Suzuki Vitara Hybrid | Test Drive
Testo Carlo Brema / Foto S. Lomax
Quando si parla di offroad, si dice Suzuki. Se poi non volete rinunciare al comfort e alla praticità di una carrozzeria più grossa rispetto all’inarrestabile Jimny, il nome Vitara è il primo che viene in mente. Del resto stiamo pur sempre parlando dell’alter ego più civilizzato della piccola tre porte, la quale nel 2018 ha aggiornato l’ultima generazione, con qualche dettaglio estetico differente rispetto a prima e un abitacolo sempre più accogliente e che in qualche modo prova a farvi distogliere lo sguardo dai ben più costosi SUV.
La Vitara è una certezza e gode della rinomata affidabilità del brand giapponese. È un modello che al tempo stesso bada al sodo e non si perde in inutili vezzi stilistici. Nel suo caso è tutto portato alla massima semplicità, come si evince dalle linee sempre piuttosto nette e che soprattutto al frontale rendono molto caratteristico il design della capostipite della famiglia, un fuoristrada sempre più crossover e che non disdegna un ampio utilizzo su asfalto, neppure se si tratta di autostrada. Con l’arrivo della motorizzazione hybrid, vengono promesse percorrenze ancora migliori, ma state pur certi che la natura della Vitara che noi tutti conosciamo non è stata intaccata e anzi evolve quel poco che basta per offrire un’auto anche più efficace rispetto a prima.
Sì, perché quella della Vitara è una di quelle famigerate ricette che non devono essere cambiate, di quelle che funzionano così come sono e che se stravolte perderebbero la vera essenza dell’indole fuoristradistica di una cinque porte e cinque posti molto compatta e pur sempre disponibile con la sola trazione anteriore. Il modello in prova è il top di gamma, equipaggiato con trazione integrale – che reputo indispensabile quando si sceglie Suzuki – allestimento Starview con cambio automatico a 6 rapporti e tecnologia Full-Hybrid 140 volt, abbinata ad un 1.5 benzina per una potenza complessiva di 114 cavalli. L’alternativa, escluse le variabili in termini di trazione motrice e cambio, è rappresentata dal 1.4 da 130 cavalli, che però è Mild-Hybrid. Si perde qualcosa in termini di brio qui, ma si guadagna la possibilità di un utilizzo più ampio dell’unità elettrica, utile anche quando si affronta un sentiero impervio come la strada sterrata che porta alla vetta del Bric Mindino.
È qui che ho deciso di mettere alla prova un 4X4 dalle ormai ben consolidate qualità e per farlo ho percorso un mix di strade che mi ha consentito di entrare in sintonia con questa Suzuki sin dai primissimi chilometri. L’abitacolo è infatti molto semplice, ma ben costruito. Si percepisce l’intenzione di utilizzare materiali destinati a durare e soprattutto a sopportare anche utilizzatori meno delicati rispetto al solito. La posizione di guida è ottima e nonostante lo schermo digitale sia di dimensioni ridotte, è provvisto di tutto quel che serve, incluso navigatore satellitare e connettività con il vostro smartphone. Il cambio automatico rende la guida in città ancora più facile, mentre la visibilità su tutti i lati è amplificata da superfici vetrate poco inclinate. Insomma, la Vitara sembra cucita addosso come un vestito di alta sartoria.
Il 1.5 non è un motore per la terza corsia di sorpasso, infatti necessita dei suoi tempi per entrare in coppia (138 Nm a 4.400 giri), ma è tondo, preciso e davvero poco assetato (5,8 l/100 km). Una volta oltrepassato Garessio e raggiunto il Col di Casotto, supero quel tratto impervio che costringe alcuni cercatori di funghi a lasciare la propria auto ben prima della nostra destinazione odierna. Poco importa se il sentiero si fa stretto e fatta eccezione per un’altezza da terra non al pari della Jimny, la Vitara prosegue senza il benché minimo accenno di incertezza, mettendosi in tasca anche quelle strette curve con forte pendenza verso il vuoto a lato.
L’ibrido in questione funziona molto bene e viene gestito in autonomia dal cervello della vettura. In alternativa potete richiamare l’Eco mode tramite apposito pulsante, mentre le batterie si ricaricano in frenata quel tanto che basta a tenere sempre pronti gli elettroni a disposizione. La solidità progettuale della Vitara torna utile soprattutto quando la trazione integrale deve aggrapparsi ad una superficie pietrosa che metterebbe in crisi 4X4 ben più costosi e con chissà quali dispositivi per la gestione della trazione. Qui abbiamo una ripartizione automatica della coppia motrice su entrambi gli assi e un limitatore di velocità (a 10 km/h) per le discese più ripide, il quale gestisce il freno in autonomia. Uno dei punti di forza sono poi le dimensioni ridotte – 417 cm di lunghezza – che rendono agevoli le manovre proprio su terreni accidenti come quello del Bric Mindino, una sorta di mulattiera pensata per fuoristrada puri proprio come la Vitara.
Ed ecco che senza neppure accorgermene accosto l’auto appena sotto la gigantesca croce posta a oltre 1.800 metri, rilassato come se in realtà non fossi nemmeno ancora partito. La Vitara è proprio questo, il tutto con la capacità di muoversi bene anche nel traffico e su strade secondarie. Se quindi state cercando una vettura con pochi fronzoli e che metta al primo posto ciò che c’è sotto rispetto a quello che si vede semplicemente con gli occhi, non bisognare cercare altrove. Considero la trazione AllGrip un must-have, mentre la scelta della trasmissione automatica o del tipo di motorizzazione sono un discorso più soggettivo. Prezzi che partono da €24.900 (1.4 mild hybrid) e arrivano ad almeno €33.600 per un esemplare come quello della nostra prova. Dovrete poi aggiungere soltanto una destinazione divertente come questa, al resto ci pensa la Vitara.
SUZUKI VITARA HYBRID 1.5 STARVIEW 4WD AT
Motore 4 cilindri Full-Hybrid, 1.462 cc Potenza 114 hp @ 6.000 rpm Coppia 138 Nm @ 4.400 rpm
Trazione Integrale Trasmissione Cambio Automatico a 6 Rapporti Peso 1.390 kg
0-100 km/h 10,2 sec Velocità massima 180 km/h Prezzo da€33.600