EROI & BANDITI
Testo Marco Mancino / Foto Daniél Rikkard
Da bambini non vediamo l’ora di diventare grandi, ma una volta cresciuti vorremmo subito tornare bambini. Non tanto per le complicazioni e le responsabilità che la vita ci mette davanti – quelle vanno affrontate come sfide – ma perché perdendo l’innocenza dell’infanzia smettiamo di sognare e ci troviamo a fare i conti con una realtà fatta di solidi concetti, obiettivi e l’occhio vigile della coscienza sempre pronto a tenerci con i piedi per terra. Non fare così, non andare là, non è il caso – queste sono soltanto alcune delle tipiche frasi che assillano l’intera vita di chi come me ha sempre avuto la ribellione nel sangue. E sappiamo bene che per vivere sul serio bisogna osare, uscire dalla zona di comfort e inseguire i propri sogni, un po’ come ha fatto Hermes Cavarzan, patron del Gruppo Cavauto di Monza, colui che ha dato libero sfogo al suo bambino interiore facendo del grande amore per le automobili americane la sua missione di vita.
C’è di più, perché nel 2017 Cavauto ha allargato i propri orizzonti dando forma ad un vero e proprio brand che dopo appena una manciata di anni vanta ben tre modelli in gamma. Militem – declinazione latina della parola “soldato” – è il sogno che si tocca con mano, di quelli che vengono letteralmente concretizzati e messi a disposizione di appassionati che non si accontentano dell’infinito mondo dei fuoristrada a stelle e strisce e che cercano quel tipico tocco del tanto amato Made in Italy. Unire due aspetti quasi agli antipodi, un po’ come successo per il battesimo del fuoco con la Hero, basata sulla piccola e simpatica Jeep Renegade. Eroi e banditi appunto, così distanti ma così legati tra loro che uno non potrebbe esistere senza l’altro. In questa maniera e con una visione cristallina fin dal principio, Hermes e la sua Militem creano una nicchia che fa breccia nel cuore degli appassionati di off-road perché nonostante un abito più elegante e ricercato non perdono e anzi migliorano il lato selvaggio dei modelli presi fino ad ora in considerazione. Dopo aver scambiato una bella chiacchierata, abbiamo preso le chiavi della Hero (la trovate sul nostro sito, ndr), la più piccola delle tre proposte, ma non per questo la meno interessante. Destinazione? Lo scopriremo molto presto.
Avete presente quando qualche riga prima dicevo che è bello tornare bambini? È la sensazione che ho avvicinandomi alla Hero, dove a catturare l’attenzione c’è subito l’incremento in altezza da terra offerto da sospensioni Lift Kit 1,5” Extreme Performance Militem, peraltro progettate in Italia e in grado di non intaccare la precisione di guida nonostante il notevole aumento di escursione da terra completato da un set di pneumatici All-Terrain che avvolgono i bellissimi cerchi in lega da 20 pollici. Ad aumentarne l’imponenza, soprattutto osservandolo frontalmente, abbiamo passaruota allargati che in questo caso sono dello stesso colore della carrozzeria, ma continuando a ricercare dettagli unici della Hero abbiamo anche la nuova mascherina all’anteriore, il cofano con prese d’aria in contrasto e la stella Militem in bella mostra ovunque possibile.
La Hero è disponibile sia per la Renegade a benzina spinta dal 1.3 Turbo portato a 200 cavalli, che nella 1.9 Multijet come quella della nostra prova, in grado di erogare qualcosa in più dei 190 cavalli dichiarati. Per quanto riguarda la trasmissione viene ovviamente mantenuto l’ottimo automatico a 9 rapporti e quindi anche le ridotte, fondamentali in off-road, dove l’altezza da terra e le dimensioni tutto sommato contenute del corpo vettura la rendono davvero inarrestabile. Se da una parte non si hanno dubbi circa le sue capacità di affrontare terreni impervi, un assetto di questo tipo può far intendere che su strada sia un incubo, ma la vera sorpresa è proprio la taratura, con uno sterzo incredibilmente preciso e sospensioni che sono perfettamente in grado di farvi muovere da una curva a un’altra senza il minimo sbilanciamento. Il peso resta praticamente invariato (1.710 kg), ma una volta in movimento la Hero non perde tempo e passa subito in rassegna le migliorate doti su strada e lontana da asfalto.
Abbandonata l’autostrada dove è possibile tenere andature analoghe alla controparte tradizionale, con un minimo aumento del consumo di gasolio dovuto alla maggiore resistenza aerodinamica, proseguiamo verso quella che per molti rappresenterebbe la fine della strada, mentre per noi sarà l’inizio dell’avventura. Nel frattempo siamo cullati da un abitacolo completamente rivestito in pelle, dove spicca il logo Militem in mezzo al volante e di fronte al passeggero anteriore. Si tratta dell’upgrade denominato Stage 2, quello più completo e che impreziosisce superfici che sul modello di partenza sono tutt’altro che eleganti. È in questo frangente che l’aspetto sartoriale prende il sopravvento e dimostra come ancora una volta due aspetti apparentemente distanti tra loro riescano a convivere, rendendo la Hero un confortevole salotto nel quale trascorrere del tempo in attesa di raggiungere il bosco e attraversarlo senza il minimo sforzo.
Il Multijet resta rumoroso, un aspetto che però non impedisce all’esperienza di guida di entrare nel vivo una volta che la strada fino ad ora soltanto sporca di neve diventa del tutto coperta da un soffice manto bianco pronto ad accogliere i solchi dei nostri pneumatici. Inserisco la modalità Snow tra quelle disponibili e la trazione si dimostra subito impeccabile, mentre l’aumento di altezza da terra si rivela utile, soprattutto nei punti resi più stretti, facendo sentire la mancanza della videocamera di manovra più in fase di parcheggio in città, che qui nel bel mezzo della natura incontaminata. Il fatto di trovarsi in uno scenario naturale immerso nella più totale solitudine ci consente di accostare e scattare foto che catturino al meglio il senso di libertà offerto da una vettura di questo tipo e che dalla sua vanta dimensioni che non impediscono neppure una facile convivenza in un contesto urbano.
Se ve lo state chiedendo, salire e scendere è più semplice del previsto e come detto i consumi sono praticamente invariati rispetto al modello di partenza. Con poco più di 52 mila Euro per la versione benzina e prezzi che partono da circa 58.000€ per la variante a gasolio, è possibile entrare nel mondo Militem e portarsi a casa un prodotto curato nei dettagli e che non distorce la filosofia Jeep, con quella sua eterna voglia di esplorare. Continua a farlo spuntando alcune caselline in più, come quella dell’artigianalità degli interni e con un look che smette i panni di simpatica 4×4 e diventa più aggressiva e sempre pronta a percorrere strade là dove in realtà non ci sono strade. È il senso di libertà che viene scoperto poco a poco, rendendosi realmente conto delle infinite opportunità concesse da un assetto di questo tipo sistemato sotto uno dei fuoristrada più efficaci eppure più civili in circolazione.
Non mi sento in colpa nemmeno quando entro in qualche sudicia pozza di fango e lascio che gli schizzi arrivino sino all’altezza dei finestrini e quando il terreno coperto di neve lo consente, basta disabilitare il controllo trazione e lasciare che il posteriore scivoli verso l’esterno, mantenendo il controllo della direzione desiderata con una sola mano sul volante. Se la Hero è piacevole e appagante da guidare è anche incredibilmente bella da osservare in un contesto simile, dove non c’è tempo per connettività e dove il navigatore satellitare ci posiziona nel bel mezzo del nulla. Uno spazio indefinito dal quale non vorresti far ritorno così in fretta perché è qui che ti rendi conto che tutto ciò che conta va cercato in quella fiamma che ha caratterizzato la nostra infanzia. Per Cavarzan si trattava di quelle grandi auto americane, tra le prime al mondo ad adottare soluzioni come aria condizionata e vetri elettrici, sinonimo di libertà e movimento, le stesse cose che oggi respiriamo con il realizzarsi del suo sogno, mostrato al mondo sotto le forme di Militem.
La Hero ha carattere da vendere, su questo non c’è dubbio e nonostante le soluzioni adottate per l’abitacolo non scende a compromessi e non gioca ad essere un SUV, proprio non le interessa. Lo spirito del CEO di Cavauto è sempre stato quello di vivere lo spirito di libertà offerto dai paesaggi degli States e dalle sue vetture fuori scala e la Hero ne rispecchia in pieno le intenzioni, incarnando però la classe che distingue il Made in Italy nel mondo. Un eroe travestito da bandito che non rinnega le proprie origini e che mirando alle vie più alla moda della città, conferma quanto in Militem non siano semplicemente riusciti a realizzare un’ottima auto per attirare gli occhi della movida, ma a dar vita a quella scintilla che è in grado di tornare a farci sentire bambini felici.
MILITEM HERO
Motore 4 cilindri diesel turbo, 1.956 cc Potenza 190 hp Coppia 350 Nm
Trazione Integrale Trasmissione Cambio Automatico a 9 rapporti Peso 1.710 kg
0-100 km/h n.d. Velocità massima n.d. Prezzo da € 58.370