Subaru Forester 4dventure | Nella Foresta di Un Milione di Alberi
“La strada dovrebbe essere aperta, ma in alcuni tratti è davvero difficile riuscire a passare con un’auto. Con la vostra Subaru dovreste farcela”.
Testo Andrea Balti / Foto Jay Tomei
Che spettacolo! Approfittando del canonico restyling di metà carriera, colgo finalmente l’occasione di salire al volante della Subaru Forester, il SUV di punta del brand delle Pleiadi, da sempre assoluto sinonimo di efficacia e sicurezza. Dopo aver infatti rivoluzionato la Forester nel 2020, con un design ancora più maturo e curato e una guidabilità che pur non scordando che Subaru significa disporre di una trazione integrale permanente in grado di superare ogni ostacolo immaginabile, la sensazione alla guida ha infine toccato un livello tale da renderla un’ottima alternativa anche per quanto riguarda un utilizzo più tradizionale, magari lontano da terra e fango. Da inizio 2022 abbiamo così per le mani la naturale evoluzione di questo concetto, che a onor del vero porta con sé aggiornamenti quasi impercettibili per un semplice motivo: la Forester era già sostanzialmente perfetta.
Tra i clienti Subaru, 1 su 4 sceglie una Forester e con l’arrivo dell’allestimento 4dventure (provato l’estate scorsa tra la Strada dell’Assietta e il Col du Sommeiller, ndr) l’indole sportiva e più votata all’avventura viene sprigionata grazie al contrasto di dettagli arancio sparsi qua e là sia all’esterno che all’interno dell’abitacolo, dove nulla è stato lasciato al caso. Questo lo si evince dalla presenza di sedili in tessuto idrorepellente, tappetini in gomma facili da lavare e badge che rendono il look della Forester spiccatamente sportivo. L’aggiornamento in prova prevede sottili interventi come un nuovo disegno dei fari full LED anteriori e posteriori; sempre davanti abbiamo poi un rimodellamento della calandra e del paraurti.
Ho così preso la chiave e portato con me un paio di colleghi, tra cui il fotografo – ovviamente – e impostato il navigatore satellitare mediante lo schermo da 8” del sistema di infotainment aggiornato e perfettamente connettibile ad Apple Car Play e Android Auto. Niente montagne questa volta, è ancora troppo presto per sperare di non trovare un muro di neve, soprattutto perché le mie intenzioni sono spinte dal desiderio di scovare un sentiero più nascosto del solito e lasciare che la natura accolga un SUV che si conferma essere in grado di offrire una fantastica convivenza in città, avvalendosi di retrocamera di manovra e di un propulsore ibrido leggero (Mild-Hybrid) da 4 cilindri e 2-litri che limita i consumi, facendo intervenire il piccolo motore elettrico nel momento di solito più critico in termini di dispendio di carburante: le partenze.
I primi chilometri di autostrada vengono ingurgitati senza il minimo problema, dimostrando come l’insonorizzazione dell’abitacolo e il comfort offerto da un feeling di guida di alto livello possono tranquillamente mettere la Forester in lizza con le più tradizionali competitors europee. Una volta che la strada comincia poi ad arrampicarsi nell’entroterra è importante dosare bene il pedale dell’acceleratore, in maniera tale da limitare che la trasmissione automatica CVT tenga inutilmente su di giri il motore. Una volta capito il suo funzionamento e l’utilità in off-road (ma di questo ne parleremo più avanti), si possono sfruttare al meglio i 150 cavalli e 194 Nm di coppia, magari impostando la modalità Sport, la quale rende la risposta dell’acceleratore e del motore molto più reattiva.
Abbandoniamo l’asfalto, i chilometri passano lentamente e avanziamo lungo un sentiero che si fa strada tra gli alberi e la natura più incontaminata. La Forester, pur trattandosi di un SUV lungo 464 centimetri e largo 182 dimostra di muoversi con un’agilità più unica che rara, il tutto calzando normalissime coperture e con cerchi da 18 pollici specifici per l’allestimento 4dventure. Il punto di forza del CVT entra in gioco proprio quando nei passaggi più ostici è necessario fermarsi e magari superare una pietra più ingombrante del solito, oppure un avvallamento. La spinta dell’elettrico consente non solo di evitare pattinamenti, ma di far intervenire il motore termico una volta che l’auto è già in movimento. La trazione integrale simmetrica permanente, da sempre sinonimo di Subaru, si aggrappa anche al più impercettibile spicchio di terreno, consentendoci di raggiungere il Giogo di Giustenice senza il benché minimo sforzo.
Breve pausa per respirare un po’ d’aria frizzantina e si riparte verso nord, dove spero di riuscire a raggiungere un luogo che in redazione abbiamo studiato a lungo, senza però essere riusciti a capire se sia percorribile con veicoli a motore. La Foresta Barbottina è una tra le faggete più rigogliose d’Italia e meta di escursionisti e amanti della natura più incontaminata offre uno spettacolo unico per via di un’infinità di alberi che possono raggiungere addirittura i 50 metri di altezza. Ancora qualche tornante e tocchiamo quota 1.000 metri di altitudine, il tutto essendo ad appena 15 km di distanza dal mare (in linea d’aria). La prima e unica persona che incontriamo da quando abbiamo lasciato l’ultimo tratto di asfalto è un agricoltore che sta utilizzando un gigantesco mezzo semicingolato. Ci fermiamo giusto un secondo per chiedere se la strada più avanti sia percorribile – “La strada dovrebbe essere aperta, ma in alcuni tratti è davvero difficile riuscire a passare con un’auto. Con la vostra Subaru dovreste farcela. Provate”.
Mancano appena 4 chilometri alla faggeta e dopo aver guidato per oltre un’ora non ho nessuna intenzione di tornare indietro. La fiducia che nutro nella Forester verrà messa alla prova ben presto, ma non prima di esserci rifocillati con un meritato pranzo presso la piccola baita situata all’ingresso meridionale della Foresta Barbottina. Questa è una di quelle occasioni in cui scambiare due chiacchiere con i tuoi compagni di viaggio, apprezzando come un SUV ben rifinito e perfettamente a suo agio in città sia in realtà capace di portarti dove la maggior parte delle vetture analoghe avrebbero sventolato bandiera bianca. L’X-mode è poi quell’ingrediente segreto che rende tutto ancora più semplice, consentendo non solo di arrampicarsi anche in situazioni più estreme, ma gestendo il freno e la trazione nelle discese più ripide e scivolose. L’ingresso per la faggeta è a pochissimi metri da noi e terminato il pasto è finalmente il momento di ripartire, senza neppure immaginare cosa ci avrebbe atteso.
Le piogge degli ultimi giorni hanno creato una sorta di distesa fangosa che si frappone tra noi e il sentiero per la Barbottina. Inoltre, giusto per non farci mancare nulla, una gigantesca pozza nasconde l’insidia di una profondità che non vorrei mai ponesse la parola fine alla nostra giornata nei boschi. Bisogna quindi vagliare le due opzioni: tentare di superare un fondo fangoso probabilmente molto profondo e cedevole, oppure agire di forza bruta e superare la pozza. Pochi secondi dopo l’acqua sporca schizza sino ai montanti e avvalendoci dell’X-mode attivo superiamo il piccolo ma insidioso guado tirando un sospiro di sollievo, ma soltanto dopo essermi fatto sorprendere da svariati metri di fondo fangoso. Un po’ di controsterzo, un po’ di navigazione – come si dice in gergo – e raddrizzo la Forester sino a fermarla su terra asciutta. Il meglio deve però ancora arrivare.
Comincio seriamente a domandarmi se abbia fatto la scelta giusta, dato che la strada si fa molto più stretta rispetto a prima e la presenza di pietre e voragini su quello che dovrebbe essere chiamato sentiero mettono a dura prova non soltanto la nostra Subaru, ma anche uno spirito di avventura che inizia a pensare che forse sarebbe meglio tornare indietro. Questo significherebbe però affrontare nuovamente l’enorme pozza con il fango tutt’attorno, un posto nel quale non vorresti davvero restare bloccato. Proseguiamo con X-mode inserito e la massima cautela, fermando l’auto in sicurezza e avanzando a piedi per valutare lo stato di un sentiero che a tratti sembra quasi sparire nella fitta vegetazione. Il punto più impegnativo è una salita che essendo disseminata di pietre ci obbliga a fermare del tutto la vettura. Un attimo di incertezza con un pattinamento che mi faceva già immaginare bersagliato dalle prese in giro dei miei colleghi e la Forester mi trascina ancora una volta fuori dai guai. Qualche sospiro dopo è il momento di imboccare una discesa ugualmente ostica e finalmente uno slargo sembra darci il benvenuto nella Foresta Barbottina, o perlomeno nel punto più mozzafiato che abbiamo ammirato oggi.
Procediamo lentamente in mezzo a un milione di alberi. I loro rami spogli e l’altezza dei tronchi consentono allo sguardo di perdersi in un contrasto di forme verticali che sembrano poggiare su un gigantesco tappeto di foglie arancioni. È il momento di fermarsi e mentre Jay si addentra nella secca vegetazione, cerco di godermi uno spettacolo che mai avrei creduto possibile. La Foresta Barbottina non è soltanto lo scenografico sentiero che si immerge nella natura più incontaminata sopra il Colle del Melogno, ma l’abbraccio della natura che nella nudità di fine inverno riesce tuttavia ad essere maestosa e incredibilmente silenziosa. È la convivenza di due aspetti apparentemente opposti come la solitudine del bosco e la vita che impregna e rispecchia le qualità sorprendenti della Forester, con quella sua voglia di avventura che una volta poggiate nuovamente le ruote su asfalto, si scrolla di dosso un po’ di terra e fango e ci riporta nella frenesia del mondo, coccolati da un abitacolo confortevole e dalla tecnologia che si conviene ad una vettura che continua a rappresentare un’ottima risposta alle più disparate esigenza di una clientela che pur non rinunciando alla praticità di cinque posti, un grande vano di carico e la sicurezza ed efficacia offerta dalla trazione integrale, sa bene cos’altro occorre per una sana avventura on the road. Ops, off-road.
SUBARU FORESTER 4DVENTURE
Motore 4 cilindri Mild-Hybrid, 1.995 cc Potenza 150 hp Coppia 194 Nm
Trazione Integrale Trasmissione Automatico CVT Peso 1.765 kg
0-100 km/h 11,8 sec Velocità massima 188 km/h Prezzo €44.750