Ineos Grenadier | Review
INEOS GRENADIER
Testo Tommaso Mogge / Foto Ineos
L’evoluzione è solitamente vista come un costante cambiamento, un incessante avanzare dal punto di vista ingegneristico e tecnologico che in un imprecisato momento storico sembra abbia raccolto per strada anche il compito di rendere multipurpose qualsiasi oggetto. Prendete per esempio i telefoni cellulari, che ormai sono stati definitivamente soppiantati dagli smartphone e consentono di scattare foto e girare video di alta qualità, ma anche di gestire innumerevoli funzioni che sono parti integranti della vita di ciascuno di noi, lavorativa e non solo. È questa la normalità alla quale ormai siamo abituati e riesce difficile valutare qualcosa che sia invece progettato e realizzato per espletare una singola funzione specifica. Eppure è proprio quella la chiave che, sganciandoci da qualsiasi tipo di compromesso, risveglia la necessità di un oggetto pensato e voluto per un unico fine. Ah, nel nostro caso è un’automobile, ma questo già lo sapete.
Certamente nuovo nel listino automobilistico, il brand Ineos è in realtà un noto colosso chimico inglese capitanato da Sir Jim Ratcliffe, il quale ha avuto la brillante idea di colmare il vuoto lasciato dal Land Rover Defender, all’epoca uscito di scena portando con sé quella concezione di fuoristrada duro e puro soltanto in parte ripresa con il nuovo modello, certamente abile su ogni terreno, ma al tempo stesso attento alle richieste di un cliente contemporaneo che non intende rinunciare a comfort e lusso. Nel 2017, davanti a qualche birra e seduto a un tavolo di un pub chiamato Grenadier, Sir Ratcliffe decise che era il momento ideale per dar vita ad un 4X4 che riducesse tutto al concetto più primordiale di off-roader, un veicolo meccanicamente semplice e che consentisse di essere riparato con attrezzi e rudimenti base di meccanica, ma soprattutto che fosse inarrestabile e senza mezze misure.
Con un telaio a longheroni, 3 differenziali bloccabili e angoli d’attacco che godono di un corpo vettura squadrato con generose dimensioni nell’ordine dei 2,03 metri di altezza, 1,93 di larghezza e una luce da terra di 26,4 centimetri, il Grenadier non nasconde i punti in comune con il classico Defender, neppure da un punto di vista estetico, dove la semplicità delle forme non è altro che l’enfasi posta dal suo creatore nell’intento di sottolineare che la pletora di dettagli sarà quindi interamente votata ad un’esperienza di guida pronta a creare una strada anche dove lo si penserebbe impossibile. Ineos va presa sul serio e ne è l’ennesima dimostrazione il fatto di poter contare su collaborazioni con nomi illustri del settore, come nel caso dei freni Brembo e dei sedili Recaro, lavabili e impermeabili. Ogni centimetro del Grenadier è pensato per un utilizzo estremo e anche se sarà perfettamente in grado di accompagnarvi in ufficio oppure al supermercato, sono proprio determinati dettagli e caratteristiche specifiche di questo modello a renderlo prima di tutto un fuoristrada ideale per affrontare terra, fango, neve o qualsiasi scenario possa venirvi in mente accanto alla parola “estremo”. In questo caso, tutto sembrerà molto più semplice del solito.
Parlavamo di una meccanica volutamente semplice e difatti il Grenadier ha il 50% in meno di centraline, ma ciò non implica che si tratti di un veicolo obsoleto. Abbiamo infatti un pacchetto motoristico all’avanguardia e che al momento offre due varianti, entrambe 3-litri e 6 cilindri di origine BMW: un gasolio da 249 cavalli e 550 Nm di coppia e un benzina da 285 cavalli e 450 Nm, entrambi abbinati a un cambio (sempre BMW) ZF a 8 rapporti provvisto di marce ridotte. Volete sapere dove spicca maggiormente la cura per il dettaglio? Un po’ ovunque, a dire il vero. Lo si percepisce da determinate soluzioni ricavate sui panelli esterni, come nel caso delle guide rinforzate alle quali si possono letteralmente appendere oggetti e accessori per svariate centinaia di chilogrammi, ma anche per l’assemblaggio, come nel caso del portellone posteriore sdoppiato, equipaggiato con ruota di scorta e scaletta per accedere al tetto.
Salendo a bordo non troviamo soltanto il senso di ruvidità e robustezza anticipato dalle linee nette della Grenadier, ma un abitacolo reso unico grazie ai due pannelli di comando, uno posto al centro della plancia e il secondo situato in alto – come su un aereo – tramite il quale governare i parametri dedicati al blocco dei differenziali, alle modalità di guida e tutto ciò che renderà l’esperienza off-road più esaltante che mai. C’è un display digitale ricavato nella porzione più alta del cruscotto, mentre di fronte al guidatore c’è soltanto un piccolo schermo che riepiloga le informazioni principali in fase di marcia. Insomma, anche in questo caso l’Ineos Grenadier sa come distinguersi e accentuare il fatto che si tratti di qualcosa di più che un semplice 4X4 pronto a sfidare qualsiasi terreno, ma un oggetto realizzato con la volontà di concretizzare il desiderio specifico di tenere in vita un modo di intendere l’off-road che non doveva andare perduto per via di una globale tendenza a rendere tutto più comodo e addomesticato. Il Grenadier potrà magari essere anche visto come un tributo al vecchio caro Defender, ma è soprattutto il fuoristrada duro e puro che ogni vero appassionato meriterebbe.