È come se fossi neurologicamente interconnesso al telaio, la pura velocità è imbarazzante. Nel pieno della curva di coppia, dove gli 800 Nm vengono perfettamente messi a terra attorno ai 5.500 giri, avviene una sorta di esplosione sensoriale che finalmente lascia capire cosa significhi avere 765 cavalli sotto un corpo vettura di appena 1.388 chili.
Testo Alessandro Marrone / Foto Bruno Serra
Velocità, ovvero la rapidità con cui si muove un corpo data dal rapporto tra lo spazio percorso e il tempo impiegato a percorrerlo. La 765LT centra in pieno la fredda definizione declamata dal dizionario, ma se bastasse fermarci qui non sarebbe possibile tentare di spiegare il diluvio di emozioni che ti assalgono una volta calato nell’abitacolo della più folle McLaren che abbia mai guidato. È stata una settimana in cui mi sono inizialmente domandato se il concetto stesso di performance non fosse giunto a un punto di non ritorno, oltrepassando inesorabilmente la barriera del buonsenso che rende una supersportiva divertente anche su strada e magari anche in mani non proprio esperte. È bastato molto meno del previsto per capire che in realtà la 765LT, qui in versione Spider, è molto più che una supercar votata a prestazioni estreme, ma per riuscire a entrare realmente in sintonia con il suo nucleo devi essere pronto a mettere in gioco ogni convinzione, ogni primordiale istinto di autoconservazione e diventare parte integrante di un oggetto con il quale devi scendere a patti, a meno che tu non voglia finire per farti davvero male.
Ogni azione ha una reazione, premi l’acceleratore e ti muovi in avanti. Sterzi il volante e l’auto punta nella direzione desiderata. Adesso immagina di trovarti nello stomaco delle Gorges de Daluis, scatenando il surplus di potenza messo a disposizione dalla versione alleggerita e potenziata della già straripante 720S, con il cuore che batte all’impazzata tanto da sembrare che voglia uscire dalla gola. Le mani stringono il volante sino a far male e il frastuono entrando e uscendo dai tunnel scavati nella roccia amplifica un senso di isolamento assoluto da un mondo automobilistico che vorrebbero farci abbandonare tra motori elettrici e infinita tecnologia. L’ultimo baluardo di umanità stivato a forza sotto appendici aerodinamiche che di certo non provano a nascondere quanto la 765LT sia un’arma di distruzione capace di disintegrare strada e pista, anche meglio della ben più costosa Senna.
Proprio con lei abbiamo imparato ad accettare il fatto che se McLaren aveva sposato il concetto di “Form follow functions” con le morbide linee della MP4-12C, lo sviluppo ingegneristico e prestazionale vissuto negli anni seguenti ha portato alla massima e anticonformistica evoluzione delle successive varianti LT – Long Tail – le quali omaggiando la F1 LT hanno dato vita a tre cacciabombardieri che partendo dalle prestazioni entusiasmanti dei modelli di partenza, hanno spostato l’asticella di molto oltre, soprattutto per via di una rigidità strutturale che profuma di corse. La 675LT è stata la prima, un autentico mito che ha permesso di scoprire che oltre la 620S c’era un mondo che non avremmo pensato potesse esistere. Si tratta, come nel caso della successiva 600LT, di una percezione più ruvida della strada, di una concentrazione interiore che si connette al telaio, al cambio, al motore e che esalta non soltanto per prestazioni addirittura migliorate grazie ad un incremento di potenza, ma per un comportamento su strada che lega in maniera imprescindibile guidatore e auto.
La 765LT è l’ultima evoluzione, ovviamente basata sulla 720S, la perfetta supercar in grado di divorare migliaia di chilometri nel minor tempo possibile. La Spider prodotta in soli 765 esemplari consente inoltre di amplificare l’esperienza aprendo il tettuccio e offrendo una configurazione di tipo Targa, che tra i vantaggi consente un aumento di peso praticamente nullo rispetto alla versione Coupé: appena 49 kg. È davvero difficile smettere di osservarla, lasciando stupire le proprie pupille alla vista di appendici aerodinamiche estremizzate da profili in fibra di carbonio che disegnano la via ai flussi d’aria che contribuiranno a premere a terra la McLaren tra pochi istanti. La purezza estetica della 720S viene stravolta, posseduta dal più avido demone della velocità, portata talmente all’estremo che ad alcuni potrà sembrare volgare, ma il concetto di base è proprio questo, quello di realizzare un’auto da corsa, che tuttavia sia in grado di attaccare anche strade che al posto dei cordoli hanno i cartelli segnaletici dei tornanti.
Siamo io e la 765LT Spider. Finalmente il Vermillion Red della carrozzeria si fonde alla perfezione con le pareti rocciose delle Gorges. Il tratto da Nizza fino a Daluis è stato un piccolo assaggio delle doti balistiche a disposizione. L’aerodinamica non ha una funzione puramente estetica, ma serve davvero a consentire di mettere a terra la potenza a disposizione nei tratti in cui la strada è più larga e consente una perfetta visuale. Al tempo stesso comincio a prendere i primi riferimenti con i miei limiti, ben più evidenti di quelli della vettura. Nonostante i quasi 20 gradi di una soleggiata giornata di fine Marzo, l’auto è provvista di pneumatici invernali, che seppur specifici e indicati per sportive ad alte prestazioni, non garantiscono gli stessi feedback di coperture estive.
I quattro terminali di scarico vengono ancor più inglobati da un posteriore larghissimo e lo spoiler della coda (lunga) può essere azionato manualmente, oppure inserendo la modalità Track, o quando le frenate si fanno più intense, ricoprendo quindi il fondamentale ruolo di aerofreno, utile quando ci si muove a certe velocità. La seduta è rasente al suolo, non c’è alcun filtro con la strada sotto di me e la perfetta direzionalità dello sterzo diminuisce virtualmente le generose dimensioni del corpo vettura, lasciandomi muovere da un punto di corda all’altro in maniera quasi surreale. Uno degli aspetti che mi aveva maggiormente colpito della 720S era la capacità di aumentare il proprio grip di pari passo con la velocità adottata. Con la 765LT il concetto è il medesimo, ma ovviamente accentuato. La grande differenza è il nervosismo con il quale le reazioni sui pedali vengono trasmesse, un telaio rigido come il marmo e un frastuono assordante che rimbomba nell’abitacolo quasi a ricordare che lei non intende giocare.
Accelerare in prima marcia significa lasciare una firma di 305 millimetri sull’asfalto. In seconda occorre sempre essere graduali, ma ben presto scopri che anche in terza marcia – a 100 km/h – la 765LT accenna un po’ di pattinamento, cosa che una volta prese le giuste misure si trasforma nella corsa sulle montagne russe più folle che abbia mai provato. Gli pneumatici fanno miracoli, soprattutto in appoggio, mentre l’avantreno è come un bisturi rovente che affonda nel burro, facendoti percepire la superficie stradale in tutta la sua ruvidità. Ogni piccolo cambiamento sull’asfalto viene trasmesso alla tua schiena come se fossi neurologicamente interconnesso al telaio, la pura velocità è imbarazzante. Nel pieno della curva di coppia, dove gli 800 Nm vengono perfettamente messi a terra attorno ai 5.500 giri, avviene una sorta di esplosione sensoriale che finalmente lascia capire cosa significhi avere 765 cavalli (+45 rispetto alla 720S) sotto un corpo vettura di appena 1.388 chili.
L’accelerazione è brutale e violenta, ti mette a disagio senza mezzi termini, quasi pentito nella frazione di secondo in cui stai cercando di capire se le gomme stanno effettivamente mordendo l’asfalto o se stia per finire tutto in mano alle inesorabili leggi della fisica. Mentre la lancetta del contagiri digitale sale infischiandosene della tempesta di sensazioni che mi invade in questo attimo che sembra infinito, sparo una marcia dopo l’altra dai bilancieri, che come da copione McLaren consentono di essere facilmente raggiunti anche a volante sterzato, sottolineando ancora una volta come questa sia un’auto realizzata sulle basi di un concetto alle volte troppo scontato. La velocità è infatti qualcosa che può essere ottenuta in diversi modi, ma la maniera in cui la 765LT ingurgita chilometri orari è disarmante.
Entro in un tunnel e ne riesco subito, come un rumoroso proiettile infuocato che prosegue la sua corsa in una serie di curve scavate sul fianco della roccia a penzoloni sul burrone che si getta nel fiume Vars. Lo sterzo permette di non staccare mai le mani dalla presa 10:10, arrivando quasi a incrociare nelle tornate più strette e facendo in modo di compiere una piccola correzione non appena il posteriore allarga, avvisandoti con un forte grido che ti assale alle spalle e si assesta su toni più cupi non appena riprendi a spingere verso la curva successiva. Ci sono scoppi, rumori metallici, puoi sentire ogni singola pietrolina che colpisce il sottoscocca e mentre il calore dell’abitacolo aumenta, l’odore di gomma suggerisce che è il momento di fare una pausa, lasciando raffreddare i mastodontici freni con dischi carboceramici da 390 mm all’anteriore e 380 mm al posteriore.
Questo è un ottimo momento per godersi una delle auto più folli che abbia mai avuto la fortuna di guidare. Anche solo starle vicino, con le portiere aperte verso l’alto e quello scuro e anoressico abitacolo pronto ad accoglierti nel suo ruvido abbraccio ti fanno sentire in estasi. Il ticchettio dello scarico in titanio rompe il silenzio del campo di battaglia definitivo, un luogo evocativo che nonostante la sua riservata bellezza riesce a premiare anche con un coinvolgimento alla guida impossibile da eguagliare altrove. A spingere la 765LT Spider troviamo il V8 twin-turbo da 4-litri. La potenza extra che raggiunge quota 765 è uno dei tanti numeri salienti che rendono la Long Tail una vettura indimenticabile, ma come detto non ruota tutto attorno alla forza bruta, quanto piuttosto al modo in cui essa viene messa a disposizione del guidatore. Tenendo conto che non è mai facile scaricare a terra una simile potenza e ben 800 Nm di coppia sul solo asse posteriore, il comportamento su strada alle alte andature è come se prevedesse 3 tipologie di guida.
È infatti possibile muoversi da punto A a punto B in modalità Normal, sfruttando ironicamente la 765LT come la più rumorosa alternativa al tram, ma in realtà non si aspetta altro che impostare i selettori secondo le proprie esigenze (e capacità), aumentando il ritmo grazie ad un powertrain sempre pronto a far fuoco. Infine, ma in questo caso avreste bisogno di una pista – e anche bella grande – c’è quel gradino che prende tutte le sensazioni amplificate dal trattamento LT e vi fa esplodere il cuore come la prima volta che vi siete innamorati. È coinvolgente, gratificante e a dir poco esaltante, ma come tutte quelle cose talmente belle da non sembrare quasi vere, porta con sé il notevole impegno che dovete mantenere in quei momenti in cui si affonda l’acceleratore con maggiore vigore. La sua rigidità e l’assenza di filtri la rendono infatti assai difficile da domare nel misto quanto in situazioni in cui la strada non è più che perfetta. Su pista e con pneumatici Trofeo R sarebbe tutta un’altra storia, pur sempre tenendo conto che prestazioni del calibro di 2,8 secondi sullo 0-100 km/h e una velocità massima di 330 orari implicano attenzione massima e cervello connesso.
La 765LT Spider prosegue così il nobile lignaggio delle Long Tail, sistemandosi accanto a 675LT e 600LT e offrendo un’esperienza di guida ancora una volta differente rispetto alle altre. La somma delle parti e il fatto di essere prodotta in serie limitata giustifica un prezzo che parte da €372.500. Inoltre dimostra come il confine tra supercars e hypercars si stia facendo sempre più sottile, portando una nuova speranza al mondo degli appassionati. La Long Tail dimostra infatti che non tutto ruota soltanto attorno alle pure prestazioni, quanto invece anche al coinvolgimento che le stesse possono offrire, soprattutto durante un’arrampicata sulla strada di montagna preferita, dove i tempi sul giro lasciano il posto a quell’azione chiamata guidare che da vita all’unica reazione della quale non potremo mai fare a meno: innamorarci.
MCLAREN 765LT SPIDER
Motore V8 cilindri Twin-Turbo, 3.994 cc Potenza 765 hp @ 7.500 rpm Coppia 800 Nm @ 5.500 rpm
Trazione Posteriore Trasmissione Cambio Automatico a 7 Rapporti Peso 1.388 kg
0-100 km/h 2,8 sec Velocità massima 330 km/h Prezzo da €372.500