Quando Porsche Tagliò Il Tetto Al SUV Cayenne
Testo Marco Rallo / Foto Porsche AG
A distanza di 20 anni abbiamo tutti ormai appurato da tempo quanto il SUV Cayenne sia stato un modello fondamentale per la salute di Porsche. Non tutti sapranno che il brand avesse però ipotizzato ben tre versioni addizionali che avrebbero potuto affiancare il modello poi presentato nel dicembre del 2002. Si trattavano di una variante coupé, una allungata di 20 centimetri e la convertible che vedete qui. Un’ambizione destinata a rimanere tale, poi presa in prestito da VW e Land Rover con le T-Roc e Evoque cabrio.
Tra le tre idee, quella che venne però concretizzata almeno in fase di prototipo fu proprio la Convertible. Il tetto viene rimosso ed al suo posto trova spazio una capote in tela che si ripiega a “Z” nel vano bagagli. Ci sono soltanto due portiere, più lunghe e che cercano di agevolare l’ingresso ai passeggeri posteriori, un posteriore ridisegnato e un irrigidimento del telaio, necessario quando si passa da una carrozzeria chiusa ad una cabriolet. Non furono mai portati avanti test circa la sicurezza strutturale e la guidabilità e infatti, anche se prototipo funzionante, il Cayenne Convertible viene trasportato a destinazione e non spostato.
I costi di ulteriore progettazione, omologazione e produzione hanno convinto Porsche che non fosse ancora il momento, dato che gli stessi SUV erano nei loro stessi primi anni di vita, ma a distanza di due decenni e con una gamma sempre più ampia, chissà che non sia infine giunto il momento di ripiegare la capote in tela e guidare un Cayenne con il vento tra i capelli?