Non pensate – neppure lontanamente – di fare l’abitudine a quel frastuono emesso nella nuova modalità Corsa, ma il bello non è soltanto la sua capacità di rendere punto A e punto B incredibilmente vicini, quanto invece rendere le curve un’esperienza da ingurgitare tutta d’un fiato.
Testo Alessandro Marrone / Foto S. Lomax
Avevo quasi scordato il piacere che regala un passo di montagna di primo mattino, quando la flebile luce dell’alba non è ancora esplosa alta nel cielo. Quei profumi, quella fresca brezza portata da un vento che ha corso per tutta la notte, ma soprattutto il silenzio. È come trovarsi in un luogo dove gli unici suoni che senti sono il fruscio delle foglie, lo scorrere di qualche ruscello e i richiami delle marmotte, pronte ad accogliere un’altra giornata dopo il lungo letargo invernale. Le strade ad alta quota si sono fatte attendere più del solito quest’anno, con temperature e precipitazioni che hanno comportato una riapertura stagionale tardiva, aumentando la trepidazione mentre si ultimava lo studio dedicato ad una di quelle auto che hanno la sempre più rara capacità di stregarti il cuore.
La collezione Trofeo, come Maserati ha voluto presentare la gamma più prestazionale disponibile per Ghibli, Quattroporte e Levante, è la quintessenza di un brand che ha scritto pagine indelebili nel mondo delle corse e non solo. La casa modenese, dopo aver notevolmente incrementato le proprie vendite negli ultimi anni, si trova in quella meritata posizione in cui può allargare la propria offerta, andando non solo a introdurre le prime varianti ibride, ma soddisfacendo le esigenze di quegli appassionati vecchio stampo come noi e voi, di quelli che non possono fare a meno di sentir riecheggiare nell’aria il violento latrato di un motore pregno di cavalli vapore e coppia. Attraverseremo il colle facendo un baccano esagerato, lasciando segni sull’asfalto e prendendo tutto ciò che una giornata a stretto contatto con la strada può offrire.
Per entrare nel mondo Trofeo, abbiamo scelto la Levante, ovvero la proposta che molti potrebbero considerare più irrazionale – del resto si parla di un SUV da oltre 2 tonnellate che nasconde un’indole da Ferrari, grazie ad un V8 biturbo da 580 cavalli – ma che a conti fatti rappresenta l’essenza di una perfetta portabandiera in un segmento che nessuno trascura, vedi Porsche, Lamborghini, Aston Martin e Bentley. Con le dovute differenze, dato che trattandosi di Maserati non si deve soltanto aver a che fare con il fattore guida, ma mantenere anche un’eleganza estetica ed un comfort a bordo degno del tridente in bella mostra là davanti. Tra le numerose novità portate dalla cura vitaminica Trofeo abbiamo un nuovo paraurti anteriore con prese d’aria più marcate, griglie anteriori attive per agevolare il raffreddamento dei radiatori e sfoghi sul cofano motore, vantando un cx complessivo di 0,33. La doppia coppia di terminali di scarico è poi la bocca dell’Inferno, da dove la potenza bruta di questa Levante trova sfogo.
Nell’abitacolo resta invece quasi totalmente invariata la cura per gli assemblaggi e la voglia di tenere stretto un fondamentale legame con un mondo analogico sempre più a rischio estinzione. Lo si evince dalla strumentazione di fronte al guidatore, che in aggiunta alla porzione centrale digitale, mantiene tachimetro e contagiri con le care e vecchie lancette. Si aggiorna invece il sistema di bordo, con un navigatore più reattivo e preciso e un’interfaccia più fresca, che però si premura di non spiazzare l’utente Maserati che ha magari avuto a che fare con il modello precedente. Detto questo, ciò che interessa davvero e che rende questa Levante più speciale delle altre è alloggiato sotto al cofano anteriore, un mastodontico V8 twin-turbo da 580 cavalli e 730 Nm di coppia abbinato ad un cambio automatico a 8 rapporti. Tra gli interventi sostanziali di questo propulsore abbiamo nuovi pistoni e bielle, un nuovo albero e nuove valvole con anche nuovi giranti per il turbo e un alloggiamento della trasmissione integrale rivisto, grazie alle maggiori dimensioni del motore stesso.
Come si traduce tutto questo? Nel modo più semplice e antico del mondo: con un enorme sorriso che ti si disegna in volto l’attimo stesso in cui affondando il piede destro sull’acceleratore vieni spinto al sedile. Non pensate – neppure lontanamente – di fare l’abitudine a quel frastuono emesso nella nuova modalità Corsa, ma il bello non è soltanto la sua capacità di rendere punto A e punto B incredibilmente vicini, quanto invece rendere le curve un’esperienza da ingurgitare tutta d’un fiato. La trasmissione dimostra infatti di privilegiare l’asse posteriore, rendendo così la Levante più agile negli spostamenti e più divertente quando avverte che sta per allargare la coda. L’attimo dopo, con il gas a tavoletta, gli enormi pneumatici montati su cerchi da 21 pollici mordono l’asfalto e ti fanno schizzare verso la curva successiva. La danza del vento è ormai inarrestabile e nel frattempo ripercorro una strada che adoro perché è in grado di offrire un’infinita varietà di curve, il tutto accompagnato da uno sfondo da cartolina.
Il Colle della Lombarda è stato appena riaperto, non c’è anima viva intorno. Tutto quello che si riesce a sentire è il baccano di uno dei V8 più feroci in circolazione che ha sete di giri e ne ingoia a più non posso finché la lancetta non tocca i 7.000 e allora si spara il rapporto successivo, senza la minima incertezza, ma con uno scalino di violenza che in un battito di ciglia ti porta a velocità che non vuoi assolutamente mantenere in vista di uno strettissimo tornante. Affondo sul pedale del freno e senza rimpiangere l’assenza di un impianto con dischi carboceramici, il differenziale autobloccante dialoga alla perfezione per un’uscita di curva fin troppo ottimistica. Cercare la marcia giusta dagli enormi paddle in carbonio è una delle tante situazioni goduriose nelle quali ci si trova una volta a bordo di questa Trofeo (o di qualsiasi Maserati, tra le più abbondanti in quanto a palette – ndr) e mentre il 3.8 cc è sempre pronto a scannare l’asfalto sotto di noi, forte di uno 0-100 km/h di appena 4,1 secondi e di una velocità massima che sfiora i 300 orari, l’esperienza di guida della Trofeo entra nel vivo.
È facile – quasi scontato – restare affascinati da un propulsore di questo tipo, dal suono emesso a valvole spalancate e da un look muscoloso che rende ancora più sinuosa e filante la silhouette della Levante. Sono situazioni in cui spesso si finisce anche per via della frenesia del momento, nella bolgia di curve e tornanti offerte da un passo di montagna tutto per noi. Nel caso della Levante c’è di più, perché l’incredibile evoluzione dinamica portata dalla “Collezione Trofeo” la prende dallo schieramento di ottimi SUV prestazionali e di lusso e la mette di diritto accanto a quelle supersportive da favola di cui il mondo di noi appassionati non può fare a meno. Benedette siano queste auto, tanto folli quanto abili nel pizzicare quelle corde che ci fanno sentire vivi, rendendo quello che nelle versioni diesel o 6 cilindri è un ottimo SUV, in qualcosa di più. Al pari dell’Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio riesce infatti a trasmigrare oltre il confine dettato da dimensioni e peso e diventare un’auto sportiva che non potrai mai scrollarti dalla mente.
Mentre il saliscendi prosegue incessante, rendendo superflua l’analisi del consumo medio di carburante che la casa stima in circa 13 l/100 km, impugnare il Tridente ha ben presto assunto un altro sapore, dove non c’è più soltanto rispetto per un illustre passato, ma anche tanta ammirazione per un presente che non ha nulla da invidiare ai competitors, assicurando pertanto un futuro incredibilmente interessante. Non mi lascio sfuggire l’occasione per un launch control e mentre lascio che la bolgia di decibel invada l’abitacolo, rimbalzando sulle montagne del passo, mi rendo conto di essere al volante di una di quelle vetture che segnano un’epoca, unendo i puntini di appassionati di guida e di coloro che cercano un’auto dalle generose dimensioni e perfettamente in grado di portarvi in ferie, senza lasciare a casa il fattore divertimento. Perché non sai mai quali curve potrebbero esserci dietro l’angolo e nel caso è sempre meglio avere a disposizione il non plus ultra uscito dai cancelli modenesi e affidato al mondo per farne tesoro.
La Levante Trofeo costa circa €160.000, praticamente il doppio dell’entry level equipaggiata con il V6 da 3-litri, ma in effetti offre realmente il doppio. Anzi, non vanno neppure paragonate, perché la Trofeo è qualcosa che va oltre le semplici catalogazioni e non reputo abbia senso ridurre il tutto ai numeri, peraltro eccellenti sotto ogni aspetto. Quello che la gamma Trofeo riesce a fare, in questo caso con il SUV, è tirare fuori il lato più glorioso del brand e instillarlo con perizia in un modello che mantiene la propria poliedricità, adesso pronto a tirare fuori il lato più arrogante e coinvolgente, ideale per la quotidianità quanto per il puro divertimento che si prova quando si insegue una strada tutta curve alla ricerca della felicità su asfalto.
MASERATI LEVANTE TROFEO
Motore V8 cilindri, 3.799 cc Potenza 580 hp @ 6.250 rpm Coppia 730 Nm @ 2.500-5.000 rpm
Trazione Integrale Trasmissione Cambio Automatico a 8 rapporti Peso 2.170 kg
0-100 km/h 4,1 sec Velocità massima 299 km/h Prezzo €160.000