustamente sembrare un semplice servizio fotografico a corredo di una delle tante recensioni di auto.
Questa volta si parlava della regina delle 4×4, dell’icona per eccellenza, colei che ha solcato il pianeta per oltre 70 anni, nascendo come alternativa più economica rispetto alla produzione dell’epoca e che ispirandosi alla Jeep utilizzata dall’esercito americano, divenne punto di riferimento per le forze militari britanniche e assoluto simbolo di libertà su ruote. Nel corso dei decenni la sagoma della Land Rover Defender è cambiata poco, o meglio pochissimo, facendo di quella sua forma squadrata e di una meccanica schietta e indistruttibile la costante che ha accompagnato le diverse generazioni e allestimenti che l’hanno consacrata il miglior fuoristrada di sempre. Potete quindi immaginare lo sconforto, quando nel 2016, l’esemplare numero 2.016.963 varcò i cancelli di Solihull sancendo la fine di produzione di un mito amato anche da coloro che prediligono strade lisce come le guance di un bambino.
Ma il destino ha voluto che andasse diversamente e senza neppure il tempo di asciugare le lacrime, Land Rover ha riportato in vita la Defender, questa volta con l’intenzione di creare un modello completamente nuovo. Il rischio è quello che cambiando qualcosa di già perfetto, ci sono molte più probabilità di fare un passo falso, tradire la propria eredità e infangare un nome che è leggenda. Detto questo, la nuova generazione di Defender mantiene saggiamente le due carrozzerie che determinano la lunghezza in pollici a seconda del proprio passo – 90 e 110 – con la differenza che in realtà non sia più così, dato che il passo è aumentato sia per la versione corta, che per quella lunga, adesso rispettivamente di 2,58 e 3,02 metri. Dimensioni che aumentano e che non nascondono l’imponenza offerta dalla tipica sagoma scatolosa che può arrivare a ospitare anche una terza fila di sedili extra, ma procediamo con ordine, anzi saltiamo direttamente al sodo.
La neve a bordo strada sembra formare un tutt’uno con la fitta coltre di nebbia che ci circonda, posso sentire le ruote arrancare su quel grosso lastrone di ghiaccio che ha coperto la strada verso quota 1.000 durante la notte e che stenta a sciogliersi sotto di noi, complice un sole ancora troppo timido. Temperatura esterna -8°, temperatura interna +20°, mi trovo comodamente seduto sulla poltrona in pelle della Defender, con il mio braccio sinistro che stavolta non sbatte sul finestrino e controllo il lavoro dei differenziali che consentono alla nostra marcia di proseguire verso Nord senza percepire la minima incertezza. Qualche smottamento restringe la carreggiata, nessun problema per l’altezza da terra a disposizione, sempre accoppiata a sbalzi che nonostante il passo lungo dell’esemplare in prova restano ridotti e tranquillamente estendibili mediante il Terrain Response che permette di scegliere tra le 8 modalità di guida disponibili, che andranno a intervenire su tutta una serie di parametri a seconda della consistenza della superficie sotto di noi. Allo stesso modo le varie telecamere sparse su ogni lato della vettura consentono al guidatore di tenere sotto controllo eventuali pietre e buche, senza ovviamente dimenticare che si può creare la propria modalità di guida, andando a decidere individualmente che tipo di parametri utilizzare.
Già questo dovrebbe lasciar capire che la nuova Defender è un oggetto tecnologico, dotato di due grandi schermi, uno di fronte al guidatore e che comprende l’intera strumentazione e il secondo al centro del cruscotto, un touch con navigatore satellitare, sistema multimediale e appunto l’interfaccia del Terrain Response di ultima generazione. Appena sotto abbiamo la leva del cambio automatico a 8 rapporti ed alcuni comandi che sono stati opportunamente lasciati fisici, ovvero quelli del clima, l’Hill Descent Control e quelli per inserire le marce ridotte e variare manualmente l’altezza da terra. Tutto è cambiato, a partire da un look molto moderno, con forme nette che donano un look piacevole e trasmettono una sensazione di robustezza, senza però quella grezza purezza del vecchio modello. Ogni pannello è adesso assemblato alla perfezione, non ci sono infiltrazioni e la cura per il dettaglio la si nota dai gruppi ottici, oppure dai pannelli porta o dalle numerose superfici vetrate che oltre a dare maggiore luminosità all’immenso abitacolo, torneranno utili nei più disparati utilizzi destinati a questo veicolo.
È però salendo a bordo che l’immagine di moderna fuoristrada pronta a tutto tende la mano al mondo degli SUV. La precisione anticipata osservandola dall’esterno viene ripresa e sviluppata con materiali per nulla scontati e soluzioni che riescono nell’ardua impresa di unire la praticità di un fuoristrada che non teme di abbandonare le strade asfaltate alla comodità offerta sulle lunghe tratte autostradali. La città resta, almeno per la versione 110, l’habitat che la Defender preferisce meno e non tanto per la visibilità che resta comunque ottima, nonostante l’ingombro della ruota di scorta appesa al portellone posteriore, ma perché le dimensioni stesse sono tali da richiedere la massima attenzione, soprattutto nelle vie più strette e quindi 5,01 metri di lunghezza, 1,99 di larghezza e 1,96 di altezza. Un titano su ruote.
Tra le numerose motorizzazioni disponibili, la D240 è senza dubbio l’ideale, perlomeno in termini di rapporto prestazioni/consumi, con un 4 cilindri turbo-diesel da 2 litri che eroga 240 cavalli e ben 430 Nm di coppia, questa disponibile subito – a circa 1.400 giri – e quindi utile a limitare i cambi marcia, andando così a ottimizzare il carburante necessario a muovere quasi 2 tonnellate e mezzo di peso. Di fronte a noi sembra che l’ultimo piccolo paese abbia accolto un limpido cielo a illuminare una stretta strada completamente ricoperta di neve. A tratti più soffice, in quelli più in ombra con una consistenza più simile al ghiaccio, il passo a bordo della nuova Defender è imperturbabile, aumentando l’andatura con la circospezione di chi aspetta quasi il fatidico “ma” della situazione.
In realtà le doti fuoristradistiche sono rimaste intatte a quelle che hanno reso le generazioni precedenti un’icona delle strade bianche, con la differenza che quando ci si trova su asfalto si può approfittare di una guida precisa, morbida e resa assai simile a quella al volante di un qualsiasi SUV. Certo c’è una stazza non indifferente e un Cx penalizzato da un frontale quasi verticale, ma che importa, quando l’unico limite sarà quello imposto dalla propria immaginazione. Superato uno stretto ponte, la strada sembra inerpicarsi dentro un fitto bosco. La neve è così candida e soffice e nessuno l’ha ancora calpestata e ammesso che questo bivio porti da qualche parte, i prossimi chilometri saranno realmente in grado di confermare o meno se la neonata di casa Land Rover abbia mantenuto o meno la proprie indole di arrampicatrice.
Imposto la modalità Snow, i feedback di pedali, sterzo e cambio sembrano assopirsi, ma in realtà concentrano il proprio funzionamento in maniera da evitare di lasciarci bloccati in mezzo al nulla. L’inclinazione segna 16° e non appena muovo le ruote anteriori verso la svolta le posso sentire affondare ed emetter quel tipico rumore di gomma che appoggia su neve fresca. L’attimo dopo sprofondano e tutto ciò che sento è il 2-litri che sale di giri e gli pneumatici che digrignano alla ricerca di quel pizzico di trazioen utile a muoverci in avanti. L’abitacolo non è soltanto ben isolato dagli agenti atmosferici, ma anche ben insonorizzato, tuttavia la percezione di trovarci in una situazione a dir poco estrema è confermata dal fatto che debba affondare con insistenza sul pedale dell’acceleratore. L’attimo dopo osservo dietro di noi e mi accorgo che i due segni irregolari ma paralleli sono la firma che ci sta facendo muovere nella direzione desiderata. Si balla, ma non ci sono rumori indiscreti a irrompere la quiete e il tepore di un abitacolo funzionale che assume le forme di uno degli ambienti più piacevoli nel quale vorresti essere. E già mi immagino a caccia di qualche duna di sabbia, o immerso in una foresta tropicale, o ancora sulla vetta di un passo di montagna, ben oltre alla fine della strada asfaltata della quale i più devono accontentarsi.
È il momento in cui nella tua mente riesci a visualizzare quel che vorresti dopo, che senza neppure rendertene conto stai ammettendo che questa sia l’auto giusta. Ma la nuova Defender non è una semplice automobile e smette di vestire i panni della migliore fuoristrada di sempre allargando i propri orizzonti esistenziali a strumento capace di dare forma e sostanza a quel bisogno di libertà che non conosce la parola fine, neppure quando la strada sembra suggerirti di evitare di sfidarla. La realtà è che abbiamo superato quella salita innevata, ci siamo addentrati in chissà quanti centimetri di neve fresca e abbiamo superato qualsiasi tipo di ostacolo naturale grazie alle doti meccaniche di un modello proiettato nel futuro e che mantiene stretto il legame con il proprio illustre passato. La realtà è che ci siamo divertiti talmente che abbiamo pure dimenticato quale strada avessimo percorso per arrivare in cima ad un colle reso irriconoscibile per via dell’assenza di qualsiasi cosa che non fossero dentriti ammassati l’uno sull’altro e compattati dalle rigide temperature notturne.
Adoro ogni singolo millimetro di questa Defender, la sua immagine simpatica ma sempre concentrata, le sue doti dinamiche, il fatto di poterla utilizzare realmente in qualsiasi situazione e che rappresenti la migliore alternativa a SUV, Crossover e Off-Roader in un unico grande contenitore. Se avete bisogno di andare al supermercato, a portare i bambini a calcio, saprà stupire per l’intelligenza di soluzioni rivolte alle necessità contemporanee come nel caso dei numerosi vani portaoggetti, del gigantesco pozzetto centrale o dei 15 punti di ricarica per dispositivi elettronici. Insomma, pensate una cosa e la sua risposta sarà sempre affermativa. La nuova Defender è riuscita ad elevare le aspettative elaborate in fase di briefing, è riuscita a scansare i timori legati ad un possibile addomesticamento di una vettura che ha sempre rappresentato un prodotto unico e ineguagliabile. In mezzo a tante auto di lusso e supercar, la sagoma dell’ultima nata in casa Land Rover è riuscita a conquistare anima e cuore di ciascuno di noi in redazione, raccogliendo un consenso unanime come auto dell’anno.
Questo perché il suo più grande merito non è da ridurre alle sorprendenti abilità su strada e soprattutto in off-road, ma per il fatto che sia riuscita nella difficile impresa di avere la meglio sul suo unico e più grande rivale, quello rappresentato dal peso di un’eredità che le rende diverse ma entrambe capaci di eccellere in quel che offrono e per ciò che rappresentano. Probabilmente saranno altri 70 anni di amore incondizionato, alla ricerca di una strada non percorsa da altri e creando un numero incalcolabile di storie da raccontare, molte delle quali nascono per caso, senza bisogno di lunghi meeting e meticolose pianificazioni. È il bello di mettersi in gioco, proprio come ha fatto Land Rover, di far sentire la propria mancanza, tornare e riprendersi lo scettro di 4×4 migliore di sempre, ancora una volta.
LAND ROVER DEFENDER 110 D240 S
Motore 4 cilindri Turbo Diesel, 1.999 cc Potenza 240 hp @ 4.000 rpm Coppia 430 Nm @ 1.400 rpm
Trazione Integrale Trasmissione Cambio Automatico a 8 rapporti Peso 2.248 kg
0-100 km/h 9,1 sec Velocità massima 188 km/h Prezzo da €66.700