Hero Cars – Episodio 05 | Lotus Elise
LOTUS ELISE
Testo Tommaso Mogge / Foto Lotus Media
Per parlare della Lotus Elise non basterebbe un libro intero. Non tanto per l’auto in sé, quanto per ciò che ha portato nel mondo dell’automobile, quando nel 1996 stravolse ogni concetto che definiva un’auto sportiva. Dato che lo spazio è poco, occorre fare subito un passo indietro, al fondatore del brand – il mitico Colin Chapman – secondo il quale la sua personalissima filosofia per cui “less is more” (meno è di più) avrebbe consentito alle sue vetture di poter garantire performance e guidabilità senza necessariamente dover disporre di enormi e potenti motori, ottenendo così un duplice risultato: mantenere un costo più basso ed elevare la sensazione di guida, il sentimento assoluto che ogni Lotus driver ha nel proprio DNA.
La Elise è la rappresentazione definitiva di questo mantra immortale e arriva in un periodo in cui le stradali Lotus non erano certo sul radar degli appassionati. Senza necessariamente stravolgere il concetto, per esempio accennato dalla Elan, si tratta di un progetto completamente nuovo e che ha intenzione di raggiungere la perfezione ingegneristica grazie ad uno speciale telaio di alluminio che contribuisce a limitare il peso complessivo dell’auto. L’obiettivo è quello di creare una sportiva ultraleggera che sia in grado di coinvolgere come una Seven, tuttavia senza rinunciare ad una struttura più tradizionale con portiere e poco altro. L’Elise è infatti un telaio e un motore appena celati da una carrozzeria in vetroresina, dove l’unico comfort di bordo è concesso dall’aria che entra una volta che il tettuccio in tela viene rimosso. Non c’è servosterzo e nessun tipo di assistenza alla guida, ma ciò che rende davvero unico questo modello sono le innumerevoli sensazioni trasmesse al guidatore da un volante che dialoga alla perfezione con l’avantreno.
Pesi e dimensioni ridotte all’osso – dicevamo – con una lunghezza di 3,7 metri, una larghezza di 1,7 e un passo di appena 2,3 metri, il tutto in favore di ingressi in curva di precisione chirurgica, mentre guidatore e passeggero sono letteralmente seduti a terra e inseriti in un abitacolo che ha solo ciò che realmente serve per un modo di intendere la guida che ancora oggi è un riferimento assoluto. Nessun filtro, cambio manuale a 5 rapporti e feedback duri e puri che rendono Lotus il modo migliore per leggere la strada ed entrare in perfetta sintonia con l’ambiente circostante. Non è un’auto per il casa-lavoro più tradizionale, risulta piuttosto difficoltoso salire e scendere, ma state pur certi che gettata in una strada ricca di curve saprà rivoluzionare ogni idea di guida sportiva.
Il motore, situato in posizione posteriore centrale, è (almeno inizialmente) un Rover Serie K 16 valvole da 1.8-litri. Dispone di appena 120 cavalli che però devono spostare un peso di soli 699 kg. Ecco la chiave della filosofia di Chapman, la quale applicata su una vettura perfettamente in grado di dialogare con l’asfalto sotto le gomme, trasforma ogni momento in una viscerale riscoperta del piacere di guida. Estaticamente, dettaglio tutt’altro che scontato, troviamo un look spiccatamente sportivo e che nel corso delle 3 generazioni (anche se la terza non è dichiaratamente considerata tale) e 25 anni di vita ha mantenuto un’immagine fedele a se stessa, giocando su linee che enfatizzano l’effetto wow di una vettura bassa e che seppure piccola rispetto ad una canonica supercar, non ha nulla da invidiare ai grandi brand, soprattutto quando si tratta di spingere sull’acceleratore.
La gloria automobilistica rappresentata dalla Elise non sta tanto nel tempo che impiegherete per muovervi da un punto ad un altro, ma nel modo in cui lo farete. Stretti al volante, premuti al sedile e assaliti dall’urlo del milleotto dietro la schiena, nonostante sia perfettamente possibile guidare come un buon padre di famiglia, il primordiale istinto di correre forte avrà quasi sempre la meglio, dimostrando come i limiti telaistici siano pressoché infiniti e porteranno a scoprire percorrenze di curva che non avreste mai pensato possibili. Per raccontare la Lotus Elise c’è soltanto un modo: mettersi al volante e provare queste emozioni sulla propria pelle.