Bentley Brooklands: Chi è la più Bella del Reame?
BENTLEY BROOKLANDS
Testo Andrea Balti / Foto Bentley Media
Monumentale. È questa la parola che meglio di ogni altra riesce a riassumere la maestosità e l’esagerata estremizzazione del lusso adoperata nella creazione di una delle automobili esteticamente più belle mai prodotte. La Brooklands è un punto di riferimento per via della purezza delle linee che caratterizzano una gigantesca coupé che arriva in un momento in cui anche se Bentley è stata già assorbita dal gruppo VW, rappresenta quello che dai più viene considerato come l’ultimo vero modello prodotto dalla casa britannica, dato che il progetto sul quale si basa aveva già qualche annetto sulle spalle.
La prima generazione di Brooklands viene infatti introdotta nel 1992, sostituendo la Mulsanne, ma presentandosi sempre come lussuosa berlina a quattro porte. La produzione viene interrotta nel 1997 per poi ricominciare con un modello nettamente differente nel 2007, avendo non solo ammorbidito gli spigoli, ma perdendo due porte, dando così vita ad una coupé dalle generose dimensioni e che ambisse a diventare un punto di riferimento nel segmento delle ultralusso. Basata quindi sul telaio della Arnage/Azure, la Brooklands si presenta come il perfetto ponte generazionale tra il glorioso passato del marchio e un futuro che intende vederla come definitivo apice in termini di comfort, ricercatezza dei materiali e piacere di guida.
Spinta da un poderoso V8 twin-turbo da 6.761 cc, i 537 cavalli a disposizione servono principalmente a muovere l’enorme mole della Brooklands, che con i suoi 5,4 metri di lunghezza e 2.655 kg di peso, non perde il tradizionale aplomb che ci si aspetta da una vettura che nuova costava circa 500.000€. Prodotta in appena 600 esemplari, prevedeva possibilità di personalizzazione pressoché infinite, ma di questo non c’è da meravigliarsi dato che stiamo pur sempre parlando di un’auto che soltanto per le cuciture alla pelle del volante si rendevano necessarie 19 ore di lavoro artigianale. Trattandosi di una coupé e in maniera da rendere più comoda la discesa agli occupanti posteriori, ci sono ben due maniglie nel pannello interno delle portiere, oltre a disporre di un cuscino imbottito sistemato sul montante, così da consentire un pisolino extra durante i viaggi più lunghi.
I viaggi sono infatti il riferimento ideale per una vettura di questo tipo, un gigantesco salotto in pelle e radica che nonostante sia perfettamente in grado di muoversi veloce, predilige spostamenti più idonei ad un assetto che filtra qualsiasi tipo di asperità del terreno, lasciando il guidatore concentrato soltanto nel godersi la guida, intervenendo discretamente con il controllo trazione quando nella più totale insonorizzazione può capitare di lasciare che la potenza sotto al cofano prenda il sopravvento. Sono 1.050 i Nm di coppia disponibili a 3.250 giri, una riserva che basterebbe a muovere un continente. Eppure la Brooklands non perde mai la concentrazione e continua a mantenere impassibile quella sua magistrale compostezza su strada che eccelle nel suo aspetto esteriore.
La linea è immortale e seppure la bellezza sia un aspetto soggettivo, è innegabile affermare che le dimensioni e i tratti della Brooklands siano quanto di più armonioso si possa trovare su quattro ruote. A partire da quell’anteriore subito distinguibile grazie ai quattro fari tondi attorno alla grande griglia, passando per un profilo che accentua il corpo da coupé, unendo i cristalli anteriori con quelli posteriori e puntando verso una coda che appena prima del passaruota sale per poi discendere verso un baule a dire il vero non troppo capiente. Ma importa davvero? Direi proprio di no, perché la Brooklands non soltanto offre uno degli abiti più belli mai realizzati, ma un approccio alla guida che fa sentire in pace con se stessi e con il mondo attorno. Seduti nel suo abitacolo, l’unico difetto è che in quel preciso momento non sarai in grado di ammirare l’eterna bellezza delle sue forme.