Finali Mondiali Ferrari 2022 a Imola: Un Weekend di Festa e Anteprime al Volante della Nuova 296 GTS
Testo: Lino / Foto Ferrari Media, Lino
Le Finali Mondiali 2022 dei challenge Ferrari in scena ad Imola dal 25 al 31 Ottobre sono state, oltre alla consueta festa per gli appassionati del cavallino, il teatro della presentazione di un grandissimo ritorno per Ferrari nel mondiale Endurance dal prossimo anno con la Le Mans Hypercar 499P, peraltro proprio in occasione del centenario della storica 24 ore di Le Mans.
La vettura parteciperà come ufficiale Ferrari alla categoria LMH e come ha raccontato il direttore tecnico Ferdinando Cannizzo è stata progettata in ogni suo componente da foglio bianco con il chiaro obiettivo di imporsi da subito come riferimento della categoria.
Progetto molto ambizioso per i tecnici del cavallino che dovranno confrontarsi con specialisti del settore come Toyota ma anche Porsche e Peugeot, che possono contare su progetti già avviati.
Ferrari, pur vantando importanti vittorie nella categoria, era assente in veste ufficiale dal ‘73 e le due nuove vetture riprenderanno il numero 50 e 51 debuttando alla 12 ore di Sebring del prossimo Marzo. Debutto che sta comportando uno sforzo notevole per il team per mettere a punto e rendere affidabile una vettura che ha messo per la prima volta le ruote in pista ad Agosto e che sta macinando chilometri nei test in pista, al banco ed al simulatore, con una strategia di sviluppo ottimizzata in pista su due vetture in parallelo, una dedicata all’ottimizzazione delle performance ed una seconda alla ricerca dell’affidabilità.
La prima impressione tecnica è di una vettura decisamente bella; si nota da subito il lavoro in galleria del vento senza però tralasciare l’aspetto estetico curato dal centro stile Ferrari. L’aereodinamica è elemento principale dei vincoli di questo progetto, il suo valore assoluto è definito da regolamento ma il lavoro in galleria del vento e le simulazioni CFD hanno l’obiettivo di rendere la vettura quindi poco sensibile alle infinite variabili che si possono incontrare in un mondiale endurance. Così come il peso, anch’esso imposto da regolamento, per cui fondamentale diventa l’ottimizzazione del bilanciamento stesso per avere una vettura veloce e soprattutto gentile con le gomme, caratteristica chiave ovviamente per questa tipologia di gare.
Il cuore della vettura è un motopropulsore ibrido da 630 cavalli, come da regolamento con geometria 6 Cilindri a V di 120° con doppio turbocompressore posizionato al centro delle bancate, lo stesso che equipaggerà la 296 GT3 (anch’essa al debutto in questo evento). Il sistema Ibrido con recupero di energia in frenata sull’assale anteriore è invece composto da una batteria ad alto voltaggio posta centralmente dietro l’abitacolo che alimenta un motore elettrico collegato all’assale anteriore che rende quindi la vettura quattro ruote motrici.
Le finali mondiali come detto rappresentano una vera festa per Ferrari e richiamano clienti, piloti ed appassionati da tutto il mondo dando la possibilità di ammirare una concentrazione e varietà di vetture del cavallino unica al mondo. E per nostra fortuna di provarle sia come co-pilota in un hot-lap in pista con un gentilissimo Giancarlo Fisichella, alla guida della SF90 Stradale da 1000 cv, sia alla guida della 296 GTS in una splendida e tiepida domenica mattina di autunno, a tetto aperto tra i colli bolognesi.
Alle 9:30 l’aria forse è ancora un po’ frizzantina, ma il tetto è già aperto e con il giusto timore reverenziale che questo livello di vetture merita, in silenzio e con agilità usciamo dal traffico delle strade intorno all’autodromo verso le meno affollate colline.
Avviare una Ferrari ma dover leggere la scritta Ready sul quadro strumenti per capire se sia accesa o spenta è una sensazione destabilizzante, cosi come ascoltare i commenti dei tifosi che si stanno dirigendo al circuito, che non si capacitano del silenzio della vettura. Ma questo è specchio del periodo storico in cui ci troviamo e quindi appena usciti dal parcheggio la modalità Sport consente di avere il termico sempre acceso e poter così apprezzare il sound davvero molto coinvolgente del V6 che quasi ricorda un V12.
Il traffico diventa più scorrevole e la strada più tortuosa: la 296 GTS regala da subito una estrema confidenza consentendo di guidare puliti e rilassati con un filo di gas e una guida molto fluida. Affondando però il piede sull’acceleratore si sente la spinta immediata dei due motori che interagiscono in modo perfetto; in modalità Sport il motore termico è sempre acceso e supportato dal propulsore elettrico e rende l’accelerazione fulminea ed in una frazione di secondo si arriva a limitatore con i led rossi accesi sul volante a indicare la necessità della marcia successiva. Il cervello comanda quasi in automatico di alzare il piede perché la strada sembra già molto stretta e scorre più veloce di quanto lo sguardo riesca a elaborare, ma riuscendo a tenere a bada questo istinto anche la terza marcia arriva a una velocità indescrivibile a limitatore con emozione e sensazione di spinta davvero di riferimento.
Lo sterzo è estremamente preciso, consentendo di mettere la 296 dove si vuole solo con lo sguardo e basta qualche curva per prendere confidenza con l’appoggio in ingresso curva complice il ridottissimo rollio ed in poco tempo si capisce quanto margine la vettura abbia ancora. Il percorso diventa molto tortuoso e più lento e la 296 GTS, complice il passo corto, si rivela molto agile in questo misto stretto senza mai scomporsi, sempre molto gestibile e prevedibile nei comportamenti con l’elettronica in aiuto in uscita tornante ma sempre con discrezione e mai togliendo nulla al piacere di guida. Le cambiate sono una fucilata, consentendo una spinta costante e cambiate quasi impercettibili ed è parte fondamentale dell’incredibile dato sullo 0-200 Km/h di 7,6s.
Gli elogi sulla dinamica di guida della 296 GTS non penso stupiscano nessuno, quello che trovo renda speciale questa vettura è la capacità di esaltare il piacere di guida in tutte le condizioni provate, rendendola fruibile a 360°, dal traffico urbano alla pista.
In contesto cittadino e nel traffico la guidabilità risulta infatti fluida, senza strattoni con cambiate dolci e una mappa pedale che rende l’acceleratore sempre molto ben modulabile, le sospensioni copiano ed assorbono le diverse asperità stradali senza necessità di prenotare sedute dall’osteopata a fine giro. Lo sterzo filtra tutte le imperfezioni stradali oltre a presentare un carico ben bilanciato, né troppo duro né morbido e totalmente privo di strane o brusche reazioni, quasi da poterlo tenere con solo due dita.
Insomma un’esperienza di guida appagante e gratificante come poche autovetture possono regalare. E se non sono un fan del nuovo tasto di accensione posto alla base del volante e soprattutto del fatto che la vettura prenda vita in modalità elettrica – e quindi silenziosa – c’è da dire che è un dettaglio che gli 830 cv della 296 GTS e le sue prestazioni, le sue linee tese e filanti ed il cielo azzurro a vista sopra la tesata fanno dimenticare immediatamente.